Lunedì 04 luglio

Settimana della 4 domenica dopo Pentecoste – lunedì 

Questa settimana avremo solo la memoria di Sant’Antonio Maria Zaccaria da celebrare come ricordo, per il resto abbiamo tutti giorni “feriali” con il lezionario tipico di questo tempo liturgico.

La Parola di Dio per questo giorno

LETTURA Dt 4, 32-40
Lettura del libro del Deuteronomio

In quei giorni. Mosè disse: «Interroga pure i tempi antichi, che furono prima di te: dal giorno in cui Dio creò l’uomo sulla terra e da un’estremità all’altra dei cieli, vi fu mai cosa grande come questa e si udì mai cosa simile a questa? Che cioè un popolo abbia udito la voce di Dio parlare dal fuoco, come l’hai udita tu, e che rimanesse vivo? O ha mai tentato un dio di andare a scegliersi una nazione in mezzo a un’altra con prove, segni, prodigi e battaglie, con mano potente e braccio teso e grandi terrori, come fece per voi il Signore, vostro Dio, in Egitto, sotto i tuoi occhi? Tu sei stato fatto spettatore di queste cose, perché tu sappia che il Signore è Dio e che non ve n’è altri fuori di lui. Dal cielo ti ha fatto udire la sua voce per educarti; sulla terra ti ha mostrato il suo grande fuoco e tu hai udito le sue parole che venivano dal fuoco. Poiché ha amato i tuoi padri, ha scelto la loro discendenza dopo di loro e ti ha fatto uscire dall’Egitto con la sua presenza e con la sua grande potenza, scacciando dinanzi a te nazioni più grandi e più potenti di te, facendoti entrare nella loro terra e dandotene il possesso, com’è oggi. Sappi dunque oggi e medita bene nel tuo cuore che il Signore è Dio lassù nei cieli e quaggiù sulla terra: non ve n’è altro. Osserva dunque le sue leggi e i suoi comandi che oggi ti do, perché sia felice tu e i tuoi figli dopo di te e perché tu resti a lungo nel paese che il Signore, tuo Dio, ti dà per sempre».

SALMO Sal 76 (77)

Ricordiamo con gioia, Signore, le tue meraviglie.

Ricordo i prodigi del Signore,
sì, ricordo le tue meraviglie di un tempo.
Vado considerando le tue opere,
medito tutte le tue prodezze. R

O Dio, santa è la tua via;
quale dio è grande come il nostro Dio?
Tu sei il Dio che opera meraviglie,
manifesti la tua forza fra i popoli. R

Hai riscattato il tuo popolo con il tuo braccio,
i figli di Giacobbe e di Giuseppe.
Guidasti come un gregge il tuo popolo
per mano di Mosè e di Aronne. R

VANGELO Lc 6, 39-45
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello. Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d’altronde albero cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo. L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda».

Vangelo

Iniziamo la nostra riflessione dal Vangelo. Gesù ha avuto molto spesso davanti a sé persone che si dichiaravano “guide” o punti di riferimento per la fede degli altri. Gesù, in modo molto provocatorio, domanda: “può un cieco guidare un altro cieco?”. In questo modo Gesù intende richiamare l’attenzione sul percorso di fede che tutti siamo invitati a seguire. La fede è una realtà così seria e difficile e comporta un’attenzione così grande che tutti dovremmo stare attenti a farci chiamare “guide” di altri, o anche solo esempi per altri. Richiamando la responsabilità e il senso molto forte di serietà che bisogna avere nel cammino di fede, Gesù non intende però dire che, allora, nessun uomo può essere guida o esempio di un altro uomo. Piuttosto egli precisa a quali condizioni è possibile divenire esempio per altri o anche guida.

La prima condizione, un atteggiamento di conversione continuo. Chi prende sul serio il cammino di fede sa di dover essere sempre il primo a convertirsi. Per questo, chi vive un itinerario di fede serio, sa molto bene di avere come sempre una “trave” nell’occhio da dover, in qualche modo, togliere. Ecco perché l’atteggiamento di umiltà nei confronti di chi sbaglia o di chi è semplicemente fragile, è il primo da dover sempre suscitare in noi stessi. Solo chi vive questo atteggiamento può essere davvero esempio o guida per altri.

In secondo luogo, Gesù richiamava l’attenzione alle opere buone. La vita di chi vuole essere esempio e guida di fede non deve mai essere priva di opere buone, che siano davvero il segno della bontà d’animo di chi le compie e fungano da richiamo perché anche gli altri possano compiere opere buone in favore di altri. Umiltà nel ritenersi sempre e comunque un peccatore e attenzione alle opere buone da compiere. Sono questi i due atteggiamenti con i quali ciascun credente può essere realmente di esempio a qualcun altro.

Deuteronomio

La prima lettura ci proponeva, invece, un’altra meditazione. Mosè sta invitando tutto il suo popolo a comprendere quale grande grazia sia stata concessa a tutto Israele, che, tra tutti i popoli della terra è stato scelto per “udire la voce di Dio”. Nessun altro popolo, spiegava il profeta, ha mai avuto un’occasione come questa. In tutti gli altri popoli sono gli uomini che cercano di comprendere qualcosa del mistero di Dio. In Israele, invece, è vero il contrario: è Dio che si è rivelato, è Dio che ha aperto una strada, è Dio che si è fatto incontro all’uomo. Se questo è vero, allora, deve derivare un atteggiamento di fortissima responsabilità per tutti. Ben sapendo che Dio ha scelto un popolo per rivelarsi, occorre custodire questa rivelazione, occorre prendere sul serio questa voce che insegna, richiama, guida, corregge. Mosè cerca di far riflettere tutto il suo popolo perché sappiano tutti che alla grandezza di un dono corrisponde anche l’essere all’altezza di un dovere. È un atteggiamento spirituale che sarà molto presente al tempo di Mosè ma che verrà a cessare poco dopo. Come ben sappiamo dalla predicazione dei profeti, Israele ha sempre interpretato il suo posto unico nel mondo più come un privilegio che come una chiamata alla responsabilità. Posizione che, ben presto, ha fatto cessare quell’attenzione alla Parola di Dio che era doverosa.

Per noi

  • Cosa pensiamo noi di questa lezione biblica?
  • Siamo tra coloro che vivono con responsabilità la loro fede, ricordando quale grazia è stata ricevuta e, quindi, vivendo con responsabilità per non sprecarla?

La domanda non può non essere diretta e schietta, perché anche noi potremmo vivere la nostra chiamata ad essere testimoni della fede senza quel principio di responsabilità che, invece, è del tutto necessario. Anche noi potremmo trasformare il nostro essere credenti, il nostro essere cristiani in una sorta di privilegio, senza farne derivare una responsabilità oggettiva e precisa. Ecco perché oggi dobbiamo tutti ricordare a noi stessi di essere comunque dei peccatori che, continuamente, devono stare attenti a quale trave sia nel proprio occhio. Un richiamo alla conversione continua che ci fa bene anche all’inizio di questa settimana, per non montare in superbia. Come pure ci serve ricordare che il tempo che ci viene donato è utile per compiere il bene, in qualsiasi direzione si diriga.

Ecco le due direzioni con le quali possiamo vivere bene non solo questa giornata, ma tutta questa settimana. Impariamo a vivere con umiltà questi insegnamenti, per essere dediti al bene in ogni occasione, per essere davvero figli di Dio che vogliono testimoniarlo nella ferialità dell’esistenza.

2022-06-30T22:23:35+02:00