Sabato 02 luglio

Settimana della 3 domenica dopo Pentecoste – sabato 

Introduzione

Concludiamo un’altra settimana, ormai entriamo nel vivo del tempo estivo. Per molti ci sarà l’occasione di partenze, di viaggi, di una ritrovata normalità e gusto per le vacanze. Certo si sa che il tempo estivo, le vacanze, i viaggi, sono anche tempo per qualche pranzo più gustoso, per qualche strappo alle regole, per qualche piccola trasgressione. In effetti tutte le Scritture di oggi hanno a tema il cibo, riletto però in prospettive particolari.

La Parola di Dio per questo giorno

LETTURA Lv 23, 9. 15-22
Lettura del libro del Levitico

In quei giorni. Il Signore parlò a Mosè e disse: «Dal giorno dopo il sabato, cioè dal giorno in cui avrete portato il covone per il rito di elevazione, conterete sette settimane complete. Conterete cinquanta giorni fino all’indomani del settimo sabato e offrirete al Signore una nuova oblazione. Porterete dai luoghi dove abiterete due pani, per offerta con rito di elevazione: saranno di due decimi di efa di fior di farina, e li farete cuocere lievitati; sono le primizie in onore del Signore. Oltre quei pani, offrirete sette agnelli dell’anno, senza difetto, un giovenco e due arieti: saranno un olocausto per il Signore, insieme con la loro oblazione e le loro libagioni; sarà un sacrificio di profumo gradito, consumato dal fuoco in onore del Signore. Offrirete un capro in sacrificio per il peccato e due agnelli dell’anno in sacrificio di comunione. Il sacerdote presenterà gli agnelli insieme al pane delle primizie con il rito di elevazione davanti al Signore; tanto i pani quanto i due agnelli consacrati al Signore saranno riservati al sacerdote. Proclamerete in quello stesso giorno una festa e convocherete una riunione sacra. Non farete alcun lavoro servile. Sarà per voi una legge perenne, di generazione in generazione, in tutti i luoghi dove abiterete. Quando mieterai la messe della vostra terra, non mieterai fino al margine del campo e non raccoglierai ciò che resta da spigolare del tuo raccolto; lo lascerai per il povero e per il forestiero. Io sono il Signore, vostro Dio».

SALMO Sal 96 (97)

Il Signore è l’Altissimo su tutta la terra.

Si vergognino tutti gli adoratori di statue
e chi si vanta del nulla degli idoli.
A lui si prostrino tutti gli dèi!
Ascolti Sion e ne gioisca,
esultino i villaggi di Giuda
a causa dei tuoi giudizi, Signore. R

Perché tu, Signore,
sei l’Altissimo su tutta la terra,
eccelso su tutti gli dèi.
Odiate il male, voi che amate il Signore:
egli custodisce la vita dei suoi fedeli,
li libererà dalle mani dei malvagi. R

Una luce è spuntata per il giusto,
una gioia per i retti di cuore.
Gioite, giusti, nel Signore,
della sua santità celebrate il ricordo. R

EPISTOLA Rm 14, 13 – 15, 2
Lettera di san Paolo apostolo ai Romani

Fratelli, d’ora in poi non giudichiamoci più gli uni gli altri; piuttosto fate in modo di non essere causa di inciampo o di scandalo per il fratello. Io so, e ne sono persuaso nel Signore Gesù, che nulla è impuro in se stesso; ma se uno ritiene qualcosa come impuro, per lui è impuro. Ora se per un cibo il tuo fratello resta turbato, tu non ti comporti più secondo carità. Non mandare in rovina con il tuo cibo colui per il quale Cristo è morto! Non divenga motivo di rimprovero il bene di cui godete! Il regno di Dio infatti non è cibo o bevanda, ma giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo: chi si fa servitore di Cristo in queste cose è bene accetto a Dio e stimato dagli uomini. Cerchiamo dunque ciò che porta alla pace e alla edificazione vicendevole. Non distruggere l’opera di Dio per una questione di cibo! Tutte le cose sono pure; ma è male per un uomo mangiare dando scandalo. Perciò è bene non mangiare carne né bere vino né altra cosa per la quale il tuo fratello possa scandalizzarsi. La convinzione che tu hai, conservala per te stesso davanti a Dio. Beato chi non condanna se stesso a causa di ciò che approva. Ma chi è nel dubbio, mangiando si condanna, perché non agisce secondo coscienza; tutto ciò, infatti, che non viene dalla coscienza è peccato. Noi, che siamo i forti, abbiamo il dovere di portare le infermità dei deboli, senza compiacere noi stessi. Ciascuno di noi cerchi di piacere al prossimo nel bene, per edificarlo.

VANGELO Lc 11, 37-42
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca

In quel tempo. Mentre il Signore Gesù stava parlando, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli andò e si mise a tavola. Il fariseo vide e si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo. Allora il Signore gli disse: «Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma il vostro interno è pieno di avidità e di cattiveria. Stolti! Colui che ha fatto l’esterno non ha forse fatto anche l’interno? Date piuttosto in elemosina quello che c’è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà puro. Ma guai a voi, farisei, che pagate la decima sulla menta, sulla ruta e su tutte le erbe, e lasciate da parte la giustizia e l’amore di Dio. Queste invece erano le cose da fare, senza trascurare quelle».

Levitico

Anzitutto il libro del Levitico, che ha un grandissimo pregio, quello di farci riconoscere che il cibo è dono di Dio. Noi spesso ci dimentichiamo di questo. Compriamo cibi pronti, o gli ingredienti primari di essi, avendo ormai interrotto da molti decenni quel rapporto diretto con la natura che ci permette di comprendere la fatica del lavoro della terra e la benedizione che si ottiene di fronte alla sua fecondità. Questa lettura, che ci spiegava il rito delle primizie da presentare al sacerdote perché le offrisse a Dio, è bellissima nella sua intuizione: occorre ringraziare il Signore per i benefici della terra e mettere in circolo quello che si ottiene da essa.

Vangelo

La predicazione del Signore muta un poco l’orizzonte. Anche Gesù parte dall’attenzione che molti sanno dare per tutti i riti attraverso i quali si ringrazia Dio per ogni cosa. Segno che la formazione di Mosè è servita, è passata nella coscienza della gente. Gesù, però, denuncia un altro rischio, quello di vivere tutte queste cose in modo formale. Certo si ringrazia Dio per i benefici ricevuti, si pagano le decime per ogni cosa ma, poi, ci si dimentica delle cose più importanti: la lealtà verso gli altri, l’attenzione ai poveri, il gusto che occorre avere per la giustizia. Gesù richiama il principio generale: senza tralasciare la lode e il ringraziamento a Dio che si esprime anche con riti e con offerte, occorreva appassionarsi alle vicende degli uomini ed essere promotori di giustizia. Perché accade spesso che anche per il cibo si diventi ingiusti, come noi sappiamo molto bene dalle diverse situazioni che, nel mondo, affrontiamo.

Ecco la seconda grazia da chiedere per questo giorno rileggendo questa Parola di Dio così bella e così illuminante.

Romani

San Paolo allarga ulteriormente l’orizzonte. Paolo è un uomo che viaggia, un uomo che si confronta con diverse culture e, quindi, anche con diverse tradizioni, diversi modi di fare, diversi modi di impostare le realtà della vita. Paolo comprende bene che ogni cultura, ogni tradizione ha aspetti affascinanti, ha intuizioni buone, ha grandi ricchezze da proporre a tutti. Però, dice Paolo, la cosa che occorre sempre salvaguardare è il rispetto di tutto e di tutti nel nome di Dio. Il principio è quello della carità. Quando si vede, si percepisce che un proprio modo di fare offende l’altro, occorrerebbe fermarci per tempo per lasciare che ogni cosa possa essere vista in quella giusta luce che permette di valorizzare i carismi di ciascuno.

Per noi

  • Come viviamo noi questi temi?
  • Che rapporto abbiamo non solo personalmente con il cibo, ma con le implicazioni sociali che la sua distribuzione comporta?
  • Che rispetto esprimiamo per le altre culture?

Anche a questo proposito, come dicevamo ieri, siamo molto propensi a forme di diverso e vario sincretismo. Ci lasciamo prendere da questa o da quell’altra situazione, ci lasciamo infervorare da questa o da quell’altra storia e, spesso, non siamo in grado di discernere bene le cose. Credo che sia opportuno accettare la lectio biblica che abbiamo ricevuto per capire che, da un lato, siamo tutti invitati a valorizzare ciò che abbiamo, dall’altro non dobbiamo dimenticare di ringraziare Dio per tutto ciò che la nostra vita comporta.

Come davvero diceva Gesù nel Vangelo, non bisognava lasciare la lode di Dio ma nemmeno l’interesse per la vita degli uomini e la giustizia da ricercare nelle proprie azioni così come in quelle della collettività.

Forse questo modo di intendere le cose ci potrà dare una dimensione diversa con la quale aprire questo tempo estivo per imparare a ringraziare il Signore per tutte le esperienze che faremo, le scoperte che accompagneranno i nostri spostamenti, le novità che segneranno le relazioni in queste vacanze. Mentre viviamo tutto questo, ringraziamo il Signore, ma impariamo anche ad appassionarci ai temi che la giustizia chiede di valorizzare, impariamo a vivere bene il rapporto con il cibo, con le cose, con quanto viviamo…

Impariamo anche a saperci appassionare a quelle ingiustizie che segnano la vita del mondo, per non essere ingiusti e per non pensare solo a noi stessi. Sarebbe un vero impoverimento della nostra umanità.

2022-06-24T22:28:11+02:00