Giovedì 03 febbraio

Settimana della 4 domenica dopo l’Epifania – giovedì

Introduzione / la parola del Papa

Anche oggi, mentre vogliamo adorare con profonda venerazione il mistero della Santissima Eucarestia, vogliamo soffermarci a pensare alla parola PAZIENZA che il Santo Padre ci indica come via da seguire particolarmente in famiglia. Si legge al numero di Amoris Laetitia: Darsi tempo, tempo di qualità, che consiste nell’ascoltare con pazienza e attenzione, finché l’altro abbia espresso tutto quello che aveva bisogno di esprimere. Questo richiede l’ascesi di non incominciare a parlare prima del momento adatto. Invece di iniziare ad offrire opinioni o consigli, bisogna assicurarsi di aver ascoltato tutto quello che l’altro ha la necessità di dire. Questo implica fare silenzio interiore per ascoltare senza rumori nel cuore e nella mente: spogliarsi di ogni fretta, mettere da parte le proprie necessità e urgenze, fare spazio. Molte volte uno dei coniugi non ha bisogno di una soluzione ai suoi problemi ma di essere ascoltato. Deve percepire che è stata colta la sua pena, la sua delusione, la sua paura, la sua ira, la sua speranza, il suo sogno”.

La Parola di Dio per questo giorno

LETTURA Sir 26, 1-16
Lettura del libro del Siracide

Fortunato il marito di una brava moglie, il numero dei suoi giorni sarà doppio. Una donna valorosa è la gioia del marito, egli passerà in pace i suoi anni. Una brava moglie è davvero una fortuna, viene assegnata a chi teme il Signore. Ricco o povero, il suo cuore è contento, in ogni circostanza il suo volto è gioioso. Di tre cose il mio cuore ha paura, e per la quarta sono spaventato: una calunnia diffusa in città, un tumulto di popolo e una falsa accusa, sono cose peggiori della morte; ma crepacuore e lutto è una donna gelosa di un’altra, il flagello della sua lingua fa presa su tutti. Giogo di buoi sconnesso è una cattiva moglie, chi la prende è come chi afferra uno scorpione. Motivo di grande sdegno è una donna che si ubriaca, non riuscirà a nascondere la sua vergogna. Una donna sensuale ha lo sguardo eccitato, la si riconosce dalle sue occhiate. Fa’ buona guardia a una figlia sfrenata, perché non ne approfitti, se trova indulgenza. Guàrdati dalla donna che ha lo sguardo impudente, non meravigliarti se poi ti fa del male. Come un viandante assetato apre la bocca e beve qualsiasi acqua a lui vicina, così ella siede davanti a ogni palo e apre a qualsiasi freccia la faretra. La grazia di una donna allieta il marito, il suo senno gli rinvigorisce le ossa. È un dono del Signore una donna silenziosa, non c’è prezzo per una donna educata. Grazia su grazia è una donna pudica, non si può valutare il pregio di una donna riservata. Il sole risplende nel più alto dei cieli, la bellezza di una brava moglie nell’ornamento della casa.

SALMO Sal 127 (128)

Benedetta la casa che teme il Signore.

Beato chi teme il Signore
e cammina nelle sue vie.
Della fatica delle tue mani ti nutrirai,
sarai felice e avrai ogni bene. R

La tua sposa come vite feconda
nell’intimità della tua casa;
i tuoi figli come virgulti d’ulivo
intorno alla tua mensa. R

Ecco com’è benedetto
l’uomo che teme il Signore.
Ti benedica il Signore da Sion.
Possa tu vedere il bene di Gerusalemme
tutti i giorni della tua vita! R

VANGELO Mc 6, 33-44
✠ Lettura del Vangelo secondo Marco

In quel tempo. Molti videro partire il Signore Gesù e gli apostoli e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose. Essendosi ormai fatto tardi, gli si avvicinarono i suoi discepoli dicendo: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congedali, in modo che, andando per le campagne e i villaggi dei dintorni, possano comprarsi da mangiare». Ma egli rispose loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Gli dissero: «Dobbiamo andare a comprare duecento denari di pane e dare loro da mangiare?». Ma egli disse loro: «Quanti pani avete? Andate a vedere». Si informarono e dissero: «Cinque, e due pesci». E ordinò loro di farli sedere tutti, a gruppi, sull’erba verde. E sedettero, a gruppi di cento e di cinquanta. Prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero a loro; e divise i due pesci fra tutti. Tutti mangiarono a sazietà, e dei pezzi di pane portarono via dodici ceste piene e quanto restava dei pesci. Quelli che avevano mangiato i pani erano cinquemila uomini.

Vangelo

Sembra proprio che tutta la scena del Vangelo sia impostata sulla pazienza. C’è la pazienza dei discepoli che accompagnano il Signore Gesù. C’è la pazienza della gente che cerca di indovinare dove il Signore abbia deciso di andare e, intuendolo, si precipita dove si trova Gesù. C’è, soprattutto la pazienza di Gesù. Egli avrebbe desiderato avere un po’ di tempo per sé, per stare con i discepoli. Eccolo invece impegnato a predicare, ancora una volta, perché la gente appare ai suoi occhi come un insieme di “pecore che non hanno un pastore”. Predicazione corposa quella di Gesù se, giunti a sera, la gente si trova ancora lì dove hanno intercettato Gesù. La gente ha pazienza, lo ascolta, quasi non si preoccupa di mangiare. È Gesù che intuisce il loro desiderio di avere anche del cibo, ora che si è nutrito lo spirito. I discepoli, con pazienza sarebbero anche disposti ad andare a prendere duecento denari di pane, ammesso di avere i soldi e trovare così tanto. Ma tutto ciò non occorre. A Gesù basta che la gente abbia pazienza, si fidi di lui, dia ascolto alle indicazioni del discepolo, che chiede di sedere sull’erba a gruppi. Nessuno, pare, si lamenti, eppure sarebbe stata quella l’ora di andare, piuttosto di fretta, per comprare qualcosa, non certo quella di sedere in un luogo deserto! Poi c’è ancora la pazienza del discepolo, che si mette a disposizione per servire, per portare quei pani e quei pesci che si moltiplicano e che non finiscono mai, a tutti. Come pure, poi, la pazienza di raccogliere i pezzi avanzati. Per un gruppo numeroso di persone che mangia c’è un gruppetto di servitori che si dispone a fare quanto Gesù chiede, con pazienza. Il tutto nasce da un ascolto attento di quello che il Signore ha detto e da una valorizzazione sincera dei suoi gesti.

Per noi

Tornano le parole del Papa: darsi tempo di qualità; procedere ad un ascolto attento e non formale; lasciare che l’altro abbia espresso tutti i suoi desideri e tutto ciò che deve dire; vivere l’ascesi del non parlare sopra l’altro; spogliarsi della fretta per fare spazio. È così che Gesù insegna ai discepoli ad ascoltare gli altri con pazienza, per intuire i loro desideri, accettare i loro sfoghi, anche di rabbia, intuire le loro potenzialità.

  • Noi facciamo così?
  • Abbiamo questo dono di pazienza che ci permette di fare tutte queste cose?
  • Siamo così delicati nell’ascolto e così pazienti?

Io credo che tutti, e forse in particolar modo i ragazzi giovani, facciamo molta fatica a vivere questa pazienza. Magari preferiamo non ascoltare, magari preferiamo parlare sopra gli altri, magari non ci interessano né gli sfoghi degli altri né tantomeno sapere quali sono i loro desideri, cosa è presente nel cuore e nella mente degli altri… Insomma, non abbiamo poi tutti e non abbiamo poi tanto questa dose di pazienza! Credo che questa sera il Signore non ci chieda di avere pazienza solamente come frutto di un’ascesi, ma ci stia dicendo di imparare da Lui, che ascolta, sostiene, esorta, condivide e, qualche volta, anche ha saputo rimproverare per rilanciare il discorso. La meditazione sulla pazienza non deve essere un invito a fare di più, a fare meglio, a stringere i denti, ma a guardare a Gesù per imparare da lui che è mite ed umile di cuore. Questo è il cuore di ogni discorso sulla pazienza.

Credo che sia proprio vero quello che dice il Papa, ovvero che ciascuno di noi, in fondo, chiede solo di essere ascoltato.

Messa serale.

Forse anche voi, ragazzi, chiedete questo a noi adulti e forse non tutti gli adulti che incontrate sono disposti a darvi quanto chiedete. Forse, però, anche voi non siete pronti ad ascoltare sempre con attenzione, o tutto, o tutti quelli che avrebbero voglia di parlare con voi e anche voi, a volte avete trucchi, scuse, stratagemmi, per non avere la pazienza di ascoltare!

Io vi chiedo, questa sera, di avere questa pazienza. Dopo la S. Messa fermatevi alcuni istanti per provare a parlare con Gesù. Ci sarà l’Eucarestia, il Sacramento a cui questo Vangelo rimanda, esposta solennemente. Provate a dire qualcosa al Signore. Provate a mettere nelle sue mani un vostro desiderio, o un vostro sfogo, o una vostra paura. Il Signore è qui per ascoltarci! Lui la pazienza ce l’ha!

Provate, magari anche voi diventerete un po’ più pazienti nell’ascoltare e questo farà di voi degli uomini e delle donne forti, specialmente nelle vostre famiglie.

2022-01-27T14:19:23+01:00