Settimana della 5 domenica dopo l’Epifania – mercoledì
La spiritualità di questo giorno
Il dono del consiglio
La Parola di questo giorno
LETTURA Sir 37, 7-15
Lettura del libro del Siracide
Ogni consigliere esalta il consiglio che dà, ma c’è chi consiglia a proprio vantaggio. Guàrdati da chi vuole darti consiglio e prima infórmati quali siano le sue necessità: egli infatti darà consigli a suo vantaggio; perché non abbia a gettare un laccio su di te e ti dica: «La tua via è buona», ma poi si tenga in disparte per vedere quel che ti succede. Non consigliarti con chi ti guarda di sbieco e nascondi le tue intenzioni a quanti ti invidiano. Non consigliarti con una donna sulla sua rivale e con un pauroso sulla guerra, con un mercante sul commercio e con un compratore sulla vendita, con un invidioso sulla riconoscenza e con uno spietàto sulla bontà di cuore, con un pigro su una iniziativa qualsiasi e con un salariato sul raccolto, con uno schiavo pigro su un lavoro importante. Non dipendere da costoro per nessun consiglio. Frequenta invece un uomo giusto, di cui sai che osserva i comandamenti e ha un animo simile al tuo, perché se tu cadi, egli saprà compatirti. Attieniti al consiglio del tuo cuore, perché nessuno ti è più fedele. Infatti la coscienza di un uomo talvolta suole avvertire meglio di sette sentinelle collocate in alto per spiare. Per tutte queste cose invoca l’Altissimo, perché guidi la tua via secondo verità.
SALMO Sal 72 (73)
Dio è la roccia del mio cuore.
Quando era amareggiato il mio cuore
e i miei reni trafitti dal dolore,
io ero insensato e non capivo,
stavo davanti a te come una bestia. R
Ma io sono sempre con te:
tu mi hai preso per la mano destra.
Mi guiderai secondo i tuoi disegni
e poi mi accoglierai nella gloria. R
Chi avrò per me nel cielo?
Con te non desidero nulla sulla terra.
Vengono meno la mia carne e il mio cuore;
ma Dio è roccia del mio cuore,
mia parte per sempre. R
VANGELO Mc 8, 1-9
✠ Lettura del Vangelo secondo Marco
In quei giorni, poiché vi era di nuovo molta folla e non avevano da mangiare, il Signore Gesù chiamò a sé i discepoli e disse loro: «Sento compassione per la folla; ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Se li rimando digiuni alle loro case, verranno meno lungo il cammino; e alcuni di loro sono venuti da lontano». Gli risposero i suoi discepoli: «Come riuscire a sfamarli di pane qui, in un deserto?». Domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette». Ordinò alla folla di sedersi per terra. Prese i sette pani, rese grazie, li spezzò e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero; ed essi li distribuirono alla folla. Avevano anche pochi pesciolini; recitò la benedizione su di essi e fece distribuire anche quelli. Mangiarono a sazietà e portarono via i pezzi avanzati: sette sporte. Erano circa quattromila. E li congedò.
L’atteggiamento di sapienza
Il consiglio – dovremmo ricordarlo tutti – è uno dei sette doni dello Spirito Santo.
Il consiglio è un dono anche della sapienza, ci diceva il Siracide, per cui si cerca il consiglio di un uomo giusto nelle diverse circostanze della vita. Inutile chiedere un consiglio a uomini o donne che non sappiano edificare la loro esistenza. In effetto il sapiente ridicolizza chi chiede consiglio alle persone sbagliate: costui è un poverino, uno che non sa cosa fare da solo e che si lascia consigliare da chi è peggio di lui. Ovviamente non potrà che andare di male in peggio nella sua vita. Andrà verso la rovina perché così è chi segue il consiglio di uomini sfaticati, o stolti o, peggio, bugiardi.
Nel Vangelo troviamo qualcosa del genere. Molto spesso Gesù chiede ai suoi discepoli, li interroga, vuole sapere da loro cosa pensano. Potremmo anche dire, in un certo senso, che il Signore “chiede consiglio” anche a loro. Certo il consiglio del discepolo è sempre molto incerto. Il discepolo fa i conti con quello che ha. Non potrebbe essere altrimenti. Gesù, invece, guarda molto più lontano. Non si ferma alle considerazioni degli uomini. Per lui anche sette pani possono diventare ciò che è necessario e ciò che basta per sfamare una folla numerosa. Mentre il discepolo non sa cosa fare in un luogo deserto, il Signore vede che quel luogo è adattissimo per far vivere a tutti un’autentica occasione di solidarietà che diventa sostegno vicendevole e forza comune. Il consiglio del discepolo è sempre molto limitato, lo sguardo del Signore è sempre ampio e capace di veleggiare verso orizzonti diversi e verso mete alte.
Così che anche il discepolo, alla fine, non solo rimane sorpreso per quello che è accaduto, ma deve anche rimanere stupito per quanto avanza. Il Signore non solo è in grado di sostenere, di sfamare, di accompagnare la vita di tutti, ma permette di sovrabbondare. Il suo amore, la sua misericordia sono infiniti. I gesti con cui traduce questo modo di essere e di fare di Dio, sorprendono.
Il nostro cammino di fede
Credo che anche oggi non solo rimaniamo sorpresi da questa Parola di Dio, ma tutti ci dobbiamo interrogare. Credo che tutti noi ci vediamo molto rappresentati dai discepoli. Anche noi, nel giudicare le cose o nel dare consigli, partiamo da quello che abbiamo. Anche noi facciamo i conti con le cose, consideriamo quello che potremmo fare a partire da ciò che siamo e ciò che abbiamo. Atteggiamento che, se da un lato è apprezzabile, per la concretezza, dall’altro ci fa percepire la mancanza di sguardo profetico, la mancanza di sguardo lungimirante, la mancanza di fiducia di cui tutti siamo succubi. Così anche noi fatichiamo a vedere, nelle realtà della vita, occasioni di bene. Noi tutti fatichiamo ad esprimere consigli che sappiano far veleggiare gli uomini più al largo, verso mete maggiori, verso beni più cospicui.
Lo sapeva bene San Gerolamo Emiliani. Anche lui avrebbe potuto lamentarsi della sua epoca. Epoca di contrasti e di squilibri forti. Anche lui avrebbe potuto lamentarsi per gli orfani che trovava e che non sapeva come accudire. Anche lui avrà ricevuto chissà quanti consigli di prudenza, che lo mettevano al riparo da problemi che avrebbero potuto arrivare alla sua vita assecondando desideri troppo grandi. Invece San Gerolamo si è lasciato consigliare dalla presenza di Dio e dove altri vedevano solo problemi egli ha trovato occasione di grazia; dove altri vedevano fastidi egli ha trovato occasioni per spendere i suoi talenti; dove altri hanno richiamato alla prudenza per non osare troppo, Girolamo ha visto occasioni di bene che non potevano lasciare con le mani in mano. È per questo che tutti dovremmo ascoltare il suo consiglio, consiglio di un uomo saggio, consiglio di un uomo di fede, consiglio di chi si è lasciato guidare, attirare dalla Provvidenza, in un gioco sempre rinnovato che lo ha condotto ad essere quel santo operatore di misericordia che tutti conosciamo.
Intenzioni di preghiera
In questo giorno vorrei che imparassimo a chiedere il consiglio dei santi. In questo giorno vorrei che tutti chiedessimo consiglio a loro per imparare ad essere, per il nostro mondo, per il nostro tempo, uomini e donne che sanno osare, che sanno sognare i sogni di Dio, che sanno vedere occasioni dove altri trovano solo fastidi, preoccupazioni, difficoltà. È proprio di chi è illuminato dallo Spirito Santo, è proprio di chi ascolta il suo consiglio andare anche contro le evidenze del tempo e del mondo. Se si è sostenuti dal Signore, se si è illuminati dalla sua parola, dal suo consiglio, tutto diventa possibile. Anche dove tutte le strade sembrano chiuse e sbarrate.