Venerdì 03 giugno

Settimana della 7 domenica di Pasqua – venerdì 

La Parola di Dio per questo giorno

LETTURA Ct 7, 13a-d. 14; 8, 10c-d
Lettura del Cantico dei Cantici

Di buon mattino andremo nelle vigne; vedremo se germoglia la vite, se le gemme si schiudono, se fioriscono i melograni. Le mandragore mandano profumo; alle nostre porte c’è ogni specie di frutti squisiti, freschi e secchi: amato mio, li ho conservati per te. Così io sono ai suoi occhi come colei che procura pace!

SALMO Sal 44 (45)

La figlia del re è tutta splendore.
Oppure Alleluia, alleluia, alleluia.

Ascolta, figlia, guarda, porgi l’orecchio:
dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre;
il re è invaghito della tua bellezza.
È lui il tuo signore: rendigli omaggio. R

Entra la figlia del re: è tutta splendore,
tessuto d’oro è il suo vestito.
È condotta al re in broccati preziosi;
dietro a lei le vergini, sue compagne,
a te sono presentate. R

Ai tuoi padri succederanno i tuoi figli;
li farai prìncipi di tutta la terra.
Il tuo nome voglio far ricordare per tutte le generazioni;
così i popoli ti loderanno in eterno, per sempre.

EPISTOLA Rm 8, 24-27
Lettera di san Paolo apostolo ai Romani

Fratelli, nella speranza siamo stati salvati. Ora, ciò che si spera, se è visto, non è più oggetto di speranza; infatti, ciò che uno già vede, come potrebbe sperarlo? Ma, se speriamo quello che non vediamo, lo attendiamo con perseveranza. Allo stesso modo anche lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza; non sappiamo infatti come pregare in modo conveniente, ma lo Spirito stesso intercede con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa che cosa desidera lo Spirito, perché egli intercede per i santi secondo i disegni di Dio.

VANGELO Gv 16, 5-11
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Ora vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: “Dove vai?”. Anzi, perché vi ho detto questo, la tristezza ha riempito il vostro cuore. Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi. E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio. Riguardo al peccato, perché non credono in me; riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato».

Romani

Fratelli, nella speranza siete stati salvati”. Dedichiamo questo penultimo giorno di novena allo Spirito Santo al tema della speranza. La speranza cristiana ha un nome: la salvezza. La speranza cristiana non coincide con l’ottimismo e nemmeno con il sentimento che, prima o poi, le cose potranno andare meglio di come stanno andando nel tempo presente. Queste sono “speranze umane”, pensieri, a volte consolazioni che osiamo rivolgerci l’un con l’altro per cercare di esorcizzare, in qualche modo, i rischi del presente e i problemi che vediamo intorno a noi. Il cristiano, invece, sa che la speranza coincide con la salvezza della sua anima, quella salvezza che si opera nel tempo presente e che sarà comunione con Dio nella vita eterna.

Come si opera questa salvezza? Con la preghiera. San Paolo qui ha uno dei suoi pensieri più profondi e più belli. “Lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza: noi non sappiamo come pregare ma lo Spirito intercede per noi con gemiti inesprimibili”. Paolo era uomo di preghiera intensa e profonda. Eppure si riconosce come un uomo che non sa come pregare, un uomo bisognoso dello Spirito e della sua forza! Quanto più noi! Tuttavia la consolazione che Paolo offre è proprio per noi. Lo Spirito di Dio viene in aiuto a noi che non sappiamo pregare e si presenta al Padre con una preghiera del tutto singolare: il gemito. Gemito è la preghiera intensa, insistente, concentrata, perfetta. Ecco perché è, anzitutto, la preghiera dello Spirito Santo. Preghiera cui alcuni uomini profondissimi possono, per grazia, partecipare. Come San Paolo. Paolo ha intuito qualcosa dei gemiti dello Spirito Santo ed assicura a ciascuno di noi che lo Spirito prega per noi in questo modo unico, profondo, singolare, incomparabile. Dunque è lo Spirito che prega il Padre per noi per la nostra salvezza.

La nostra preghiera è partecipazione a questa preghiera. La speranza che potremo davvero salvare la nostra anima viene da questa preghiera dello Spirito Santo a Dio Padre, preghiera alla quale anche noi partecipiamo con la nostra orazione ma, al tempo stesso, preghiera che non eguaglieremo mai.

Vangelo

Questo è esattamente ciò che Gesù ha insegnato nelle ultimissime ore della sua vita, quando ha spiegato ai suoi discepoli che il suo “andarsene” non li avrebbe lasciati “orfani”. Sarebbe arrivato un altro “Paraclito”, un altro consolatore, appunto lo Spirito Santo, il quale ha il compito di rendere più forte l’anima di chi cammina verso il Padre e sostiene coloro che si sentono poveri, soli, orfani in tutto questo. Gesù poco prima di morire – siamo nella grande preghiera sacerdotale di Gesù – insegna così e promette il dono del suo Spirito, quello Spirito che, secondo san Giovanni, viene effuso proprio nel momento della morte in croce.

Per noi

Tutto questo cosa dice a noi? Io credo che questa Parola di Dio così profonda e così consolatoria, ci stia invitando a capire che noi dobbiamo essere uomini e donne della speranza cristiana. Saremo così, saremo credenti che testimoniano la loro speranza cristiana se e solo se, in qualche modo, la nostra preghiera sarà partecipazione a questa preghiera di cui ci parlava San Paolo. Forse noi non abbiamo una preghiera così intensa, così profonda, così perfetta come quella dell’apostolo. Eppure la nostra preghiera, per quanto povera, se è perseverante, è già davvero partecipazione a quei gemiti dello Spirito Santo che sono ciò che genera speranza dentro di noi.

Alla fine di questo tempo pasquale e prima di celebrare la festa di Pentecoste, il Signore Gesù sta dicendo a ciascuno di noi di ricordarci sempre che l’unico modo per lavorare alla salvezza della nostra anima e per avvicinarci alla vita eterna, meta, fine della nostra vita, è la preghiera.

Chiediamo, ancora e insieme questa grazia. Chiediamo di essere rinvigoriti nella speranza cristiana per sostenere anzitutto il nostro personale cammino e poi per dare anche ad altri la forza di compiere il proprio cammino, il proprio percorso di fede, il proprio ritorno al Padre di tutti.

Maria, che abbiamo continuato ad invocare nel mese di maggio, ci aiuti e ci sostenga in questo nostro ritorno a Dio, Padre di tutti, origine e fondamento di ogni speranza cristiana.

2022-05-27T07:54:34+02:00