Martedì 07 febbraio

Settimana della 5 domenica dopo l’Epifania – martedì 

La spiritualità di questi giorni

La misericordia

La Parola di questo giorno

LETTURA Sir 28, 1-7
Lettura del libro del Siracide

Chi si vendica subirà la vendetta del Signore, il quale tiene sempre presenti i suoi peccati. Perdona l’offesa al tuo prossimo e per la tua preghiera ti saranno rimessi i peccati. Un uomo che resta in collera verso un altro uomo, come può chiedere la guarigione al Signore? Lui che non ha misericordia per l’uomo suo simile, come può supplicare per i propri peccati? Se lui, che è soltanto carne, conserva rancore, chi espierà per i suoi peccati? Ricòrdati della fine e smetti di odiare, della dissoluzione e della morte e resta fedele ai comandamenti. Ricorda i precetti e non odiare il prossimo, ricorda l’alleanza dell’Altissimo e dimentica gli errori altrui.

SALMO Sal 33 (34)

Venite, figli, ascoltatemi:
vi insegnerò il timore del Signore.

Chi è l’uomo che desidera la vita
e ama i giorni in cui vedere il bene?
Custodisci la lingua dal male,
le labbra da parole di menzogna.
Sta’ lontano dal male e fa’ il bene,
cerca e persegui la pace. R

Gli occhi del Signore sui giusti,
i suoi orecchi al loro grido di aiuto.
Il volto del Signore contro i malfattori,
per eliminarne dalla terra il ricordo.
Gridano e il Signore li ascolta,
li libera da tutte le loro angosce.
Il Signore è vicino a chi ha il cuore spezzato,
egli salva gli spiriti affranti. R

Molti sono i mali del giusto,
ma da tutti lo libera il Signore.
Custodisce tutte le sue ossa:
neppure uno sarà spezzato.
Il male fa morire il malvagio
e chi odia il giusto sarà condannato.
Il Signore riscatta la vita dei suoi servi;
non sarà condannato chi in lui si rifugia. R

VANGELO Mc 7, 31-37
✠ Lettura del Vangelo secondo Marco

In quel tempo. Uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidone, il Signore Gesù venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».

L’atteggiamento di sapienza

È certamente il magistero di papa Francesco che ci ha insegnato a valorizzare l’atteggiamento di misericordia come l’atteggiamento fondamentale della vita cristiana. A sostegno di questa tesi i molti brani evangelici che papa Francesco ha invocato e che continua ad invocare per il bene spirituale della Chiesa e delle anime.

Il libro del Siracide, oggi, ci ricorda che il cammino che porta alla riflessione matura sulla misericordia è stato molto lungo. Tuttavia è bene ricordare che il messaggio e il richiamo ad usare misericordia, così presenti nel Vangelo, non iniziano con la predicazione del Signore: erano già presenti nel Primo Testamento. Così è il sapiente che oggi ci diceva che Dio non ama chi è senza misericordia, chi pure segue alla lettera i comandamenti ma rimane privo di quell’atteggiamento di vicinanza, accoglienza, perdono verso gli altri. Anzi, con molta forza il sapiente antico diceva che un uomo senza misericordia, non potrà ottenere il perdono dei suoi peccati. Chi pregherà per lui? Chi pregherà per chi è privo di misericordia? Una domanda molto forte che chiede anche a noi di applicarci non solo nella comprensione delle cose sacre, ma nella testimonianza della misericordia.

Misericordia che è tipica dell’atteggiamento del Signore: lo vediamo molto bene anche in questo brano. Egli che è ancora lontano da Gerusalemme, mentre è di ritorno dalla regione di Tiro e di Sidone, incontra questo sordomuto. Un uomo isolato, un uomo che non fa esperienza di misericordia, perché nessuno o quasi si accorge di lui e della sua situazione. Ecco il gesto del Signore: egli tocca con la saliva le orecchie e le labbra di quest’uomo e, pronunciando la parola “effatà”, apre quest’uomo alla parola e all’ascolto. È la misericordia del Signore che strappa quest’uomo dall’isolamento, dal mutismo, dall’incapacità di abitare la città degli uomini. Misericordia che è anche, come sappiamo bene, il perdono dei peccati di quest’uomo.

Il nostro cammino di fede

Quante volte abbiamo ascoltato il richiamo ad essere misericordiosi! Quante volte abbiamo ascoltato pagine di Vangelo o del Primo Testamento che ci invitano ad avere misericordia! Tanto che tutti avvertiamo quasi un senso di distanza da quello che abbiamo appena detto, quasi che fosse una ripetizione di cose che sappiamo già. È vero. Le sappiamo già. Conosciamo bene queste pagine. Ma come è vero che, anche conoscendole, non è aumentata la misericordia! Come è vero che noi tutti rimaniamo sempre più misuratori che misericordiosi. Come è vero che, spesso, gli uomini attendono da noi un gesto di misericordia che non arriva. Il richiamo del Signore è quindi fondamentale! Soprattutto dovremmo ricordare che la parola del Siracide ispirerà, un giorno, una predicazione del Signore. Anche il Signore ci ha detto, infatti, che chi è senza misericordia non può piacere a Dio. Anche il Signore ci ha ricordato che, lontani dalla misericordia, si è lontani dal volto di Dio che fa brillare la sua misericordia su tutti coloro che si sforzano di comprendere questo “modo” di agire di Dio.

Il richiamo della pagina del Vangelo è ulteriormente rivolto a noi perché è la vita del cristiano che dovrebbe essere tutta un inno alla misericordia, un canto alla misericordia, un continuo darsi da fare perché la misericordia trionfi. È chiaro che il riferimento non è a grandi azioni che richiedono sforzi sovraumani. Tutti siamo chiamati a dire, a testimoniare, ad affermare, senza problemi, senza stratagemmi vari la misericordia che Dio ha usato e che usa su di noi. Se anche noi grideremo al mondo questa verità, il mondo ascolterà, si convertirà, proprio come è successo in quel mondo, in quell’epoca, in quel contesto particolare del sordomuto guarito. La misericordia è fonte di conversione perché immette tutte le persone nello stesso cuore misericordioso di Dio.

Intenzioni di preghiera

Anche oggi suggerirei di pregare perché il nostro agire, il nostro parlare, il nostro modo di testimoniare la fede siano occasioni di misericordia. Esattamente come lo furono le vite di Santa Felicita e di Santa Perpetua. L’una libera e matrona, l’altra schiava, non istruita, sola. L’una e l’altra però unite nella fede. Quella fede che ha portato la padrona a guardare alla schiava con occhi diversi: gli occhi di Cristo. Quella testimonianza nella quale l’una ha edificato l’altra vicendevolmente, sostenendo la fede di ciascuna alle prese con le domande e i dubbi di tutti. Quella fede che è diventata atto di donazione, accettando il martirio, occasione di santità ma anche di edificazione della Chiesa intera. Chiediamo a loro e ai santi martiri dei nostri tempi, di saper accettare le cose che capitano per vedere in esse occasioni continue di testimonianza.

2023-02-03T22:44:05+01:00