Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo
Per introdurci
Stupiti di fronte all’umanità di Gesù. Oggi, mentre celebriamo la giornata diocesana della Caritas, vogliamo essere tutti presi da questo tema che ci viene assegnato: stupiti di fronte all’umanità di Gesù. È con questo atteggiamento che ci mettiamo, come sempre e anzitutto, di fronte alle scritture di questa giornata.
La Parola di Dio
LETTURA 2Sam 7, 1-6. 8-9. 12-14a. 16-17
Lettura del secondo libro di Samuele
In quei giorni. Il re, quando si fu stabilito nella sua casa, e il Signore gli ebbe dato riposo da tutti i suoi nemici all’intorno, disse al profeta Natan: «Vedi, io abito in una casa di cedro, mentre l’arca di Dio sta sotto i teli di una tenda». Natan rispose al re: «Va’, fa’ quanto hai in cuor tuo, perché il Signore è con te». Ma quella stessa notte fu rivolta a Natan questa parola del Signore: «Va’ e di’ al mio servo Davide: Così dice il Signore: “Forse tu mi costruirai una casa, perché io vi abiti? Io infatti non ho abitato in una casa da quando ho fatto salire Israele dall’Egitto fino ad oggi; sono andato vagando sotto una tenda, in un padiglione”. Ora dunque dirai al mio servo Davide: Così dice il Signore degli eserciti: “Io ti ho preso dal pascolo, mentre seguivi il gregge, perché tu fossi capo del mio popolo Israele. Sono stato con te dovunque sei andato, ho distrutto tutti i tuoi nemici davanti a te e renderò il tuo nome grande come quello dei grandi che sono sulla terra. Quando i tuoi giorni saranno compiuti e tu dormirai con i tuoi padri, io susciterò un tuo discendente dopo di te, uscito dalle tue viscere, e renderò stabile il suo regno. Egli edificherà una casa al mio nome e io renderò stabile il trono del suo regno per sempre. Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio. La tua casa e il tuo regno saranno saldi per sempre davanti a te, il tuo trono sarà reso stabile per sempre”». Natan parlò a Davide secondo tutte queste parole e secondo tutta questa visione.
SALMO Sal 44 (45)
Dio ti ha consacrato con olio d’esultanza.
Liete parole mi sgorgano dal cuore:
io proclamo al re il mio poema,
la mia lingua è come stilo di scriba veloce. R
Tu sei il più bello tra i figli dell’uomo,
sulle tue labbra è diffusa la grazia,
perciò Dio ti ha benedetto per sempre. R
Ami la giustizia e la malvagità detesti:
Dio, il tuo Dio, ti ha consacrato con olio di letizia,
a preferenza dei tuoi compagni. R
Ai tuoi padri succederanno i tuoi figli;
li farai prìncipi di tutta la terra.
Il tuo nome voglio far ricordare per tutte le generazioni;
così i popoli ti loderanno in eterno, per sempre. R
EPISTOLA Col 1, 9b-14
Lettera di san Paolo apostolo ai Colossesi
Fratelli, non cessiamo di pregare per voi e di chiedere che abbiate piena conoscenza della sua volontà, con ogni sapienza e intelligenza spirituale, perché possiate comportarvi in maniera degna del Signore, per piacergli in tutto, portando frutto in ogni opera buona e crescendo nella conoscenza di Dio. Resi forti di ogni fortezza secondo la potenza della sua gloria, per essere perseveranti e magnanimi in tutto, ringraziate con gioia il Padre che vi ha resi capaci di partecipare alla sorte dei santi nella luce. È lui che ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del Figlio del suo amore, per mezzo del quale abbiamo la redenzione, il perdono dei peccati.
VANGELO Gv 18, 33c-37
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo. Pilato disse al Signore Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?». Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».
Audio Player
Vangelo
Siamo stupiti di fronte all’umanità di Gesù e al suo comportamento nella passione. Il Vangelo ci riporta all’ora fondamentale della vita del Signore: ormai catturato, egli si trova davanti a Pilato, per quel processo che è poi tutta una farsa, nel quale il Signore viene condannato. Stupisce la sua umanità. L’umanità di chi ha scelto di essere presente tra gli uomini con lo stile della condivisione. L’umanità di chi si lascia mettere le mani addosso senza reagire. L’umanità di chi si lascia trascinare in tribunale senza avere quasi nulla da dire. L’umanità di chi sa di essere di fronte ad un pagano, accettando, con carità, un confronto, un dialogo con lui. Un dialogo succinto, fatto di pochissime battute. Un dialogo serio ed intenso, fatto solo di un insegnamento. L’insegnamento volto a dire a tutti che Dio avrebbe potuto mandare sostenitori a Cristo anche dal cielo, ma dove sarebbe finita, allora, la sua condivisione con l’umanità, con la sofferenza, persino con il mistero della stessa morte? Ecco l’insegnamento del Vangelo: l’umanità di Gesù stupisce per il grado di profondità che riesce ad avere con tutti i sofferenti, con tutti coloro che sono ingiustamente accusati, con tutti coloro che vivono il dramma della solitudine, la disperazione dell’abbandono, l’angoscia di fronte alla morte. Il Signore Gesù stupisce per il grado massimo di condivisione in tutte queste cose. Condivisione che dice anche il senso della sua regalità. Proprio per essere venuto tra gli uomini e proprio per aver condiviso in tutto e per tutto la loro vita, Gesù può essere Re. Re che illumina, guida a salvezza, può avere qualcosa da dire ad ogni uomo proprio in virtù di quell’esempio dato una volta per tutte sulla Croce. Questo ultimo episodio è la fine del Vangelo, ma tutto il Vangelo è esegesi della stupenda capacità di condivisione della vita degli uomini. Rimaniamo stupiti di fronte all’umanità di Gesù che sceglie di incarnarsi come un uomo qualunque; rimaniamo stupiti di fronte alla condivisione della vita dell’uomo dimostrata fin dalla nascita per mille cose; rimaniamo stupiti di fronte all’umanità di Gesù che insegna come un maestro qualsiasi, come pure rimaniamo stupiti di fronte all’umanità di Gesù che sa prendersi cura di tutti, della donna sola, del peccatore incallito, del malato rattristato anche dalla sua malattia; rimaniamo stupiti del dolore che Gesù prova di fronte alla morte di un amico e, più in generale, di fronte alla morte di tutti. Rimaniamo stupiti della condivisione, insomma, che Gesù riesce ad avere in ogni occasione di vita, con tutti coloro che lo circondano, lo accompagnano, lo incontrano, anche solo occasionalmente.
Samuele
Questo stupore ci sorprende, certo, ma fino ad un certo punto. Perché anche la rivelazione contenuta nel primo testamento ci ha sempre detto che Dio viene a condividere tutto con gli uomini. Nella sua divinità Dio ha preparato la strada per il Messia, per Cristo, in diversi modi, ma, soprattutto, donando tracce della sua condivisione del tempo, della storia, della terra, con tutti gli uomini del popolo di Israele. Il segno del grande tempio di Gerusalemme, preceduto prima dal segno della tenda del convegno, era un simbolo di tutto questo. Un modo per dire che Dio, da sempre e per sempre, viene a condividere la storia degli uomini, la loro vita, la loro quotidianità. Il voler essere presente al centro dell’accampamento prima, come della città poi, dice che Dio è sempre vicino agli uomini in tutte le loro vicende, anche nelle faccende più semplici, basilari, quotidiane. Il segno di un luogo di preghiera dove tutti si possano ritrovare per invocarlo, dice immediatamente questo: Dio ama la vita, Dio ama l’uomo, Dio vuole rimanere presso gli uomini per accompagnare le loro vicende, le loro storie, le loro vicissitudini. Tutto questo sarà portato alla sua massima espressione proprio nella vita del Signore, ma si vede come già il primo testamento aveva ben messo in luce il desiderio di Dio di rimanere sempre presso gli uomini. Un amore che stupisce, un desiderio che edifica.
Colossesi
Proprio per avere a lungo meditato su questa umanità di Dio che prima guida e poi si incarna, San Paolo comprende che anche il suo ministero deve essere colmo di stupore per l’uomo ed in grado di attivare tutte quelle risorse del cuore che gli permettono di stare vicino agli uomini, condividendo ciò che sono e ciò che hanno nel nome del Signore e facendo in modo che ogni uomo,, ogni donna, sia sempre capace di vivere la sua ricerca del volto di Dio, stupendosi, a sua volta, della vicinanza del Signore. San Paolo è un maestro proprio di questa predicazione di vicinanza di Cristo ad ogni uomo. Forte della sua esperienza, Paolo capisce che Dio, in Cristo, si fa prossimo di ogni uomo ed invita tutti a stupirsi di questa vicinanza, di questa condivisione, di questa tenerezza che diventa sostegno. Sostegno, nella, fede di tutti coloro che credono.
Per il nostro cammino
Cosa dice a noi tutto questo?
- Impariamo anche noi a rimanere stupiti dell’umanità. Il convegno della chiesa Italiana a Firenze ci ha chiesto di essere proprio capaci di questo stupore di fronte all’uomo nel nome di Cristo. Come ci hanno detto le scritture, anche noi dovremmo essere pronti a stupirci di fronte all’uomo. Colti da stupore di fronte alle possibilità che ha, di fronte alle sfide che vince, di fronte a tutte quelle cose belle che l’uomo riesce a creare. Ma anche stupiti perché pieni di commozione di fronte alla fragilità dell’uomo, di fronte all’abisso del peccato. Di fronte alle numerosissime testimonianze e fatti di cronaca che ci dicono quanto può cadere in basso un uomo, tutti noi dovremmo essere stupiti perché sappiamo che, su queste miserie, si china il Signore Gesù. Questa consapevolezza è quella che, nella fede, non dovremmo mai smettere di dire e di vivere. Proprio perché sostenuti dalla nostra fede, facciamoci solidali con ogni uomo e cerchiamo di rimanere in cammino con tutti, anche con coloro che imbrattano, rendono impura, o smarriscono quella stessa immagine di umanità che Dio, in Cristo, vorrebbe. Credo che un primo compito della Caritas sia proprio questo: richiamarci alle emergenze della carità che ci sono tra noi perché noi impariamo a stupirci e a renderci solidali con tutti gli uomini. È un compito di educazione ed un compito, al tempo stesso profetico. Noi chiediamo a questi nostri fratelli della Caritas di indicarci le emergenze presenti nell’umanità per farci prossimo, per sovvenire, per capire dove occorre rendere presente Cristo oggi, nelle diverse sfide del mondo, della società, della Chiesa.
- Solidali con gli uomini feriti, offesi, impoveriti, e che soccombono in guerra.
Credo poi che la liturgia di oggi ci provochi rispetto al tempo che stiamo vivendo. Siamo di fronte ad un’umanità che, come ha detto recentemente sia il Papa che il Capo dello Stato, stia peggiorando e sta smarrendo la via della pace, della concordia, del mutuo sostegno. Credo che ricordare che Cristo è il Re dell’universo ci aiuti a pensare che anche noi siamo chiamati a seguire ciò che Egli ha rivelato. Dire di voler seguire Cristo re significa seguire Cristo sulla via della donazione, del sostegno, della carità. Tutto questo perché si vuole seguire il vangelo come unica e sola parola di Verità che dà senso alla vita.
- Solidali con i padri che hanno voluto un segno di ricordo degli uomini caduti in guerra e a sostegno della vita. Infine credo che sia bello scoprire, per noi, la solidarietà e stupirci dell’umanità dei nostri padri che, proprio nel 1923, hanno voluto il viale delle rimembranze come segno e richiamo per le generazioni future dell’orrore della guerra. Come il Signore Sindaco non ha mancato di sottolineare in un suo discorso, questo viale vuole essere memoria vivente dei morti della “grande guerra”, che Benedetto XV, il papa di quel tempo ebbe a definire l’ “inutile strage”. Il ricordo di quello che accadde allora spinga noi tutti a trovare soluzioni diverse a quella dei conflitti per le controversie internazionali e ricordi a tutti il valore della vita. Vita che è sempre da difendere da ogni parte. Ecco perché onorare Cristo Re vuol dire mettersi dalla parte di chi difende la vita, sempre, a qualsiasi costo. Lasciamo, dunque, che anche queste ricorrenze della nostra città non siano solo giusto momento celebrativo e di ricordo del passato, ma spigano tutti noi a dire come, nel presente, possiamo vivere quei valori che hanno imperniato la nostra società e che devono essere sempre punto di riferimento per tutti noi.
Onoriamo Cristo Re e impegniamoci per rimanere stupiti della bellezza dell’umanità. Quell’umanità che, proprio nel suo nome, dobbiamo servire ed amare con senso fraterno.