Settimana della 4 domenica dopo l’Epifania – venerdì
Introduzione / la parola del Papa
Anche in questo giorno dedicato alle giornate eucaristiche, vogliamo tenere presente una parola di Amoris Laetitia che ci può aiutare a pregare davanti al Signore per noi e per le nostre famiglie. La parola di oggi è TUTTA LA VITA, TUTTO IN COMUNE. “Dopo l’amore che ci unisce a Dio, l’amore coniugale è la «più grande amicizia». È un’unione che possiede tutte le caratteristiche di una buona amicizia: ricerca del bene dell’altro, reciprocità, intimità, tenerezza, stabilità, e una somiglianza tra gli amici che si va costruendo con la vita condivisa. Però il matrimonio aggiunge a tutto questo un’esclusività indissolubile, che si esprime nel progetto stabile di condividere e costruire insieme tutta l’esistenza. Questa peculiare amicizia tra un uomo e una donna acquista un carattere totalizzante che si dà unicamente nell’unione coniugale. Proprio perché è totalizzante questa unione è anche esclusiva, fedele e aperta alla generazione. Si condivide ogni cosa, compresa la sessualità, sempre nel reciproco rispetto. Il Concilio Vaticano II lo ha affermato dicendo che «un tale amore, unendo assieme valori umani e divini, conduce gli sposi al libero e mutuo dono di sé stessi, che si esprime mediante sentimenti e gesti di tenerezza e pervade tutta quanta la vita dei coniugi”. (123 e 125)
La Parola di Dio per questo giorno
LETTURA Sir 37, 1-6
Lettura del libro del Siracide
Ogni amico dice: «Anch’io sono amico», ma c’è chi è amico solo di nome. Non è forse un dolore mortale un compagno e amico che diventa nemico? O inclinazione al male, come ti sei insinuata per ricoprire la terra di inganni? C’è chi si rallegra con l’amico quando tutto va bene, ma al momento della tribolazione gli è ostile. C’è chi si affligge con l’amico per amore del proprio ventre, ma di fronte alla battaglia prende lo scudo. Non dimenticarti dell’amico nell’animo tuo, non scordarti di lui nella tua prosperità.
SALMO Sal 54 (55)
Il Signore non permetterà che il giusto vacilli.
Dentro di me si stringe il mio cuore,
piombano su di me terrori di morte.
Mi invadono timore e tremore
e mi ricopre lo sgomento. R
Ecco, errando, fuggirei lontano,
abiterei nel deserto.
In fretta raggiungerei un riparo
dalla furia del vento, dalla bufera. R
Se mi avesse insultato un nemico, l’avrei sopportato;
se fosse insorto contro di me un avversario,
da lui mi sarei nascosto.
Ma tu, mio compagno, mio intimo amico,
legato a me da dolce confidenza!
Camminavamo concordi verso la casa di Dio. R
Io invoco Dio e il Signore mi salva.
Di sera, al mattino, a mezzogiorno
vivo nell’ansia e sospiro,
ma egli ascolta la mia voce; R
In pace riscatta la mia vita
da quelli che mi combattono:
Dio ascolterà e li umilierà,
egli che domina da sempre;
essi non cambiano e non temono Dio. R
VANGELO Mc 7, 1-13
✠ Lettura del Vangelo secondo Marco
In quel tempo. Si riunirono attorno al Signore Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme. Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?». Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto: “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini”. Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini». E diceva loro: «Siete veramente abili nel rifiutare il comandamento di Dio per osservare la vostra tradizione. Mosè infatti disse: “Onora tuo padre e tua madre”, e: “Chi maledice il padre o la madre sia messo a morte”. Voi invece dite: “Se uno dichiara al padre o alla madre: Ciò con cui dovrei aiutarti è ‘korbàn’, cioè offerta a Dio”, non gli consentite di fare più nulla per il padre o la madre. Così annullate la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. E di cose simili ne fate molte».
Vangelo
Non solo gli antichi farisei e scribi, ma tutti gli uomini, hanno un insieme di tradizioni che portano avanti per tutta la vita. Anche noi, credo, abbiamo qualcosa del genere. Abitudini, modi di dire, di fare, oppure tradizioni che si vivono a ridosso delle feste… c’è tutto un insieme di cose, c’è tutto un insieme di tradizioni che, davvero, diventa eterno. Così era anche al tempo di Gesù, tanto che il mancato rispetto di norme e tradizioni diventava occasione per gridare allo scandalo, occasione per dire che, trasgredendo le tradizioni, si andava direttamente contro Dio! Gesù invita a ragionare e a riflettere. Ciò che conta sopra ogni cosa non è la tradizione, ovvero il modo con il quale si esprime l’amore per Dio, ma lo stesso amore di Dio! Ecco perché norme e tradizioni possono essere cambiate, mentre non dovrebbe mai cambiare l’amore per Dio, di cui anche il comandamento è un’espressione. Gesù pone una domanda molto seria, sottesa al suo discorso. A cosa servono i comandamenti? Essi vorrebbero essere una guida per l’anima, perché nessuno si perda e perché tutti si impari a lodare il nome di Dio. Ma quando le norme e i comandamenti diventano leggi sterili, ecco che non si capisce più la loro funzione, ed ecco che tutto si trasforma in un insieme di norme rigide, senz’anima, senza più significato.
Gesù prende poi come riferimento il 4° comandamento. L’amore per la famiglia dovrebbe essere sacro. La vicinanza alla famiglia dovrebbe essere cosa santa. Eppure, già ai tempi, Gesù incontrava persone che non avevano nessuna idea della sacralità dell’unione della famiglia. Capita così che i matrimoni si rompano, i genitori non rispettino i figli e viceversa, i figli non rispettino i genitori, magari quando questi hanno più bisogno della loro presenza e della loro vicinanza.
Gesù richiama il valore di quel “per sempre”, di quel “per tutta la vita”, di quel “tutto in comune” che ha un valore particolare per i coniugi, che si sono anche promessi questa reciproca fedeltà, ma vale per tutta la famiglia. Sono i rapporti della famiglia ad essere sacri, sono i rapporti tra le generazioni a dover costituire un baluardo, sempre, in ogni tempo, contro qualsiasi difficoltà e qualsiasi attentato all’idea di famiglia stessa. Realtà difficile da capire allora, come oggi. Intimità, tenerezza, sostegno reciproco e tutte le altre raccomandazioni che il Papa ha proposto, dovrebbero partire proprio da questa sacralità della famiglia.
Per noi
Anche noi, come a tutti sarà capitato di constatare, facciamo molta fatica a comprendere questa verità e queste raccomandazioni. In realtà potrebbe essere capitato a noi stessi di perdere di vista queste verità e potremmo essere proprio noi le persone per le quali le parole del Papa e la Parola di Dio valgono, oggi, come un richiamo.
- Che idea della sacralità della famiglia abbiamo?
- Siamo disposti al sostegno reciproco in famiglia, per non perdere quella sacralità di umanità di cui tutti abbiamo bisogno?
Nel mezzo delle nostre giornate eucaristiche, io credo che sia proprio questa la preghiera da fare, con insistenza, al Signore, perché magari cessino anche norme e tradizioni del passato, ma emerga un più chiaro amore per la famiglia e un desiderio più forte di vivere bene in ogni famiglia. Chiediamo al Signore di ricordare a tutti che c’è un “per sempre”, c’è un “per tutta la vita”, c’è un “tutto in comune” che noi cristiani siamo chiamati a mettere in campo come testimonianza per tutti. Se nelle famiglie cristiane si vivesse con gioia e in questa semplicità, io credo che molti si interrogherebbero sul perché i cristiani sono così rispettosi della famiglia e dei suoi legami. Se questo non accade è perché anche noi abbiamo perso l’idea di sacralità di tutte queste realtà.
Offriamo la nostra preghiera e intercediamo per tutti perché la sacralità della famiglia trionfi anche in mezzo a noi.