Giovedì 09 novembre

Ultima settimana dell’anno liturgico – venerdì – Dedicazione della Basilica lateranense

La Parola di questo giorno

LETTURA 1Re 8, 22-23. 27-30
Lettura del primo libro dei Re

In quei giorni. Salomone si pose davanti all’altare del Signore, di fronte a tutta l’assemblea d’Israele e, stese le mani verso il cielo, disse: «Signore, Dio d’Israele, non c’è un Dio come te, né lassù nei cieli né quaggiù sulla terra! Tu mantieni l’alleanza e la fedeltà verso i tuoi servi che camminano davanti a te con tutto il loro cuore. Ma è proprio vero che Dio abita sulla terra? Ecco, i cieli e i cieli dei cieli non possono contenerti, tanto meno questa casa che io ho costruito! Volgiti alla preghiera del tuo servo e alla sua supplica, Signore, mio Dio, per ascoltare il grido e la preghiera che il tuo servo oggi innalza davanti a te! Siano aperti i tuoi occhi notte e giorno verso questa casa, verso il luogo di cui hai detto: “Lì porrò il mio nome!”. Ascolta la preghiera che il tuo servo innalza in questo luogo. Ascolta la supplica del tuo servo e del tuo popolo Israele, quando pregheranno in questo luogo. Ascoltali nel luogo della tua dimora, in cielo; ascolta e perdona!».

SALMO Sal 94 (95)

Adoriamo il Signore nella sua santa casa.

Venite, cantiamo al Signore,
acclamiamo la roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie,
a lui acclamiamo con canti di gioia. R

Grande Dio è il Signore,
grande re sopra tutti gli dèi.
Nella sua mano sono gli abissi della terra,
sono sue le vette dei monti.
Suo è il mare, è lui che l’ha fatto;
le sue mani hanno plasmato la terra. R

Entrate: prostràti, adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti.
È lui il nostro Dio
e noi il popolo del suo pascolo,
il gregge che egli conduce. R

EPISTOLA 1Cor 3, 9-17
Prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi

Fratelli, siamo collaboratori di Dio, e voi siete campo di Dio, edificio di Dio. Secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come un saggio architetto io ho posto il fondamento; un altro poi vi costruisce sopra. Ma ciascuno stia attento a come costruisce. Infatti nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo. E se, sopra questo fondamento, si costruisce con oro, argento, pietre preziose, legno, fieno, paglia, l’opera di ciascuno sarà ben visibile: infatti quel giorno la farà conoscere, perché con il fuoco si manifesterà, e il fuoco proverà la qualità dell’opera di ciascuno. Se l’opera, che uno costruì sul fondamento, resisterà, costui ne riceverà una ricompensa. Ma se l’opera di qualcuno finirà bruciata, quello sarà punito; tuttavia egli si salverà, però quasi passando attraverso il fuoco. Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? Se uno distrugge il tempio di Dio, Dio distruggerà lui. Perché santo è il tempio di Dio, che siete voi.

VANGELO Gv 4, 19-24
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo. La donna Samaritana dice al Signore Gesù: «Signore, vedo che tu sei un profeta! I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma viene l’ora – ed è questa – in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità».

Corinzi

I tre testi che ci vengono proposti oggi sono tutti molto noti e si ripetono, in questa festa, di anno in anno. Vorrei fermare la nostra attenzione solamente e brevemente sul testo della lettera ai Corinti. San Paolo non fonda la Chiesa di Corinto ma la visita più volte e rimane molto affezionato a questa Chiesa che sarà sempre nel suo cuore. È una comunità vivace, è una comunità variegata, è una comunità che ha anche diversi problemi. Uno di questi è certamente il richiamo o il confronto tra i diversi personaggi che l’hanno edificata e ai quali i fedeli di Corinto si riferiscono con non pochi paragoni che, come è facile capire, degenerano presto nel pettegolezzo. Per questo Paolo deve richiamare tutti alla verità. La verità è che la Chiesa viene costruita da molte mani, in tempi diversi della storia di ciascuno, ma ciò che conta non è né chi costruisce, né a chi ci si riferisce con maggior ricordo o ammirazione. L’importante è che la fede continui, che la Chiesa si renda sempre più forte. L’importante non è il nome degli uomini, ma che il Vangelo continui a parlare al cuore dell’uomo. Con molta forza San Paolo ci ricordava che ogni credente è responsabile di questo percorso interiore che ciascuno deve fare. Solamente nell’ambito di questa responsabilità si possono trovare le competenze e i riferimenti più utili al cammino di ciascuno, ma sempre nell’ottica della collaborazione di tutti alla vitalità di una Chiesa e sempre nella responsabilità personale che ogni anima ha rispetto al proprio cammino.

Con molta forza san Paolo ricordava queste verità, aggiungendo anche che tutti i battezzati, nel loro insieme, sono responsabili del corpo di Cristo che è la Chiesa. Cosa che, come Paolo fa avvertire, costituisce una realtà importantissima per ciascuno e anche una responsabilità enorme per tutti. Responsabilità enorme per continuare a costruire, insieme, il corpo di Cristo presente nella storia.

Provocazioni di fede per il cammino

Credo che questa Parola di Dio incida profondamente anche in noi, nelle nostre coscienze, perché tutti vediamo che il problema di San Paolo è tutt’altro che superato. Anche nelle nostre comunità ci si riferisce a questo o quel sacerdote, secondo le simpatie di ciascuno. Spesso, poi, quando un sacerdote viene destinato ad altro ministero, si creano fazioni e divisioni che permangono, poi, per una vita e che non fanno alcun bene alla Chiesa.

Non solamente questo. Sappiamo tutti anche molto bene che molti fedeli si riferiscono a movimenti ed associazioni che non vengono percepiti come presenze arricchenti all’interno dell’unica Chiesa, ma come esperienze totalizzanti. Per cui accade che se ci sono quelli del mio gruppo tutto va bene, se mancano quelli del mio gruppo nemmeno io partecipo ad esperienze, preghiere, momenti formativi… Se manca il patrocinio del mio clan, non partecipo alla vita della Chiesa! Noi vediamo bene quanto questa realtà pesi anche su di noi e sia ostacolo alla vita pastorale della comunità.

Credo poi che manchi proprio l’idea di una corresponsabilità del cammino, per cui ciascuno è responsabile del suo proprio cammino ma non di quello degli altri. Così pensiamo che le scelte della nostra vita di fede siano provate, personali, insindacabili e fatichiamo non poco a capire che anche le scelte più personali hanno una ripercussione su tutta la comunità dei credenti. Di fatto noi continuiamo a pensare che la responsabilità dei cammini sia solo sacerdotale e, forse anche per questo, preferiamo riferirci a questo o a quest’altro sacerdote, a questa o a quest’altra esperienza. Ben venga, allora, questa lettura che ci ricorda che tutti siamo corresponsabili del cammino di fede comune e non siamo mai solo responsabili della nostra anima. Certo, di questa siamo responsabili in primis, ma senza dimenticare che tutto, nella nostra vita, ha un risvolto anche comunitario.

Invito alla preghiera

Vi invito a chiedervi:

  • Come mi sento responsabile della vita della Chiesa?
  • Cosa faccio io per sentirmi responsabile della vita comune per tutti?

Vi invito poi, oggi, a pregare per la Chiesa. Non solo per la nostra comunità e, quindi, per la nostra esperienza, ma anche per la Chiesa universale, che ha sempre più bisogno della preghiera di tutti, perché possa essere sempre più vera e più incisiva. Il Signore che vede nel segreto dei cuori ascolti la preghiera che sapremo rimettere nelle sue mani, Lui che ci ha dato questa “casa” perché diventasse luogo di orazione, luogo di interiorità.

2023-11-03T14:02:14+01:00