Martedì 05 luglio

Settimana della 4 domenica dopo Pentecoste – martedì 

La Parola di Dio per questo giorno

LETTURA Dt 9, 1-6
Lettura del libro del Deuteronomio

In quei giorni. Mosè disse: «Ascolta, Israele! Oggi tu stai per attraversare il Giordano per andare a conquistare nazioni più grandi e più potenti di te, città grandi e fortificate fino al cielo, un popolo grande e alto di statura, i figli degli Anakiti, che tu conosci e dei quali hai sentito dire: “Chi mai può resistere ai figli di Anak?”. Sappi dunque oggi che il Signore, tuo Dio, passerà davanti a te come fuoco divoratore, li distruggerà e li abbatterà davanti a te. Tu li scaccerai e li distruggerai rapidamente, come il Signore ti ha detto. Quando il Signore, tuo Dio, li avrà scacciati davanti a te, non pensare: “A causa della mia giustizia, il Signore mi ha fatto entrare in possesso di questa terra”. È invece per la malvagità di queste nazioni che il Signore le scaccia davanti a te. No, tu non entri in possesso della loro terra a causa della tua giustizia, né a causa della rettitudine del tuo cuore; ma il Signore, tuo Dio, scaccia quelle nazioni davanti a te per la loro malvagità e per mantenere la parola che il Signore ha giurato ai tuoi padri, ad Abramo, a Isacco e a Giacobbe. Sappi dunque che non a causa della tua giustizia il Signore, tuo Dio, ti dà il possesso di questa buona terra; anzi, tu sei un popolo di dura cervice».

SALMO Sal 43 (44)

Lodiamo sempre il nome del Signore.

Dio, con i nostri orecchi abbiamo udito,
i nostri padri ci hanno raccontato
l’opera che hai compiuto ai loro giorni,
nei tempi antichi.
Tu, per piantarli, con la tua mano hai sradicato le genti,
per farli prosperare hai distrutto i popoli. R

Non con la spada, infatti, conquistarono la terra,
né fu il loro braccio a salvarli;
ma la tua destra e il tuo braccio e la luce del tuo volto,
perché tu li amavi.
Sei tu il mio re, Dio mio,
che decidi vittorie per Giacobbe. R

Per te abbiamo respinto i nostri avversari,
nel tuo nome abbiamo annientato i nostri aggressori.
Nel mio arco infatti non ho confidato,
la mia spada non mi ha salvato,
ma tu ci hai salvati dai nostri avversari,
hai confuso i nostri nemici. R

VANGELO Lc 7, 1-10
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca

In quel tempo. Quando ebbe terminato di rivolgere tutte le sue parole al popolo che stava in ascolto, il Signore Gesù entrò in Cafàrnao. Il servo di un centurione era ammalato e stava per morire. Il centurione l’aveva molto caro. Perciò, avendo udito parlare di Gesù, gli mandò alcuni anziani dei Giudei a pregarlo di venire e di salvare il suo servo. Costoro, giunti da Gesù, lo supplicavano con insistenza: «Egli merita che tu gli conceda quello che chiede – dicevano –, perché ama il nostro popolo ed è stato lui a costruirci la sinagoga». Gesù si incamminò con loro. Non era ormai molto distante dalla casa, quando il centurione mandò alcuni amici a dirgli: «Signore, non disturbarti! Io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto; per questo io stesso non mi sono ritenuto degno di venire da te; ma di’ una parola e il mio servo sarà guarito. Anch’io infatti sono nella condizione di subalterno e ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa». All’udire questo, Gesù lo ammirò e, volgendosi alla folla che lo seguiva, disse: «Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede così grande!». E gli inviati, quando tornarono a casa, trovarono il servo guarito.

Vangelo

Il Vangelo di ieri ci ha ricordato che l’attenzione alle opere buone è sempre occasione per testimoniare la propria fede e per richiamare altro bene. La continuazione della lettura ci fa comprendere ancor meglio questo principio. Israele è un popolo piuttosto chiuso, che non stima molto gli stranieri, ritenuti, all’epoca di Gesù, degli infedeli. Eppure il centurione di cui si parla, è ritenuto non solo un uomo buono, ma uno a cui rispondere con il bene che si può, visto che lui ha fatto costruire la sinagoga del villaggio. Come il centurione è stato attento alla fede del popolo presso il quale si trova, anche se non è la sua, così ora la popolazione del villaggio vorrebbe essere attenta a quell’uomo buono anche se straniero. Ecco il motivo per il quale si chiede, con insistenza, un miracolo al Signore, perché il suo servo non muoia.

Gesù si mostra attento a questa richiesta. Sa bene che anche quel centurione è un uomo di fede, anche se non ebreo.

Fede che il centurione esprime con quel paragone attraverso il quale manda a dire che non è necessario che si disturbi tanto, non deve arrivare fino alla sua casa. Basta una sua parola. In questo modo anche il centurione esprime la sua fede. Sa che Gesù compie miracolose guarigioni e a lui basta questo. È un uomo dalla fede discreta. Un uomo che sa pregare Dio senza pretendere nulla, un uomo che sa rivolgersi a Dio con rispetto e deferenza. Ecco il motivo per cui Gesù guarisce il suo servo, dimostrando così non solo attenzione umana al centurione per il motivo che gli è stato sottoposto, ma di avere grande rispetto della sua fede.

Deuteronomio

Personalmente, però, la lettura più bella di questo giorno è la prima. Mosè sta istruendo il suo popolo per come dovrà vivere una volta che sarà finito l’esodo, una volta che sarà entrato nella terra della promessa. Mosè ricordava che quella terra sarebbe stata oggetto della sua conquista. Tuttavia la conquista di quella terra non sarebbe avvenuta per la forza dei combattenti, o per l’astuzia dei comandanti, o per qualche altra virtù di qualcuno del popolo. Israele si sarebbe insediato nella terra per grazia di Dio, perché tutto ciò che accade nella vita del credente proviene da Lui. Certo, tutte le abilità, tutte le capacità che l’uomo ha possono essere messe a disposizione di Dio e, in un certo senso, non può non essere così. Eppure niente deve essere considerato conquista, merito, qualcosa di dovuto. Tutto è dono di Dio.

Per noi

Mi piace questa lettura perché noi spesso facciamo come quegli Israeliti che si recarono dal Signore Gesù a chiedere la grazia per il servo del centurione, precisando che il centurione “meritava” quell’attenzione. Così, spesso, pensiamo anche noi. Diciamo anche noi a Dio che una situazione “merita” la sua attenzione, o che una persona “merita” di ottenere qualcosa. Quasi che ci siano persone o situazioni che meritano l’attenzione di Dio e altre no! Il Primo Testamento, invece, ci ha insegnato a chiare lettere che non esiste un merito davanti a Dio grazie al quale si possa pretendere qualcosa da lui! In Dio tutto è dono, tutto è grazia e tutti gli uomini sono ugualmente suoi figli. Sia quelli più riconoscenti, più “bravi”, più attenti che quelli meno riconoscenti e attenti alla sua rivelazione. Il Signore Gesù ha, per altro, insegnato a chiare lettere che Dio manda il sole e la pioggia sui giusti e sugli ingiusti. Come dire: Dio non fa differenze, non fa preferenze di persone. A differenza di noi che riteniamo alcuni meritori ed altri no, Dio tratta tutti allo stesso modo e vede in tutti dei figli amati, per i quali vale la pena di dare la vita, dei figli preziosi ai suoi occhi. Ritornando al Vangelo di ieri, con il quale abbiamo aperto la settimana, potremmo dire che la “trave” da togliere dal nostro occhio, ovvero l’atteggiamento per il quale cercare un serio itinerario di conversione, è proprio il dividere l’umanità tra uomini che meritano qualcosa e uomini che non meritano nulla. Impariamo oggi a convertirci per vedere, in tutti gli uomini e le donne che sono al mondo, dei figli di Dio, per i quali Dio stesso manda il suo unico Figlio a donare la vita.

  • Sono disposto ad operare questo genere di conversione?
  • Cosa posso chiedere a Dio perché mi sostenga in questo atto?

Offriamo la nostra preghiera e la nostra riflessione per cercare di entrare in quella gratuità di Dio che è sempre da imitare. Anche se è inarrivabile.

2022-07-04T14:15:19+02:00