Domenica 03 luglio

IV dopo Pentecoste

Per introdurci

Cosa significa “essere custodi del fratello”?

Perché, vedete, il problema è proprio qui: o si impara a capire cosa è questa “custodia” oppure, inevitabilmente, si scivola nel versante della sua soppressione. A dircelo sono le scritture che abbiamo appena letto.

La Parola di questa domenica

LETTURA Gen 4, 1-16
Lettura del libro della Genesi

In quei giorni. Adamo conobbe Eva sua moglie, che concepì e partorì Caino e disse: «Ho acquistato un uomo grazie al Signore». Poi partorì ancora Abele, suo fratello. Ora Abele era pastore di greggi, mentre Caino era lavoratore del suolo. Trascorso del tempo, Caino presentò frutti del suolo come offerta al Signore, mentre Abele presentò a sua volta primogeniti del suo gregge e il loro grasso. Il Signore gradì Abele e la sua offerta, ma non gradì Caino e la sua offerta. Caino ne fu molto irritato e il suo volto era abbattuto. Il Signore disse allora a Caino: «Perché sei irritato e perché è abbattuto il tuo volto? Se agisci bene, non dovresti forse tenerlo alto? Ma se non agisci bene, il peccato è accovacciato alla tua porta; verso di te è il suo istinto, e tu lo dominerai». Caino parlò al fratello Abele. Mentre erano in campagna, Caino alzò la mano contro il fratello Abele e lo uccise. Allora il Signore disse a Caino: «Dov’è Abele, tuo fratello?». Egli rispose: «Non lo so. Sono forse io il custode di mio fratello?». Riprese: «Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo! Ora sii maledetto, lontano dal suolo che ha aperto la bocca per ricevere il sangue di tuo fratello dalla tua mano. Quando lavorerai il suolo, esso non ti darà più i suoi prodotti: ramingo e fuggiasco sarai sulla terra». Disse Caino al Signore: «Troppo grande è la mia colpa per ottenere perdono. Ecco, tu mi scacci oggi da questo suolo e dovrò nascondermi lontano da te; io sarò ramingo e fuggiasco sulla terra e chiunque mi incontrerà mi ucciderà». Ma il Signore gli disse: «Ebbene, chiunque ucciderà Caino subirà la vendetta sette volte!». Il Signore impose a Caino un segno, perché nessuno, incontrandolo, lo colpisse. Caino si allontanò dal Signore e abitò nella regione di Nod, a oriente di Eden.

SALMO Sal 49 (50)

Sacrificio gradito al Signore è l’amore per il fratello.

Parla il Signore, Dio degli dèi,
convoca la terra da oriente a occidente.
«Non ti rimprovero per i tuoi sacrifici,
i tuoi olocausti mi stanno sempre davanti». R

Al malvagio Dio dice:
«Perché vai ripetendo i miei decreti
e hai sempre in bocca la mia alleanza,
tu che hai in odio la disciplina
e le mie parole ti getti alle spalle? R

Ti siedi, parli contro il tuo fratello,
getti fango contro il figlio di tua madre.
Hai fatto questo e io dovrei tacere?
Forse credevi che io fossi come te!
Ti rimprovero: pongo davanti a te la mia accusa». R

EPISTOLA Eb 11, 1-6
Lettera agli Ebrei

Fratelli, la fede è fondamento di ciò che si spera e prova di ciò che non si vede. Per questa fede i nostri antenati sono stati approvati da Dio. Per fede, noi sappiamo che i mondi furono formati dalla parola di Dio, sicché dall’invisibile ha preso origine il mondo visibile. Per fede, Abele offrì a Dio un sacrificio migliore di quello di Caino e in base ad essa fu dichiarato giusto, avendo Dio attestato di gradire i suoi doni; per essa, benché morto, parla ancora. Per fede, Enoc fu portato via, in modo da non vedere la morte; e non lo si trovò più, perché Dio lo aveva portato via. Infatti, prima di essere portato altrove, egli fu dichiarato persona gradita a Dio. Senza la fede è impossibile essergli graditi; chi infatti si avvicina a Dio, deve credere che egli esiste e che ricompensa coloro che lo cercano.

VANGELO Mt 5, 21-24
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo

In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna.

Genesi

Anzitutto la Genesi, con questo nuovo racconto che è un ulteriore sviluppo, un ulteriore passo nella storia della salvezza che stiamo rileggendo in questo tempo dopo Pentecoste. Il problema dell’autore biblico è quello di sempre: perché l’uomo non è capace di convivenza pacifica? Perché l’uomo uccide un altro uomo, quello stesso uomo di cui dovrebbe essere fratello, visto che tutti siamo immagine e somiglianza di Dio? L’autore biblico si pone questa domanda, che, da sempre, accompagna i giorni dell’uomo e dà la sua risposta. Un uomo uccide un altro uomo quando non lo tratta da fratello, quando non avverte il dovere della “custodia”, quando si vede nell’altro un rivale.

La “custodia dell’altro”, così come la pensa la Genesi, nasce dalla fede. Con molta chiarezza l’autore biblico ci diceva che mentre Dio gradì il sacrificio del giusto Abele, non gradì quello di Caino. Uno modo di narrare, un’immagine – semplice se vogliamo –  per sottolineare la differenza tra i due personaggi. Abele è l’uomo pieno di fede, l’uomo che riconosce Dio come Padre e autore di tutto ciò che è nella creazione. Per questo vive tutto con estremo rispetto. Rispetto del creato e, soprattutto, rispetto del fratello. Forza, questa, che gli viene proprio dalla sua fede, dal suo desiderio di stare con Dio, da una preghiera sincera che diventa continuamente occasione per chiedersi cosa Dio voglia in ogni singola situazione della vita.

Caino è connotato esattamente nel modo contrario. È l’uomo che non ha fede o meglio che ha una fede solo apparente. Vive un culto per Dio formale, senz’anima, una religione superficiale che niente ha a che vedere con la vita. Caino è il prototipo dell’uomo che cerca di tenere buono Dio in qualche modo ma, poi, la vita è altra cosa. Realtà dell’uomo, senza nessun legame con Dio. Luogo, quello della vita, dove ciascuno può esprimersi come vuole, senza nessun confronto, senza ammettere nessun legame, senza nessuna “interferenza” tra la fede e le opere dell’uomo.

La differenza tra i due fratelli sta proprio qui: nella fede, nel modo di interpretarla, nel modo di viverla. Mentre l’uno si reputa figlio di Dio ed è sempre pronto a relazionarsi con il Padre di ogni cosa, l’altro è svincolato da Dio. Dio non è per lui un riferimento. Come ci diceva anche il brano del peccato originale che abbiamo letto e commentato settimana scorsa, chi vive lontano da Dio, chi perde ogni riferimento a Dio, non vive poi i valori che vengono da Dio e, quindi, calpesta anche la vita dell’altro. L’omicidio, la soppressione di un altro uomo, per la Genesi, ha radice in questa mancanza di fede. Poiché l’uomo non si radica più in Dio, svincolato da ogni riferimento al bene che è Dio, compie ogni genere di malvagità compresa la più grande: la soppressione della vita. Così comprendiamo che la “custodia” dell’altro nasce dalla fede, dal sentire l’altro come fratello, poiché tutti gli uomini sono immagine e somiglianza di Dio. La custodia dell’altro è più di un generico interessamento e comprende tutti quegli atti che nascono dall’amore. Quando un uomo si sente sorretto dall’amore di Dio, egli inizia a guardare tutte le cose con i suoi occhi e tutti gli uomini diventano fratelli da amare, rispettare, onorare, servire. La custodia del fratello è tutto questo insieme.

Ebrei

Ce lo ha detto con grande chiarezza anche la lettera agli Ebrei. Il continuo ripetersi del ritornello “per fede”, ci ricorda che ogni personaggio “grande” nella Scrittura, è stato un uomo o una donna che ha saputo fare qualcosa “per fede”. La custodia del fratello è ben oltre qualsiasi forma di filantropia, di amicizia universale tra gli uomini e nasce, appunto dalla fede. È la fede che spinge a ritenersi tutti fratelli, è la fede ad aiutare il cammino di ciascuno verso la costruzione di quella casa comune che è la sola che rende possibile la vita dell’uomo. Tutto ciò che si allontana da Dio, infatti, è contro la vita ovvero diventa, più o meno direttamente, progetto di morte.

Vangelo

Alla luce di queste due scritture eccoci al Vangelo che sembra assolutamente impossibile da vivere! Passi per il riferimento all’omicidio, che tutti capiamo, ma, davvero, chi “si adira con il fratello dovrà essere sottoposto al giudizio?”. Davvero “chi dice ad uno stupido dovrà essere sottoposto al sinedrio?”. E oggi che non c’è più il sinedrio cosa vuol dire questa frase? E ancora, “chi dice pazzo dovrà essere destinato al fuoco della geenna?”. Davvero chi fa queste cose va all’inferno? Ovviamente dobbiamo comprendere bene, ma non spegnere quella provocazione che il vangelo, come al solito, vuole accendere. Gesù, ricorrendo ad immagini molto forti e molto usate dalla mentalità e cultura ebraica, ci sta facendo capire che la relazione con l’altro deve sempre essere curata. Una vera relazione è quella di chi si radica in Dio e custodisce nella fede la relazione con l’altro. Per chi vive questo progetto di vita, è chiaro che qualsiasi cosa che mini questa relazione, come l’ira, il non rispetto, la parola forte, vanno bandite. Altrimenti si rischia di mandare a monte la relazione stessa. Gesù chiede, quindi, una custodia di sé stessi, che sia propedeutica a quella custodia dell’altro che, poi, rende bella la vita. Le immagini forti servono proprio a dire che se manca questa custodia, tutto sarà vano e la vita, in un certo senso, sprecata.

Per noi

Trovano senso le domande per noi:

  • Custodiamo noi stessi?
  • Viviamo la fede in questa forma?
  • Sappiamo vivere la custodia dell’altro che ci viene richiesta?

Anche per noi vale il principio enunciato. O si inizia dalla fede, oppure perdono senso tutte le cose. O si inquadra il problema dal punto di vista della rivelazione, oppure crolla ogni cosa. Già qui noi siamo provocati: davvero siamo capaci di vivere la nostra vita di relazione alla luce della nostra fede? Detto con le parole della scrittura, siamo capaci di vivere la vita di relazione alla luce di quella fratellanza universale che Papa Francesco insegna? Fratellanza universale non è uno slogan, ma un modo di concepire le cose. Non è un semplice modo di esprimersi, ma un modo di vivere: il modo di vivere di chi sa vedere nell’altro un’altra immagine e somiglianza di Dio che ha la nostra stessa origine e, quindi, i nostri stessi diritti e i nostri stessi doveri. Vivere alla luce di questa rivelazione cambia assolutamente il modo con il quale noi viviamo la relazione con gli altri.

Una seconda sottolineatura. Chi vive questa intensa ricerca dell’altro come fratello, rispetta l’altro. L’aggressione, di qualsiasi tipo si tratti, non dovrebbe avere nulla a che fare con il cristiano. È lo stile di vita della non violenza sul quale nominalmente tutti siamo d’accordo ma che poi, fin da piccoli, non viviamo. Forse dovremmo iniziare da qui una forma di educazione diversa, che sappia davvero metterci più in relazione con Dio per rispettare tutto e tutti.

Una terza sottolineatura: la vita è sacra. Per questo occorre rispettarla, in tutti i modi, in tutte le forme, in tutte le declinazioni. Noi viviamo in un mondo che manda segni contrastanti: da un lato si fa di tutto per allungare la vita, dall’altro si crede di poter stendere la mano in qualsiasi momento, per qualsiasi motivo contro la vita. Salutando tutte queste cose come un grande progresso. È davvero in progresso una civiltà che non rispetta la vita? La società cristiana che dà origine alle nostre culture occidentali, si è così involuta da non rispettare più la vita? Problemi delicati. Delicatissimi. Problemi che la ricerca e la scienza, nel loro progredire, fanno emergere con maggior forza. Problemi dai quali non si esce se non ragionando alla luce dell’etica. La legge morale, tuttavia, non è qualcosa che ci diamo ma, a sua volta, una realtà che nasce dalla fede. L’uomo di fede, dunque, si impegna per una custodia della vita che nasce da Dio. Altre soluzioni sono possibili all’uomo, ma al di fuori di questo dato. Noi come cristiani dovremmo essere figli di questa dimensione e, dunque, uomini, donne che si danno da fare per la custodia dell’altro, della sua vita, del suo essere immagine e somiglianza di Dio.

Portiamo a casa una domanda: siamo pronti per questo compito?

2022-07-02T09:17:25+02:00