Sabato 02 dicembre

Settimana della 3 domenica di Avvento – sabato

La spiritualità di questa settimana

Concludiamo anche questa terza settimana di Avvento che abbiamo dedicato a quella particolare identità del credente che ci chiede di essere come lampade che ardono e che risplendono.

La Parola di questo giorno

LETTURA Ez 13, 1. 17-23
Lettura del profeta Ezechiele

In quei giorni. Mi fu rivolta questa parola del Signore: «Ora tu, figlio dell’uomo, rivolgiti alle figlie del tuo popolo che profetizzano secondo i loro desideri e profetizza contro di loro. Dirai loro: Dice il Signore Dio: Guai a quelle che cuciono nastri a ogni polso e preparano veli di ogni grandezza per le teste, per dar la caccia alle persone. Pretendete forse di dare la caccia alla gente del mio popolo e salvare voi stesse? Voi mi avete disonorato presso il mio popolo per qualche manciata d’orzo e per un tozzo di pane, facendo morire chi non doveva morire e facendo vivere chi non doveva vivere, ingannando il mio popolo che crede alle menzogne. Perciò dice il Signore Dio: Eccomi contro i vostri nastri, con i quali voi date la caccia alla gente come a uccelli; li strapperò dalle vostre braccia e libererò la gente che voi avete catturato come uccelli. Straccerò i vostri veli e libererò il mio popolo dalle vostre mani e non sarà più una preda nelle vostre mani; saprete così che io sono il Signore. Voi infatti avete rattristato con menzogne il cuore del giusto, mentre io non l’avevo rattristato, e avete rafforzato il malvagio perché non desistesse dalla sua vita malvagia e vivesse. Per questo non avrete più visioni false né più spaccerete vaticini: libererò il mio popolo dalle vostre mani e saprete che io sono il Signore».

SALMO Sal 85 (86)

Mostrami, Signore, la tua via.

Custodiscimi perché sono fedele;
tu, Dio mio, salva il tuo servo, che in te confida.
Pietà di me, Signore,
a te grido tutto il giorno. R

Rallegra la vita del tuo servo,
perché a te, Signore, rivolgo l’anima mia.
Grande tu sei e compi meraviglie:
tu solo sei Dio. R

Mostrami, Signore, la tua via,
perché nella tua verità io cammini;
tieni unito il mio cuore,
perché tema il tuo nome. R

Ti loderò, Signore, mio Dio, con tutto il cuore
e darò gloria al tuo nome per sempre,
perché grande con me è la tua misericordia:
hai liberato la mia vita dal profondo degli inferi. R

EPISTOLA Eb 9, 1-10
Lettera agli Ebrei

Fratelli, certo, anche la prima alleanza aveva norme per il culto e un santuario terreno. Fu costruita infatti una tenda, la prima, nella quale vi erano il candelabro, la tavola e i pani dell’offerta; essa veniva chiamata il Santo. Dietro il secondo velo, poi, c’era la tenda chiamata Santo dei Santi, con l’altare d’oro per i profumi e l’arca dell’alleanza tutta ricoperta d’oro, nella quale si trovavano un’urna d’oro contenente la manna, la verga di Aronne, che era fiorita, e le tavole dell’alleanza. E sopra l’arca stavano i cherubini della gloria, che stendevano la loro ombra sul propiziatorio. Di queste cose non è necessario ora parlare nei particolari. Disposte in tal modo le cose, nella prima tenda entrano sempre i sacerdoti per celebrare il culto; nella seconda invece entra solamente il sommo sacerdote, una volta all’anno, e non senza portarvi del sangue, che egli offre per se stesso e per quanto commesso dal popolo per ignoranza. Lo Spirito Santo intendeva così mostrare che non era stata ancora manifestata la via del santuario, finché restava la prima tenda. Essa infatti è figura del tempo presente e secondo essa vengono offerti doni e sacrifici che non possono rendere perfetto, nella sua coscienza, colui che offre: si tratta soltanto di cibi, di bevande e di varie abluzioni, tutte prescrizioni carnali, valide fino al tempo in cui sarebbero state riformate.

VANGELO Mt 18, 21-35
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo

In quel tempo. Pietro si avvicinò al Signore Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette. Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito. Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito. Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello».

Ezechiele

Potremmo chiamarle false profetesse! Oppure erano solo donne che aiutavano i falsi profeti! Fatto sta che il giudizio del profeta è terribile anche per le donne che, con la loro arte, hanno cucito e preparato ciò che i falsi profeti del popolo di Israele hanno chiesto! Esse, comunque sia, sono state donne di poca fede! Ecco perché il giudizio del profeta è implacabile. Un giudizio che dice tutta la purificazione che Cristo, Messia di Dio, verrà a portare al suo popolo. Non ci stupisce il richiamo del profeta, anche se avvertiamo, come sempre, la sua parola come parola dura, come parola difficile, come parola che sferza.

Vangelo

Le parole del profeta si avverano in Cristo, come tutta la Scrittura. Cristo non viene per sferzare, per punire. La parola detta dal profeta si attua, ma in altro modo, con altra e nuova forza. La parola che Cristo pronuncia per tutti è la parola perdono. Anzitutto il perdono che egli viene a dare. Quel perdono che passa attraverso la morte di Croce. Perdono che viene però raccomandato agli uomini. Chi riceve il perdono dei propri peccati, e cioè ogni credente, deve rimettere in gioco questo perdono; non può rimanere egoista chi è stato beneficato dalla Croce di Cristo: ecco il senso della parabola. Il perdono ricevuto deve essere praticato nel nome del Signore. Anzi, la parabola ci ha detto, senza mezzi termini, che il Signore perdona a noi se noi perdoniamo agli altri. Sembra quasi un perdono condizionato! Sappiamo che il Signore perdona gratuitamente e, tuttavia, non possiamo ignorare la richiesta del Signore di rimettere in circolo la forza del perdono. La vera fiamma che deve ardere e risplendere nella vita del credente è, dunque, questa: la forza del perdono. Difatti Giovanni il Battista annunciava il perdono dei peccatori, amministrato da lui nel Giordano ma già segno della realtà che Cristo avrebbe instaurato per sempre.

Ebrei

La lettera agli Ebrei ci ha ricordato, ancora una volta, il confronto tra la prima e la nuova alleanza, facendoci vedere come anche la prima alleanza era tutta indirizzata verso la nuova. I segni della prima alleanza, che erano gelosamente custoditi nel tempio dove erano onorati ogni giorno, già spingevano in questa direzione. La verità di essi è però nella persona di Cristo. Ciò che era detto in figura, ciò che era detto come rimando, viene compiuto da Cristo per un’alleanza eterna e senza confini. Così l’autore della lettera agli Ebrei riassume tutta la predicazione del Primo Testamento, profeti compresi, e di Gesù, insegnando al popolo cristiano che la vera luce che deve ardere e risplendere è solo quella del perdono.

Marana Thà, Vieni Signore Gesù!

Così anche noi possiamo dire:

Marana Tha, vieni Signore Gesù e insegnaci a sottolineare e a far risplendere tutti i gesti di perdono che ci sono nel nostro tempo, nel nostro mondo, nella nostra società, nella nostra Chiesa.

Marana Tha, vieni Signore Gesù, e tieni lontano il nostro cammino da quello di chi vorrebbe trascinarci altrove, lontano da te, dalla forza del perdono. Tieni i nostri passi lontano da chi proclama una giustizia fine a sé stessa. Non farci cadere nelle trame di chi, sotto la bandiera della giustizia, spegne il valore del perdono e la forza della misericordia.

Marana Tha, vieni Signore Gesù e insegnaci a fare il bene che possiamo, convinti, come siamo, che solo nella costante ricerca di te e solo nella forza che viene dalla tua misericordia sono presenti tutte le realtà necessarie perché l’uomo di oggi non si smarrisca nuovamente.

Marana Tha, vieni Signore Gesù!

Provocazioni dalla Parola

  • Mi educo al perdono?
  • Quali gesti di perdono, di comprensione, di amore so offrire?
  • Mi lascio attirare dai giustizialisti che spengono la misericordia?
2023-11-24T12:27:29+01:00