Mercoledì 03 agosto

Settimana della 8 domenica dopo Pentecoste – mercoledì 

La Parola di Dio per questo giorno

LETTURA 1Sam 17, 1-11. 32-37. 40-46. 49-51
Lettura del primo libro di Samuele

In quei giorni. I Filistei radunarono di nuovo le loro truppe per la guerra, si radunarono a Soco di Giuda e si accamparono tra Soco e Azekà, a Efes-Dammìm. Anche Saul e gli Israeliti si radunarono e si accamparono nella valle del Terebinto e si schierarono a battaglia contro i Filistei. I Filistei stavano sul monte da una parte, e Israele sul monte dall’altra parte, e in mezzo c’era la valle. Dall’accampamento dei Filistei uscì uno sfidante, chiamato Golia, di Gat; era alto sei cubiti e un palmo. Aveva in testa un elmo di bronzo ed era rivestito di una corazza a piastre, il cui peso era di cinquemila sicli di bronzo. Portava alle gambe schinieri di bronzo e un giavellotto di bronzo tra le spalle. L’asta della sua lancia era come un cilindro di tessitori e la punta dell’asta pesava seicento sicli di ferro; davanti a lui avanzava il suo scudiero. Egli si fermò e gridò alle schiere d’Israele: «Perché siete usciti e vi siete schierati a battaglia? Non sono io Filisteo e voi servi di Saul? Sceglietevi un uomo che scenda contro di me. Se sarà capace di combattere con me e mi abbatterà, noi saremo vostri servi. Se invece prevarrò io su di lui e lo abbatterò, sarete voi nostri servi e ci servirete». Il Filisteo aggiungeva: «Oggi ho sfidato le schiere d’Israele. Datemi un uomo e combatteremo insieme». Saul e tutto Israele udirono le parole del Filisteo; rimasero sconvolti ed ebbero grande paura. Davide disse a Saul: «Nessuno si perda d’animo a causa di costui. Il tuo servo andrà a combattere con questo Filisteo». Saul rispose a Davide: «Tu non puoi andare contro questo Filisteo a combattere con lui: tu sei un ragazzo e costui è uomo d’armi fin dalla sua adolescenza». Ma Davide disse a Saul: «Il tuo servo pascolava il gregge di suo padre e veniva talvolta un leone o un orso a portar via una pecora dal gregge. Allora lo inseguivo, lo abbattevo e strappavo la pecora dalla sua bocca. Se si rivoltava contro di me, l’afferravo per le mascelle, l’abbattevo e lo uccidevo. Il tuo servo ha abbattuto il leone e l’orso. Codesto Filisteo non circonciso farà la stessa fine di quelli, perché ha sfidato le schiere del Dio vivente». Davide aggiunse: «Il Signore che mi ha liberato dalle unghie del leone e dalle unghie dell’orso, mi libererà anche dalle mani di questo Filisteo». Saul rispose a Davide: «Ebbene va’ e il Signore sia con te». Poi Davide prese in mano il suo bastone, si scelse cinque ciottoli lisci dal torrente e li pose nella sua sacca da pastore, nella bisaccia; prese ancora in mano la fionda e si avvicinò al Filisteo. Il Filisteo avanzava passo passo, avvicinandosi a Davide, mentre il suo scudiero lo precedeva. Il Filisteo scrutava Davide e, quando lo vide bene, ne ebbe disprezzo, perché era un ragazzo, fulvo di capelli e di bell’aspetto. Il Filisteo disse a Davide: «Sono io forse un cane, perché tu venga a me con un bastone?». E quel Filisteo maledisse Davide in nome dei suoi dèi. Poi il Filisteo disse a Davide: «Fatti avanti e darò le tue carni agli uccelli del cielo e alle bestie selvatiche». Davide rispose al Filisteo: «Tu vieni a me con la spada, con la lancia e con l’asta. Io vengo a te nel nome del Signore degli eserciti, Dio delle schiere d’Israele, che tu hai sfidato. In questo stesso giorno, il Signore ti farà cadere nelle mie mani. Io ti abbatterò e ti staccherò la testa e getterò i cadaveri dell’esercito filisteo agli uccelli del cielo e alle bestie selvatiche; tutta la terra saprà che vi è un Dio in Israele». Davide cacciò la mano nella sacca, ne trasse una pietra, la lanciò con la fionda e colpì il Filisteo in fronte. La pietra s’infisse nella fronte di lui che cadde con la faccia a terra. Così Davide ebbe il sopravvento sul Filisteo con la fionda e con la pietra, colpì il Filisteo e l’uccise, benché Davide non avesse spada. Davide fece un salto e fu sopra il Filisteo, prese la sua spada, la sguainò e lo uccise, poi con quella gli tagliò la testa. I Filistei videro che il loro eroe era morto e si diedero alla fuga.

SALMO Sal 143 (144)

Dio è per noi rifugio e forza.

Benedetto il Signore, mia roccia,
che addestra le mie mani alla guerra,
le mie dita alla battaglia. R

Mio alleato e mia fortezza,
mio rifugio e mio liberatore,
mio scudo in cui confido,
colui che sottomette i popoli al mio giogo. R

O Dio, ti canterò un canto nuovo,
inneggerò a te con l’arpa a dieci corde,
a te, che dai vittoria ai re,
che scampi Davide, tuo servo. R

VANGELO Lc 10, 17-24
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca

In quel tempo. I settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli». In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo». E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono».

Samuele

Come spesso accade le due letture hanno un senso spirituale da leggere in parallelo l’una con l’altra. Israele, che è appena diventato un popolo, che si è appena dato un re, sperimenta subito cosa significa essere “come gli altri popoli”. Avere scelto di essere uno stato come gli altri chiede ad Israele di confrontarsi con gli altri anche sul piano militare. È così che la guerra con i Filistei diventa occasione di un confronto tra due popoli e tra due re. Israele, in questo confronto, capisce subito di avere la peggio. I Filistei non solo sono più numerosi, ma anche più forti e meglio armati, ed hanno affidato la guida dei guerrieri al più forte, al più valoroso, al più “grande”. Un uomo così super-dotato da sembrare come un gigante. Un gigante contro il quale nessuno vuole scendere in campo. Metafora di quella paura che assale Israele quando scopre di essere davanti ad un nemico più valoroso, contro il quale è facile che abbia la peggio. È Dio che fa uscire Israele da questa situazione con un segno. Un segno della sua presenza, della sua benevolenza, del suo amore. Un ragazzo, Davide, uno che gioca ancora con la fionda e con i sassi. Un ragazzo non pronto al combattimento, non ancora nell’età per poter entrare nell’esercito. Sarà proprio costui che sconfiggerà il terribile nemico. Lo farà non con la forza, ma con l’astuzia, e utilizzando la sua fionda e i ciottoli del Giordano. Un ragazzo di fede, che si affida a Dio, un “piccolo” che chiede a Dio la forza per liberare il suo popolo da un terribile nemico.

Vaangelo

Questo è propriamente l’insegnamento del Vangelo. Non più un nemico visibile è di fronte agli apostoli che iniziano la loro missione nel nome del Signore, ma un nemico invisibile. Il nemico per eccellenza è colui che si oppone alla forza di Dio, colui che si oppone alla sua rivelazione, colui che si oppone alla sua benevolenza. I discepoli vanno senza armi, ma con la sola arma della fede e della preghiera contro il nemico delle anime e risultano vittoriosi. Tanto da provocare in loro un grido di esultanza. Esultanza che coinvolge anche Gesù. L’esultanza di Gesù è puramente spirituale: egli si rallegra con il Padre perché ci sono dei “piccoli” che sanno intuire le grandi verità di Dio e della fede e sanno vivere basandosi unicamente su quelle certezze e non su altro. Così Gesù invita a fare sempre, nel corso di tutta la storia, perché ci siano sempre piccoli del Vangelo che sappiano rallegrarsi della sua presenza ed essere portatori del suo santo nome.

Per noi 

È proprio vero, invece, che noi assomigliamo di più agli uomini e ai credenti del Primo Testamento che non a quelli del Vangelo. Anche noi, spesso, guardiamo ai mezzi che abbiamo, alle possibilità concrete che ci sono nella nostra vita per compiere questa o quest’altra impresa. Anche noi guardiamo agli altri come si guarda a dei nemici. Anche noi ci sentiamo un po’ in lotta ora con questo, ora con quest’altro. Insomma, assomigliamo proprio poco a quei piccoli che sanno guardare alle persone, alle cose, alla storia, alla realtà con gli occhi di Dio, comportandosi di conseguenza. La prima grazia da chiedere oggi è proprio questa: Signore, donaci di assomigliare a quei piccoli del Vangelo che sanno esultare nel tuo nome, che sanno seguire la tua parola, che sanno essere pronti a portare altri uomini verso la tua Maestà, per ricevere la tua benedizione.

La seconda grazia da chiedere è quella di essere sempre illuminati da quello spirito di fede che non ci fa contare sulle cose che abbiamo a disposizione, sui mezzi che sono concretamente in nostro possesso, ma ci aiuta a fidarci molto di più di Dio. Oggi c’è bisogno di uomini e di donne così: uomini e donne che sappiano cercare di vivere la loro fede come affidamento a Dio. Credo che il mondo abbia proprio bisogno di questo, non di persone che cercano di affidarsi solo alle cose concrete, o di credenti che creano fazioni e divisioni o che si schierano da una parte o dall’altra. Il mondo di oggi ha bisogno di uomini che sappiano fidarsi di Dio e sappiano riporre in Lui il senso dei loro giorni. Chiediamo che questa fede possa brillare anche tra noi ed essere contagiosa per un vero risveglio delle anime. Allora anche noi saremo tra quei piccoli del Vangelo che sanno accendere in Gesù l’esultanza e lo spirito di benedizione.

2022-07-28T12:09:19+02:00