Lunedì 04 maggio

Settimana della quarta domenica di Pasqua – Lunedì

Anche in questa settimana del mese di maggio, mentre vogliamo continuare l’impegno che il Vescovo ci lascia, e cioè quello di cercare spunti per continuare a seguire il Signore in questo tempo dedicato tutto alla risurrezione del Signore, vogliamo anche continuare a celebrare il mistero di Maria, la Madre.

Vangelo

Gv 6, 44-51
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo. Il Signore Gesù disse alla folla: «Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna. Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».

e la vita in se stesso, e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell’uomo. Non meravigliatevi di questo: viene l’ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e usciranno, quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna. Da me, io non posso fare nulla. Giudico secondo quello che ascolto e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato».

Partiamo, questa mattina, dal Vangelo. Giovanni, raccogliendo la predicazione del Signore, ci insegna e ci ricorda che l’impegno per vivere un itinerario di fede autentico e sincero, non è mai solo il prodotto di uno sforzo della volontà dell’uomo, ma è sempre un dono straordinario dello Spirito Santo. “Nessuno può venire a me se non lo attira il Padre mio che mi ha mandato”. Potremmo domandarci: come ci attira il Padre? Come lo Spirito ci avvince e ci attira a Gesù? Ci sono risposte personali, che appartengono alla storia di ciascuno di noi, come vedremo anche negli Atti. C’è però anche una risposta comune, quella che viene dalla seconda parte del Vangelo: “io sono il pane della vita”. Gesù ci attira a sé attraverso la S. Eucarestia, che è il pane della vita spezzato per tutti e donato per tutti. Non esiste cammino cristiano che non abbia il suo cuore, il suo culmine e il suo costante sostegno nella celebrazione della S. Eucarestia. Ecco perché, in ogni cammino di fede, l’Eucarestia deve sempre avere un posto del tutto particolare. Come cristiani non dovremmo mai sottrarci all’impegno di una celebrazione frequente e fruttuosa. Ma anche quando partecipassimo a duna Messa in modo un po’ distratto, poco partecipi del rito, un poco distanti, non dobbiamo mai dubitare che il frutto spirituale di quella celebrazione entra, comunque, dentro di noi e lavora nella nostra anima. È la potenza dello Spirito che opera tutto questo, in modo singolare, nascosto, eppure efficace e vero. “Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno”, diceva ancora il Signore, proprio per ricordarci che il frutto dell’Eucarestia è l’essere attratti verso la vita eterna, verso quella pienezza di vita nella quale noi vediamo ascendere il Signore Risorto.

Atti

At 9, 31-43
Lettura degli Atti degli Apostoli

In quei giorni. La Chiesa era in pace per tutta la Giudea, la Galilea e la Samaria: si consolidava e camminava nel timore del Signore e, con il conforto dello Spirito Santo, cresceva di numero. E avvenne che Pietro, mentre andava a far visita a tutti, si recò anche dai fedeli che abitavano a Lidda. Qui trovò un uomo di nome Enea, che da otto anni giaceva su una barella perché era paralitico. Pietro gli disse: «Enea, Gesù Cristo ti guarisce; àlzati e rifatti il letto». E subito si alzò. Lo videro tutti gli abitanti di Lidda e del Saron e si convertirono al Signore. A Giaffa c’era una discepola chiamata Tabità – nome che significa Gazzella – la quale abbondava in opere buone e faceva molte elemosine. Proprio in quei giorni ella si ammalò e morì. La lavarono e la posero in una stanza al piano superiore. E, poiché Lidda era vicina a Giaffa, i discepoli, udito che Pietro si trovava là, gli mandarono due uomini a invitarlo: «Non indugiare, vieni da noi!». Pietro allora si alzò e andò con loro. Appena arrivato, lo condussero al piano superiore e gli si fecero incontro tutte le vedove in pianto, che gli mostravano le tuniche e i mantelli che Gazzella confezionava quando era fra loro. Pietro fece uscire tutti e si inginocchiò a pregare; poi, rivolto al corpo, disse: «Tabità, àlzati!». Ed ella aprì gli occhi, vide Pietro e si mise a sedere. Egli le diede la mano e la fece alzare, poi chiamò i fedeli e le vedove e la presentò loro viva. La cosa fu risaputa in tutta Giaffa, e molti credettero nel Signore. Pietro rimase a Giaffa parecchi giorni, presso un certo Simone, conciatore di pelli.

Risposte più personali sono quelle che vengono dalla pagina degli Atti degli apostoli. Il Signore Risorto ha continuato ad attirare a sé Pietro anche attraverso i numerosi miracoli da lui compiuti in diverse città. Come pure il Signore ha parlato al cuore di  Enea, il paralitico miracolato, che si sente dire da Pietro: “alzati e rifatti il letto!”. Cosa c’è di più comune che rifare un letto? È un’operazione che molti di noi fanno tutti i giorni, per sé stessi o per gli altri. È un segno con il quale questa pagina di San Luca ci dice che la potenza della risurrezione opera nella quotidianità, passa attraverso i gesti comuni della storia.

Come pure è nella storia di Tabità detta “Gazzella”. Anche qui la pagina si fa molto umana ed è comune a tutte le nostre sacrestie, dove donne generose, tutti i giorni, tagliano, cuciono, lavano, stirano… preparano tutto ciò che serve per la vita della Chiesa. Qualcuna di loro è davvero come Gazzella, indefessa nella presenza, veloce nel lavoro, sollecita per le necessità. Storie normali, scene di vita quotidiane nella comunità dei credenti. Pietro si fa vicino a ciascuna di queste storie. Ed è lì che opera la potenza della risurrezione, così che non solo i due soggetti in questione, ma anche coloro che vedono questi fatti ed anche lo stesso Pietro, possono continuare il loro cammino di fede a gloria di Cristo risorto.

Ad Jesum per Mariam:

Con queste risposte della scrittura, penso che possiamo rileggere quella litania che dice:

  • Janua Coeli: Maria è in effetti “la porta del cielo”. Lei che era presente nel cenacolo, lei che ha assistito all’istituzione dell’Eucarestia, lei che ha celebrato l’Eucarestia nella prima chiesa nascente, aiuterà tutti noi ad accogliere il dono prezioso della S. Eucarestia e a farne quel valore che aiuta tutti nel proprio cammino di fede.
  • Mater Divinae gratiae: Maria è madre della grazia divina, come quella che ha ricevuto Enea, come quella donata a Gazzella, come quella che opera nella storia di ciascuno di noi.

Non perdiamo l’occasione di pregare insieme, di riflettere insieme e di continuare ad invocare Maria presente nei nostri giorni, aiuto dei nostri cammini, sostegno della nostra ricerca di fede personale.

2020-05-02T14:36:28+02:00