Settimana della 5 domenica di Pasqua – venerdì – Santi Filippo e Giacomo
La spiritualità di questa settimana
Oggi, come tutti sappiamo, è il giorno nel quale, secondo la tradizione, venne ritrovata la reliquia della Sacra Spina ad opera di San Carlo. Oggi è per noi un giorno solenne nel quale vogliamo onorare questa reliquia mentre celebriamo la festa dei santi Filippo e Giacomo.
La Parola di questo giorno
LETTURA At 1, 12-14
Lettura degli Atti degli Apostoli
Dopo che Gesù fu assunto in Cielo, gli apostoli ritornarono a Gerusalemme dal monte detto degli Ulivi, che è vicino a Gerusalemme quanto il cammino permesso in giorno di sabato. Entrati in città, salirono nella stanza al piano superiore, dove erano soliti riunirsi: vi erano Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo figlio di Alfeo, Simone lo Zelota e Giuda figlio di Giacomo. Tutti questi erano perseveranti e concordi nella preghiera, insieme ad alcune donne e a Maria, la madre di Gesù, e ai fratelli di lui.
SALMO Sal 18 (19)
Risuona in tutto il mondo la parola di salvezza.
Oppure Alleluia, alleluia, alleluia.
I cieli narrano la gloria di Dio,
l’opera delle sue mani annuncia il firmamento.
Il giorno al giorno ne affida il racconto
e la notte alla notte ne trasmette notizia. R
Senza linguaggio, senza parole,
senza che si oda la loro voce,
per tutta la terra si diffonde il loro annuncio
e ai confini del mondo il loro messaggio. R
EPISTOLA 1Cor 4, 9-15
Prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
Fratelli, ritengo che Dio abbia messo noi, gli apostoli, all’ultimo posto, come condannati a morte, poiché siamo dati in spettacolo al mondo, agli angeli e agli uomini. Noi stolti a causa di Cristo, voi sapienti in Cristo; noi deboli, voi forti; voi onorati, noi disprezzati. Fino a questo momento soffriamo la fame, la sete, la nudità, veniamo percossi, andiamo vagando di luogo in luogo, ci affatichiamo lavorando con le nostre mani. Insultati, benediciamo; perseguitati, sopportiamo; calunniati, confortiamo; siamo diventati come la spazzatura del mondo, il rifiuto di tutti, fino ad oggi. Non per farvi vergognare vi scrivo queste cose, ma per ammonirvi, come figli miei carissimi. Potreste infatti avere anche diecimila pedagoghi in Cristo, ma non certo molti padri: sono io che vi ho generato in Cristo Gesù mediante il Vangelo.
VANGELO Gv 14, 1-14
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via». Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò».
Vangelo
Non sappiamo molto dei santi che oggi onoriamo.
Di Filippo ci rimangono soprattutto queste parole, oltre al ricordo che lo associa a Sant’Andrea nel miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci. Parole bellissime quelle del Vangelo di oggi perché ci dicono della maturità spirituale che progressivamente entra in San Filippo. Egli ha seguito Gesù, lo ha sentito parlare, ha visto i suoi miracoli, per straordinaria esperienza di grazia ha potuto godere della sua compagnia. È per questo che è cresciuto in lui il desiderio di vedere il volto di Dio Padre. Dal momento che Gesù sempre fa riferimento al Padre, Filippo ha suscitato, nel suo cuore, questo desiderio. Ecco perché ne parla apertamente con Gesù. Anche la risposta del Signore è precisa. Chi sta con lui, chi lo vede agire, chi ascolta la sua predicazione e, soprattutto, chi prenderà parte al suo mistero pasquale, non sta già facendo altro che vedere il volto del Padre che si rivela attraverso di Lui. La vera e ultima contemplazione sarà quella della vita eterna, ultimo dono per chi avrà vissuto la vita alla sequela del Figlio.
Il desiderio di Filippo, dunque, è stato accolto solo in parte. Gesù lo comprende molto bene, Lui stesso prova nostalgia nella lontananza dal Padre, ma, con altrettanta forza di verità, insegna che vedere il Padre è possibile solo nell’eternità beata.
Anche di Giacomo non sappiamo poi troppo. Sappiamo che era il figlio di Alfeo e di una Maria, una delle donne che stavano con Maria la Madre. Sappiamo che era chiamato “fratello del Signore” ovvero che era parente di Gesù, probabilmente il cugino. Sappiamo che resse la Chiesa di Gerusalemme nei primi decenni e che il suo compito fu di singolare importanza perché fu il grande mediatore di tante questioni aperte in quel tempo. Da lui dovremmo imparare proprio questa capacità di mediazione.
A Maria
Anche oggi voglio pensare in modo del tutto particolare alla beata Vergine Maria. Anch’ella ha vissuto del desiderio di vedere Dio, come credente, anzitutto. Poi, nei mesi della gestazione, sicuramente ha desiderato di vedere il volto di quel bambino che portava nel grembo e chissà quante volte anche lei si sarà chiesta a chi avrebbe somigliato una volta nato. Chissà quante volte, in assenza del Signore, durante il suo ministero, avrà desiderato vedere il volto di suo figlio. Chissà quante volte, dopo la sua risurrezione, avrà anelato al giorno beato in cui lo avrebbe rivisto per sempre, insieme al volto del Padre. Credo che anche Maria ci stia dicendo che desiderare di vedere il volto di Dio è cosa nobile e dovrebbe corrispondere al desiderio di fede da avere nel cuore per tutta la vita.
Per noi e per il nostro cammino di fede
Il desiderio di vedere il volto di Dio dovrebbe essere anche in noi. Noi oggi guarderemo alla reliquia della Sacra Spina. Forse con curiosità, forse con attenzione, forse anche con qualche dubbio nel cuore. Io credo, però, che guardare a questa reliquia significhi proprio desiderare di vedere il volto di Gesù. Chissà dove era collocata, chissà in quale punto della corona era veramente, chissà dove avrà ferito il capo del Signore Gesù. Noi non lo sappiamo. Eppure, guardando la Sacra Spina, credo che tutti dovremmo crescere proprio nel desiderio di vedere il volto di Gesù e il volto di Dio. La contemplazione di questa reliquia non deve essere fine a sé stessa. Noi attraverso di essa dobbiamo risalire a Gesù, perché è a Lui che essa ci deve portare. Credo che oggi la preghiera che tutti dovremmo avere nel cuore sia proprio questa.
Proeghiera
Signore,
come ogni anno siamo riuniti qui,
dinanzi alla Sacra Spina che ferì il tuo capo.
Donaci, Signore, il desiderio di arrivare a Te,
donaci il desiderio di vedere il tuo volto,
donaci di vedere il volto del Padre,
perché possiamo gustare dell’eternità beata
che Tu ci prometti.
Amen