Settimana autentica – lunedì santo
La spiritualità di questo giorno di quaresima
Inizia, come tutti sappiamo, quella settimana che è chiamata “autentica” perché in essa rivivremo tutti e singoli i momenti fondamentali della Pasqua del Signore, dalla sua preghiera, al suo arresto, alla sua morte e risurrezione. Anche in questi primi giorni scelgo di commentare il solo Vangelo, perché ci porti al cuore di questo Triduo.
La Parola di questo giorno
GIOBBE 1, 6-22
Inizia la lettura del libro di Giobbe
In quei giorni. I figli di Dio andarono a presentarsi al Signore e anche Satana andò in mezzo a loro. Il Signore chiese a Satana: «Da dove vieni?». Satana rispose al Signore: «Dalla terra, che ho percorso in lungo e in largo». Il Signore disse a Satana: «Hai posto attenzione al mio servo Giobbe? Nessuno è come lui sulla terra: uomo integro e retto, timorato di Dio e lontano dal male». Satana rispose al Signore: «Forse che Giobbe teme Dio per nulla? Non sei forse tu che hai messo una siepe intorno a lui e alla sua casa e a tutto quello che è suo? Tu hai benedetto il lavoro delle sue mani e i suoi possedimenti si espandono sulla terra. Ma stendi un poco la mano e tocca quanto ha, e vedrai come ti maledirà apertamente!». Il Signore disse a Satana: «Ecco, quanto possiede è in tuo potere, ma non stendere la mano su di lui». Satana si ritirò dalla presenza del Signore. Un giorno accadde che, mentre i suoi figli e le sue figlie stavano mangiando e bevendo vino in casa del fratello maggiore, un messaggero venne da Giobbe e gli disse: «I buoi stavano arando e le asine pascolando vicino ad essi. I Sabei hanno fatto irruzione, li hanno portati via e hanno passato a fil di spada i guardiani. Sono scampato soltanto io per raccontartelo». Mentre egli ancora parlava, entrò un altro e disse: «Un fuoco divino è caduto dal cielo: si è appiccato alle pecore e ai guardiani e li ha divorati. Sono scampato soltanto io per raccontartelo». Mentre egli ancora parlava, entrò un altro e disse: «I Caldei hanno formato tre bande: sono piombati sopra i cammelli e li hanno portati via e hanno passato a fil di spada i guardiani. Sono scampato soltanto io per raccontartelo». Mentre egli ancora parlava, entrò un altro e disse: «I tuoi figli e le tue figlie stavano mangiando e bevendo vino in casa del loro fratello maggiore, quand’ecco un vento impetuoso si è scatenato da oltre il deserto: ha investito i quattro lati della casa, che è rovinata sui giovani e sono morti. Sono scampato soltanto io per raccontartelo». Allora Giobbe si alzò e si stracciò il mantello; si rase il capo, cadde a terra, si prostrò e disse: «Nudo uscii dal grembo di mia madre, e nudo vi ritornerò. Il Signore ha dato, il Signore ha tolto, sia benedetto il nome del Signore!». In tutto questo Giobbe non peccò e non attribuì a Dio nulla di ingiusto.
SALMO Sal 118 (119), 153-160
Dammi vita, o Dio, secondo il tuo amore
Vedi la mia miseria e liberami,
perché non ho dimenticato la tua legge.
Difendi la mia causa e riscattami,
secondo la tua promessa fammi vivere. R
Lontana dai malvagi è la salvezza,
perché essi non ricercano i tuoi decreti.
Grande è la tua tenerezza, Signore:
fammi vivere secondo i tuoi giudizi. R
Molti mi perseguitano e mi affliggono,
ma io non abbandono i tuoi insegnamenti.
Ho visto i traditori e ne ho provato ribrezzo,
perché non osservano la tua promessa. R
Vedi che io amo i tuoi precetti:
Signore, secondo il tuo amore dammi vita.
La verità è fondamento della tua parola,
ogni tuo giusto giudizio dura in eterno. R
TOBIA 3, 7-15; 4, 1-3a. 20 – 5, 3
Inizia la lettura del libro di Tobia
In quei giorni. A Sara, figlia di Raguele, abitante di Ecbàtana, nella Media, capitò di sentirsi insultare da parte di una serva di suo padre, poiché lei era stata data in moglie a sette uomini, ma Asmodeo, il cattivo demonio, glieli aveva uccisi, prima che potessero unirsi con lei come si fa con le mogli. A lei appunto disse la serva: «Sei proprio tu che uccidi i tuoi mariti. Ecco, sei già stata data a sette mariti e neppure di uno hai potuto portare il nome. Perché vorresti colpire noi, se i tuoi mariti sono morti? Vattene con loro e che da te non dobbiamo mai vedere né figlio né figlia». In quel giorno dunque ella soffrì molto, pianse e salì nella stanza del padre con l’intenzione di impiccarsi. Ma, tornando a riflettere, pensava: «Che non insultino mio padre e non gli dicano: “La sola figlia che avevi, a te assai cara, si è impiccata per le sue sventure”. Così farei precipitare con angoscia la vecchiaia di mio padre negli inferi. Meglio per me che non mi impicchi, ma supplichi il Signore di farmi morire per non sentire più insulti nella mia vita». In quel momento stese le mani verso la finestra e pregò: «Benedetto sei tu, Dio misericordioso, e benedetto è il tuo nome nei secoli. Ti benedicano tutte le tue opere per sempre. Ora a te innalzo il mio volto e i miei occhi. Comanda che io sia tolta dalla terra, perché non debba sentire più insulti. Tu sai, Signore, che sono pura da ogni contatto con un uomo e che non ho disonorato il mio nome né quello di mio padre nella terra dell’esilio. Io sono l’unica figlia di mio padre. Egli non ha altri figli che possano ereditare, né un fratello vicino né un parente per il quale io possa serbarmi come sposa. Già sette mariti ho perduto: perché dovrei vivere ancora? Se tu non vuoi che io muoia, guarda a me con benevolenza: che io non senta più insulti». [In quel giorno Tobi si ricordò del denaro che aveva depositato presso Gabaèl a Rage di Media e disse in cuor suo: «Ecco che io ho invocato la morte: perché dunque non dovrei chiamare mio figlio Tobia e informarlo, prima di morire, di questa somma di denaro?». Chiamò il figlio e gli disse: «Ora, figlio, ti comunico che ho depositato dieci talenti d’argento presso Gabaèl, figlio di Gabri, a Rage di Media. Non temere, figlio, se siamo diventati poveri. Tu hai una grande ricchezza se avrai il timore di Dio, se rifuggirai da ogni peccato e farai ciò che piace al Signore, tuo Dio». Allora Tobia rispose al padre: «Quanto mi hai comandato io farò, o padre. Ma come potrò riprendere la somma, dal momento che lui non conosce me, né io conosco lui? Che segno posso dargli, perché mi riconosca, mi creda e mi consegni il denaro? Inoltre non sono pratico delle strade da prendere per andare in Media». Rispose Tobi a suo figlio Tobia: «Mi ha dato un documento autografo e anch’io gli ho apposto il mio autografo: lo divisi in due parti e ne prendemmo ciascuno una parte; la sua parte la lasciai presso di lui con il denaro. Sono ora vent’anni da quando ho depositato quella somma. Cércati dunque, o figlio, un uomo di fiducia che si metta in viaggio con te. Lo pagheremo per tutto il tempo fino al tuo ritorno. Va’ dunque da Gabaèl a ritirare il denaro».]
VANGELO Lc 21, 34-36
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca
In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai suoi discepoli: «State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».
Vangelo
“State attenti a voi stessi”. È il primo invito che riceviamo dal Vangelo di oggi. Possiamo rileggerlo proprio in vista dei giorni santi che siamo chiamati a vivere. Noi tutti siamo chiamati a stare attenti. Attenti alla nostra vita interiore, attenti alla nostra anima. Ci sono molti modi per vivere la settimana santa. Molti di noi vivranno i primi giorni immersi nelle faccende quotidiane. Molti di noi approfitteranno poi dei giorni santi per un’uscita, una vacanza. Il Vangelo ci dice di porre attenzione, qualsiasi cosa faremo, alla vita interiore, all’anima. Credo che questo sia il primo e più importante invito al quale prestare attenzione. Dipende non da cosa faremo ma da noi il tenore di questa settimana. Non saranno gli eventi esterni a condizionarci, ma la decisione che prenderemo in ordine a come vivere, dal punto di vista spirituale, questi giorni prossimi.
“… che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze, affanni della vita”. Quanti battezzati vivranno la Pasqua così? Quanti battezzati passeranno i giorni più santi dell’anno in dissipazioni ed ubriachezze e affanni della vita? Io credo moltissimi. Moltissimi battezzati approfitteranno della Pasqua per vivere momenti di vacanza, di stacco, spensierati… Non credo sia questo l’invito del Vangelo! Impariamo a non lasciar passare questi giorni invano! Impariamo a fare in modo che questi giorni abbiano tutto l’ardore della santità e lasciamo che ci richiamino ad essa!
“Vegliate, in ogni momento, pregando”. Ecco la proposta in positivo per i prossimi giorni. I giorni della settimana santa devono essere giorni di preghiera, giorni di veglia, giorni di incontro con il mistero di Cristo. Il credente vive questa settimana così, come un’occasione per vivere profondamente la propria fede. Quest’anno, lo abbiamo ripetuto molte volte, siamo proprio nell’anno della preghiera. La proposta che vorrei fare a tutti è proprio quella di giorni più santi del solito, di giorni nei quali imparare a dare risalto e rilievo alla spiritualità. Il Triduo pasquale non è cosa normale, non deve passare come un tempo normale. Facciamo davvero in modo che ci sia attenzione e decisione per viverlo nel modo più santo possibile.
“Perché abbiate la forza di comparire davanti al Figlio dell’uomo”. Un giorno ci servirà anche questa forza, che speriamo di avere nella grazia dello Spirito Santo. Ma anche i giorni del Triduo richiedono forza. Occorre una certa forza spirituale per rimanere in preghiera con il Signore. Occorre una certa forza spirituale per rimanere nel cenacolo, o sul Calvario o sotto la Croce. Già da oggi dobbiamo chiedere questa forza, altrimenti rischiamo che la celebrazione del Triduo passi sopra di noi senza lasciare traccia in noi.
Il nostro cammino di fede
Credo davvero che ci siano molti modi diversi di vivere la Pasqua. Il Signore lo sa bene, perché è sempre stato così. Così come nella “sua” Pasqua, molta gente venne a Gerusalemme per il culto, altri solo per vedere la grande città nei giorni della festa, altri come stranieri, altri per fare affari… Ci fu anche chi vide la sua passione ma non si interrogò, ci fu chi sentì parlare di Lui e della sua passione, ma non si interessò. Ci sono, poi, amici, discepoli, donne che, come vedremo, vissero quella Pasqua in modo del tutto singolare. Dipende da noi che Pasqua passeremo. Dipende da noi quale santità metteremo nei giorni che ci stanno davanti. Dipende da noi se questi giorni saranno un richiamo per la nostra fede o se, invece, saranno semplicemente come altri giorni, come altri momenti della vita. Credo che il compito di questo primo giorno feriale della settimana santa sia semplicemente quello di fungere da richiamo. Un richiamo forte, serio, impegnativo, perché tutti noi possiamo decidere come vivere i prossimi giorni, nelle attività che abbiamo già programmato e che accompagneranno questi giorni santi. Spero vivamente che per tutti noi che cerchiamo di vivere un itinerario spirituale forte, ci sia grande attenzione alla preghiera, alla meditazione, alla contemplazione. Se non siamo noi i primi a vivere queste dimensioni della fede, chi dovrà farlo? Chiediamo questa grazia per intercessione della beata Vergine Maria. Lei è anche l’Addolorata, la donna che fu sotto la Croce, la donna che vide il Figlio morire su di essa, la donna che pianse sul sepolcro. A lei chiediamo di vivere qualcosa dell’intensità dei suoi giorni, per essere poi partecipi della gioia della risurrezione.
Intenzioni di preghiera
Preghiamo perché tutti noi viviamo con intensità il Triduo.
Con una viva intercessione preghiamo per tutti coloro che non vivranno una Pasqua cristiana, per tutti i battezzati che, nei giorni più santi dell’anno, vivranno senza un pensiero per Cristo, sfruttando le occasioni della vita, ma non quelle dello spirito. Preghiamo per tutti coloro che hanno spento, nel proprio cuore, il desiderio dell’incontro con il Signore. Preghiamo perché tutti impariamo a vivere al meglio che possiamo questi giorni santi. È il nostro spirito che sarà rinfrancato in essi.