Venerdì 10 novembre

Ultima settimana dell’anno liturgico – giovedì 

La Parola di questo giorno

LETTURA Ap 22, 12-21
Lettura del libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo

In quel giorno udii una voce potente che diceva: «Ecco, io vengo presto e ho con me il mio salario per rendere a ciascuno secondo le sue opere. Io sono l’Alfa e l’Omèga, il Primo e l’Ultimo, il Principio e la Fine. Beati coloro che lavano le loro vesti per avere diritto all’albero della vita e, attraverso le porte, entrare nella città. Fuori i cani, i maghi, gli immorali, gli omicidi, gli idolatri e chiunque ama e pratica la menzogna! Io, Gesù, ho mandato il mio angelo per testimoniare a voi queste cose riguardo alle Chiese. Io sono la radice e la stirpe di Davide, la stella radiosa del mattino». Lo Spirito e la sposa dicono: «Vieni!». E chi ascolta, ripeta: «Vieni!». Chi ha sete, venga; chi vuole, prenda gratuitamente l’acqua della vita. A chiunque ascolta le parole della profezia di questo libro io dichiaro: se qualcuno vi aggiunge qualcosa, Dio gli farà cadere addosso i flagelli descritti in questo libro; e se qualcuno toglierà qualcosa dalle parole di questo libro profetico, Dio lo priverà dell’albero della vita e della città santa, descritti in questo libro. Colui che attesta queste cose dice: «Sì, vengo presto!». Amen. Vieni, Signore Gesù. La grazia del Signore Gesù sia con tutti.

SALMO Sal 62 (63)

Vieni, Signore: ha sete di te l’anima mia.

O Dio, tu sei il mio Dio,
dall’aurora io ti cerco,
ha sete di te l’anima mia,
desidera te la mia carne
in terra arida, assetata, senz’acqua. R

Così nel santuario ti ho contemplato,
guardando la tua potenza e la tua gloria.
Poiché il tuo amore vale più della vita,
le mie labbra canteranno la tua lode. R

Quando nel mio letto di te mi ricordo
e penso a te nelle veglie notturne,
a te che sei stato il mio aiuto,
esulto di gioia all’ombra delle tue ali. R

VANGELO Mt 25, 31-46
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo

In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”. Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”. E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».

Vangelo

Questa pagina – lo sappiamo tutti benissimo – viene chiamata la scena del giudizio universale. È ben lontana dal voler mettere paura del giudizio in noi, perché, con tutta l’insistenza di cui può essere capace la Parola di Dio, essa ci sta dicendo che entrare nella vita eterna è facile. Basta fare cose semplici, come dar da mangiare, dare da bere, vestire, visitare… sono tutte azioni alla nostra portata. Io credo che tutti rimarremo molto sorpresi quando il Signore ci farà vedere che abbiamo compiuto piccoli gesti di amore che sono rimasti eterni, come tutti i piccoli gesti di amore fatti con cuore grande dai santi. Certo non dobbiamo prendere solo questo da questa pagina, perché Matteo ci sta dicendo che, in effetti, ci potrebbe essere anche chi non vive bene questo richiamo, non vive bene questo momento di conversione, non vive bene questo insegnamento, perché non dà peso a tutti quei piccoli gesti di amore che, invece, dicono a cosa siamo chiamati. La disattenzione, la distrazione e, soprattutto, il non credere che tutto si dirige all’incontro con Cristo, fanno la differenza. Il giudizio universale non mette paura a chi sa che questo è il fine a cui si dirige tutta la storia, ma può diventare terrificante per coloro che non prendono in considerazione questa possibilità e negano, perfino, che il Signore sia vicino e presente nel tempo.

Apocalisse

La visione dell’Apocalisse ci diceva proprio questa verità. Cristo è l’ “alpha”, cioè l’origine di tutto, ma è anche l’ “omega”, cioè il fine di tutto. Tutto proviene da Lui e tutto ritorna a Lui. Se è vero che tutto è stato creato nel suo amore misericordioso, è altrettanto vero che tutto si dirige di nuovo all’incontro con Lui. Questo deve diventare, per noi, occasione massima di consolazione.

L’altra grande verità che ci sta dicendo il libro dell’Apocalisse è che l’invocazione da ripetere spesso, la preghiera più bella da imparare, consiste in una sola invocazione: “marana tha”, ovvero “vieni, Signore Gesù”. È questa l’invocazione – saluto con cui i primi cristiani erano soliti accogliersi. Era una bellissima abitudine, io credo, perché aveva il fine di ricordare a tutti che il Signore tornerà alla fine dei tempi, come abbiamo ripetuto in questi giorni, non per terrorizzare nessuno, ma per ricordare a tutti che il vero fine della storia è Cristo. È con questa fiducia, con la fiducia di chi vive in attesa di questo incontro, che occorre vivere il tempo ed è con questa fiducia che si possono affrontare le cose della storia, anche le più difficili e le più drammatiche.

Provocazioni per il cammino di fede

Mi piacerebbe moltissimo se, ormai all’inizio dell’Avvento, potessimo ripetere tutti questo ritornello, questa invocazione: vieni Signore Gesù. Preghiera che chiede al Signore di venire nella nostra vita, di abitare nei nostri giorni, di illuminare le cose del nostro tempo, anche quelle che sono più difficili, anche quelle che, per noi, non hanno un senso, anche quelle che, per noi, sono al limite dell’esperienza umana.

Preghiera che, poi, deve farci riflettere anche sulla fine dei tempi. È la preghiera che chiede al Signore quasi di affrettare questo incontro, la preghiera di chi vuole davvero vivere in un’attesa che diventa operosa e che diventa occasione di bene. Sarebbe davvero molto bello se tutto il prossimo Avvento fosse vissuto così, come un momento di fortissima tensione nel quale metterci nelle mani di Dio per attendere la sua venuta futura, mentre viviamo quella nel tempo. È questa la grazia da chiedere in questo giorno nel quale concludiamo l’itinerario di tutto un anno liturgico – domani sarà la festa di San Martino, il grande santo della carità.

Entriamo così nel tempo di Avvento, sostenuti tutti da quel grande senso di consolazione che l’Apocalisse ci ha dato di scoprire in questo ultimo tratto di strada che abbiamo condiviso nella conclusione dell’anno liturgico.

Invito alla preghiera

  • Crediamo alla Parola di questa rivelazione?
  • Impariamo a ripetere la parola “marana tha”?
  • Cosa attendiamo da questo Avvento?
2023-11-10T11:21:42+01:00