4 di Pasqua
Per introdurci
- Abbiamo la consapevolezza di essere stati scelti perché il nostro frutto rimanga?
- Qual è il frutto che deve rimanere?
Penso possano essere queste le domande che aprono la nostra riflessione. In effetti, quando sentiamo le parole di Gesù che ci vengono riportate da Giovanni – “non voi avete scelto me ma io ho scelto voi” – immediatamente tutti pensiamo alle vocazioni di particolare consacrazione, come è tipico di questa domenica. E se, invece, le applicassimo a noi? poiché la Parola di Dio è sempre per tutti, non dovrebbe essere proprio questo il fine di queste parole?
La Parola di questa domenica
LETTURA At 21, 8b-14
Lettura degli Atti degli Apostoli
In quei giorni. Entrati nella casa di Filippo l’evangelista, che era uno dei Sette, restammo presso di lui. Egli aveva quattro figlie nubili, che avevano il dono della profezia. Eravamo qui da alcuni giorni, quando scese dalla Giudea un profeta di nome Àgabo. Egli venne da noi e, presa la cintura di Paolo, si legò i piedi e le mani e disse: «Questo dice lo Spirito Santo: l’uomo al quale appartiene questa cintura, i Giudei a Gerusalemme lo legheranno così e lo consegneranno nelle mani dei pagani». All’udire queste cose, noi e quelli del luogo pregavamo Paolo di non salire a Gerusalemme. Allora Paolo rispose: «Perché fate così, continuando a piangere e a spezzarmi il cuore? Io sono pronto non soltanto a essere legato, ma anche a morire a Gerusalemme per il nome del Signore Gesù». E poiché non si lasciava persuadére, smettemmo di insistere dicendo: «Sia fatta la volontà del Signore!».
SALMO Sal 15 (16)
Nelle tue mani, Signore, è tutta la mia vita.
Oppure Alleluia, alleluia, alleluia.
Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia vita.
Per me la sorte è caduta su luoghi deliziosi:
la mia eredità è stupenda. R
Benedico il Signore che mi ha dato consiglio;
anche di notte il mio animo mi istruisce.
Io pongo sempre davanti a me il Signore,
sta alla mia destra, non potrò vacillare. R
Per questo gioisce il mio cuore
ed esulta la mia anima;
anche il mio corpo riposa al sicuro. R
Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena alla tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra. R
EPISTOLA Fil 1, 8-14
Lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi
Fratelli, Dio mi è testimone del vivo desiderio che nutro per tutti voi nell’amore di Cristo Gesù. E perciò prego che la vostra carità cresca sempre più in conoscenza e in pieno discernimento, perché possiate distinguere ciò che è meglio ed essere integri e irreprensibili per il giorno di Cristo, ricolmi di quel frutto di giustizia che si ottiene per mezzo di Gesù Cristo, a gloria e lode di Dio. Desidero che sappiate, fratelli, come le mie vicende si siano volte piuttosto per il progresso del Vangelo, al punto che, in tutto il palazzo del pretorio e dovunque, si sa che io sono prigioniero per Cristo. In tal modo la maggior parte dei fratelli nel Signore, incoraggiati dalle mie catene, ancor più ardiscono annunciare senza timore la Parola.
VANGELO Gv 15, 9-17
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai discepoli: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».
Vangelo
Quale dunque è il comportamento che contraddistingue la vita di chi sa di essere scelto da Cristo mediante il Battesimo?
Rimanere nell’amore. La prima indicazione viene data proprio dal Vangelo. Chi sa di essere stato scelto da Cristo mediante il Battesimo, rimane nell’amore di Dio. Ovvero, chi sa di essere stato scelto da Cristo, proprio perché conosce il valore di questa elezione, si impegna in un cammino di fedeltà che passa attraverso le scelte quotidiane.
Osservare i comandamenti. In secondo luogo, Gesù dice che chi rimane nell’amore, osserva i comandamenti. Non l’osservanza cieca ad una legge, come talvolta abbiamo in mente, ma, piuttosto, lo stile di vita di chi vuole vivere in tutte le dimensioni possibili l’unico comandamento dell’amore, che è la sintesi di tutto quanto il Vangelo. Gesù lo precisa subito: “questo è il mio comandamento, che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amato”. Il credente ama non in modo generico, ma volendo imitare da vicino il Signore Gesù e, quindi, ponendo il suo modello di donazione come punto di riferimento costante per la propria vita e per la propria testimonianza, se vogliamo continuare anche la riflessione di domenica scorsa.
Essere nella gioia. Altro tratto distintivo di chi vuole seguire il Signore è la gioia. Chi dà testimonianza al Vangelo vive ogni cosa con gioia, non si lascia incupire dai fatti della vita. Ci possono essere cose tristi, ma il credente le affronta con lo spirito del Risorto e, quindi, amando anche le contrarietà che sono l’occasione per vivere in modo sempre più conforme al Vangelo.
Chiedere con fiducia. Altro tratto distintivo di chi si sente scelto da Dio attraverso il Battesimo è il saper chiedere le cose della vita che più necessitano al Padre, con quella forza che viene dall’essere figli di Dio, con quella certezza che il Padre ascolta che viene solamente dalla fede.
Questi quattro tratti sono distintivi del battezzato che, sentendosi scelto da Dio, si dispone anche a vivere bene la propria consacrazione, portando così frutto non solo per la propria esistenza, ma per il mondo intero. Chi si sente scelto da Dio attraverso il battesimo, infatti, si dispone sempre a dare buona testimonianza della propria fede, amando come Cristo ha amato e come ha comandato di fare.
Filippesi
Anche le altre scritture ci aiutano a scoprire quale stile di vita assume chi si sente eletto da Dio, chi si sente chiamato per portare frutto. San Paolo, nell’epistola, aggiungeva queste tre tratti: conoscenza, discernimento, progresso del Vangelo.
Conoscenza. Chi si sente chiamato da Dio, eletto attraverso il battesimo per portare frutto, cresce sempre più nella conoscenza di Dio, ovvero cerca di fare in modo che la propria fede corrisponda ad un itinerario sempre più approfondito di avvicinamento al Padre. La conoscenza di come Dio si rivela e di cosa Dio chiede all’uomo, è occasione per vivere sempre meglio la propria fede e per approfondire sempre più il proprio sentirsi appartenenti a Cristo.
Discernimento. Lo spirito del discernimento è quello che aiuta, giorno per giorno, per capire cosa Dio chiede attraverso ciò che accade e per decidere quali opere eleggere ogni giorno e quali, invece, tralasciare. È il riferimento costante allo spirito del discernimento che può aiutare a capire cosa sia bene fare, nelle diverse occasioni e circostanze della vita.
Progresso del Vangelo. Paolo ci invita però ad assumere anche un terzo tratto distintivo: quello di chi ama il progresso del Vangelo. Il cristiano non si limita a capire cosa è meglio per sé, come è giusto per sé stesso, ma, proprio perché vive il comandamento dell’amore del Vangelo, cerca il progresso del Vangelo, cerca quell’utilità comune che viene dal sentirsi parte della chiesa. Questa è proprio il frutto dell’azione battesimale dentro di noi: eletti da Dio per conoscere il suo nome, i cristiani cercano il progresso del Vangelo perché torni a vantaggio di tutti.
Atti
Tutte queste cose sono dette con la narrazione storica degli Atti egli Postoli. Siamo sul finire del ministero libero di Paolo. Paolo ha già espresso la volontà di andare a Gerusalemme, ben conoscendo il pericolo che corre in quella città, ma desideroso, comunque, di adempiere la volontà di Dio. Uomini e donne dello Spirito, i profeti e le profetesse di cui si parlava, intuiscono, per ispirazione, che quel viaggio sarà l’ultimo da uomo libero. Agabo, poi, con un’azione profetica, predice l’arresto di Paolo. Cosa che, di fatto, avverrà. Paolo è ben conscio della verità di queste parole. Sa bene che si realizzeranno. Eppure, decide di andare ugualmente nella città santa, perché questo serve al progresso del Vangelo. Era poi mirabile la chiusura degli Atti degli Apostoli. Dopo aver tentato di dialogare con Paolo, avendo riconosciuto che il desiderio dell’apostolo corrisponde alla volontà di Dio, ecco che tutti dichiarano: “sia fatta la volontà del Signore”. Un esempio! Questi cristiani, riconoscendo che la volontà di Dio passa anche attraverso le cose che, umanamente, vorremmo evitare, non insistono più di tanto su quello che Paolo deve fare. Tutti pregano perché il progresso del Vangelo possa avvenire anche attraverso ciò che capiterà. Esempio di come si ricerca la volontà del Padre, come la si ama, come la si elegge. Uomini, donne che non stanno a calcolare tutto, ma che si affidano alla grazia e alla misericordia di Dio.
Per noi
Questo stile di vita è richiamato a tutti noi.
Anzitutto noi dovremmo sentirci sempre amati ed eletti da Dio. Il fatto di avere fede, il dono di essere parte della chiesa, dovrebbe farci dire ogni giorno: noi siamo stati scelti da Dio! Non con orgoglio, certamente, ma con vivo senso di responsabilità. Se abbiamo la consapevolezza e la certezza di essere stati scelti da Dio, ne viene che, poi, dobbiamo necessariamente vivere in modo tale da corrispondere a questa scelta. Ecco allora che l’osservanza dei comandamenti non sarà più un obbligo, qualcosa alla quale ci sottoponiamo con vivo senso di sopportazione, ma farà nascere il desiderio di conformare la nostra vita a quella di Cristo. Consci dell’elezione che abbiamo ricevuto, anche noi eleggeremo lo stile di vita di Cristo, che è lo stile di vita di chi vive il comandamento dell’amore. Ed è questo che permette, poi, di portare frutto. Per fare questo, però, occorre crescere nella conoscenza di Dio – ecco il percorso di fede che continuamente richiamiamo – ed ecco la necessità di vivere ogni cosa con spirito di discernimento. In realtà noi non ci applichiamo troppo al discernimento, lasciamo che le cose, per lo più, accadano. Non sempre ci domandiamo quale senso di fede esse rivestono e propongono. Così pure come ci interessiamo poco al progresso del Vangelo. Noi, per lo più, cerchiamo, come è naturale che sia, di schivare tutti gli ostacoli che possiamo prevedere nella vita, scansando tutte le fatiche che la vita ci chiede e sottoponendoci solo a quelle che sono inevitabili. Questo non è uno stile propriamente cristiano di vivere. Il credente, infatti, accetta anche le cose che non vanno come dovrebbero, semplicemente perché Dio parla anche attraverso questi eventi che, semplicemente, capitano. Così come viviamo poco quella fede concreta, spiccia, di cui si parlava nella prima lettura. Avendo perso il riferimento a Dio, perdiamo anche il riferimento alla sua volontà e parliamo di volontà di Dio solamente quando accadono quelle cose che sono al di fuori della nostra portata. Non dovrebbe essere così. Noi tutti, pregando nel Padre nostro perché si faccia la sua volontà e venga il suo regno, dovremmo disporci, ogni giorno, a ricercare, nel concreto, questa volontà e questa gloria di Dio. Sempre, per ogni cosa. Tanto più, poi, per la ricerca dello stato di vita. Ricordando che tutti siamo stati chiamati da Dio, che tutti siamo stati eletti perché il frutto della nostra vita cristiana rimanga, potremo scegliere e, poi, continuare a vivere, il nostro stato di vita solo mettendoci dalla parte di Dio che chiama ad amare come Lui ama, nella fedeltà alla nostra chiamata. Oggi preghiamo anche per questo, soprattutto in riferimento ai giovani, perché non accada che la loro vita sia solo un insieme di accadimenti, ma un realizzarsi progressivo del progetto di Dio sulla vita di ciascuno.
Maria, che continuiamo ad invocare come regina di questo mese di Maggio, aiuti tutti noi ad amare come Cristo ci ha amato, a vivere nell’autentico spirito di discernimento cristiano, nella costante cura perché ci sia un progresso del vangelo. In noi e negli altri.