Giovedì 04 giugno

Settimana dopo Pentecoste – Giovedì

Esodo

Es 19, 16-19
Lettura del libro dell’Esodo

Il terzo giorno, sul far del mattino, vi furono tuoni e lampi, una nube densa sul monte e un suono fortissimo di corno: tutto il popolo che era nell’accampamento fu scosso da tremore. Allora Mosè fece uscire il popolo dall’accampamento incontro a Dio. Essi stettero in piedi alle falde del monte. Il monte Sinai era tutto fumante, perché su di esso era sceso il Signore nel fuoco, e ne saliva il fumo come il fumo di una fornace: tutto il monte tremava molto. Il suono del corno diventava sempre più intenso: Mosè parlava e Dio gli rispondeva con una voce.

Anche oggi c’è un tema che viene trattato dalle due scritture, come al solito, in modo molto differente nel primo e nel secondo testamento. I temi in realtà sono due: della “voce” e il tema della “teofania”, cioè del manifestarsi di Dio.

L’Esodo mostra tutti i segni della teofania dell’antico testamento. Ci sono tutti gli “ingredienti” fondamentali: un avvenimento misterioso, la nube che rende non immediatamente percepibili le cose nella loro verità, il rivelarsi di un mistero, una partecipazione della natura al mistero che si sta rivelando. In questo clichè, che è piuttosto classico, il tema della voce. Voce che è trattata a diverso titolo. C’è la voce di Dio che si rivela a Mosè: è il mistero di Dio che entra nella vita dell’uomo. C’è la voce di Mosè che è chiamata a rispondere a Dio, da un lato, ma, dall’altro, a rendere presente presso gli uomini quello che Dio ha rivelato. C’è la voce del popolo, che è chiamata a proclamare quello che ha ascoltato da Mosè come oggetto della sua fede. Tutti questi elementi sono mischiati insieme e danno origine a quella “manifestazione del divino” che, in tutto l’antico testamento, ha qualcosa di sacro e anche di magico.

Vangelo

Gv 12, 27-32
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! Padre, glorifica il tuo nome». Venne allora una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!». La folla, che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». Disse Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me».

Gli stessi temi sono trattati dal Vangelo, in forma del tutto nuova, e che, tuttavia, sa portare a termine quello che era contenuto nel primo testamento.

Non una montagna alta e nobile ma il Golgota, quel “sasso” che stava presso le porte di Gerusalemme e che serviva proprio ad elevare i condannati perché tutti potessero vedere.

Non una rivelazione che sa mettere timore all’uomo, ma una scena quasi di maledizione: la crocifissione era ritenuta così presso il popolo di Israele, come una maledizione degli uomini ma anche come una maledizione di Dio.

Una voce c’è; è la voce di Dio che parla a Gesù, in modo incomprensibile per l’uomo, che dice che è stato un tuono. È solo il discepolo che, forte anche della sua conoscenza del testo biblico, capisce che c’è un modo in cui il Padre parla al Figlio che l’uomo non può capire. Una comunicazione misteriosa nel momento sublime della vita del Figlio, quello della manifestazione piena della gloria del Padre.

C’è un partecipare della natura a questa solenne manifestazione: sappiamo che si fece buio su tutta la terra, che la terra stessa tremò e che ci fu un terremoto. Tutti elementi che ci dicono che la pienezza della rivelazione del volto di Dio da parte del Figlio, recupera e avvera quelli che erano solo segni che erano stati dati ai padri.

Ma, soprattutto, c’è la voce di Gesù: “io quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me. È questa la pienezza della rivelazione del figlio di Dio, che attira tutti a sé proprio nel momento più tragico della sua esistenza: il momento del suo ritorno al Padre, passando attraverso lo scandalo della Croce.

Per noi

Così è anche per noi. Noi che siamo invitati a tenere sempre lo sguardo fisso sul crocifisso. Noi che sempre siamo invitati a guardare alla Passione, morte e risurrezione del Signore, perché è lì che nasce la Chiesa. Noi che siamo chiamati ogni giorno a confrontarci con la Parola di Dio, come anche stiamo facendo in questo momento, perché possiamo essere certi che solo qui c’è quella sorgente di verità e di grazia che  rende ciascuno di noi figlio amato, atteso, radunato da Cristo che attira tutti a sé nel momento del suo supremo sacrificio. Noi non cerchiamo più quei fatti eclatanti che sono stati il centro della rivelazione del primo testamento, ma guardiamo continuamente alla Croce, a quella Croce sotto la quale abbiamo anche incontrato la Beata Vergine Maria, Madre della Chiesa, all’inizio di questa settimana. Chiediamo al Signore la forza di guardare sempre a lui e di essere sempre attratti da quella Croce che è il centro della nostra salvezza.

  • So guardare al Crocifisso per lasciarmi attirare da Lui?
  • Ascolto con fedeltà e attenzione quella voce che è la sua Parola e che salva?
  • Cosa posso fare, oggi, per avere un piccolo momento di contemplazione del mistero centrale della nostra salvezza?
2020-05-30T10:02:24+02:00