Ultima settimana dell’anno liturgico- martedì
La Parola di questo giorno
LETTURA Ap 19, 11-16
Lettura del libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo
In quel giorno. Vidi il cielo aperto, ed ecco un cavallo bianco; colui che lo cavalcava si chiamava Fedele e Veritiero: egli giudica e combatte con giustizia. I suoi occhi sono come una fiamma di fuoco, ha sul suo capo molti diademi; porta scritto un nome che nessuno conosce all’infuori di lui. È avvolto in un mantello intriso di sangue e il suo nome è: il Verbo di Dio. Gli eserciti del cielo lo seguono su cavalli bianchi, vestiti di lino bianco e puro. Dalla bocca gli esce una spada affilata, per colpire con essa le nazioni. Egli le governerà con scettro di ferro e pigerà nel tino il vino dell’ira furiosa di Dio, l’Onnipotente. Sul mantello e sul femore porta scritto un nome: Re dei re e Signore dei signori.
SALMO Sal 95 (96)
Date al Signore la gloria del suo nome.
Grande è il Signore e degno di ogni lode,
terribile sopra tutti gli dèi.
Tutti gli dèi dei popoli sono un nulla,
il Signore invece ha fatto i cieli. R
Maestà e onore sono davanti a lui,
forza e splendore nel suo santuario. R
Date al Signore, o famiglie dei popoli,
date al Signore gloria e potenza,
date al Signore la gloria del suo nome. R
VANGELO Mt 24, 45-51
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo
In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Chi è dunque il servo fidato e prudente, che il padrone ha messo a capo dei suoi domestici per dare loro il cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così! Davvero io vi dico: lo metterà a capo di tutti i suoi beni. Ma se quel servo malvagio dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda”, e cominciasse a percuotere i suoi compagni e a mangiare e a bere con gli ubriaconi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli ipocriti: là sarà pianto e stridore di denti».
Vangelo
Anche oggi, se proprio vogliamo vedere, potremmo essere sconvolti, scioccati, scandalizzati forse da questa Parola di Dio, messi in crisi perché il finale sconvolge: “Là sarà pianto e stridore di denti”. Di per sé questa locuzione è tipica di San Matteo e identifica la situazione di coloro che sono lontani da Dio. È una frase che, effettivamente, dà i brividi perché lo “stridore di denti” è simbolo di dolore, di solitudine, di cose che fanno soffrire gli uomini. Matteo sta dicendo esattamente questo. Gli uomini che avranno preferito avere una vita egoistica, gli uomini che si saranno rintanati in un uso personale e chiuso delle cose, gli uomini che non avranno speso la vita per gli altri, insomma tutti coloro che avranno avuto una logica di vita diversa dal Vangelo, rischiano, se non accoglieranno Cristo anche in extremis, di essere in quella solitudine che hanno sempre scelto rifiutando l’altro. Solo che questa solitudine eterna, sarà quel “pianto e stridore di denti” che qualifica la posizione di coloro che, in vita, hanno rifiutato Cristo. Come sempre la predicazione di San Matteo non vuole essere una minaccia, né uno spauracchio, ma solo un modo per invitare tutti alla conversione, alla conoscenza di Cristo, alla realizzazione del bene in tutte le forme possibili. Questo è il senso di questo Vangelo. Affinché nessuno sia nel luogo dove è pianto e stridore di denti, serve, adesso, un’accoglienza vera e piena del Signore. Le altre cose sono nel mare della sua misericordia.
Apocalisse
Questo è anche quello che ci dice il libro dell’Apocalisse. Quando noi pensiamo all’ “ira di Dio”, come veniva chiamata, pensiamo ad un giudice severo e, per giunta, in preda all’ira che farà, alla fine, piazza pulita di tutti coloro che hanno operato il male. È un’idea di giudizio che non corrisponde alla rivelazione biblica ma rimane nell’immaginario di molti uomini anche credenti. L’ “ira di Dio”, in senso teologico, indica la totale incompatibilità di Dio con il male. Ecco perché Dio allontanerà da sé e per sempre non solo il male ma anche chi ha compiuto il male senza mai avere avuto un ripensamento, un dubbio, un momento di conversione. L’Apocalisse ci ricorda che basta anche un piccolo pentimento in extremis per avere parte alla misericordia infinita ed eterna di Dio. Il mantello di Cristo giudice è intriso del sangue, del suo sangue, di cui basta una sola piccolissima, infinitesimale goccia, per redimere qualsiasi male che gli uomini possono avere fatto e deliberatamente commesso. Così che alla fine a trionfare, con il titolo di “re dei re e signore dei signori”, sarà solo la misericordia di Dio che si attua nell’opera della redenzione di Cristo.
Provocazioni di fede per il cammino
Appare allora più chiaro che, la sola cosa da evitare, è quell’atteggiamento del servo stolto che si chiude nella ricerca del proprio piacere, dei propri vizi, senza vigilare. L’atteggiamento spirituale corretto è quello di chi vigila su se stesso, ben sapendo che tutto dovrà essere immerso nella misericordia di Dio che lava ogni cosa e che purifica ogni realtà della storia. Se da un lato questa visione è molto consolante, perché ci invita ad avere sempre la massima fiducia nell’amore di Dio, dall’altro è anche un invito alla vigilanza. Il cristiano vigila su sé stesso perché non vuole sprecare quell’incontro, non vuole chiudersi e rimanere ostinato perdendo così la grande misericordia di Dio. Il cristiano vigila e attende. Vigila su sé stesso e attende la rivelazione di Dio e quella di tutti i giusti che hanno vissuto per Cristo. Essendo ormai quasi alla vigilia dell’Avvento, il richiamo alla vigilanza è più che mai pertinente. La Chiesa, nella sua sapienza, ci sta preparando a quel tempo nel quale tutti noi siamo invitati a vigilare su noi stessi per non perdere il tempo della nostra vita nelle cose che ci allontaneranno, forse anche per sempre, da Dio. Non la paura, ma la vigilanza su noi stessi è l’atteggiamento giusto da vivere per non perdere nulla di quello che ci è stato promesso attraverso Cristo Signore.
Invito alla preghiera
- Mi lascio avvincere da questo invito?
- Come penso di iniziare l’Avvento?
- Vigilo profondamente su me stesso o mi lascio vincere da altri richiami?