Lunedì 02 maggio

Settimana della 4 domenica di Pasqua – lunedì

Questa quarta settimana di Pasqua ci porterà a festeggiare la metà del cammino pasquale, il giovedì “a metà della festa”, poi la Madonna di Fatima, infine San Mattia. Abbiamo quindi celebrazioni particolari ma anche richiami di fede del tutto particolari.

La Parola di Dio per questo giorno

LETTURA At 9, 31-43
Lettura degli Atti degli Apostoli

In quei giorni. La Chiesa era in pace per tutta la Giudea, la Galilea e la Samaria: si consolidava e camminava nel timore del Signore e, con il conforto dello Spirito Santo, cresceva di numero. E avvenne che Pietro, mentre andava a far visita a tutti, si recò anche dai fedeli che abitavano a Lidda. Qui trovò un uomo di nome Enea, che da otto anni giaceva su una barella perché era paralitico. Pietro gli disse: «Enea, Gesù Cristo ti guarisce; àlzati e rifatti il letto». E subito si alzò. Lo videro tutti gli abitanti di Lidda e del Saròn e si convertirono al Signore. A Giaffa c’era una discepola chiamata Tabità – nome che significa Gazzella – la quale abbondava in opere buone e faceva molte elemosine. Proprio in quei giorni ella si ammalò e morì. La lavarono e la posero in una stanza al piano superiore. E, poiché Lidda era vicina a Giaffa, i discepoli, udito che Pietro si trovava là, gli mandarono due uomini a invitarlo: «Non indugiare, vieni da noi!». Pietro allora si alzò e andò con loro. Appena arrivato, lo condussero al piano superiore e gli si fecero incontro tutte le vedove in pianto, che gli mostravano le tuniche e i mantelli che Gazzella confezionava quando era fra loro. Pietro fece uscire tutti e si inginocchiò a pregare; poi, rivolto al corpo, disse: «Tabità, àlzati!». Ed ella aprì gli occhi, vide Pietro e si mise a sedere. Egli le diede la mano e la fece alzare, poi chiamò i fedeli e le vedove e la presentò loro viva. La cosa fu risaputa in tutta Giaffa, e molti credettero nel Signore. Pietro rimase a Giaffa parecchi giorni, presso un certo Simone, conciatore di pelli.

SALMO Sal 21 (22)

A te la mia lode, Signore, nell’assemblea dei fratelli.
Oppure Alleluia, alleluia, alleluia.

Lodate il Signore, voi suoi fedeli,
gli dia gloria tutta la discendenza di Giacobbe.
Scioglierò i miei voti davanti ai suoi fedeli.
I poveri mangeranno e saranno saziati,
loderanno il Signore quanti lo cercano;
il vostro cuore viva per sempre! R

Ricorderanno e torneranno al Signore
tutti i confini della terra;
davanti a te si prostreranno
tutte le famiglie dei popoli. R

A lui solo si prostreranno
quanti dormono sotto terra,
davanti a lui si curveranno
quanti discendono nella polvere. R

Io vivrò per lui, lo servirà la mia discendenza
Si parlerà del Signore alla generazione che viene;
annunceranno la sua giustizia;
al popolo che nascerà diranno:
«Ecco l’opera del Signore!». R

VANGELO Gv 6, 44-51
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo. Il Signore Gesù disse alla folla: «Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna. Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».

Atti

Credo che la prima impressione che tutti abbiamo nel leggere questi racconti degli Atti degli Apostoli, sia quella di una grande semplicità. Sentiamo che Pietro, l’autorità, viene chiamato dai fedeli in diversi luoghi, con una semplice preghiera: “non indugiare, vieni da noi!”. Pietro si lascia chiamare dalla gente, va dove lo Spirito gli suggerisce, si presta ad entrare nella casa di gente comune e ad accettare l’ospitalità che viene proposta. Pietro sta con un conciatore di pelli, visita i morti, apre il suo cuore alle vedove. È in questo clima che comprendiamo la frase iniziale degli Atti, quella che ci ricorda che “tutta la chiesa era in pace”. C’era, cioè, un sostanziale clima di fraternità che portava tutti ad essere insieme, pronti nell’ascolto della parola degli apostoli e alla frazione del pane.

È in questo clima che avvengono quei “miracoli” che segnano l’apostolato di Pietro. Sono miracoli di guarigione ma, ancor più, miracoli di risurrezione. Pietro ha compiuto molti miracoli di questo genere, dove il filo comune è che tutte queste azioni avvengono “nel nome del Signore”. Pietro è ben consapevole che tutto ciò che avviene non è opera sua, ma opera di Dio, a cui egli “presta”, per così dire, voce, corpo, atti, gesti… Questi miracoli e, soprattutto, questa risurrezione, intendono dimostrare la verità della fede e sono un invito a credere nella potenza di Dio che farà risuscitare i morti.

Vangelo

È così che la nostra meditazione può proseguire con la pagina del Vangelo che ci fa riprendere la lettura del capitolo 6 del Vangelo di Giovanni che già abbiamo iniziato settimana scorsa. San Giovanni, riprendendo la predicazione del Signore, insegna che esiste una connessione fortissima tra la Santa Eucarestia e la vita eterna. Tutti coloro che si cibano del pane che viene dal cielo, lo fanno in vista dell’eternità. Tutti coloro che mangiano il pane degli angeli, lo fanno in vista della risurrezione finale. C’è quindi un nutrirsi di Cristo nel tempo che apre le porte dell’eternità. L’anima che si nutre di Cristo nel tempo, impara a desiderare la vita eterna, dono ultimo del Signore risorto. Come c’è un nutrimento che sostiene i giorni e la fatica dell’uomo, così c’è un pane del cielo, che sostiene i passi dell’anima verso il Paradiso.

Per noi

Anche a noi sono donate queste verità e tutti possiamo iniziare questa nuova settimana, con il suo carico di impegni, con le lotte che dovremo sostenere, con le cose belle che ci allieteranno, forti di questa verità. L’Eucarestia che noi riceviamo e della quale ci cibiamo, è il sostegno per il nostro cammino di fede, per il nostro cammino spirituale e anche per il nostro cammino umano. È proprio dall’Eucarestia che noi riceviamo la forza che ci serve per le cose del tempo, per le fatiche che occorrerà sostenere nella nostra esistenza. Ma questa stessa forza travalica i confini del tempo e apre il nostro sguardo, e soprattutto il nostro cuore, alla vita eterna. Chi desidera vivere questo tempo avendo il Signore come compagno, non ha altro scopo della vita che sentirsi in cammino verso quell’eternità che il Signore promette a tutti e che i diversi miracoli di risurrezione di cui parliamo e dei quali abbiamo notizia, vogliono dimostrare. Credo che la nostra vita sia sempre molto attenta alle cose del tempo ma molto meno alle realtà spirituali e al bene della nostra anima. Il richiamo che riceviamo anche con queste letture del giorno è, invece, perché noi possiamo essere molto più attenti alle cose celesti, che sono la verità del nostro esistere e il destino della nostra anima.

Con Maria

Anche per questo vogliamo invocare con forza e con devozione la vergine Maria, perché ci renda sempre più attenti alle cose del cielo. Maria, che risplende nella luce dell’eternità accanto al Figlio suo risorto, aiuti ciascuno di noi a raggiungere quella medesima meta verso la quale tutti siamo diretti. A lei continuiamo a chiedere di essere presente nell’ora della nostra morte, perché sia lei ad introdurci nella vita dei risorti.

2022-05-06T10:32:44+02:00