Lunedì 04 aprile

Settimana della 5 domenica di quaresima – lunedì 

La paura di scoprire l’identità

La domanda: chi sono io? È una di quelle questioni centrali della vita che occupano la riflessione di tutti. Nell’età giovanile è legata alla scoperta della propria unicità e della propria missione, ovvero il senso della vita di cui abbiamo già parlato. In altre età della vita diventa una verifica su quello che si è potuto o saputo fare. La paura di scoprire la propria identità nei diversi momenti della vita è, quindi, centrale per tutti.

La Parola di Dio per questo giorno

GENESI 37, 2a-b; 39, 1-6b
Lettura del libro della Genesi

Questa è la discendenza di Giacobbe. Giuseppe all’età di diciassette anni pascolava il gregge con i suoi fratelli. Giuseppe era stato portato in Egitto, e Potifàr, eunuco del faraone e comandante delle guardie, un Egiziano, lo acquistò da quegli Ismaeliti che l’avevano condotto laggiù. Il Signore fu con Giuseppe: a lui tutto riusciva bene e rimase nella casa dell’Egiziano, suo padrone. Il suo padrone si accorse che il Signore era con lui e che il Signore faceva riuscire per mano sua quanto egli intraprendeva. Così Giuseppe trovò grazia agli occhi di lui e divenne suo servitore personale; anzi, quello lo nominò suo maggiordomo e gli diede in mano tutti i suoi averi. Da quando egli lo aveva fatto suo maggiordomo e incaricato di tutti i suoi averi, il Signore benedisse la casa dell’Egiziano grazie a Giuseppe e la benedizione del Signore fu su quanto aveva, sia in casa sia nella campagna. Così egli lasciò tutti i suoi averi nelle mani di Giuseppe e non si occupava più di nulla, se non del cibo che mangiava.

SALMO Sal 118 (119), 121-128

Beato chi cammina nella legge del Signore.

Ho agito secondo giudizio e giustizia;
non abbandonarmi ai miei oppressori.
Assicura il bene al tuo servo;
non mi opprimano gli orgogliosi. R

I miei occhi si consumano nell’attesa della tua salvezza
e per la promessa della tua giustizia.
Agisci con il tuo servo secondo il tuo amore
e insegnami i tuoi decreti. R

Io sono tuo servo: fammi comprendere
e conoscerò i tuoi insegnamenti.
È tempo che tu agisca, Signore:
hanno infranto la tua legge. R

Perciò amo i tuoi comandi,
più dell’oro, dell’oro più fino.
Per questo io considero retti tutti i tuoi precetti
e odio ogni falso sentiero. R

PROVERBI 27, 23-27b
Lettura del libro dei Proverbi

Figlio mio, preòccupati dello stato del tuo gregge, abbi cura delle tue mandrie, perché le ricchezze non sono eterne e una corona non dura per sempre. Tolto il fieno, ricresce l’erba nuova e si raccolgono i foraggi sui monti; gli agnelli ti danno le vesti e i capretti il prezzo per comprare un campo, le capre ti danno latte abbondante per nutrire te, per nutrire la tua famiglia.

VANGELO Mc 8, 27-33
✠ Lettura del Vangelo secondo Marco

In quel tempo. Il Signore Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elia e altri uno dei profeti». Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno. E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere. Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».

Genesi

Giuseppe, il figlio di Giacobbe, impiega tutta la vita per sapere chi è veramente. Dapprima è il figlio amato da Giacobbe e da sua madre. Un figlio coccolato e che ha un posto di onore nella sua famiglia, tra gli altri fratelli che compongono il clan. Pian piano però questa identità viene meno e lascia posto all’essere un fratello indesiderato, un fratello di peso, un fratello invidiato, anche. Cosa che determinerà la sua cacciata di casa, orchestrata come un incidente e che, in verità, è una vendita a un clan di cammellieri. Di qui in poi sarà un’escalation commovente. Giuseppe prima è uno schiavo venduto ad un padrone importante, poi diventa il capo della sua casa, per poi essere un detenuto qualunque, per risorgere di lì, diventare colui che interpreta i sogni di faraone e il suo primo ministro, prima di farsi riconoscere dai suoi fratelli e riannodare i fili con la sua famiglia. Una storia difficile e avvincente, quella di Giuseppe, che ha da sempre provocato questo ragazzo sulla sua identità e sul senso della sua vita. Giuseppe ha faticato e, dunque, ha avuto paura nel trovare la sua identità definitiva che è quella che emergerà nel proseguimento della storia.

Vangelo

Il tema dell’identità di Gesù è molto presente nel Vangelo. Come tutti sappiamo Gesù ha svelato la sua identità pian piano, con progressione, man mano che procedeva l’itinerario spirituale dei discepoli e anche quello della gente che ha avuto la possibilità di incontrarlo, di ascoltarlo, di conoscerlo. Così come leggiamo nella pagina di oggi. In un momento di tranquillità del ministero, mentre con i suoi discepoli si trova lontano da Gerusalemme e da tutte le questioni e discussioni che sorgono nella grande città, Gesù pone, ancora una volta, la domanda circa la sua identità. Le risposte sono varie e dipendono anche dalla fede degli interlocutori a cui si fa riferimento. Quando è al discepolo che viene chiesto di prendere posizione sull’identità del Signore, avviene che Pietro dice chiaramente chi Gesù è. Ma nello svelare la vera identità di Gesù, atto suggerito dallo Spirito Santo, Pietro rivela a sé stesso e agli altri la propria identità. Egli è un uomo dal carattere forte, forse, talora, impetuoso. Un uomo generosissimo, un uomo che fatica a prendere parte alla sofferenza di Cristo che vorrebbe, a tutti i costi, evitare. Lo vedremo anche nei giorni della settimana santa. Mentre Gesù rivela la propria identità, illumina anche il discepolo che, a sua volta, rivela a tutti chi è nel profondo del cuore. Ed è proprio questo che genera paura in Pietro. Pietro viene messo a parte di lati della sua personalità che nemmeno avrebbe immaginato. Senza Cristo, non avrebbe mai potuto giungere a una consapevolezza così profonda di sé.

Noi e la paura di scoprire l’identità

In fondo è così anche per noi. Anche noi abbiamo paura di ammettere veramente chi siamo. Anche noi, per capire poi chi siamo veramente, abbiamo bisogno che ci illumini la grazia di Dio, senza la quale rischiamo solamente di perderci nelle cose del tempo, nelle cose del mondo. Quaresima è anche questo: un itinerario di illuminazione interiore, che si svolge alla luce di ciò che accade ma anche alla luce della Parola di Dio che riceviamo come dono per il nostro cammino.

Per uscire dalla paura

Come si esce dalla paura di conoscerci? Solo guardando al mistero di Cristo. Poiché noi siamo stati creati da Dio, poiché siamo stati da lui voluti, desiderati, messi in questo mondo, in questo tempo, ecco che possiamo veramente pervenire alla fine di tutto questo itinerario solamente guardando al mistero di Dio. Approfondire il mistero di Dio in questa Quaresima non produce solo una maggiore conoscenza di Dio, ma anche una maggiore e più vera conoscenza di noi stessi. Continuiamo, in questa ultima settimana di Quaresima prima di entrare nella settimana autentica, a guardare al mistero di Cristo. Conosceremo maggiormente noi stessi e correggeremo il nostro modo di essere e di fare.

Esercizio quaresimale

  • Quando provo la paura di conoscermi?
  • A che punto sono del mio personale itinerario di conoscenza interiore?
  • Quale proposito posso fare per vivere sempre meglio l’itinerario di contemplazione della Croce in questa settimana?
  • Sono certo di conoscermi a fondo?

Proposito quaresimale

Mi impegno a lasciare che la Parola di Dio faccia emergere ciò che ancora non conosco di me.

2022-04-14T08:07:21+02:00