Settimana della 5 domenica dopo l’Epifania – lunedì
La spiritualità di questi giorni
Iniziamo il mese di febbraio con numerose feste: San Paolo Miki, Santa Perpetua e Felicita, San Girolamo Emiliani, Santa Giuseppina Bakita, Santa Scolastica e concluderemo la settimana con la Beata Vergine Maria di Lourdes. Una settimana ricca di celebrazioni e di messaggi spirituali.
La Parola di questo giorno
LETTURA Sir 34, 21-31
Lettura del libro del Siracide
Sacrificare il frutto dell’ingiustizia è un’offerta da scherno e i doni dei malvagi non sono graditi. L’Altissimo non gradisce le offerte degli empi né perdona i peccati secondo il numero delle vittime. Sacrifica un figlio davanti al proprio padre chi offre un sacrificio con i beni dei poveri. Il pane dei bisognosi è la vita dei poveri, colui che glielo toglie è un sanguinario. Uccide il prossimo chi gli toglie il nutrimento, versa sangue chi rifiuta il salario all’operaio. Uno edifica e l’altro abbatte: che vantaggio ne ricavano, oltre la fatica? Uno prega e l’altro maledice: quale delle due voci ascolterà il Signore? Chi si purifica per un morto e lo tocca di nuovo, quale vantaggio ha nella sua abluzione? Così l’uomo che digiuna per i suoi peccati e poi va e li commette di nuovo: chi ascolterà la sua supplica? Quale vantaggio ha nell’essersi umiliato
SALMO Sal 48 (49)
Guida i miei passi, Signore, sul sentiero della vita.
Ascoltate questo, popoli tutti,
porgete l’orecchio, voi tutti abitanti del mondo,
voi, gente del popolo e nobili,
ricchi e poveri insieme.
La mia bocca dice cose sapienti,
il mio cuore medita con discernimento. R
Ma nella prosperità l’uomo non dura:
è simile alle bestie che muoiono.
Questa è la via di chi confida in se stesso,
la fine di chi si compiace dei propri discorsi.
Come pecore sono destinati agli inferi,
sarà loro pastore la morte. R
Scenderanno a precipizio nel sepolcro,
gli inferi saranno la loro dimora.
Certo, Dio riscatterà la mia vita,
mi strapperà dalla mano degli inferi. R
VANGELO Mc 7, 14-30
✠ Lettura del Vangelo secondo Marco
In quel tempo. Chiamata di nuovo la folla, il Signore Gesù diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro». Quando entrò in una casa, lontano dalla folla, i suoi discepoli lo interrogavano sulla parabola. E disse loro: «Così neanche voi siete capaci di comprendere? Non capite che tutto ciò che entra nell’uomo dal di fuori non può renderlo impuro, perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va nella fogna?». Così rendeva puri tutti gli alimenti. E diceva: «Ciò che esce dall’uomo è quello che rende impuro l’uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo». Partito di là, andò nella regione di Tiro. Entrato in una casa, non voleva che alcuno lo sapesse, ma non poté restare nascosto. Una donna, la cui figlioletta era posseduta da uno spirito impuro, appena seppe di lui, andò e si gettò ai suoi piedi. Questa donna era di lingua greca e di origine siro-fenicia. Ella lo supplicava di scacciare il demonio da sua figlia. Ed egli le rispondeva: «Lascia prima che si sazino i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». Ma lei gli replicò: «Signore, anche i cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli». Allora le disse: «Per questa tua parola, va’: il demonio è uscito da tua figlia». Tornata a casa sua, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n’era andato.
La sapienza della vita
Potremmo rileggere i due testi di oggi, interrogandoci e chiedendoci davvero se noi siamo capaci di offrire a Dio il frutto di una preghiera sincera.
Il sapiente indica alcune condizioni per una preghiera sincera:
- È sincera la preghiera che viene da un cuore semplice che sa rispettare gli altri. Chi froda, chi non è capace di dare a ciascuno il giusto tempo, attenzione, riconoscimento, non offre a Dio una preghiera gradita.
- È sincera la preghiera di chi cerca di emendare i propri difetti, i propri vizi e, per questo, cerca di vincere le cattive disposizioni del proprio cuore. Non è gradita la preghiera di chi finge di detestare il male che è in lui e commette sempre gli stessi errori.
- È sincera la preghiera di chi si umilia davanti al Signore, ricercando, con cuore purificato, i suoi benefici.
Queste indicazioni sono le medesime del Vangelo. Quando il Signore invita a considerare puri tutti i cibi ma a porre grande attenzione alle intenzioni del cuore, intende dire esattamente che occorre detestare il male non solo a parole, ma seriamente, disponendosi a vivere il bene, in ogni modo possibile.
Quando il Signore esce dalla regione che appartiene ad Israele e si avventura nella regione di Tiro e di Sidone, indica già, con il suo solo esempio, il suo rispetto per le persone che non appartengono formalmente ad Israele, ma che desiderano incontrare il mistero di Dio. Come accade appunto alla donna siro-fenicia.
Così come questa donna che chiede al Signore la guarigione della sua figlioletta e si umilia davanti a lui, paragonandosi ad un cagnolino che attende qualche briciola di avanzo dalla tavola dei padroni, diventa per tutti un esempio di preghiera gradita a Dio, accettata dal Signore, prontamente esaudita. La preghiera di questa donna, infatti, non rimane senza aver ottenuto ciò che chiede.
Il nostro cammino di fede
Anche noi ci domandiamo se la nostra preghiera è così! Naturalmente comprendiamo tutti che il nostro tempo non è un tempo in cui ci si umilia volentieri. Questa spiritualità, che è stata vissuta in molti modi diversi anche in tempi molto recenti, non ci appartiene più e nessuno di noi accetta bene le umiliazioni che la vita o alcune persone a noi vicine, ci impongono. Noi siamo per l’esaltazione delle nostre persone e delle nostre esperienze. Il primo richiamo della liturgia della Parola di oggi è, quindi, questo: accettiamo le condizioni, le occasioni di umiliazione che abbiamo. Dio le permette per la nostra salvezza.
In secondo luogo credo che tutti ci siamo interrogati sul nostro modo di emendare il male che abbiamo fatto e di correggere i vizi che ci accompagnano. Credo che tutti ci rendiamo conto che, più o meno, sono sempre le stesse cose che ripetiamo! Il che ci dice con quanta debolezza affrontiamo l’argomento e quanta superficialità mettiamo nella nostra conversione.
In terzo luogo il grandissimo rispetto che il Signore ha per questa donna e per la sua figlioletta e l’intervento che egli vive a suo favore, ci spronano davvero a guardare alle persone con lo stesso stile di comprensione, rispetto, condivisione con cui Gesù guardava le persone del suo tempo. Non è superfluo, per noi tutti, richiamare all’attenzione del cuore quello stile di vita che è lo stile di vita del cristiano e che avrebbe molto da insegnare se spiegato seriamente e testimoniato con fervore.
Anche San Paolo Miki e i suoi compagni ci dicono con quanto impegno essi hanno vissuto la propria esperienza cristiana e con quanto ardore e con quanta passione hanno accettato anche il martirio, vita che finisce, nella gioia, nel sacrificio di sé, nell’attenzione al proprio mondo.
Intenzioni di preghiera
Credo che oggi faremo molto bene a pregare per noi, chiedendo le tre grandi grazie che ci ha suggerito la Parola di Dio e cioè che anche noi impariamo ad umiliarci davanti a Dio, che anche noi sappiamo sempre coinvolgere il Signore attraverso la preghiera nelle diverse cose della vita, che anche noi ci impegniamo ad un rispetto non formale per gli altri, ma ad un rispetto vero, vivo, fatto di attenzione costante e di discernimento continuo. Il Signore ci guidi verso queste mete che sono il vero passo spirituale da offrire in questi giorni al Signore.