Martedì 02 agosto

Settimana della 8 domenica dopo Pentecoste – martedì 

La Parola di Dio per questo giorno

LETTURA 1Sam 10, 17-26
Lettura del primo libro di Samuele

In quei giorni. Samuele convocò il popolo davanti a Dio a Mispa e disse agli Israeliti: «Dice il Signore, Dio d’Israele: Io ho fatto salire Israele dall’Egitto e l’ho liberato dalla mano degli Egiziani e dalla mano di tutti i regni che vi affliggevano. Ma voi oggi avete ripudiato il vostro Dio, il quale solo vi salva da tutti i vostri mali e da tutte le tribolazioni. E gli avete detto: “Costituisci un re sopra di noi!”. Ora mettetevi davanti a Dio distinti per tribù e per casati». Samuele fece accostare ogni tribù d’Israele e fu sorteggiata la tribù di Beniamino. Fece poi accostare la tribù di Beniamino distinta per casati e fu sorteggiato il casato di Matrì e fu sorteggiato Saul figlio di Kis. Si misero a cercarlo, ma non lo si trovò. Allora consultarono di nuovo il Signore: «È venuto qui quell’uomo?». Disse il Signore: «Eccolo nascosto in mezzo ai bagagli». Corsero a prenderlo di là ed egli si collocò in mezzo al popolo: sopravanzava dalla spalla in su tutto il popolo. Samuele disse a tutto il popolo: «Vedete dunque chi il Signore ha eletto, perché non c’è nessuno in tutto il popolo come lui». Tutto il popolo proruppe in un grido: «Viva il re!». Samuele espose a tutto il popolo il diritto del regno e lo scrisse in un libro, che depositò davanti al Signore. Poi Samuele congedò tutto il popolo, perché ognuno tornasse a casa sua. Anche Saul tornò a casa, a Gàbaa, e lo seguirono uomini valorosi, ai quali Dio aveva toccato il cuore.

SALMO Sal 32 (33)

Beato il popolo che ha il Signore come Dio.

Beata la nazione che ha il Signore come Dio,
il popolo che egli ha scelto come sua eredità.
Il Signore guarda dal cielo:
egli vede tutti gli uomini; R

dal trono dove siede
scruta tutti gli abitanti della terra,
lui, che di ognuno ha plasmato il cuore
e ne comprende tutte le opere. R

Il re non si salva per un grande esercito
né un prode scampa per il suo grande vigore.
Un’illusione è il cavallo per la vittoria,
e neppure un grande esercito può dare salvezza.
Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme,
su chi spera nel suo amore. R

L’anima nostra attende il Signore:
egli è nostro aiuto e nostro scudo.
È in lui che gioisce il nostro cuore,
nel suo santo nome noi confidiamo.
Su di noi sia il tuo amore, Signore,
come da te noi speriamo. R

VANGELO Lc 10, 13-16
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca

In quel tempo. Il Signore Gesù parlava ai settantadue discepoli e disse: «Guai a te, Corazìn, guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidone fossero avvenuti i prodigi che avvennero in mezzo a voi, già da tempo, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, nel giudizio, Tiro e Sidone saranno trattate meno duramente di voi. E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me disprezza colui che mi ha mandato».

Vangelo

In fondo, la vita di ogni uomo, ha bisogno di segni concreti attraverso i quali capire dove dirigere i propri giorni. Se è vero che occorrono segni e punti di riferimento certi, è però anche vero che la vita dell’uomo deve essere sempre un po’ aperta ad accogliere ciò che avviene e deve sempre essere pronta a rimandare un poco oltre il proprio cammino.

È vero nella vita di fede. Il Signore non ha rifiutato miracoli, segni per molti, ma ha rimproverato duramente coloro che hanno cercato solo segni fini a sé stessi, senza mettere mai in discussione la propria vita, il proprio operato, il proprio “modo” di credere. Così che il Signore ha invitato tutti a non fermarsi alle cose, ai segni, ma ad andare sempre oltre, cercando quel Dio che è visibile, per alcuni aspetti, in ciò che capita, ma che non può mai diventare possesso di nessuno. Ecco perché dove Gesù si accorge di essere cercato solo per i segni che compie e non per virtù di fede, preferisce abbandonare il campo. Ed ecco il perché di un rimprovero che può sembrare duro, molto duro, eppure vorrebbe essere uno stimolo a proseguire oltre il proprio cammino.

Samuele

La pagina del Primo Testamento che accompagna questo giorno potrebbe sembrarci solamente una pagina storica o anche una pagina politica. Il suo contenuto ci narra di un momento particolare della storia di Israele. Israele, ormai da tempo insediato nella terra, diventato potente sotto molti profili, decide di diventare una monarchia vera e propria e non solo un insieme di tribù senza un capo politico riconosciuto e capace di interloquire con gli altri re del momento. Potrebbe sembrare, appunto, una pagina di politica interna, e certamente lo è. Eppure la pagina ha un significato spirituale molto profondo che Samuele comprende ma che non viene inteso da altri. Samuele sa bene che la richiesta di un re è contro Dio. Il popolo non si fida più dei profeti che lo guidano, vuole un capo politico perché non gli basta ciò che il Signore ha offerto. Samuele comprende che, nella richiesta di un re, è presente una critica molto forte a Dio e se ne rammarica profondamente. Donando un re ad Israele, Samuele lo lascerà anche in balia di tutti quegli eventi politici che sono uguali per tutti i popoli e per tutti i tempi della storia. Samuele ha capito che tutto il popolo voleva essere “come gli altri popoli della terra”, dimenticando quel valore della fede che deve sempre condurre oltre i segni e ricordare all’uomo ciò che è veramente nella mente di Dio.

Per noi

Credo davvero che anche a noi capiti qualcosa del genere. Anche noi, infatti, chiediamo segni, vogliamo vivere ciò che vivono tutti, non sappiamo andare oltre le cose che vediamo, che possediamo, che ci sono offerte. Ci limitiamo molto, moltissimo nel cammino che potremmo compiere, perché, di fatto, non ci fidiamo di Dio e vogliamo fidarci solo delle cose concrete, solamente delle cose che vediamo, che possiamo misurare e quantificare, delle cose che possiamo possedere. La Parola di Dio di oggi smaschera questo modo di pensare, di vedere le cose e lo indica chiaramente come un modo di fare non gradito al Signore. Un modo di fare che Dio può anche sopportare, se questo è quello che vuole l’uomo ma lui è altrove, è da un’altra parte, è su un’altra lunghezza d’onda! Il profeta che si rassegna o Gesù che si sdegna di fronte a quello che il suo popolo propone e vive, ci dice come Dio rimane di fronte ai comportamenti dell’uomo e di fronte alle sue decisioni. Credo che quest’oggi tutti siamo davvero invitati a riflettere e a domandarci:

  • Mi bastano solo dei segni da chiedere continuamente a Dio o sto vivendo davvero un itinerario di fiducia nel Signore che mi guida?
  • Come credente voglio essere “come tutti gli altri uomini” o, per lo meno, intuisco che c’è uno specifico che diventa anche differenza?

Chiediamo al Signore questa grazia, perché davvero possiamo intuire che c’è una “differenza del credente” che deve riguardare la vita di ciascuno di noi e che dovrebbe sempre spingere in avanti il nostro pur debole cammino.

Oggi, poi, giorno finale del perdono di Assisi, proviamo a ripetere nella mente e nel cuore le parole che abbiamo ascoltato nella prima lettura. È il Signore stesso che ci invita a ripetere nella mente: “Io sono il Signore colui che ti salva”. Sia davvero questa la nostra consapevolezza. La consapevolezza del credente che sa che non c’è altra salvezza se non nel Signore. Così sia!

2022-07-28T12:06:29+02:00