Ultima settimana dell’anno liturgico – sabato – San Martino
Introduzione
Concludiamo questa settimana ma anche questa sezione dell’anno liturgico e, in verità, tutto l’anno liturgico, con la festa solenne di San Martino, da tutti noi conosciuto ed amato e al quale è dedicata una nostra chiesa.
La Parola di questo giorno
LETTURA Sir 50, 1a-b (cfr.); 44, 16a. 17ab. 19b-20a. 21a. 21d. 23ac; 45, 3b. 12a. 7. 15e-16c
Lettura del libro del Siracide
Ecco il sommo sacerdote, che nella sua vita piacque al Signore. Fu trovato perfetto e giusto, al tempo dell’ira fu segno di riconciliazione. Nessuno fu trovato simile a lui nella gloria. Egli custodì la legge dell’Altissimo. Per questo Dio gli promise con giuramento di innalzare la sua discendenza. Dio fece posare sul suo capo la benedizione di tutti gli uomini e la sua alleanza; lo confermò nelle sue benedizioni. Lo glorificò davanti ai re. Sopra il turbante gli pose una corona d’oro. Stabilì con lui un’alleanza perenne e lo fece sacerdote per il popolo. Lo onorò con splendidi ornamenti e gli fece indossare una veste di gloria, esercitare il sacerdozio e benedire il popolo nel suo nome. Lo scelse fra tutti i viventi perché offrisse sacrifici al Signore, incenso e profumo come memoriale.
SALMO Sal 83 (84)
Salirò all’altare di Dio, gioia della mia giovinezza.
Quanto sono amabili le tue dimore,
Signore degli eserciti!
L’anima mia anela
e desidera gli atri del Signore.
Il mio cuore e la mia carne
esultano nel Dio vivente. R
Anche il passero trova una casa
e la rondine il nido dove porre i suoi piccoli,
presso i tuoi altari, Signore degli eserciti,
mio re e mio Dio. R
Beato chi abita nella tua casa:
senza fine canta le tue lodi.
Guarda, o Dio, colui che è il nostro scudo,
guarda il volto del tuo consacrato. R
Sì, è meglio un giorno nei tuoi atri
che mille nella mia casa.
Signore degli eserciti,
beato l’uomo che in te confida. R
EPISTOLA 1Tm 3, 16 – 4, 8
Prima lettera di san Paolo apostolo a Timòteo
Carissimo, grande è il mistero della vera religiosità: egli fu manifestato in carne umana e riconosciuto giusto nello Spirito, fu visto dagli angeli e annunciato fra le genti, fu creduto nel mondo ed elevato nella gloria. Lo Spirito dice apertamente che negli ultimi tempi alcuni si allontaneranno dalla fede, dando retta a spiriti ingannatori e a dottrine diaboliche, a causa dell’ipocrisia di impostori, già bollati a fuoco nella loro coscienza: gente che vieta il matrimonio e impone di astenersi da alcuni cibi, che Dio ha creato perché i fedeli, e quanti conoscono la verità, li mangino rendendo grazie. Infatti ogni creazione di Dio è buona e nulla va rifiutato, se lo si prende con animo grato, perché esso viene reso santo dalla parola di Dio e dalla preghiera. Proponendo queste cose ai fratelli, sarai un buon ministro di Cristo Gesù, nutrito dalle parole della fede e della buona dottrina che hai seguito. Evita invece le favole profane, roba da vecchie donnicciole. Allénati nella vera fede, perché l’esercizio fisico è utile a poco, mentre la vera fede è utile a tutto, portando con sé la promessa della vita presente e di quella futura.
VANGELO Mt 25, 31-40
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo
In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai suoi discepoli: «Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”».
Lasciarsi scomodare la vita
Tutti noi conosciamo molto bene la vita di San Martino, nelle tre diverse fasi in cui siamo soliti dividerla: la vita di soldato, la vita di monaco, la vita di vescovo. Ricordiamo così i tre grandi cambiamenti di vita e anche spirituali di questo santo uomo: il primo momento, quello dedicato alla carriera, all’affermazione di sé, al lavoro e che è diventato, per Martino, anche il momento della scoperta della fede cristiana e, soprattutto, il momento in cui esprimere la propria vicinanza agli altri, con una carità fattiva e operosa che, avendo rimesso in discussione tutta la sua vita, ha permesso un esito diverso dei suoi giorni: l’esito vocazionale.
Il secondo tempo della vita spirituale di San Martino è quello del monaco. Ovvero il tempo del chiostro, il tempo del silenzio, il tempo della meditazione assidua delle Scritture, il tempo della preghiera. Questo deve essere stato il momento più caro a Martino e, se vogliamo, anche il più tranquillo, quello in cui, forse, avrebbe preferito che terminasse la sua vita.
Poi il terzo momento, che è quello della responsabilità del cammino di altri. Il vescovo fa questo: è un fratello maggiore che diventa responsabile del cammino di tutti. In questa fase il compito di San Martino è stato soprattutto quello di essere un costruttore di pace. In chiese divise ed anche in lotta per diversi motivi, ecco che Martino è stato capace di essere compositore di pace. È la fase delle visite, è la fase della vicinanza umana e di fede a tanti fratelli e sorelle nelle difficoltà, sempre con quell’affabilità e quella carità che Martino aveva mostrato già da giovane.
Ecco perché mi pare che la cifra sintetica della vita di San Martino consista proprio in questo lasciarsi scomodare dalle cose, dagli eventi, dalle persone. Martino ha fatto sempre questo: non ha perso tempo e si è lasciato chiamare lì dove gli uomini lo chiamavano, lì dove c’era bisogno di lui.
Provocazioni per il nostro cammino di fede
Credo che tutti possiamo lasciarci spronare e provocare da questa caratteristica con la quale vogliamo rileggere, quest’anno, la vita di San Martino. Noi, in realtà, non amiamo lasciarci provocare, non amiamo lasciarci sconvolgere la vita e, soprattutto, quando abbiamo un equilibrio, cerchiamo di conservarlo bene e, spesso, ci guardiamo bene dal cambiare gli equilibri che abbiamo raggiunto, magari anche con fatica. Cosa fare? Come lasciare che l’esempio di San Martino ci riguardi? Credo che la cosa fondamentale da fare sia solamente quella di pregare. Preghiamo e facciamo discernimento per capire sempre cosa il Signore chiede alla nostra vita. Preghiamo e facciamo discernimento per capire quando il Signore, attraverso le persone, attraverso le cose che capitano ci chiama a lasciarci sconvolgere l’esistenza. Preghiamo e facciamo discernimento per capire cosa il Signore ci chiede come momento salutare e come momento di ulteriore passo in avanti rispetto ai nostri cammini spirituali.
Però vorrei anche che San Martino ci spronasse a lasciarci disturbare anche per le piccole cose della vita. Ogni giorno, io credo, tutti noi siamo disturbati da persone che ci scomodano, che ci chiedono, talvolta ci provocano… Ebbene, lasciamo che San Martino ci sproni e ci guidi a capire che ogni volta che ci lasciamo scomodare per sostenere qualche esigenza di carità, noi stiamo assecondando lo Spirito di Dio che ci chiama alla salvezza. Anche attraverso le novità di vita alle quali ci chiama.
Intenzioni di preghiera
- Sono uno che si lascia scomodare?
- Quali sono i freni che metto nella mia vita per non lasciarmi sconvolgere le abitudini?
- Cosa potrei chiedere a San Martino come grazia spirituale per questo tempo?