Settimana della 1 domenica dopo il martirio – lunedì
Inizia una nuova sezione del tempo liturgico. Sempre nel mistero della Pentecoste, iniziamo quelle settimane che vanno dal martirio di San Giovanni il Battista alla dedicazione della Chiesa Cattedrale, tempo nel quale noi mettiamo tutta la nostra attenzione sul mistero di Cristo. Inoltre, come forse sappiamo, giovedì solennemente l’Arcivescovo darà il via al nuovo anno pastorale. Ricorrendo la festa della Natività della Beata Vergine Maria, inizia anche il nuovo piano pastorale, “Kyrie, Alleluja, Amen”, che sarà tutto dedicato al tema della preghiera. Ecco perché vorrei, in questa catechesi giornaliera, non solo dare qualche breve nota di commento alle Scritture, ma trarre da esse una indicazione per la nostra preghiera sia personale che comunitaria.
Il tema del giorno
La gioia.
La Parola di Dio per questo giorno
LETTURA 1Pt 1, 1-12
Lettura della prima lettera di san Pietro apostolo
Pietro, apostolo di Gesù Cristo, ai fedeli che vivono come stranieri, dispersi nel Ponto, nella Galazia, nella Cappadòcia, nell’Asia e nella Bitinia, scelti secondo il piano stabilito da Dio Padre, mediante lo Spirito che santifica, per obbedire a Gesù Cristo e per essere aspersi dal suo sangue: a voi grazia e pace in abbondanza. Sia benedetto Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che nella sua grande misericordia ci ha rigenerati, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per una speranza viva, per un’eredità che non si corrompe, non si macchia e non marcisce. Essa è conservata nei cieli per voi, che dalla potenza di Dio siete custoditi mediante la fede, in vista della salvezza che sta per essere rivelata nell’ultimo tempo. Perciò siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere, per un po’ di tempo, afflitti da varie prove, affinché la vostra fede, messa alla prova, molto più preziosa dell’oro – destinato a perire e tuttavia purificato con fuoco – torni a vostra lode, gloria e onore quando Gesù Cristo si manifesterà. Voi lo amate, pur senza averlo visto e ora, senza vederlo, credete in lui. Perciò esultate di gioia indicibile e gloriosa, mentre raggiungete la mèta della vostra fede: la salvezza delle anime. Su questa salvezza indagarono e scrutarono i profeti, che preannunciavano la grazia a voi destinata; essi cercavano di sapere quale momento o quali circostanze indicasse lo Spirito di Cristo che era in loro, quando prediceva le sofferenze destinate a Cristo e le glorie che le avrebbero seguite. A loro fu rivelato che, non per se stessi, ma per voi erano servitori di quelle cose che ora vi sono annunciate per mezzo di coloro che vi hanno portato il Vangelo mediante lo Spirito Santo, mandato dal cielo: cose nelle quali gli angeli desiderano fissare lo sguardo.
SALMO Sal 144 (145)
Una generazione narri all’altra la bontà del Signore.
Grande è il Signore e degno di ogni lode;
senza fine è la sua grandezza.
Una generazione narra all’altra le tue opere,
annuncia le tue imprese.
Il glorioso splendore della tua maestà
e le tue meraviglie voglio meditare. R
Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza,
per far conoscere agli uomini le tue imprese
e la splendida gloria del tuo regno. R
Il tuo regno è un regno eterno,
il tuo dominio si estende per tutte le generazioni.
Giusto è il Signore in tutte le sue vie
e buono in tutte le sue opere.
Canti la mia bocca la lode del Signore
e benedica ogni vivente il suo santo nome,
in eterno e per sempre. R
VANGELO Lc 15, 8-10
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca
In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto”. Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte».
Vangelo
Una donna che perde una moneta, al pari degli uomini e in molti lo sanno, è disperata. Quando si perdono dei soldi per distrazione – pensiamo a quando non ricordiamo dove li abbiamo messi -, per sottrazione – pensiamo ai furti -, per incuria – pensiamo a quando lasciamo in giro dei soldi -, per sventura – pensiamo a qualche perdita in borsa – o per altro motivo, tutti siamo molto preoccupati! Non so se, nel tempo presente, condividiamo la stessa passione per cercare ciò che abbiamo perduto. Mi pare che molte persone coscienziose e responsabili facciano questo, ma mi sembra anche che i giovani, per lo più, non si diano troppa preoccupazione per ciò che perdono o che viene sottratto, o che svanisce! Al di là di come reagiamo, o di come vediamo reagire, tutti però capiamo bene ciò che il Vangelo dice. Come quando un uomo perde qualcosa di importante e si danna a cercarlo, così Dio, letteralmente, si affanna per cercare i peccatori che ancora non si sono convertiti. Quando ciò accade, anche Dio gioisce, come gioisce qualsiasi uomo o donna che ritrovi ciò che riteneva di avere perso forse per sempre. Il tema proprio del Vangelo è, dunque, la gioia che nasce dalla fede, la gioia che nasce quando un peccatore si converte, la gioia che nasce quando le cose prendono una piega diversa da come ci si aspettava.
1 Petri
Pensiero che è certamente in comune con la prima lettura, perché, anche ad un primo ascolto, ci sembrava di vedere tutta la gioia di Pietro, che annuncia il Vangelo alla prima comunità della Chiesa; la gioia di un pastore che pensa alle comunità che conosce o di cui gli hanno riferito e che sono disperse nel mondo di allora; la gioia che nasce dal sapere che ci sono uomini e donne che sperimentano la misericordia di Dio e, per questo, diventano essi stessi sorgenti di misericordia; la gioia che viene dal sapere che ci sono uomini e donne che non si rinchiudono nelle oro afflizioni, non si incupiscono, non si ripiegano su loro stessi, ma, continuamente, alzano lo sguardo e pensano a Dio, alla vita eterna, ai benefici che Dio infonde in ciascuno di loro. Pietro gioisce, lui che è nella prova, lui che sa bene quanto la Chiesa sia perseguitata, perché sa che Dio la protegge, la guida, la conduce attraverso la tribolazione che è solo di un tempo, solo di un “attimo”. Ci sembra di poter quasi vedere la gioia di questo apostolo divenuto il “princeps”, il primo, il Papa, mentre consola la sua Chiesa che, come sempre, è alle prese con le cose negative della storia degli uomini, eppure vuole infondere in ciascuno di loro speranza, pace, serenità. Non perché tutto prima o poi cambierà, non perché si vedono i segni di qualche cambiamento importante, ma per la sicurezza che tutti siamo nelle mani di Dio. È questo che dà forza, vigore, sostegno all’Apostolo e alla sua Chiesa. Ancora più rilevante è la fede dell’Apostolo, che è capace di definirsi come un pellegrino che viaggia verso l’invisibile e che, per questo, vuole sostenere il cammino di coloro che, pure, sono in pellegrinaggio verso l’invisibile Dio, meta, fine, o, se così vogliamo dire, premio della vita dei giusti.
Intenzioni di preghiera
Più che far nascere provocazioni, come ho fatto lo scorso anno, vorrei suggerire intenzioni di preghiera.
- Preghiamo per avere la gioia del cuore. Noi cristiani dobbiamo essere come San Pietro, uomini, donne che sanno gioire. Molto spesso siamo curvi su noi stessi, accasciati sopra i nostri problemi, piegati sotto il peso delle difficoltà che vediamo e che sentiamo presenti in noi o nella nostra storia, come anche nella storia del mondo che abitiamo. Preghiamo per essere uomini colmi dello spirito della gioia. Gioia di sapere che Dio ci accompagna e che non tocca noi sottrarci alle difficoltà del tempo che viviamo.
- Preghiamo per “le Chiese”. Magari anche noi potessimo avere lo sguardo ampio di Pietro! Anche a noi è chiesto di spaziare, di avere orizzonti ampi, di capire che la Chiesa non finisce dentro i confini della nostra comunità, del nostro movimento, della nostra aggregazione… La Chiesa è universale. Noi dobbiamo gioire perché lo Spirito accende possibilità, carismi, modi di credere sempre nuovi e diversi. Se la fede è la stessa, il modo di dirsi della fede non è mai uguale. Anche questo deve diventare in noi fonte di gioia.
- Preghiamo perché possiamo essere pellegrini verso l’Assoluto. Chiediamo anche questo nella preghiera, per non perdere mai la forza di essere pellegrini, attenti alle dinamiche dello Spirito, sostenuti da quell’Invisibile che deve essere fonte di gioia attesa, finché non sarà gioia piena, vera, nella vita eterna.
Vi affido queste intenzioni di preghiera perché, sia nelle vostre personali preghiere, sia in quelle di associazioni, gruppi, movimenti ecclesiali, diventino oggetto più esplicito di lode al Padre.