Ultima settimana dell’anno liturgico – mercoledì
La Parola di Dio
LETTURA Ap 20, 11-15
Lettura del libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo
In quel giorno. Vidi un grande trono bianco e Colui che vi sedeva. Scomparvero dalla sua presenza la terra e il cielo senza lasciare traccia di sé. E vidi i morti, grandi e piccoli, in piedi davanti al trono. E i libri furono aperti. Fu aperto anche un altro libro, quello della vita. I morti vennero giudicati secondo le loro opere, in base a ciò che era scritto in quei libri. Il mare restituì i morti che esso custodiva, la Morte e gli inferi resero i morti da loro custoditi e ciascuno venne giudicato secondo le sue opere. Poi la Morte e gli inferi furono gettati nello stagno di fuoco. Questa è la seconda morte, lo stagno di fuoco. E chi non risultò scritto nel libro della vita fu gettato nello stagno di fuoco.
SALMO Sal 150
Lodate il Signore per la sua immensa grandezza.
Lodate Dio nel suo santuario,
lodatelo nel suo maestoso firmamento.
Lodatelo per le sue imprese,
lodatelo per la sua immensa grandezza. R
Lodatelo con il suono del corno,
lodatelo con l’arpa e la cetra.
Lodatelo con tamburelli e danze,
lodatelo sulle corde e con i flauti. R
Lodatelo con cimbali sonori,
lodatelo con cimbali squillanti.
Ogni vivente dia lode al Signore. R
VANGELO Mt 25, 1-13
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo
In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».
Vangelo
Ancora il Vangelo intende insistere sull’atteggiamento di vigilanza che occorre avere nella storia. La parabola delle vergini ci sta dicendo questo: nel corso della storia tutti si assopiscono, tutti possono perdere, in tutto o in parte, quel senso di vigilanza che dovrebbe, invece, contraddistinguere la vita del cristiano. Ma ci sono persone sagge che sanno riaccenderlo e persone stolte che non lo sanno fare. Come si perviene a questa saggezza? Cosa rappresenta l’olio in piccoli vasi di cui parla il Vangelo? Esso è la forza della preghiera. Il Vangelo ci sta dicendo che tutti possono perdere di vista il vero motivo per cui vale la pena esistere, fare le cose, vivere bene il tempo che ci è stato dato. Ma quando c’è la preghiera, anche in forma minima, è sempre possibile riaccendere il senso della verità, il gusto per le cose sante, l’amore per le cose che hanno davvero un senso nell’esistenza. È dove manca questa preghiera, è dove manca la sua forza che tutto, per lo meno, diventa più difficile se non addirittura impossibile.
Apocalisse
L’Apocalisse ha al suo centro la visione dello “stagno di fuoco” che, evidentemente, è un’immagine. L’immagine di coloro che si perdono, l’immagine di coloro che scelgono altro rispetto a Cristo, l’immagine di coloro che, nella vita, vivono come se Cristo non esistesse. Immagine forte, che indica però una possibilità: la possibilità di vivere senza Dio. Abituarsi a vivere senza Dio spegne qualsiasi richiamo della sua presenza, della sua bontà, del suo amore. Se manca un minimo gesto di apertura, se manca un minimo gesto di attenzione, si finisce per non avere più niente a che fare con Dio e, quindi, si rischia proprio di passare l’eternità senza di Lui. Se manca la penitenza, se manca il rimorso, se manca anche e solo alla fine uno sguardo a Cristo e alla sua misericordia, si finisce così. Possibilità terribile, eppure possibilità di fronte alla quale siamo tutti.
Certo, con profonda consolazione, l’Apocalisse ci ha detto che esiste anche un libro della vita, dove sono scritte tutte le opere giuste dei santi. È un’altra immagine che vuole dare la certezza che davanti a Dio il bene non viene mai sprecato, non viene mai perduto. Il bene che uno fa rimane, in eterno, collocato presso l’amore di Dio e diventa, per questo, eterno. Ecco perché il bene che l’uomo è in grado di fare, se non rimane solo uno slancio della sua volontà, ma viene collocato in Dio attraverso la preghiera, rimane in eterno.
Per il nostro cammino
Di qui le provocazioni per il nostro cammino di fede.
Vorrei che tutti ci domandassimo se abbiamo mai riflettuto seriamente sulla potenza del bene. Il bene è qualcosa che rimane in eterno, il bene è qualcosa che non si cancella mai presso Dio, il bene è qualcosa che rimane per tutti i nostri giorni, il bene è qualcosa che non avrà mai fine. Credo che questa sia una visione bellissima da considerare.
In secondo luogo, vorrei che tutti riflettessimo sull’importanza della preghiera, anche minima. È la forza della preghiera che non ci fa perdere il senso della vigilanza. È la forza della preghiera che non ci fa perdere il senso di Dio, è la forza della preghiera che ci mantiene desti e vigilanti per compiere il bene che possiamo e per non perdere di vista quel percorso che deve riportarci verso Dio.
Sta per iniziare l’Avvento. È un tempo di vigilanza ed è un tempo nel quale noi tutti siamo sempre richiamati alla forza della preghiera. Credo che sia molto bello poter fermarci e pensare bene che senza credere alla forza della preghiera, non solo si spegne la nostra vita spirituale, ma ne risente tutta quanta la nostra vita. Penso che dovremmo tutti essere molto più attenti a questa forza della preghiera e che tutti dovremmo cercare di avere sempre molto a cuore questo filo rosso che tiene insieme tutte le cose che facciamo e che ci permette di rileggere davvero bene e sempre tutto ciò che accade. Credo che, con qualche giorno di anticipo, tutti siamo invitati a mettere mano a quella regola di vita del cristiano che attende e che deve essere la nostra regola di preghiera mentre si avvicina il Santo Natale. Solo così saremo desti per evitare quello stagno di fuoco che, purtroppo, rimane per tutti una possibilità, una scelta.
Invito alla preghiera
- Che valore do alla mia preghiera?
- Come mi aiuta a vigilare?
- Come posso vivere questa vigilanza per non lasciare che anche la mia vita si allontani da Cristo?