Venerdì 02 settembre

Settimana della domenica che precede il martirio – venerdì 

La Parola di Dio per questo giorno

LETTURA 1Mac 15, 15-23a. 24
Lettura del primo libro dei Maccabei

In quei giorni. Arrivarono da Roma Numènio e i suoi compagni, portando lettere per i re dei vari paesi. Esse dicevano: «Lucio, console dei Romani, al re Tolomeo, salute! Gli ambasciatori dei Giudei sono giunti a noi come nostri amici e alleati, per rinnovare l’antica amicizia e alleanza, inviati da Simone sommo sacerdote, e dal popolo dei Giudei. Hanno portato uno scudo d’oro di mille mine. Ci è sembrato bene perciò scrivere ai re dei vari paesi, perché non facciano loro del male, né facciano guerra alle loro città o alla loro regione, né combattano insieme a chi entri in guerra con loro. Ci è parso bene accettare da loro lo scudo. Se pertanto uomini pestiferi sono fuggiti dalla loro regione presso di voi, consegnateli a Simone, sommo sacerdote, perché ne faccia giustizia secondo la loro legge». Uguali espressioni scrissero al re Demetrio, ad Àttalo, ad Ariarate e Arsace e a tutti i paesi. Copia di queste lettere scrissero per Simone, sommo sacerdote.

SALMO Sal 66 (67)

Ti lodino i popoli, o Dio, ti lodino i popoli tutti.

Dio abbia pietà di noi e ci benedica,
su di noi faccia splendere il suo volto;
perché si conosca sulla terra la tua via,
la tua salvezza fra tutte le genti. R

Gioiscano le nazioni e si rallegrino,
perché tu giudichi i popoli con rettitudine,
governi le nazioni sulla terra. R

La terra ha dato il suo frutto.
Ci benedica Dio, il nostro Dio,
ci benedica Dio e lo temano
tutti i confini della terra. R

VANGELO Gv 1, 35-42
 Lettura del Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo. Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo sul Signore Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa Maestro –, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio. Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro.

Vangelo

Concludiamo la settimana liturgica, tutta centrata su Giovanni il Battista e sul suo ministero. Oggi nel Vangelo ascoltiamo un altro tratto della predicazione di Giovanni. Un tratto molto meno ruvido, un tratto molto meno difficile da comprendere e comunque molto bello sul quale poter riflettere.

Giovanni ha attorno a sé un folto gruppo di discepoli. Tra questi c’è sicuramente Andrea, ma anche altri. Giovanni tiene a ciascuno di loro, vuole loro bene, esattamente come ogni maestro vuole bene al gruppo dei suoi discepoli. Eppure, quando Giovanni capisce che il Messia è presente, quando sente Gesù che predica, quando vede gli atti del suo ministero, non ha timore di indirizzare a Lui. “Ecco l’agnello di Dio!”, dice apertamente ai discepoli che lo stanno seguendo. Insegnando loro che è il Cristo colui che devono seguire. Non ha paura di mandarli via, non vuole allontanarli! Capisce, nella sua libertà d’animo, che quegli uomini che cercavano il mistero di Dio, devono seguire Gesù perché Egli è venuto per rivelare loro i segreti del Regno di Dio. Giovanni sa di essere “solo” un profeta. Per questo non esita a mandarli da Cristo. È per questo che il discepolo ricorda perfettamente la scena. Quel cambio di maestro, come potremmo definirlo, si è impresso indelebilmente nella sua mente. Egli ha vissuto questo momento come un momento fondativo della vita. Seguendo Cristo ha compreso l’importanza della parola del Battista. Nella immensa gratitudine per ciò che Giovanni ha fatto, è compreso anche questo, la grande libertà con la quale il profeta ha educato i suoi.

Maccabei

Libertà che non c’è nel libro dei Maccabei! La storia ha tutto un altro sapore. Così comprendiamo che il senso delle lettere inviate dai Romani, non risiede in una amicizia leale e libera, ma, piuttosto, nell’interesse economico! Gli inviati di Israele hanno portato fior di soldi a Roma per farsi accreditare. I Romani hanno accettato questo “dono” e si stanno muovendo a loro favore non per nobiltà d’animo, non per gratuità, ma per interesse. Si capisce benissimo come andrà a finire la storia: i Romani saranno “amici” dei Maccabei e dei Giudei in generale fino a quando converrà a loro. Poi, come sappiamo bene, adotteranno ben altra politica. È così che accade ogni volta che si antepongono gli interessi alla nobiltà d’animo. Questo è esattamente il contrario di quello che ha fatto Giovanni, che ha pagato, però, con la vita.

Per noi

Credo che non ci sia bisogno di rilanciare una meditazione così profonda come quella che abbiamo ricevuto in questi giorni rileggendo queste pagine. Forse, come taluni affermano, queste pagine sono difficili. Può essere. Forse, come taluni dicono, non è facile comprendere bene il nesso delle Scritture. Anche questo può essere vero. Tuttavia io credo che il rito ambrosiano che le ha scelte, abbia espresso una grande sapienza e una grande intuizione. Anche attraverso queste pagine il credente viene educato ed è stimolato nella sua crescita di fede. Così penso che, rileggendo tutta questa settimana liturgica, possiamo chiederci:

  • Cosa più ci ha colpito delle pagine che abbiamo ascoltato?
  • Quale nutrimento di fede ci hanno dato?
  • Come cresciamo nella nostra fede?

Così concludiamo anche questa prima lunga sezione del tempo liturgico dopo Pentecoste e fino al martirio di San Giovanni il precursore. Sezione che ci ha permesso di rileggere tutta quanta la storia della salvezza. Ora si apre un’altra sezione, quella che durerà fino alla dedicazione della cattedrale e che sarà connotata in senso più marcatamente cristologico.

Settimana prossima, giovedì, inizierà anche un nuovo anno pastorale. Credo che abbiamo tanti elementi per dire che il Signore continua a parlarci e continua a cercare in tutti noi uomini, donne che sappiano dare sempre più spazio alla preghiera. Il Signore cerca in noi anime attente, che sappiano cercare il suo volto.

Chiediamo questa grazia, terminando questo anno pastorale, perché possiamo essere davvero suoi figli che sanno vivere il Vangelo e sanno cercare quella manifestazione con cui il Regno di Dio, oggi, si rende presente nella storia.

2022-08-24T18:35:42+02:00