Martedì 02 maggio

Settimana della 4 domenica di Pasqua- martedì 

La spiritualità di questo giorno

Aperti, accoglienti, inclusivi. Sono parole “di moda”. Ma cosa ci dice la Parola di Dio con queste due letture apparentemente opposte?

La Parola di questo giorno

LETTURA At 11, 19-26
Lettura degli Atti degli Apostoli

In quei giorni. Quelli che si erano dispersi a causa della persecuzione scoppiata a motivo di Stefano erano arrivati fino alla Fenicia, a Cipro e ad Antiòchia e non proclamavano la Parola a nessuno fuorché ai Giudei. Ma alcuni di loro, gente di Cipro e di Cirene, giunti ad Antiòchia, cominciarono a parlare anche ai Greci, annunciando che Gesù è il Signore. E la mano del Signore era con loro e così un grande numero credette e si convertì al Signore. Questa notizia giunse agli orecchi della Chiesa di Gerusalemme, e mandarono Bàrnaba ad Antiòchia. Quando questi giunse e vide la grazia di Dio, si rallegrò ed esortava tutti a restare, con cuore risoluto, fedeli al Signore, da uomo virtuoso qual era e pieno di Spirito Santo e di fede. E una folla considerevole fu aggiunta al Signore. Bàrnaba poi partì alla volta di Tarso per cercare Saulo: lo trovò e lo condusse ad Antiòchia. Rimasero insieme un anno intero in quella Chiesa e istruirono molta gente. Ad Antiòchia per la prima volta i discepoli furono chiamati cristiani.

SALMO Sal 86 (87)
Popoli tutti, lodate il Signore, alleluia.
Oppure: Alleluia, alleluia, alleluia.

Sui monti santi egli l’ha fondata;
il Signore ama le porte di Sion
più di tutte le dimore di Giacobbe.
Di te si dicono cose gloriose, città di Dio! R

Iscriverò Raab e Babilonia
fra quelli che mi riconoscono;
ecco Filistea, Tiro ed Etiopia: là costui è nato.
Si dirà di Sion: «L’uno e l’altro in essa sono nati
e lui, l’Altissimo, la mantiene salda». R

Il Signore registrerà nel libro dei popoli:
«Là costui è nato».
E danzando canteranno:
«Sono in te tutte le mie sorgenti». R

VANGELO Gv 6, 60-69
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo. Molti dei discepoli del Signore Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?». Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono». Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre». Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».

Vangelo

Opposte perché nel Vangelo si parla di quei discepoli, ovvero di alcuni di quel grande gruppo dei 72 che Gesù aveva istituito, che, dopo un po’ di tempo di sequela, capiscono che Gesù fa sul serio, che occorre davvero un cambiamento di mentalità e, soprattutto, di cuore per seguire il Signore e, per questo, lasciano. Lasciano il Signore, smettono di seguirlo, non vogliono più avere a che fare con la sua parola di rivelazione, perché capiscono che la fede è prova di serietà. È San Pietro, che parlando anche a nome degli altri apostoli, capisce che, sebbene tutto questo sia vero, dove sarà possibile avere un’altra parola di vita eterna come ce l’ha il Signore Gesù? Dove andare se ci si allontana da colui che è via, verità, vita? Ecco perché Pietro, e i Dodici insieme con lui, fissano le ragioni della loro sequela solo in Dio che vede ogni cosa, abbraccia ogni uomo, apre ogni via.

Atti

Negli Atti c’è esattamente l’opposto. Abbiamo una comunità cristiana che è aperta, che è inclusiva. Abbiamo una storia che parte male, abbiamo persone che migrano e che si spostano a causa di una persecuzione, ma abbiamo anche altri che accolgono questi fratelli in umanità e che, per questo, poi, si mettono in ascolto della loro storia di fede e della loro provocazione di fede. Abbiamo un uomo, Barnaba, che si sa rallegrare del bene che Dio compie in ogni tempo, in ogni comunità, in ogni luogo. Abbiamo un uomo isolato, Paolo, del quale ancora non ci si fida e che, invece, viene recuperato. Abbiamo persone che, pur provenendo da diversi contesti, da diverse storie, da diversi ambiti anche culturali, si fermano insieme, si uniscono come fratelli che vengono riconosciuti da tutti come “quelli di Cristo”. È il loro modo di vivere che provoca, che, pur non convincendo tutti, diventa palesemente cercato.

Il nostro cammino di fede

ue storie diverse e apparentemente contrarie. Nell’una c’è diffidenza, incapacità di resistere alle prove, desiderio di mollare tutto, nell’altra inclusività, accoglienza, stima che nasce anche tra persone che non si conoscono. Come possono queste due storie spronare il nostro cammino? Io credo che ci sia un punto comune che apre la possibilità di una nostra meditazione. In queste due storie è comune la medesima Parola di Dio che sprona, provoca, chiede di rinnovarsi. In un caso essa non viene accolta, coltivata, rispettata. Nell’altro, al contrario, viene accolta, rispettata, fino a farne il faro della vita. Anche a noi è aperta questa possibilità. Anche per noi è sempre possibile un rifiuto del Signore o la sua accoglienza. Anche per noi è sempre possibile lasciare che la Parola ci trasformi o, al contrario, rimanere immutati di fronte ad essa. Dipende da noi, da come reagiamo, da come ci lasciamo provocare.

Così come c’è un altro punto in comune. Qui sono in confronto due comunità. La comunità degli apostoli e la prima comunità cristiana. Nessuna delle due ha avuto vita facile. Non la prima, sebbene fosse presente il Signore stesso. Non la seconda, come sappiamo dalle pagine degli Atti che rileggiamo proprio in questo tempo pasquale. Ma sia nell’una che nell’altra emerge la forza che viene dal credere insieme, dal camminare in comune, dallo stare insieme per condividere un tratto di cammino. Gli apostoli hanno fatto piccoli tratti di cammino insieme. Poi la vita li ha divisi, le missioni hanno portato ora qua, ora là. Ma sono sempre rimasti tutti uniti nel Signore che ha permesso loro di vivere un cammino assolutamente singolare. Così è anche per noi. Il nostro cammino non è facile, specie nel tempo che viviamo. Cosa ci potrà dare la forza per andare avanti? Anzitutto il non spaventarci davanti alle cose della vita. Nel tempo pasquale noi preghiamo tutti i giorni per avere la forza dello Spirito. È proprio questa forza che ci aiuta, che ci sprona, che ci sostiene. Non arrendiamoci mai! Lasciamo che il Signore sia sempre punto di riferimento per i nostri cammini e per la nostra vita. La seconda cosa è la scommessa su una comunità. Il che non vuol dire fare riferimento solo agli amici, solo a quelli del proprio gruppo, solo a quelli della propria cerchia. Una comunità è sempre più grande di tutte queste cose. Le comprende, ma va oltre. Noi cristiani dovremmo sempre imparare a confidare nella forza di una comunità. Perché è la forza che viene dal credere insieme che sprona il cammino.

Preghiera a Maria

Maria, tu hai udito la Parola del Figlio tuo, non ti sei spaventata di fronte alle difficoltà della vita, sei sempre stata presente in quella comunità che tuo Figlio, pian piano, faceva crescere e formava. Aiuta anche noi a non cedere mai alla paura, nemmeno quando tutto sembra consigliarcelo. Aiutaci a non cedere mai, a credere sempre nella forza di fede che viene dal partecipare ad una vita di comunità. Maria, tu che sei al nostro passo, nei nostri tempi, donaci di vivere seguendo tuo Figlio pur immersi nelle cose del tempo. Maria, donna che insegni a non temere, prega per noi.

2023-04-28T14:13:16+02:00