mercoledì 05 ottobre

Settimana della 5 domenica dopo il martirio – mercoledì 

Il tema del giorno

Sia fatta la tua volontà, dacci oggi il pane… Queste le espressioni del Padre nostro che commenteremo questa sera. È anche alla luce di queste espressioni che commentiamo le Scritture.

La Parola di Dio per questo giorno

EPISTOLA 2Tm 1, 1-12
Seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo

Paolo, apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio e secondo la promessa della vita che è in Cristo Gesù, a Timòteo, figlio carissimo: grazia, misericordia e pace da parte di Dio Padre e di Cristo Gesù Signore nostro. Rendo grazie a Dio che io servo, come i miei antenati, con coscienza pura, ricordandomi di te nelle mie preghiere sempre, notte e giorno. Mi tornano alla mente le tue lacrime e sento la nostalgia di rivederti per essere pieno di gioia. Mi ricordo infatti della tua schietta fede, che ebbero anche tua nonna Lòide e tua madre Eunìce, e che ora, ne sono certo, è anche in te. Per questo motivo ti ricordo di ravvivare il dono di Dio, che è in te mediante l’imposizione delle mie mani. Dio infatti non ci ha dato uno spirito di timidezza, ma di forza, di carità e di prudenza. Non vergognarti dunque di dare testimonianza al Signore nostro, né di me, che sono in carcere per lui; ma, con la forza di Dio, soffri con me per il Vangelo. Egli infatti ci ha salvati e ci ha chiamati con una vocazione santa, non già in base alle nostre opere, ma secondo il suo progetto e la sua grazia. Questa ci è stata data in Cristo Gesù fin dall’eternità, ma è stata rivelata ora, con la manifestazione del salvatore nostro Cristo Gesù. Egli ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita e l’incorruttibilità per mezzo del Vangelo, per il quale io sono stato costituito messaggero, apostolo e maestro. È questa la causa dei mali che soffro, ma non me ne vergogno: so infatti in chi ho posto la mia fede e sono convinto che egli è capace di custodire fino a quel giorno ciò che mi è stato affidato.

SALMO Sal 138 (139)

Tu, o Dio, conosci il mio cuore.

Signore, tu mi scruti e mi conosci,
tu conosci quando mi siedo e quando mi alzo,
intendi da lontano i miei pensieri,
osservi il mio cammino e il mio riposo,
ti sono note tutte le mie vie. R

La mia parola non è ancora sulla lingua
ed ecco, Signore, già la conosci tutta.
Sei tu che hai formato i miei reni
e mi hai tessuto nel grembo di mia madre. R

Io ti rendo grazie:
hai fatto di me una meraviglia stupenda;
meravigliose sono le tue opere,
le riconosce pienamente l’anima mia. R

Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi;
erano tutti scritti nel tuo libro
i giorni che furono fissati
quando ancora non ne esisteva uno. R

Scrutami, o Dio, e conosci il mio cuore,
provami e conosci i miei pensieri;
vedi se percorro una via di dolore
e guidami per una via di eternità. R

VANGELO Lc 20, 27-40
 Lettura del Vangelo secondo Luca

In quel tempo. Si avvicinarono al Signore Gesù alcuni sadducei – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie». Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui». Dissero allora alcuni scribi: «Maestro, hai parlato bene». E non osavano più rivolgergli alcuna domanda.

Vangelo

Il “caso” presentato dalla piccola parabola che il Signore racconta, è utilissimo per riflettere su queste espressioni. Chi si sposa con fede, chi si sposa “nel Signore” come giustamente diciamo, opera un serio discernimento vocazionale. Duplice discernimento. Intanto sulla vocazione, poi sulla persona. Chi si sposa nel Signore prima si chiede se quella sia davvero la sua volontà, in secondo luogo si domanda se la persona di cui uno si è innamorato, sia davvero la persona “giusta”. Capitano poi, nella vita, molte cose nelle quali ci si continua a chiedere dove stia la volontà del Signore. La morte del coniuge è uno di questi casi, specie se arriva anzitempo o è seguita da tutte quelle cose della vita che possono accadere e che non lasciano certo sereni. Moltissime persone si sono chieste dove stia, in taluni casi, la volontà di Dio. Il Vangelo ci insegna che Dio è Padre della vita e che, pertanto, opera sempre per la vita dei suoi. Dio opera puntando al massimo per ogni persona e volendo rinfrancare la vita di ciascuno. Questo è il compito di Dio, questo è ciò che accade nella mente di Dio.

La parabola insegna anche che Dio, poiché è Padre che opera per la vita degli uomini e poiché vuole tutti con sé, dona anche il pane per arrivare a quella vita eterna che è comunione piena con Lui e con il suo mistero. Il Padre non solo è colui che vive da sempre e per sempre, ma è colui che comunica la vita e colui che dona all’uomo tutti i sostegni che sono necessari per arrivare alla Vita. Quella vera, eterna, in Lui.

Timoteo

La prima lettura ci insegna che si impara la fede in famiglia. Timoteo ha avuto una mamma, una nonna che gli hanno trasmesso la fede. Timoteo ha imparato cosa significa fare la volontà di Dio non in astratto, non studiando, ma mettendosi alla scuola di queste due donne che, nel loro modo di fare, di vivere, di amare hanno insegnato, prima con i gesti, poi con le parole, cosa significa fare la volontà del Padre. Eunice, Loide, sono due donne che hanno trasmesso a Timoteo che il pane quotidiano non è solo quello di cui ci si ciba, ma è la preghiera, è lo stare con Dio, è il desiderio di Dio, è il comprendere cosa fare nel nome di Lui. Queste due donne hanno trasmesso a Timoteo il gusto per la Parola di Dio, l’amore per l’Eucarestia. Questo è il vero pane quotidiano, il vero pane del cammino che sostiene in tutto e per tutto la vita di un uomo.

Inoltre queste due donne, insieme all’apostolo stesso, hanno insegnato a Timoteo che fare la volontà di Dio è anche confrontarsi con le realtà più difficili della vita, sostenendo le crisi, le difficoltà che arrivano, lasciando nelle mani del Signore ogni cosa. È una professione di fede bellissima nella potenza di Dio. È un attestato bellissimo di fiducia in Dio. Fare la volontà di Dio è anche superare le difficoltà che arrivano, le angosce che assalgono, le crisi attraverso le quali occorre passare.  Tutto questo significa compiere la volontà di Dio. Passare in mezzo alle cose della vita mantenendo immutata la fede. Questo è quello che ci è chiesto. Questo è il compito di ogni uomo.

Infine, ci diceva ancora la Scrittura, fare la volontà di Dio è anche annunziare il Vangelo in ogni modo, con le forze che si hanno, con le doti di cui uno è stato insignito. Tutto questo è volontà di Dio. Come il Vangelo diventa sostegno di coloro che obbediscono a Dio, di coloro che si abbandonano a Lui.

Intenzioni di preghiera

Rileggendo queste pagine:

  1. Preghiamo per imparare a discernere la volontà di Dio nella nostra vita. L’avere già scelto una vocazione e l’averla anche portata avanti nella vita, non ci esimono dal continuare a domandarci cosa vuole il Signore da noi, cosa chiede alla nostra esistenza, come guida il nostro cuore verso il suo amore. Questa è la domanda vocazionale che tutti non dobbiamo mai smettere di farci. Se faremo questo, cercheremo costantemente la sua volontà.
  2. Preghiamo per imparare a sostenere crisi e difficoltà. Di fronte alle crisi della vita e di fronte alle difficoltà di cui è fatta ogni vocazione, tutti andiamo in crisi. Tutti sentiamo il peso, la fatica, di ciò che abbiamo scelto. Preghiamo per non arrenderci, per fare in modo che non siamo noi quelli che vengono meno al desiderio di servire il Signore, di compiere la sua volontà. La resistenza è una grande virtù. Chiediamola, insieme, anche ripensando a quelle persone semplici come Loide, come Eunice che popolano le nostre case e che le riempiono di santità.
  3. Preghiamo per fare della preghiera e della Messa il pane del cammino. Anche questo ci deve aiutare. Noi tutti potremo perseverare solo a questa condizione, solo se ci ciberemo del pane eucaristico, solo se saremo forti nella preghiera. Il Signore ci conceda di fare tutto questo nel suo nome e per la sua misericordia.

Anche oggi rivolgiamoci a Maria, regina del Rosario, per ottenere queste grazie.

2022-09-30T08:34:07+02:00