Giovedì 04 maggio

Settimana della 4 domenica di Pasqua – giovedì 

La spiritualità di questo giorno 

Giudicare con giusto giudizio.

La Parola di questo giorno

LETTURA At 13, 13-42
Lettura degli Atti degli Apostoli

In quei giorni. Salpati da Pafo, Paolo e i suoi compagni giunsero a Perge, in Panfìlia. Ma Giovanni si separò da loro e ritornò a Gerusalemme. Essi invece, proseguendo da Perge, arrivarono ad Antiòchia in Pisìdia e, entrati nella sinagoga nel giorno di sabato, sedettero. Dopo la lettura della Legge e dei Profeti, i capi della sinagoga mandarono a dire loro: «Fratelli, se avete qualche parola di esortazione per il popolo, parlate!». Si alzò Paolo e, fatto cenno con la mano, disse: [«Uomini d’Israele e voi timorati di Dio, ascoltate. Il Dio di questo popolo d’Israele scelse i nostri padri e rialzò il popolo durante il suo esilio in terra d’Egitto, e con braccio potente li condusse via di là. Quindi sopportò la loro condotta per circa quarant’anni nel deserto, distrusse sette nazioni nella terra di Canaan e concesse loro in eredità quella terra per circa quattrocentocinquanta anni. Dopo questo diede loro dei giudici, fino al profeta Samuele. Poi essi chiesero un re e Dio diede loro Saul, figlio di Chis, della tribù di Beniamino, per quarant’anni. E, dopo averlo rimosso, suscitò per loro Davide come re, al quale rese questa testimonianza: “Ho trovato Davide, figlio di Iesse, uomo secondo il mio cuore; egli adempirà tutti i miei voleri”. Dalla discendenza di lui, secondo la promessa, Dio inviò, come salvatore per Israele, Gesù. Giovanni aveva preparato la sua venuta predicando un battesimo di conversione a tutto il popolo d’Israele. Diceva Giovanni sul finire della sua missione: “Io non sono quello che voi pensate! Ma ecco, viene dopo di me uno, al quale io non sono degno di slacciare i sandali”.] Fratelli, figli della stirpe di Abramo, e quanti fra voi siete timorati di Dio, a noi è stata mandata la parola di questa salvezza. Gli abitanti di Gerusalemme infatti e i loro capi non l’hanno riconosciuto e, condannandolo, hanno portato a compimento le voci dei profeti che si leggono ogni sabato; pur non avendo trovato alcun motivo di condanna a morte, chiesero a Pilato che egli fosse ucciso. Dopo aver adempiuto tutto quanto era stato scritto di lui, lo deposero dalla croce e lo misero nel sepolcro. Ma Dio lo ha risuscitato dai morti ed egli è apparso per molti giorni a quelli che erano saliti con lui dalla Galilea a Gerusalemme, e questi ora sono testimoni di lui davanti al popolo. E noi vi annunciamo che la promessa fatta ai padri si è realizzata, perché Dio l’ha compiuta per noi, loro figli, risuscitando Gesù, come anche sta scritto nel salmo secondo: “Mio figlio sei tu, io oggi ti ho generato”. Sì, Dio lo ha risuscitato dai morti, in modo che non abbia mai più a tornare alla corruzione, come ha dichiarato: “Darò a voi le cose sante di Davide, quelle degne di fede”. Per questo in un altro testo dice anche: “Non permetterai che il tuo Santo subisca la corruzione”. Ora Davide, dopo aver eseguito il volere di Dio nel suo tempo, morì e fu unito ai suoi padri e subì la corruzione. Ma colui che Dio ha risuscitato, non ha subìto la corruzione. Vi sia dunque noto, fratelli, che per opera sua viene annunciato a voi il perdono dei peccati. Da tutte le cose da cui mediante la legge di Mosè non vi fu possibile essere giustificati, per mezzo di lui chiunque crede è giustificato. [Badate dunque che non avvenga ciò che è detto nei Profeti: “Guardate, beffardi, stupite e nascondetevi, perché un’opera io compio ai vostri giorni, un’opera che voi non credereste se vi fosse raccontata!”». Mentre uscivano, li esortavano ad annunciare loro queste cose il sabato seguente.]

SALMO Sal 88 (89)

Il Signore è fedele per sempre.
Oppure: Alleluia, alleluia, alleluia.

Canterò in eterno l’amore del Signore,
di generazione in generazione
farò conoscere con la mia bocca la tua fedeltà,
perché ho detto: «È un amore edificato per sempre;
nel cielo rendi stabile la tua fedeltà». R

Ho trovato Davide, mio servo,
con il mio santo olio l’ho consacrato;
la mia mano è il suo sostegno,
il mio braccio è la sua forza. R

La mia fedeltà e il mio amore saranno con lui
e nel mio nome s’innalzerà la sua fronte.
Egli mi invocherà: «Tu sei mio padre,
mio Dio e roccia della mia salvezza». R

VANGELO Gv 7, 14-24
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo. Quando ormai si era a metà della festa, il Signore Gesù salì al tempio e si mise a insegnare. I Giudei ne erano meravigliati e dicevano: «Come mai costui conosce le Scritture, senza avere studiato?». Gesù rispose loro: «La mia dottrina non è mia, ma di colui che mi ha mandato. Chi vuol fare la sua volontà, riconoscerà se questa dottrina viene da Dio, o se io parlo da me stesso. Chi parla da se stesso, cerca la propria gloria; ma chi cerca la gloria di colui che lo ha mandato è veritiero, e in lui non c’è ingiustizia. Non è stato forse Mosè a darvi la Legge? Eppure nessuno di voi osserva la Legge! Perché cercate di uccidermi? ». Rispose la folla: «Sei indemoniato! Chi cerca di ucciderti?». Disse loro Gesù: «Un’opera sola ho compiuto, e tutti ne siete meravigliati. Per questo Mosè vi ha dato la circoncisione – non che essa venga da Mosè, ma dai patriarchi – e voi circoncidete un uomo anche di sabato. Ora, se un uomo riceve la circoncisione di sabato perché non sia trasgredita la legge di Mosè, voi vi sdegnate contro di me perché di sabato ho guarito interamente un uomo? Non giudicate secondo le apparenze; giudicate con giusto giudizio!».

Vangelo

È l’invito del Signore alla fine di questa predicazione che avvenne nel tempio di Gerusalemme in una grande festa: la festa delle capanne. Una festa che durava sette giorni. Gesù pronunciò queste parole “a metà della festa”. È per questo che noi le leggiamo oggi, esattamente a metà del tempo pasquale. Le rileggiamo come se fossimo noi a metà della festa che è tutto questo tempo di Pasqua, tempo di gioia per la risurrezione del Signore. Il tema del Vangelo è molto chiaro. Gesù viene giudicato male, con severità, perché, in giorno di sabato, ha guarito un malato. Gesù prende spunto da ciò che avviene proprio nel tempio. Alcune azioni che di per sé sarebbero peccaminose perché vietate il sabato, di fatto non lo sono, se vengono compiute nel tempio e dentro un contesto di culto, per via del loro significato spirituale. Così Gesù ha l’opportunità di chiedere a tutti: salvare una vita, non vale molto di più di qualsiasi altro atto, anche di culto, sebbene compiuto di sabato? Gesù invita a “giudicare con giusto giudizio”, cioè a capire cosa Dio chiede di fare, di occasione in occasione, di volta in volta, senza rimanere legati a leggi che, di fatto, sono solo espressione di ciò che gli uomini pensano, ma non vengono da Dio.

Atti

Così è anche negli Atti. San Paolo, in una sinagoga “straniera”, non ancora raggiunta, parla apertamente della vita di Cristo, nella storicità della salvezza donata a Israele. La predicazione di Paolo è molto lunga, la gente lo ascolta, però, come abbiamo sentito, alla fine non si converte e chiede solamente di tornare il sabato successivo per un nuovo annuncio. Si prende tempo. Si sta a vedere cosa accade. Si sta a decidere in base a quello che si sentirà nei giorni successivi. Direi che tutti costoro non giudicano secondo giusto giudizio, non giudicano Paolo per la novità di fede che porta, ma si trincerano dietro un silenzio che, di fatto, è già come un rifiuto.

Il nostro cammino di fede

Quante volte anche noi agiamo così! Quante volte anche noi, sebbene in grado di intuire, se non proprio di capire tutte le cose, agiamo come negli Atti: prendiamo tempo! Oppure agiamo come nel Vangelo: non ci lasciamo scomodare da una verità che pure intuiamo, per non complicarci la vita, per non dover pensare, preferendo quasi una tranquillità che diventa pigrizia ad una novità che sprona, scuote, permetterebbe un rinnovamento radicale della vita. Come pure, molte altre volte, non giudichiamo per un giusto giudizio, ma attendiamo di sapere cosa pensano gli altri, per accodarci, semplicemente, al loro pensiero. Quante volte noi tutti siamo così! La provocazione di oggi è davvero molto forte e ci aiuta a capire che la vita di fede chiede di essere sempre desti! Sempre pronti a lasciarsi interrogare! Altrimenti diventa una tradizione che, alla fine, non ci dice più nulla e che noi non sappiamo nemmeno più scoprire nella forza originaria della sua affermazione. Il giusto giudizio è quello di chi si sa domandare, in ogni occasione: cosa mi chiede Dio in questa situazione di vita? Cosa mi chiede Dio in questa occasione che ho per conoscerlo, per fare del bene, per approfondire il mio cammino di fede? Cosa mi dice Dio concretamente riguardo a ciò che posso fare in questo momento? Sono domande che paiono semplici, ma che a volte hanno risposte molto complesse. Domande che, nella loro semplicità, noi non ci ricordiamo nemmeno di fare! Pensiamo di sapere già tutte le cose, ma finiamo solo per non giudicare con giusto giudizio e, quindi, rischiamo di arrenderci nelle molte provocazioni o difficoltà della vita.

Intenzioni di preghiera

Se vogliamo che questo tempo pasquale non finisca senza lasciare traccia di quel cambiamento che, invece, dovremmo aver introdotto nella nostra anima fin dai giorni di Quaresima, dobbiamo tutti prendere sul serio questa provocazione. Se non vogliamo cadere nel rischio che ritrae molto spesso il Vangelo a proposito degli oppositori di Gesù, tutti dobbiamo tenere presente la domanda grazie alla quale noi tutti dobbiamo chiederci cosa farebbe il Signore al nostro posto nelle concrete situazioni di vita che dobbiamo affrontare. Credo che oggi sia bene pregare per questa intenzione, chiedendo al Signore di mettere dentro di noi questa domanda sempre, così da saper giudicare con giusto giudizio ogni cosa e ogni realtà della nostra vita.

2023-04-28T14:23:02+02:00