Settimana della 6 domenica dopo il martirio – Martedì
2 Timoteo
2Tm 3,1-9
Seconda lettera di san Paolo apostolo a Timoteo
Carissimo, sappi che negli ultimi tempi verranno momenti difficili. Gli uomini saranno egoisti, amanti del denaro, vanitosi, orgogliosi, bestemmiatori, ribelli ai genitori, ingrati, empi, senza amore, sleali, calunniatori, intemperanti, intrattabili, disumani, traditori, sfrontati, accecati dall’orgoglio, amanti del piacere più che di Dio, gente che ha una religiosità solo apparente, ma ne disprezza la forza interiore. Guardati bene da costoro! Fra questi vi sono alcuni che entrano nelle case e circuiscono certe donnette cariche di peccati, in balia di passioni di ogni genere, sempre pronte a imparare, ma che non riescono mai a giungere alla conoscenza della verità. Sull’esempio di Iannee di Iambreche si opposero a Mosè, anche costoro si oppongono alla verità: gente dalla mente corrotta e che non ha dato buona prova nella fede. Ma non andranno molto lontano, perché la loro stoltezza sarà manifesta a tutti, come lo fu la stoltezza di quei due.
La lettura della seconda lettera a Timoteo è davvero terribile, specie nella prima parte. Eppure ci aiuta a riflettere sul dono della fede e a contemplare, in Maria, la sapienza della fede.
Scriveva San Paolo, pensando all’umanità, che “gli uomini saranno egoisti, amanti del denaro, bestemmiatori, ribelli ai genitori, ingrati, empi… gente che ha una religiosità solo apparente…”. Mi sembrano parole durissime, eppure parole che descrivono benissimo il tempo in cui viviamo. Credo che tutti siamo diventati egoisti, tutti siamo attaccati alle nostre cose e, davvero, in molti, la religiosità è solo apparente. Non per giudicare nessuno, ma credo proprio che sia così, purtroppo! Anche da parte nostra, anche da parte di tutti noi che andiamo in Chiesa sovente… il rischio di avere una religiosità solo apparente c’è, ed è molto grosso.
San Paolo oppone a questa religiosità solo apparente il dono della vera fede. Quella fede che è contemplazione del mistero di Dio, quella fede che è unione a Dio, quella fede che è capacità di comprendere il suo misterioso agire, quella fede che è silenzio, preghiera, e che sa diventare attenzione all’altro, abbondanza di carità, comprensione del prossimo…
San Paolo ci dice ancora: “Costoro non andranno molto lontano, perché la loro stoltezza sia manifesta a tutti”. Coloro che hanno una fede solo apparente, ci dice l’Apostolo, non potranno andare molto lontano, perché saranno sempre divisi nel loro cuore, a differenza dell’uomo di fede, che, unificando il proprio cuore in Dio, riesce a vedere la verità di ogni cosa e riesce a dirigersi lì dove Dio ha messo la propria realizzazione e la propria felicità.
Il dono della fede è un dono inestimabile, un dono che deve essere coltivato e custodito, un dono che, ogni giorno, ci deve mettere dinanzi alla presenza di Dio perché possiamo compiere quel nuovo passo verso di lui che è possibile nella grazia di ogni giorno. Ogni giorno, infatti, è custodito da Dio stesso perché possiamo compiere un passo verso di lui, sempre sorretti dagli angeli custodi, come abbiamo detto settimana scorsa.
Vangelo
Lc 21,10-19
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca
In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo. Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».
L’uomo di fede è anche in grado di riconoscere i tempi in cui vive, i tempi nei quali si svolge la propria storia, i tempi nei quali Dio chiede una sequela coraggiosa e una forza di servirlo non comune. Il cristiano fa questo in ogni tempo, anche nell’ultimo tempo, il tempo nel quale si comprenderà che è giunto il momento perché Dio manifesti il suo mistero e richiami tutti a sé. È questa la fede nella quale vive ogni credente, attendendo solamente la piena manifestazione di Dio.
Per noi
Credo che noi possiamo applicare quanto la scrittura ci ha consegnato, in modo del tutto particolare, alla Vergine Maria. In modo del tutto particolare perché in lei la sapienza della fede ha trovato un posto assolutamente diverso rispetto ad ogni altro uomo. Lei ha da sempre coltivato e custodito il mistero di Dio, in lei la fede e le sue manifestazioni non sono state mai apparenza, ma sempre realtà preziosa nella quale far convergere tutto ciò che ella viveva. La fede di Maria è la realtà nella quale ella ha custodito la parola di Dio a lei riservata, il dono della sua straordinaria ed immensa vocazione, oltre a tutto ciò che riguarda Gesù, dalla sua nascita alla sua morte di Croce. Tutto, in Maria, è diventata realtà da illuminare con la fede.
Non riusciremo mai a comprendere la bellezza, la profondità, la grandiosità della fede di Maria. Non riusciremo mai noi che abbiamo una fede apparente e non profonda come la sua.
Eppure io sono convinto che tutti rimaniamo ammirati ed anzi incantati di fronte ad una fede così grande e diventiamo per questo capaci di chiedere a lei di aiutarci, di custodirci, di farci vivere qualcosa di quello che ha vissuto lei, anche solo un piccolo raggio, anche solo una piccola parte di quello che ha illuminato la sua vita. A lei, insieme, chiediamo di avere una fede meno apparente e più reale. A lei chiediamo di avere una conoscenza sempre più profonda del mistero di Dio. A lei chiediamo di essere sempre più coinvolti nel mistero di Dio, per giungere a quella maturazione di fede che, sola, può garantirci di camminare in questo mondo come se vedessimo anche noi l’invisibile. La fede serve a questo! Serve a vivere nel tempo che vivono tutti, immersi nelle cose che condividiamo con tutti gli uomini e le donne del nostro tempo, ma con quello sguardo fisso in Dio che permette di rendere bella ogni cosa e che ci permette di capirne la sua verità. A Maria chiediamo questo dono di fede, per rispondere anche a chi vive di una fede solo apparente. Sia la testimonianza di una fede viva, vera, autentica, a dire quale valore è la fede oggi! Sia una fede autentica a riaccendere, in tutti, il gusto per quella virtù che ci viene infusa da Dio per tornare a Lui dopo il pellegrinaggio di questa vita terrena.