All’inizio della quaresima
Sulla paura
Stiamo vivendo un tempo difficile, ormai da anni. Il primo riferimento è alla pandemia che ha fatto esplodere paure che già erano presenti nel cuore dell’uomo e ne ha aggiunte altre. Paure per lo più personali: la paura di ammalarsi o di vedere un proprio caro malato, la paura di morire, la paura di perdere i propri affetti, la paura di perdere la propria giovinezza… e molte altre. Ora la situazione di guerra ne aggiunge altre: la paura di un conflitto che potrebbe estendersi, la paura di non avere più una vita serena e, vedo in molti, la paura della fine, anche della fine del mondo.
La Parola di questa domenica
LETTURA Gl 2, 12b-18
Lettura del profeta Gioele
Così dice il Signore Dio: «Ritornate a me con tutto il cuore, con digiuni, con pianti e lamenti. Laceratevi il cuore e non le vesti, ritornate al Signore, vostro Dio, perché egli è misericordioso e pietoso, lento all’ira, di grande amore, pronto a ravvedersi riguardo al male». Chi sa che non cambi e si ravveda e lasci dietro a sé una benedizione? Offerta e libagione per il Signore, vostro Dio. Suonate il corno in Sion, proclamate un solenne digiuno, convocate una riunione sacra. Radunate il popolo, indite un’assemblea solenne, chiamate i vecchi, riunite i fanciulli, i bambini lattanti; esca lo sposo dalla sua camera e la sposa dal suo tàlamo. Tra il vestibolo e l’altare piangano i sacerdoti, ministri del Signore, e dicano: «Perdona, Signore, al tuo popolo e non esporre la tua eredità al ludibrio e alla derisione delle genti». Perché si dovrebbe dire fra i popoli: «Dov’è il loro Dio?». Il Signore si mostra geloso per la sua terra e si muove a compassione del suo popolo.
SALMO Sal 50 (51)
Rendimi puro, Signore, dal mio peccato.
Pietà di me, o Dio, nel tuo amore;
nella tua grande misericordia
cancella la mia iniquità.
Lavami tutto dalla mia colpa,
dal mio peccato rendimi puro. R
Sì, le mie iniquità io le riconosco,
il mio peccato mi sta sempre dinanzi.
Contro di te, contro te solo ho peccato,
quello che è male ai tuoi occhi, io l’ho fatto. R
Ma tu gradisci la sincerità nel mio intimo,
nel segreto del cuore mi insegni la sapienza.
Distogli lo sguardo dai miei peccati,
cancella tutte le mie colpe. R
EPISTOLA 1Cor 9, 24-27
Prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
Fratelli, non sapete che, nelle corse allo stadio, tutti corrono, ma uno solo conquista il premio? Correte anche voi in modo da conquistarlo! Però ogni atleta è disciplinato in tutto; essi lo fanno per ottenere una corona che appassisce, noi invece una che dura per sempre. Io dunque corro, ma non come chi è senza mèta; faccio pugilato, ma non come chi batte l’aria; anzi tratto duramente il mio corpo e lo riduco in schiavitù, perché non succeda che, dopo avere predicato agli altri, io stesso venga squalificato.
VANGELO Mt 4, 1-11
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo
In quel tempo. Il Signore Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”». Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”». Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». Allora Gesù gli rispose: «Vattene, Satana! Sta scritto infatti: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”». Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco, degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.
Paura e fragilità
In fondo il tema delle paure, che tratteremo per tutta la quaresima, fa emergere le nostre fragilità. La fragilità di fronte al tema della salute, la fragilità di fronte al tema della morte, la fragilità di fronte al tema della responsabile coabitazione del mondo… Potremmo poi aggiungerne tante, dal momento che c’è dentro di noi un principio di fragilità legato alla nostra stessa natura umana e del quale portiamo il peso. Anche dietro al peccato, che è uno dei grandi temi di quaresima, c’è una fragilità dell’anima che non sa resistere ad una tentazione e cade sotto i colpi di essa.
Le fragilità di Gesù
Certo anche il Vangelo di oggi ci mostra una fragilità del Signore, in un contesto di fragilità.
Il contesto è quello del deserto, certo luogo di silenzio, luogo di meditazione, luogo di ascolto della parola di Dio per molti uomini di fede anche del primo testamento. Ma, al tempo stesso, luogo di pericolosa solitudine, luogo di tentazione, luogo, per eccellenza, della fragilità.
È attraverso di essa che passa il demonio, insinuando anche nel Signore Gesù prima dell’inizio del suo ministero attivo, una paura.
La fragilità del corpo, che è detta attraverso la fragilità della fame. Quella fame che il Signore prova nel rimanere 40 giorni e 40 notti senza cibo, per meglio controllare il suo corpo. Allenamento di quel dono di sé attraverso il suo corpo che il Signore proverà alla fine della sua vita, e che noi celebreremo alla fine della quaresima.
La fragilità che passa attraverso la tentazione della fede, per cui, insinua il demonio, esiste perfino un diritto di sfidare Dio, un diritto di provocare Dio con pensieri, parole, azioni.
La fragilità che si insinua nel cuore dell’uomo attraverso il potere, suscitando il desiderio di dominare su tutto, il desiderio di possedere tutto, rispetto, invece, ad una concezione di dono e di servizio che deve essere il cuore e il pensiero costante di chi cerca di servire il Signore.
Fragilità comuni, fragilità umane, se vogliamo tentazioni e paure che nascono dalla tentazione che, di per sé, riguardano ogni uomo e che non hanno risparmiato il Signore Gesù.
Gesù e la paura
Come reagisce il Signore a tutto questo? Come reagisce il Signore al demonio che si insinua con le sue tentazioni attraverso le fragilità che il Signore ha scelto per sé vivendo nel deserto?
Con il silenzio. Gesù non parla mai con il demonio, ma, solamente, risponde con alcune citazioni bibliche. Insegnando così anche a noi che con il demonio, con la tentazione, non si scende a patti, non si tratta, non si cercano compromessi. Ogni compromesso ci porterebbe a perdere, ad essere coloro che soccombono sotto il peso delle proposte del maligno. Al maligno si risponde solo con la fede, con la parola di Dio, con la perseveranza nelle buone opere.
Con l’accettazione delle situazioni, invocando il nome di Dio. Gesù accetta poi tutto quello che accade nel deserto, vivendo quella situazione come un dono unico di unione con il Padre, il solo cercato in quella solitudine, il solo che interviene mandando angeli che si accostarono al Signore Gesù e lo servirono.
Noi, le fragilità e la paura
Anche noi viviamo qualcosa del genere, anche noi siamo sotto il peso delle fragilità. Fragilità personali, fragilità del tempo, fragilità che nascono anche in base alle situazioni che mutano nel mondo. Ma anche paure diverse. Paure che sono innate dentro di noi e paure che nascono proprio con il mutare di quelle situazioni che riguardano la nostra vita o la vita del mondo. Paure che, in qualche modo ci accompagnano in diverse stagioni della vita.
Così come le fragilità. Tutti noi ne facciamo esperienza, tutti noi abbiamo fragilità che ci accompagnano e che ci tormentano. A volte siamo capaci di accettarle, con molto senso di umiltà. Altre volte ci provocano fino a snervarci, perché non possiamo sopportarle. A volte le combattiamo con tutte le nostre forze, salvo poi dover ammettere, in moltissimi casi, che non riusciamo a liberarci dalle fragilità che ci tormentano e che ci accompagnano.
Che cosa fare? Come vivere un itinerario quaresimale che sia tutto volto a farci uscire dal peso delle fragilità e dalle paure che ne derivano?
Per noi
Gli ingredienti del cammino quaresimale sono quelli contenuti in tutte e tre le scritture che abbiamo ascoltato e che, per dire il vero, sono già molto conosciuti da ciascuno di noi, perché si ripetono di anno in anno. Ma non sempre siamo in grado di viverli non sempre siamo pronti ad accettare quei consigli che costituiscono anche la traccia di un cammino che, poi, deve essere personale:
- Il richiamo alla Parola di Dio, la sola che, veramente, scaccia il demonio e la tentazione. È un richiamo di sempre, è un richiamo costante, ma fino a quando non riusciremo ad attingere alla verità della Parola di Dio per noi, rimarremo immersi nel mistero della tentazione e nel mare delle difficoltà della vita.
- Il richiamo alla penitenza, cioè a fare in modo che sia non l’assecondare i desideri del corpo, ma il dominio dei sensi, la via per liberarci da quel senso di fragilità che sempre ci accompagna.
- Il richiamo al dono di sé, all’elemosina, alla donazione del proprio tempo agli altri, come momento costruttivo di vicende umane che allargano il cuore e, per questo, infondono il desiderio del bene nell’animo umano. Si esce dal senso di fragilità e di paura quanto più ci si apre agli altri. Più si permette all’altro di entrare nel mio mondo, più si esce da quel mondo di paure e di solitudine che le alimenta.
La prima domenica di quaresima ci dice questo. L’inizio del tempo quaresimale porta con sé questo richiamo che è sì il richiamo di ogni tempo forte, ma che deve essere sempre personalizzato e sempre reso attuale nella nostra coscienza.
Lasciamo che questo tempo parta, da subito con grinta. Lasciamo che questo tempo ci aiuti ad entrare, da subito, in comunione con il Signore che, ancora, vuole parlare alla nostra coscienza e al nostro cuore. Solo così riusciremo a vivere bene il tempo che ci sta davanti, non temendo le nostre fragilità e nemmeno le paure che nascono nel cuore di ciascuno.