Giovedì 02 giugno

Settimana della 7 domenica di Pasqua – giovedì 

La Parola di Dio per questo giorno

LETTURA Ct 6, 1-2; 8, 13
Lettura del Cantico dei Cantici

Dov’è andato il tuo amato, tu che sei bellissima tra le donne? Dove ha diretto i suoi passi il tuo amato, perché lo cerchiamo con te? L’amato mio è sceso nel suo giardino fra le aiuole di balsamo, a pascolare nei giardini e a cogliere gigli. Tu che abiti nei giardini, i compagni ascoltano la tua voce: fammela sentire.

SALMO Sal 44 (45)

Tu sei il più bello tra i figli dell’uomo.
Oppure Alleluia, alleluia, alleluia.

Liete parole mi sgorgano dal cuore:
io proclamo al re il mio poema,
la mia lingua è come stilo di scriba veloce. R

Tu sei il più bello tra i figli dell’uomo,
sulle tue labbra è diffusa la grazia,
perciò Dio ti ha benedetto per sempre. R

Avanza trionfante.
Cavalca per la causa della verità,
della mitezza e della giustizia.
Dio, il tuo Dio, ti ha consacrato
con olio di letizia. R

EPISTOLA Rm 5, 1-5
Lettera di san Paolo apostolo ai Romani

Fratelli, giustificati dunque per fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo. Per mezzo di lui abbiamo anche, mediante la fede, l’accesso a questa grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo, saldi nella speranza della gloria di Dio. E non solo: ci vantiamo anche nelle tribolazioni, sapendo che la tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata e la virtù provata la speranza. La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.

VANGELO Gv 15, 18-21
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia. Ricordatevi della parola che io vi ho detto: “Un servo non è più grande del suo padrone”. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma faranno a voi tutto questo a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato».

Romani

Fratelli, giustificati per la fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo”. Ormai da molti giorni stiamo seguendo le parole di San Paolo e, forse, potremo avere avuto la percezione non solo della difficoltà dei concetti che egli esprime, ma anche di una visione della vita in Cristo che, forse, lascia spazio a qualche ulteriore dubbio o difficoltà. Ci chiediamo: è possibile avere una fede come quella che San Paolo descrive? Non è “troppo” per un credente “normale”? Sono le parole di oggi a darci una dimensione più alla nostra portata e a rasserenarci ulteriormente il cuore. Quando noi viviamo un cammino di fede sincero, noi siamo in pace con Dio, come dire, abbiamo fatto tutto quello che dobbiamo fare.  Non dobbiamo guardare ad altro, nemmeno vivere di confronti con le opere di altri. Quindi noi abbiamo fatto quello che onestamente ci è possibile fare, siamo in pace con Dio e, quindi, con tutti.

Noi ci vantiamo anche delle tribolazioni, sapendo che la tribolazione produce la pazienza e la pazienza una virtù provata”. Sono però queste le parole più belle di San Paolo, che ci aiutano a capire che noi tutti non viviamo una vita idilliaca. Viviamo un’esistenza che è fatta anche di cose negative, che è fatta anche di tribolazioni e ciascuno ha le sue. Anche queste cose, anche le tribolazioni del tempo presente, anche le fatiche, anche le negatività di questo tempo non sono contrarie alla vita dello Spirito, ma ci aiutano a capire che la fede si “gioca” sempre nel concreto delle esperienze umane, in quello che accade nella vita di tutti i giorni, mai in astratto. Noi siamo chiamati a ricercare la pace in Dio partendo proprio da queste difficoltà, dalle cose che capitano nella vita di ciascuno di noi, anche da quelle cose che non ci soddisfano, non ci piacciono, non ci realizzano. La bellezza della vita di fede è proprio questa: Dio ci parla attraverso queste cose e ci chiama ad una più forte comunione con Lui.

Vangelo

Questo è esattamente quello che noi possiamo comprendere contemplando la vita di Cristo. Tutto il ministero di Gesù è stato segnato da forti contrapposizioni, da gente che gli si è opposta, da pericoli, da fughe per mettersi in salvo fino a che la sua “ora” non fosse pienamente stata raggiunta. Soprattutto è nella passione del Signore, che noi vediamo la contrarietà presente nella vita di Cristo. Eppure, come abbiamo detto molte volte in Quaresima aiutati dal cammino proposto dalla Parola di Dio, tutto questo era assolutamente necessario. Necessario perché è attraverso questa sofferenza che Dio salva. La redenzione non sarebbe stata vera se non passando per questa strada. Noi vediamo Cristo avvicinarsi alla sua passione, alla sua morte per poi vivere la potenza della risurrezione, in vista della nostra salvezza. Quella salvezza che ciascuno di noi realizza nella sua vita, con tutti gli eventi che la compongono, anche con le pagine più difficili che sono quelle che nascono dal dolore, dalla sofferenza, dalle difficoltà che la vita di ogni uomo incontra.

Per noi 

Siamo oggi invitati a compiere un esercizio di fede molto difficile, un esercizio che mette proprio a prova lo Spirito di Dio che è in noi, ovvero siamo chiamati a considerare come le nostre difficoltà e tribolazioni prendono parte all’opera di Dio. Tutti noi abbiamo bene in mente la difficoltà del nostro momento presente. Tutti noi abbiamo bene in mente le cose che segnano, in negativo, la nostra vita. Tutti noi, però, siamo invitati a capire che tutto questo non ferma l’opera di Dio. Questo è molto difficile. Questo è il vero esercizio di fede che siamo chiamati a compiere. Un esercizio che ci deve fare capire che lo Spirito di Dio è già presente nella nostra vita, e che ci è più vicino di quello che noi possiamo sperimentare e sentire. Non so se questo basterà proprio per “vantarci” anche delle tribolazioni. Forse noi non ci vanteremo mai di esse e saremo sempre pronti a lamentarci delle negatività della nostra vita. Questo dipende un po’ anche dal nostro carattere e dal nostro modo di approcciarci all’esistenza. Però, almeno, ci aiuterà a capire che, davvero, tutto è nelle mani di Dio e quando avremo preso piena consapevolezza di questa verità, allora avremo fatto quel passo di fede che San Paolo ci ha proposto con la sua lettera. Chiediamo questa grazia al Signore perché la fine di questa novena, nella quale entriamo, ci aiuti davvero a comprendere quale dono di grazia è riservato a ciascuno di noi.

2022-05-27T07:14:14+02:00