Lunedì 06 novembre

Ultima settimana dell’anno liturgico – lunedì

La spiritualità di questa settimana

Entriamo nell’ultima settimana dell’anno liturgico prima che inizi un nuovo ciclo di Avvento. La settimana porterà a termine la lettura dell’Apocalisse e del Vangelo di Matteo nel discorso escatologico. Le uniche due eccezioni saranno giovedì, giorno del ricordo della Basilica Lateranense e sabato, giorno di san Martino, prima che inizi l’Avvento.

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La Parola di questo giorno

LETTURA Ap 19, 6-10
Lettura del libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo

In quel giorno. Udii come una voce di una folla immensa, simile a fragore di grandi acque e a rombo di tuoni possenti, he gridavano: «Alleluia! Ha preso possesso del suo regno il Signore, il nostro Dio, l’Onnipotente. Rallegriamoci ed esultiamo, rendiamo a lui gloria, perché sono giunte le nozze dell’Agnello; la sua sposa è pronta: le fu data una veste di lino puro e splendente». La veste di lino sono le opere giuste dei santi. Allora l’angelo mi disse: «Scrivi: Beati gli invitati al banchetto di nozze dell’Agnello! ». Poi aggiunse: «Queste parole di Dio sono vere». Allora mi prostrai ai suoi piedi per adorarlo, ma egli mi disse: «Guàrdati bene dal farlo! Io sono servo con te e i tuoi fratelli, che custodiscono la testimonianza di Gesù. È Dio che devi adorare. Infatti la testimonianza di Gesù è lo Spirito di profezia».

SALMO Sal 148

I cieli e la terra cantano la gloria di Dio.

Lodate il Signore dai cieli,
lodatelo nell’alto dei cieli.
Lodatelo, voi tutti, suoi angeli,
lodatelo, voi tutte, sue schiere. R

I re della terra e i popoli tutti,
i governanti e i giudici della terra,
i giovani e le ragazze,
i vecchi insieme ai bambini
lodino il nome del Signore. R

Perché solo il suo nome è sublime:
la sua maestà sovrasta la terra e i cieli.
Ha accresciuto la potenza del suo popolo.
Egli è la lode per tutti i suoi fedeli,
per i figli d’Israele, popolo a lui vicino. R

VANGELO Mt 24, 42-44
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo

In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».

Vangelo

Forse, quando leggiamo questo Vangelo, ci lasciamo un po’ prendere tutti dallo sconforto e cerchiamo di arginarlo perché ci sembra un po’ minaccioso. Sembra quasi che parlare della venuta del Signore, dell’ora della sua venuta finale, corrisponda un po’ a fare del terrorismo spirituale. Credo che la luce da gettare su questa pagina sia, invece, un’altra. Questa pagina vuole essere di consolazione, di conforto. Matteo sta insegnando che la storia non si dirige nel nulla, non finisce a caso, ma tende tutta all’incontro con Dio. Dio che dall’eternità fa iniziare il tempo, attende, alla fine del tempo, che tutto torni a Lui. Il mondo, la storia, gli uomini, tutto il creato, non vagano nel caos. Non vagano senza meta, ma si dirigono a questa meta. Ecco perché il cristiano che legge queste parole, lascia che questa consolazione spirituale entri dentro di lui, plasmi il suo modo di vivere, di pensare, di insegnare. Il cristiano testimonia questo: tutto si dirige all’incontro con Cristo, e sarà incontro di misericordia e di verità. Di verità perché Dio farà nuove tutte le cose, di misericordia perché il sangue di Cristo purificherà ogni cosa e rimarrà solo ciò che sarà purificato dal suo eterno amore.

Apocalisse

Anche la visione dell’Apocalisse ci permette di continuare questa riflessione consolatoria. Anzitutto per la preghiera che viene ripetuta dalla folla immensa che abita presso il trono dell’Agnello. Già il fatto che sia una folla immensa ci fa percepire che molti sono coloro che sono nella vita eterna accanto a Cristo risorto. Le loro parole sono poi ulteriormente consolatorie: “Ha preso possesso del suo Regno il Signore, il nostro Dio, l’Onnipotente”. Se la storia è teatro di confronto, se la storia è teatro di continuo cambiamento, se la storia è teatro di continue novità, alla fine solo Cristo e il suo amore trionfano, alla fine l’amore di Dio trionferà, l’Agnello immolato mostrerà tutto il suo “potere” che è potere di misericordia e di redenzione, come ci ha detto anche il Vangelo. “La sua sposa è pronta”. La sposa è la Chiesa che, finalmente, dopo aver camminato nella storia con tutti i limiti e con tutti i peccati degli uomini che la compongono, sarà finalmente pronta per entrare alle nozze del suo sposo. Essa stessa purificata dal sangue dell’Agnello, sarà pronta per stare sempre con il suo sposo. La Chiesa è simbolicamente rivestita di una veste di “lino puro e splendente” che, come dice lo stesso testo, sono le opere dei santi. La Chiesa, purificata dal suo cammino, da tutti i suoi errori, vedrà rimanere solo le opere buone compiute dai santi. Se vogliamo, con un altro linguaggio, San Giovanni ci sta dicendo ciò che Gesù ha detto nel Vangelo: grano e zizzania crescono insieme, fino alla fine del mondo. Solo allora potranno essere separati e rimarrà solo il grano, cioè le cose buone. La Chiesa è destinata a fare questo, a vivere in questo modo. Alla fine rimarranno solo le cose buone che ha fatto attraverso i suoi santi. Le altre cose, le cose del tempo, le cose del mondo, saranno tutte purificate dal sangue dell’Agnello.

Provocazioni di fede per il cammino

Credo che parole così belle e così consolatorie ci facciano solo bene. Noi siamo nel tempo, viviamo ancora quella commistione tra grano e zizzania che, spesso, ci turba, ci confonde, ci lascia esposti alle critiche feroci di molti uomini del nostro tempo. È dunque consolante sapere che, se adesso non può non essere così, tutto avrà, però, il suo limite e, alla fine, rimarranno solo le cose buone che la Chiesa avrà fatto, solo le cose belle che avrà saputo costruire, solo le cose sante alle quali avrà saputo dare inizio e slancio. Anche noi siamo parte di questo dinamismo e possiamo contribuire, nel nostro piccolo, con le nostre opere buone. Sapendo che questa è la direzione che prenderà la storia, sapendo che questo è il fine a cui tutti noi siamo indirizzati, saper dare luogo ad opere buone nel tempo è l’unico modo per avvicinarci a questa fine senza avere nulla da temere. È così che, come cristiani, dovremmo vivere il tempo e sostenere, in esso, le sfide che ci propone.

Invito alla preghiera

  • Viviamo così il nostro tempo?
  • Sentiamo viva questa consolazione?
  • Ci incamminiamo verso il futuro sostenuti da questo modo di interpretare la storia?
2023-11-03T13:55:28+01:00