Settimana della 4 domenica di Pasqua- mercoledì – Santi Filippo e Giacomo
La spiritualità di questo giorno
Oltre i desideri.
La Parola di questo giorno
LETTURA At 1, 12-14
Lettura degli Atti degli Apostoli
Dopo che Gesù fu assunto in Cielo, gli apostoli ritornarono a Gerusalemme dal monte detto degli Ulivi, che è vicino a Gerusalemme quanto il cammino permesso in giorno di sabato. Entrati in città, salirono nella stanza al piano superiore, dove erano soliti riunirsi: vi erano Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo figlio di Alfeo, Simone lo Zelota e Giuda figlio di Giacomo. Tutti questi erano perseveranti e concordi nella preghiera, insieme ad alcune donne e a Maria, la madre di Gesù, e ai fratelli di lui.
SALMO Sal 18 (19)
Risuona in tutto il mondo la parola di salvezza.
Oppure: Alleluia, alleluia, alleluia.
I cieli narrano la gloria di Dio,
l’opera delle sue mani annuncia il firmamento.
Il giorno al giorno ne affida il racconto
e la notte alla notte ne trasmette notizia. R
Senza linguaggio, senza parole,
senza che si oda la loro voce,
per tutta la terra si diffonde il loro annuncio
e ai confini del mondo il loro messaggio. R
EPISTOLA 1Cor 4, 9-15
Prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
Fratelli, ritengo che Dio abbia messo noi, gli apostoli, all’ultimo posto, come condannati a morte, poiché siamo dati in spettacolo al mondo, agli angeli e agli uomini. Noi stolti a causa di Cristo, voi sapienti in Cristo; noi deboli, voi forti; voi onorati, noi disprezzati. Fino a questo momento soffriamo la fame, la sete, la nudità, veniamo percossi, andiamo vagando di luogo in luogo, ci affatichiamo lavorando con le nostre mani. Insultati, benediciamo; perseguitati, sopportiamo; calunniati, confortiamo; siamo diventati come la spazzatura del mondo, il rifiuto di tutti, fino ad oggi. Non per farvi vergognare vi scrivo queste cose, ma per ammonirvi, come figli miei carissimi. Potreste infatti avere anche diecimila pedagoghi in Cristo, ma non certo molti padri: sono io che vi ho generato in Cristo Gesù mediante il Vangelo.
VANGELO Gv 14, 1-14
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via». Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò».
Gli Apostoli
Siamo quasi abituati a dare per scontato che la vita degli apostoli non poteva essere che quella che, di fatto, hanno vissuto. Leggiamo i loro nomi, come nella pagina degli Atti di oggi e ci pare quasi che ciascuno di loro stia un po’ come dentro un film che ci siamo immaginati rileggendo le Scritture. Proviamo a chiederci: ma i santi Filippo e Giacomo, cosa avranno cercato per la loro vita? Cosa avranno voluto realizzare? Come hanno cercato di vivere i loro giorni? È chiaro che, come uomini, avevano la loro vita, i loro impegni, le loro cose da fare e, anche, i loro sogni. Anche quando vennero chiamati, può darsi che percepirono subito tutta la grazia che veniva su di loro e anche la responsabilità di quel cammino che iniziava. Può darsi che abbiano percepito anche il ruolo che veniva loro offerto, ruolo promettente, dignitoso… essere con Gesù non era una cosa da poco. E poi? Poi pensiamo a San Paolo, che, nell’epistola, ci ha messo a parte delle fatiche dell’apostolo che, evidentemente, non aveva messo in conto. Come dire: un conto è il sogno di essere apostoli, l’ideale di essere apostoli; un conto è il reale della vita apostolica, che non è fatta solo di grazia, ma anche di peccato, che non è fatta solo di momenti belli di sequela, ma anche di difficoltà del ministero, di insulto, di povertà… forse accendere questa prospettiva sulla vita degli apostoli, ci aiuta a ricordare che essi non ebbero vita facile. Ebbero però vita felice: la sequela del Signore divenne la loro felicità. In tutto, anche nelle difficoltà, nelle persecuzioni e nella morte affrontata per Cristo.
Vangelo
È però il Vangelo che ci dice che un grande desiderio, un grande sogno era nel cuore degli apostoli: vedere il Padre. Quel Padre di cui Gesù parlava spesso, quel Padre al quale riferiva ogni sua azione, quel Padre che era il costante punto di riferimento delle sue preghiere. Ecco chi è il Padre che Gesù presenta e del quale i discepoli hanno desiderio di conoscenza. Propriamente potremmo dire che è proprio questo desiderio che sostiene il cammino apostolico. Se non ci fosse stato questo desiderio grande, certamente alla prima difficoltà si sarebbero arresi tutti. La grazia della perseveranza, la grazia del cammino concesso, fu motivata proprio da questo desiderio: vedere il Padre. Desiderio a cui Gesù ha risposto. Ricordando che, adesso, in questa vita, si vede il Padre seguendo Lui e ascoltando la sua parola. Si sente la vicinanza del Padre nella preghiera. Si avvicina l’incontro con il Padre cibandosi dell’Eucarestia. Ma la visione piena del volto di Dio è per un altro tempo: quello dell’eternità. Solo lì, solo in quel tempo, solo in quell’eternità beata nella quale noi oggi contempliamo i due apostoli, si potrà continuare ad avere quella visione di gloria che appagherà di ogni sforzo e di ogni fatica. È questo il senso del cammino verso la vita eterna, verso quel “posto” preparato per noi da Cristo, verso quella “dimora” di eternità che è per tutti. È per tutti coloro che, crescendo in questo desiderio, come i santi Filippo e Giacomo, vivono una vita di costante tensione verso quel fine che è davvero il fine di ogni desiderio.
Il nostro cammino di fede
Troverei giusto chiederci se noi cresciamo in questo desiderio. Possiamo anche fare una sorta di esame di coscienza sui nostri desideri, sulle realtà che sono al centro della nostra esperienza di vita. Credo che, al di là di questo, tutti oggi siamo invitati a chiederci se abbiamo il desiderio della vita eterna, se abbiamo il “sogno” di vedere Dio, se ci sentiamo in cammino verso una meta che è sempre oltre e che deve essere sempre, però, un punto di riferimento. La questione della vita eterna è la questione decisiva. Il nostro modo di vivere, di vedere le cose, di comportarci, dipende da quanto desiderio di eternità noi abbiamo. Se manca del tutto questo desiderio, difficilmente faremo una vita come quella di San Filippo o quella di San Giacomo, ma ci lasceremo attrarre dalle cose del tempo, perdendoci in esse. Noi cristiani, invece, dovremmo sempre avere davanti agli occhi il desiderio di eternità che tutti dobbiamo coltivare, che tutti dobbiamo curare. Perché è un desiderio al tempo stesso potentissimo e fragile. Potentissimo, perché sprona ad un cammino serio, profondo e vero. Fragile perché rischia di essere messo in ombra da tutti gli altri mille desideri che abbiamo nella vita. In questo tempo pasquale culliamo un po’ questo desiderio! Lasciamoci prendere dall’ardore degli apostoli, cerchiamo di vivere bene una revisione dei nostri desideri. Ne va proprio della qualità della nostra vita.
Preghiera a Maria
Maria, chissà quali furono i tuoi desideri! Quali scegliesti, quale realizzasti, quali rimasero solo nel tuo cuore. Certo anche tu hai avuto un grandissimo desiderio di vedere quel Padre di cui Tuo Figlio parlava e al quale, sempre, si rivolgeva.
Maria, educa i nostri desideri. Da’ forma alle cose segrete dei cuori, metti dentro di noi il desiderio di vedere, finalmente, il volto del Padre brillare e risplendere su tutti noi. Attira tutti noi alla vita eterna, dove vedremo anche il Figlio e contempleremo, per sempre, lo splendore del tuo volto di Madre.
Così sia.