Settimana della 6 domenica dopo il martirio – Lunedì
Questa settimana è per noi del tutto particolare, infatti celebriamo la settimana che ci prepara alla festa della Madonna del Rosario che liturgicamente ricorre mercoledì ma che comunitariamente festeggeremo domenica prossima. Come sapete il Vescovo ci chiede di riflettere in particolare sul tema della sapienza. Dalle letture di ogni giorno e soprattutto dalla lettera a Timoteo, cercherò di attingere un atteggiamento sapienziale di Maria.
2 Timoteo
2Tm 2,16-26
Seconda lettera di san Paolo apostolo a Timoteo
Carissimo, evita le chiacchiere vuote e perverse, perché spingono sempre più all’empietà quelli che le fanno; la parola di costoro infatti si propagherà come una cancrena. Fra questi vi sono Imeneo e Fileto, i quali hanno deviato dalla verità, sostenendo che la risurrezione è già avvenuta e così sconvolgono la fede di alcuni. Tuttavia le solide fondamenta gettate da Dio resistono e portano questo sigillo: «Il Signore conosce quelli che sono suoi», e ancora: «Si allontani dall’iniquità chiunque invoca il nome del Signore». In una casa grande però non vi sono soltanto vasi d’oro e d’argento, ma anche di legno e di argilla; alcuni per usi nobili, altri per usi spregevoli. Chi si manterrà puro da queste cose, sarà come un vaso nobile, santificato, utile al padrone di casa, pronto per ogni opera buona. Sta’ lontano dalle passioni della gioventù; cerca la giustizia, la fede, la carità, la pace, insieme a quelli che invocano il Signore con cuore puro. Evita inoltre le discussioni sciocche e da ignoranti, sapendo che provocano litigi. Un servo del Signore non deve essere litigioso, ma mite con tutti, capace di insegnare, paziente, dolce nel rimproverare quelli che gli si mettono contro, nella speranza che Dio conceda loro di convertirsi, perché riconoscano la verità e rientrino in sé stessi, liberandosi dal laccio del diavolo, che li tiene prigionieri perché facciano la sua volontà.
Le raccomandazioni di San Paolo a Timoteo, per lui singolarmente ma anche per la sua comunità, sono molto pratiche. San Paolo raccomanda al giovane amico e alla Chiesa che egli presiede di “evitare le chiacchiere”. Il riferimento è a quelle parole che falsificano la fede. Lo dice molto bene il testo, facendo riferimento anche a talune persone che, in quella comunità, ebbero a sconvolgere l’ordine abituale, professando una dottrina diversa da quella apostolica. Anche sul finire della lettura Paolo proponeva un richiamo simile: “evita le discussioni sciocche ed ignoranti”: il riferimento è a tutte quelle discussioni, che capitano in ogni comunità, piccola o grande che sia, e che non hanno né capo né coda. La parola del fedele deve sempre attingere alla verità della fede e, in essa, trovare la forza per continuare il proprio cammino di verità, di riconciliazione, di pace. Dunque il silenzio che ricerca la verità è l’atteggiamento sapiente che Paolo propone a Timoteo.
Vangelo
Lc 21,5-9
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca
In quel tempo. Mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, il Signore Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta». Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo e vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».
Maria.
Il titolo “Vergine del silenzio” è un titolo mariano che, nei secoli, è stato applicato alla Vergine Maria. Il Vangelo ci consegna questa immagine della Vergine: quella di una ragazza e poi di una donna che parla poco, pochissimo. È solo San Luca che registra alcune sue parole, parole che sono state l’oggetto della riflessione della Chiesa da sempre. È San Luca stesso che ci consegna il ritratto della Vergine che “conserva le cose nel cuore” cioè si circonda di un silenzio nel quale le cose che accadono, quelle che riguardano direttamente la sua vita, la vita di Giuseppe, la vita di Gesù. Silenzio nel quale gli accadimenti non vengono accettati solo per quello che sono, ma vengono illuminati dalla Parola di Dio, che Maria conosceva e che portava nel cuore. È per questo che Maria trattiene non solo nella memoria, ma, appunto, nel cuore, cioè nella sede dei sentimenti, delle emozioni ma, secondo la sapienza biblica, anche delle decisioni e della volontà. Il silenzio di Maria non è il mutismo dell’isolamento, ma la ricerca di uno spazio che mette in comunicazione con Dio. È in questo silenzio abitato da Dio che Maria comprende ciò che le accade, prende le sue decisioni, ripensa a ciò che è avvenuto, decide, ogni giorno, la sua fedeltà a Dio, quella fedeltà che noi celebriamo perché vediamo in Lei la donna che resiste a tutto ciò che tenta di distoglierla da Dio. Il silenzio di Maria è il silenzio di chi penetra le cose, comprendendole e non quello di chi non sa cosa dire. Il silenzio di Maria è il silenzio discreto di chi accompagna senza mai voler comparire o rubare la scena. Pensate quante volte Maria è sulla scena del Vangelo insieme con Gesù ma non dice mai una parola. Il silenzio di Maria è il silenzio che sa accogliere anche il dolore più profondo. Pensiamola nella scena della pietà, nella scena dell’Addolorata. È nel silenzio che Maria parla con Dio del suo dolore e della sua angoscia, senza lasciar trasparire una parola. È la sapienza del silenzio.
Per noi
- Che rapporto abbiamo con il silenzio?
- Quali momenti della giornata consacriamo al silenzio?
- Che tipo di silenzio è il nostro? Il silenzio del mutismo o è il silenzio di chi parla con Dio?
Credo che pochi arrivino a comprendere e ad imitare il silenzio di Maria. Il nostro silenzio assomiglia sempre più allo sforzo, talora forte, di chi deve tenere a freno la lingua, o chiudere quelle fonti sonore che abbiamo a disposizione. Il silenzio a cui ci abituiamo è quasi una sorta di rinuncia a qualcosa, è una sorta di combattimento che dobbiamo fare, è una sorta di sfida a ciò che la cultura o il tempo ci propongono.
Quanto siamo distanti dal silenzio di Maria!
La settimana della festa per la Madonna del rosario potrebbe abituarci a cercare un silenzio diverso: un silenzio che diventa preghiera e ascolto, un silenzio che diventa contemplazione e attesa, un silenzio che diventa dialogo perché scopriamo che anche il nostro silenzio può essere abitato da Dio.
La sapienza del silenzio è quella che viene proposta a ciascuno di noi, la sapienza di chi riesce a parlare meno, a farsi invadere meno dalla musica, dai dibattiti, dagli strumenti moderni, per rimanere presso Dio. Potrebbe essere un atteggiamento sapiente, in questi giorni, quello di rimanere in silenzio davanti alla statua di Maria, senza l’ansia di dover dire qualcosa, senza il bisogno di dover recitare una preghiera in più… solo il rimanere presso di lei imitando quel suo silenzio impenetrabile eppure capace di parlare al nostro cuore e di convincere il nostro intelletto che tutto questo ha un senso.
Vergine del silenzio, tu che hai saputo accompagnare tutti gli eventi della tua vita con il silenzio del rispetto, della comprensione, della contemplazione, dell’affidamento, aiuta anche noi ad assumere questo atteggiamento di sapienza. Aiutaci a fare nostro il tuo silenzio, per saper collocare le cose che accadono nella nostra vita sotto lo sguardo di Dio. Maria, Vergine del silenzio ascolta la nostra voce e guidaci a quella comprensione della storia che può avere solo chi guarda alle cose con gli occhi di Dio. Vergine del Rosario, donaci di recitare questa tua potente preghiera sprofondandoci in quel silenzio interiore che ci porta a fidarci di Te e del Figlio Tuo. Solo così anche noi diventeremo uomini e donne capaci di vivere il silenzio della fede, il silenzio di chi rimane sempre sprofondato nella presenza di Dio. Amen