Lunedì 04 dicembre

Settimana della 4 domenica di Avvento – lunedì

La spiritualità di questa settimana

In questa settimana, come abbiamo cercato di dire e di capire anche ieri, vogliamo riflettere su un altro tratto essenziale dell’identità del cristiano che la Parola di Dio ci offre: lo spirito di accoglienza.

La Parola di questo giorno

EZECHIELE 16, 1-15. 23-25. 35. 38
Lettura del profeta Ezechiele

In quei giorni. Mi fu rivolta questa parola del Signore: «Figlio dell’uomo, fa’ conoscere a Gerusalemme tutti i suoi abomini. Dirai loro: Così dice il Signore Dio a Gerusalemme: Tu sei, per origine e nascita, del paese dei Cananei; tuo padre era un Amorreo e tua madre un’Ittita. Alla tua nascita, quando fosti partorita, non ti fu tagliato il cordone ombelicale e non fosti lavata con l’acqua per purificarti; non ti fecero le frizioni di sale né fosti avvolta in fasce. Occhio pietoso non si volse verso di te per farti una sola di queste cose e non ebbe compassione nei tuoi confronti, ma come oggetto ripugnante, il giorno della tua nascita, fosti gettata via in piena campagna. Passai vicino a te, ti vidi mentre ti dibattevi nel sangue e ti dissi: Vivi nel tuo sangue e cresci come l’erba del campo. Crescesti, ti facesti grande e giungesti al fiore della giovinezza. Il tuo petto divenne fiorente ed eri giunta ormai alla pubertà, ma eri nuda e scoperta. Passai vicino a te e ti vidi. Ecco: la tua età era l’età dell’amore. Io stesi il lembo del mio mantello su di te e coprii la tua nudità. Ti feci un giuramento e strinsi alleanza con te – oracolo del Signore Dio – e divenisti mia. Ti lavai con acqua, ti ripulii del sangue e ti unsi con olio. Ti vestii di ricami, ti calzai di pelle di tasso, ti cinsi il capo di bisso e ti ricoprii di stoffa preziosa. Ti adornai di gioielli. Ti misi braccialetti ai polsi e una collana al collo; misi al tuo naso un anello, orecchini agli orecchi e una splendida corona sul tuo capo. Così fosti adorna d’oro e d’argento. Le tue vesti erano di bisso, di stoffa preziosa e ricami. Fior di farina e miele e olio furono il tuo cibo. Divenisti sempre più bella e giungesti fino ad essere regina. La tua fama si diffuse fra le genti. La tua bellezza era perfetta. Ti avevo reso uno splendore. Oracolo del Signore Dio. Tu però, infatuata per la tua bellezza e approfittando della tua fama, ti sei prostituita, concedendo i tuoi favori a ogni passante. Dopo tutta la tua perversione – guai, guai a te! Oracolo del Signore Dio – ti sei fabbricata un giaciglio e costruita un’altura in ogni piazza. A ogni crocicchio ti sei fatta un’altura, disonorando la tua bellezza, offrendo il tuo corpo a ogni passante e moltiplicando le tue prostituzioni. Perciò, o prostituta, ascolta la parola del Signore. Ti infliggerò la condanna delle donne che commettono adulterio e spargono sangue, e riverserò su di te furore e gelosia».

SALMO Sal 134 (135)

Dio ha posto la sua dimora in Gerusalemme.

Lodate il nome del Signore,
lodatelo, servi del Signore,
voi che state nella casa del Signore,
negli atri della casa del nostro Dio. R

Lodate il Signore, perché il Signore è buono;
cantate inni al suo nome, perché è amabile.
Il Signore si è scelto Giacobbe,
Israele come sua proprietà. R

Signore, il tuo nome è per sempre;
Signore, il tuo ricordo di generazione in generazione.
Sì, il Signore fa giustizia al suo popolo
e dei suoi servi ha compassione. R

Gli idoli delle nazioni sono argento e oro,
opera delle mani dell’uomo.
Diventi come loro chi li fabbrica
e chiunque in essi confida.
Da Sion, benedetto il Signore,
che abita in Gerusalemme! R

PROFETI Sof 3, 14-20
Lettura del profeta Sofonia

Così dice il Signore Dio: «Rallégrati, figlia di Sion, grida di gioia, Israele, esulta e acclama con tutto il cuore, figlia di Gerusalemme! Il Signore ha revocato la tua condanna, ha disperso il tuo nemico. Re d’Israele è il Signore in mezzo a te, tu non temerai più alcuna sventura. In quel giorno si dirà a Gerusalemme: “Non temere, Sion, non lasciarti cadere le braccia! Il Signore, tuo Dio, in mezzo a te è un salvatore potente. Gioirà per te, ti rinnoverà con il suo amore, esulterà per te con grida di gioia”. Io raccoglierò gli afflitti, privati delle feste e lontani da te. Sono la vergogna che grava su di te. Ecco, in quel tempo io mi occuperò di tutti i tuoi oppressori. Soccorrerò gli zoppicanti, radunerò i dispersi, li farò oggetto di lode e di fama dovunque sulla terra sono stati oggetto di vergogna. In quel tempo io vi guiderò, in quel tempo vi radunerò e vi darò fama e lode fra tutti i popoli della terra, quando, davanti ai vostri occhi, ristabilirò le vostre sorti».

VANGELO Mt 19, 16-22
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo

In quel tempo. Un tale si avvicinò e disse al Signore Gesù: «Maestro, che cosa devo fare di buono per avere la vita eterna?». Gli rispose: «Perché mi interroghi su ciò che è buono? Buono è uno solo. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti». Gli chiese: «Quali?». Gesù rispose: «Non ucciderai, non commetterai adulterio, non ruberai, non testimonierai il falso, onora il padre e la madre e amerai il prossimo tuo come te stesso». Il giovane gli disse: «Tutte queste cose le ho osservate; che altro mi manca?». Gli disse Gesù: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; e vieni! Seguimi!». Udita questa parola, il giovane se ne andò, triste; possedeva infatti molte ricchezze.

Ezechiele

La rilettura del profeta riguarda la storia di Gerusalemme. Lo abbiamo sentito anche con immagini molto poetiche, il profeta ci ricordava che Gerusalemme è come una bambina che diventa donna, raggiungendo lo splendore del corpo ma anche della sua posizione sociale, diventando, perfino, come una regina. Eppure questo splendore non è vissuto nella sua massima portata, non è usato per tutto il bene che si può compiere. Questo splendore finisce per diventare oggetto di mercato! Questa donna splendida che è Gerusalemme, che è il popolo di Israele, diceva il profeta senza mezzi termini, si trasforma in una prostituta, cioè abbandona il suo splendore originario e vive in modo dissoluto. Eppure Dio, che ha creato città santa e popolo santo, non si dà per vinto. Continua ad accogliere i suoi figli, anche se ribelli, continua ad avere il suo occhio di amore puntato direttamente su Gerusalemme, città di Dio. Lo dice la parola finale del profeta: “riverserò su di te la gelosia”. Di per sé sembra una parola difficile e dura, ma sappiamo bene che gelosia è il termine con cui Dio stesso definisce il suo amore potente, creativo e, soprattutto, eterno. L’amore di Dio non abbandona mai. Il che non significa che Gerusalemme non conoscerà tempi difficili, momenti tragici, occasioni umanamente complesse. Esse accadranno soprattutto perché tutti si sono allontanati da Dio, sorgente di ogni bene, pace, forza. Queste cose accadranno ma Dio riconquisterà il cuore del suo popolo, stringendo nuova alleanza con lui. La ricostruzione della storia da parte del profeta è piena di speranza. Dio non abbandonerà mai il suo popolo.

Sofonia

Sempre dirette a Gerusalemme e ancora più toccanti sono le parole della seconda lettura profetica, di Sofonia. Anch’egli si rivolge direttamente a Gerusalemme, chiamata con il nome di Sion, il nome poetico della città. Erano molto forti le parole centrali di questo discorso: “Sion, non lasciarti cadere le braccia!”. È un’esortazione, un invito. I molti uomini fedeli della città, al vedere tutte le disgrazie che essa subisce, si rattristano, si contorcono nel pianto, si lasciano abbattere. Il profeta interviene a risvegliare il cuore di tutti. Non lasciate cadere le braccia! La speranza deve rimanere. La speranza deve trionfare su tutto! Se Dio lascia che accadano alcune cose ma non spegne la vita del suo popolo, questo deve essere il segno per continuare il cammino con maggior grinta e determinazione. Il credente è invitato ad accogliere questo invito di bene, di pace, di speranza.

Vangelo

Il Vangelo ripropone il dramma della accoglienza o della non accoglienza della parola che salva. Le realtà che i profeti hanno predicato con le immagini così forti e poetiche, si ritrovano tutte nella storia del giovane ricco. Un giovane benedetto da Dio, è “nato con la camicia”, come si dice! Ha tutto, ha avuto possibilità che altri non hanno avuto. Ha anche una certa fede iniziale, è uno che conosce il mistero di Dio. Eppure, in tutte queste grazie, non trova la forza per aderire con fiducia a ciò che Dio promette e fa conoscere. La sua condizione agiata diventa, addirittura, un freno per non seguire il Signore, mortificando la sua vocazione. È esattamente quello che hanno detto i profeti. Quando una persona o addirittura un intero popolo non vive di fede, perde tutto quello che ha e scambia la benedizione promessa da Dio con realtà da poco, che non appagano certamente. Eppure il mistero della libertà è tale da poter rifiutare anche tutti i benefici che Dio dona.  Il mistero della non accoglienza di Dio che riguarda tutti, sempre, per l’eternità! Ogni uomo è chiamato a dire il proprio sì o il proprio no a Dio. Questo è quello che accade anche a noi. L’Avvento vorrebbe essere richiamo all’identità del credente, dire di sì a Dio in tutti i modi con cui ciò è possibile: con l’assenso dell’intelletto, con la forza della volontà, con l’umiltà della fede.

Marana Thà, Vieni Signore Gesù!

Così anche noi possiamo dire:

Marana Tha, vieni Signore Gesù e ricorda a ciascuno di noi che siamo chiamati a rispondere ai preziosi inviti che tu metti nei diversi giorni feriali della nostra vita perché ti possiamo seguire.

Marana Tha, vieni Signore Gesù e ricordaci quanto è potente ma al tempo stesso terribile la nostra libertà, che può perfino rivolgersi contro di te e rimanere esclusa dai tuoi benefici di salvezza.

Marana Tha, vieni Signore Gesù e fa’ che questo Natale che si avvicina sia occasione per vivere bene e in forma piena quella vocazione alla santità che tu hai creato per ciascuno di noi. Fa’ che il Natale di Cristo sia occasione per sperimentare la tua vicinanza e il tuo aiuto.

Marana Tha, vieni Signore Gesù!

Provocazioni dalla Parola

  • Inizia una nuova settimana di Avvento: quale proposito mi guida?
  • La Parola di Dio che mi viene rivolta e che mi provoca, trova in me occasione di accoglienza?
  • Quale altra forma di accoglienza mi vede partecipe?
2023-12-01T08:19:39+01:00