Venerdì 05 novembre

Settimana della 2 domenica dopo la dedicazione – Venerdì

Apocalisse

Mt 10, 40-42
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo

In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto. Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa».

Le due immagini che ci vengono proposte dalla Scrittura sono molto diverse. Da un lato abbiamo l’immagine dell’Apocalisse che recupera l’immagine di Babilonia. In tutta la Scrittura del Primo Testamento Babilonia è un po’ la quint’essenza del male, la città dove ognuno diventa egoista, la città nella quale ognuno pensa a sé stesso, la città dove si pensa ai commerci e a ricavi che erano descritti in maniera mirabile dal testo. La città dove, soprattutto, si trattano vite umane senza rispetto. Da sempre Babilonia è stata la sintesi di tutto il male che l’uomo vive o fa vivere ad altri sulla terra. Ebbene l’Apocalisse voleva, con questa visione, essere un invito alla fiducia in Dio, un invito a guardare al tempo ultimo nel quale tutto il male del mondo apparirà e chi ha compiuto il male, se non pentito, non potrà essere accolto presso Dio. Una visione che diventa occasione di riflessione per noi. Rispetto al male che vediamo o che subiamo, tutti sappiamo che c’è un termine per il mistero del male e che, comunque, non prevarrà. Rispetto al male che facciamo, perché ci possiamo convertire e possiamo comprendere che siamo chiamati ad un futuro di grazia nella conversione del cuore.

Vangelo

Gv 14, 2-7
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via». Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».

Il tono consolatorio del Vangelo credo sia proprio capito da tutti ed anche ad una sola prima lettura. È Gesù stesso che ci rassicura rispetto al fatto che nella casa del Padre ci sono “molte dimore”, ovvero un posto per tutti. Non solo. È Gesù stesso che ci assicura che quel posto che “serve” a noi, ci è preparato da Lui. È un posto che Dio pensa per ciascuno di noi fin dall’eternità. La condivisione della vita in Dio è pertanto, solo per un piccolo verso, frutto della buona volontà dell’uomo. Certo che la libertà dei singoli conta! Certamente occorre che la libertà di ogni uomo collabori con la grazia di Dio! Ma è anche vero che prima di tutto questo c’è la grazia di Dio che opera nel cuore di ciascuno e che è più forte di ogni cosa. Se il cuore dell’uomo non si chiude ostinatamente nel male che può cancellare anche ogni invito di Dio alla conversione, il bene che possiamo compiere, unito alla più potente grazia di Dio, ci permetterà di occupare quel posto che è pensato per ciascuno. Gesù ha usato toni così consolatori sul tema della vita eterna e sul morire dell’uomo, proprio per dire che è più facile salvarsi che dannarsi. Basta lasciar fare alla grazia di Dio per poter entrare nella vita eterna! Non opporsi alla grazia e non deludere l’amore di Dio sono i cardini spirituali per entrare nella salvezza eterna.

Per noi

  • Cosa pensiamo di queste rivelazioni?
  • Cosa dicono a noi questi temi biblici?

Credo che tutti siamo davvero invitati a riflettere sulla consolazione spirituale che viene offerta a ciascuno di noi. Proprio a ciascuno di noi è detto che c’è un posto per ciascuno nella vita di Dio. Compito nostro è raggiungere quel posto mettendo al servizio di Dio quei talenti con cui siamo stati benedetti e mettendo a frutto la partecipazione al bene che possiamo compiere. Oggi dovremmo tutti sentirci consolati da questa parola e, ripensando ai nostri cari come siamo soliti fare nell’ottava dei morti, dovremmo tutti pensare che ciascuno di loro sta occupando quel posto che è stato preparato per lui. Anticipando così nella preghiera il giorno benedetto e atteso nel quale anche noi potremo occupare il nostro posto, nella comunione di tutti i santi e nella vicinanza a tutti coloro che abbiamo avuto accanto in vita e che hanno condiviso con noi il cammino di fede in Cristo. Non dimentichiamoci di ringraziare il Signore per questa visione così rasserenante sul tema della morte, del giudizio, della partecipazione alla vita eterna. Anche questo è un dono unico per la nostra anima, un dono di cui dobbiamo approfittare se vogliamo continuare alacremente il cammino verso la vita eterna.

2021-10-29T11:39:07+02:00