Settimana della 4 domenica dopo Pentecoste – mercoledì
La Parola di Dio per questo giorno
LETTURA Dt 12, 29 – 13, 9
Lettura del libro del Deuteronomio
In quei giorni. Mosè disse: «Quando il Signore, tuo Dio, avrà distrutto davanti a te le nazioni di cui tu stai per prendere possesso, quando le avrai conquistate e ti sarai stanziato nella loro terra, guàrdati bene dal lasciarti ingannare seguendo il loro esempio, dopo che saranno state distrutte davanti a te, e dal cercare i loro dèi, dicendo: “Come servivano i loro dèi queste nazioni? Voglio fare così anch’io”. Non ti comporterai in tal modo riguardo al Signore, tuo Dio; perché esse facevano per i loro dèi ciò che è abominevole per il Signore e ciò che egli detesta: bruciavano nel fuoco perfino i loro figli e le loro figlie, in onore dei loro dèi. Osserverete per metterlo in pratica tutto ciò che vi comando: non vi aggiungerai nulla e nulla vi toglierai. Qualora sorga in mezzo a te un profeta o un sognatore che ti proponga un segno o un prodigio, e il segno e il prodigio annunciato succeda, ed egli ti dica: “Seguiamo dèi stranieri, che tu non hai mai conosciuto, e serviamoli”, tu non dovrai ascoltare le parole di quel profeta o di quel sognatore, perché il Signore, vostro Dio, vi mette alla prova per sapere se amate il Signore, vostro Dio, con tutto il cuore e con tutta l’anima. Seguirete il Signore, vostro Dio, temerete lui, osserverete i suoi comandi, ascolterete la sua voce, lo servirete e gli resterete fedeli. Quanto a quel profeta o a quel sognatore, egli dovrà essere messo a morte, perché ha proposto di abbandonare il Signore, vostro Dio, che vi ha fatto uscire dalla terra d’Egitto e ti ha riscattato dalla condizione servile, per trascinarti fuori della via per la quale il Signore, tuo Dio, ti ha ordinato di camminare. Così estirperai il male in mezzo a te. Qualora il tuo fratello, figlio di tuo padre o figlio di tua madre, o il figlio o la figlia o la moglie che riposa sul tuo petto o l’amico che è come te stesso t’istighi in segreto, dicendo: “Andiamo, serviamo altri dèi”, dèi che né tu né i tuoi padri avete conosciuto, divinità dei popoli che vi circondano, vicini a te o da te lontani da un’estremità all’altra della terra, tu non dargli retta, non ascoltarlo. Il tuo occhio non ne abbia compassione: non risparmiarlo, non coprire la sua colpa».
SALMO Sal 95 (96)
Dio regna: esulti la terra.
Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome,
annunciate di giorno in giorno la sua salvezza. R
In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie.
Grande è il Signore e degno di ogni lode,
terribile sopra tutti gli dèi. R
Tutti gli dèi dei popoli sono un nulla,
il Signore invece ha fatto i cieli.
Maestà e onore sono davanti a lui,
forza e splendore nel suo santuario. R
Date al Signore, o famiglie dei popoli,
date al Signore gloria e potenza,
date al Signore la gloria del suo nome.
Portate offerte ed entrate nei suoi atri. R
Dite tra le genti: «Il Signore regna!».
È stabile il mondo, non potrà vacillare!
Egli giudica i popoli con rettitudine. R
VANGELO Lc 7, 11-17
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca
In quel tempo. Il Signore Gesù si recò in una città chiamata Nain, e con lui camminavano i suoi discepoli e una grande folla. Quando fu vicino alla porta della città, ecco, veniva portato alla tomba un morto, unico figlio di una madre rimasta vedova; e molta gente della città era con lei. Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: «Non piangere!». Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Ragazzo, dico a te, àlzati!». Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì a sua madre. Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio, dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi», e: «Dio ha visitato il suo popolo». Questa fama di lui si diffuse per tutta quanta la Giudea e in tutta la regione circostante.
Vangelo
Uno straordinario atto di compassione. Di fronte a questo Vangelo mi sento, anzitutto, preso da un atto di ammirazione del Signore che sa chinarsi sul dolore di una donna, di una mamma, vedova per giunta, che sta per portare al cimitero il suo unico figlio. Possiamo immaginarci la scena, con i portatori del lettuccio sul quale è adagiato il corpo del ragazzo, possiamo tentare di immaginare il pianto unito alle lamentazioni chiassose che, in quel tempo, si usavano compiere. Penso, però, di poter immaginare il silenzio di quella madre. Mi immagino un silenzio profondo perché, a differenza del figlio che ancora non è nella tomba, lei lo è già. Nel momento stesso della morte di quel ragazzo lei si sarà come rinchiusa in una tomba. Cosa deve fare una donna vedova che perde il suo unico figlio, cioè la ragione della sua vita? Possiamo immaginare le parole di conforto, possiamo immaginare i tentativi degli amici e dei parenti di dare una consolazione al suo dolore, ma, di fatto, lei è come scesa nel regno del silenzio e della morte. Come quel figlio tolto prematuramente alla vita. Gesù, facendo risorgere il figlio, fa risorgere anche la madre. Il ritorno alla vita del figlio, che viene festeggiato da tutti coloro che sono presenti e che dicono come non ci sia mai stato un profeta come il Signore, fa risorgere anche lei. Credo che non riusciremo ad immaginare la gioia, lo stupore, il senso di gratitudine di questa donna di fronte a Gesù. Ma ella visse sicuramente tutti questi sentimenti. Dio è così, un Dio pieno di misericordia che si china sugli uomini per dare loro una speranza e un senso di vita. Anche quando le cose vanno male.
Deuteronomio
Credo che ci sembrino, a questo punto, molto distanti le parole dure del Primo Testamento, che cerca di costruire la purità di Israele sul concetto di separazione. Israele non dovrà essere come gli altri popoli, non dovrà seguire idoli vani e, anzi, dovrà togliere di mezzo, anche fisicamente, il falso profeta che spinge a credere negli idoli. Pur di “difendere” l’idea di Dio, Israele non esita a mettere mano anche alla violenza, per togliere di mezzo il peccatore. C’è, però, un punto di comunione tra le due letture così differenti. Anche l’autore sacro del Primo Testamento intende inneggiare a Dio, e lo fa come è capace, cercando di costruire una barriera che difenda il popolo di Dio da qualsiasi commistione. Sarà solo l’insegnamento di Gesù a dire che Dio non ha bisogno di queste cose e, in fondo, nemmeno l’uomo. L’uomo non difende se stesso chiudendosi in sé o in confini angusti. L’uomo esprime tutta la potenzialità della propria vita solo nel confronto con gli altri e con le cose che capitano, ricordando che in esse è sempre presente il Signore.
Per noi
Questo è l’insegnamento che dobbiamo fare nostro. Questo è l’insegnamento che siamo chiamati a vivere tutti! Anche noi, infatti, potremmo subire la tentazione di dover in qualche modo chiuderci, o difenderci, o alzare barricate per questo o quest’altro motivo. Magari proprio quando capitano quelle cose che turbano il senso della vita, come la morte prematura di un giovane, che è un fatto umano che è da sempre presente nella storia degli uomini e che sempre la accompagnerà. Il cristiano vive anche questi momenti certo della presenza e dell’accompagnamento del Signore, che non va difeso perché non ne ha bisogno. Il cristiano non spende nemmeno parole di consolazione vane, in momenti come questo. Sa che Dio lo accompagna, sa che Dio si fa vicino al suo dolore, come ci stanno dicendo anche le altre pagine di Vangelo di questa settimana. Anche vivente, il Signore non ha sanato tutti i malati, né ha fatto risuscitare tutti i morti. La salvezza o la vita ridonate a qualcuno devono servire a tutti, per far comprendere come Dio si rende vicino e accoglie nella vita eterna coloro che si fidano di Lui. La domanda per noi è quindi diretta:
- Noi ci fidiamo di Dio quando capitano cose difficili da accettare, o inspiegabili, o altamente provocatorie per la nostra vita e la nostra fede?
- Cosa diciamo a noi stessi in questi casi?
- Come consoliamo gli altri?
Forse è bene che sostiamo su questi temi difficili eppure essenziali per la vita dell’uomo. È da questi temi, infatti, che si capisce come affrontiamo le cose che tutti, prima o poi, devono affrontare; se con fede o solo con quel senso umano di intelligenza che è importante, ma non è tutto.
In silenzio diamoci la nostra personale risposta e chiediamo l’aiuto di Dio per non chiuderci mai in noi stessi, ma per dilatare i confini della nostra riflessione, sorretti sempre dal suo amore.