Lunedì 07 marzo

Settimana della 1 domenica di quaresima – lunedì 

La paura di essere soli

Anche Dio ha paura di essere solo. Per questo è Trinità, comunione di persone. Per questo tutto ciò che crea non può essere “solo”.

La Parola di Dio per questo giorno

GENESI 2, 18-25
Inizia la lettura del libro della Genesi

In quei giorni. Il Signore Dio disse: «Non è bene che l’uomo sia solo: voglio fargli un aiuto che gli corrisponda». Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di animali selvatici e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all’uomo, per vedere come li avrebbe chiamati: in qualunque modo l’uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome. Così l’uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli animali selvatici, ma per l’uomo non trovò un aiuto che gli corrispondesse. Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull’uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e richiuse la carne al suo posto. Il Signore Dio formò con la costola, che aveva tolta all’uomo, una donna e la condusse all’uomo. Allora l’uomo disse: «Questa volta è osso dalle mie ossa, carne dalla mia carne. La si chiamerà donna, perché dall’uomo è stata tolta». Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno un’unica carne. Ora tutti e due erano nudi, l’uomo e sua moglie, e non provavano vergogna.

SALMO Sal 1

Chi segue il Signore avrà la luce della vita.

Beato l’uomo che non entra nel consiglio dei malvagi,
non resta nella via dei peccatori
e non siede in compagnia degli arroganti,
ma nella legge del Signore trova la sua gioia,
la sua legge medita giorno e notte. R

È come albero piantato lungo corsi d’acqua,
che dà frutto a suo tempo:
le sue foglie non appassiscono
e tutto quello che fa, riesce bene. R

Non così, non così i malvagi,
ma come pula che il vento disperde;
perciò non si alzeranno i malvagi nel giudizio
né i peccatori nell’assemblea dei giusti,
poiché il Signore veglia sul cammino dei giusti,
mentre la via dei malvagi va in rovina. R

PROVERBI 1, 1a. 20-33
Inizia la lettura del libro dei Proverbi

Proverbi di Salomone. La sapienza grida per le strade, nelle piazze fa udire la voce; nei clamori della città essa chiama, pronuncia i suoi detti alle porte della città: «Fino a quando, o inesperti, amerete l’inesperienza e gli spavaldi si compiaceranno delle loro spavalderie e gli stolti avranno in odio la scienza? Tornate alle mie esortazioni: ecco, io effonderò il mio spirito su di voi e vi manifesterò le mie parole. Perché vi ho chiamati ma avete rifiutato, ho steso la mano e nessuno se ne è accorto. Avete trascurato ogni mio consiglio e i miei rimproveri non li avete accolti; anch’io riderò delle vostre sventure, mi farò beffe quando su di voi verrà la paura, quando come una tempesta vi piomberà addosso il terrore, quando la disgrazia vi raggiungerà come un uragano, quando vi colpiranno angoscia e tribolazione. Allora mi invocheranno, ma io non risponderò, mi cercheranno, ma non mi troveranno. Perché hanno odiato la sapienza e non hanno preferito il timore del Signore, non hanno accettato il mio consiglio e hanno disprezzato ogni mio rimprovero; mangeranno perciò il frutto della loro condotta e si sazieranno delle loro trame. Sì, lo smarrimento degli inesperti li ucciderà e la spensieratezza degli sciocchi li farà perire; ma chi ascolta me vivrà in pace e sarà sicuro senza temere alcun male».

VANGELO Mt 5, 1-12a
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo

In quel tempo. Vedendo le folle, il Signore Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».

Genesi

Nemmeno l’uomo. “Adam”, o anche “Is” che traduciamo “Adamo” come fosse nome proprio di persona, è, invece, da tradursi con “terrestre”, “uomo”. Dio, creando l’uomo, da subito, anche se la creazione procede per gradi, non vuole che l’uomo sia “solo”. La solitudine non è da Dio, non è secondo l’ordine delle cose create da Dio. È per questo che, poco dopo la creazione dell’uomo, è narrata, e per ben due volte nel libro della Genesi, la creazione della “donna”, “Adamà”,“Ishà”, colei che è veramente “simile” all’uomo, cioè sullo stesso piano, colei che non è come le altre cose create, ma ha pari dignità con l’uomo. È per questo che “Adam” che non trova pace, non trova gusto, non si sente appagato nemmeno nel “dare il nome a tutte le cose”, cioè nel sapere di tutto, nel poter disporre di tutto, nel poter tutto governare, trova, invece, pace accanto alla sua donna, un soggetto da amare, un soggetto da servire. Come, pure, viceversa. Non l’uno “accanto” all’altro, come è nell’ordine di tutte le altre “cose” della creazione, ma l’uno per l’altro. Fatto per amare, l’uomo trova la sua complementarietà nella donna e viceversa. Uomo e donna, fatti per la comunione, come Dio.

Vangelo

A contrastare questa paura è la “lex nova”, il Vangelo delle beatitudini. “Beato”, cioè felice tra gli altri, chi è “povero in spirito”, cioè chi vive fidandosi di Dio. Chi si fida di Dio non cerca altro che la comunione. Con Dio e con gli uomini. Chi si fida di Dio non rimane solo. Così come chi vuole essere “operatore di pace”. L’operatore di pace è chi vive la pace come un compito, chi si mette a disposizione della concordia, da cercare sempre e sopra ogni cosa. È operatore di pace chi elimina le contese, vive per l’altro come per un fratello, guarda al mondo con quella fiducia e quella simpatia che sono costantemente nel cuore del discepolo. “Beati quelli che saranno consolati” da chi saprà farsi “consolatore”. Consolatore, “paraclito” è il primo e più importante predicato dello Spirito Santo. Chi si rende consolatore degli altri, imita Dio, esce dalla solitudine per creare comunione, non vive per sé ma per gli altri. È il cuore, l’essenza del Vangelo.

Noi e la paura di essere soli

Tutti abbiamo paura di essere da soli. Tutti abbiamo paura di rimanere da soli. In diversi modi, nelle diverse età della vita. Come un bambino ha paura di rimanere da solo e cerca la mamma, così un vecchio ha paura di rimanere da solo e cerca la compagnia di altri, chiunque sia l’altro, pur di non rimanere da solo, pur di esorcizzare la paura di essere rimasto da solo. Fosse anche solo la voce che proviene da un televisore che nemmeno si guarda e al quale non si presta nemmeno ascolto. La vita dell’uomo non è mai per la solitudine. Ci sono momenti di solitudine buona, quella solitudine che riempiamo di Dio e della sua Parola. Solo questa è la solitudine che ci mette nella stessa dimensione di Dio, la dimensione della contemplazione. Per il resto ogni solitudine è negativa, pesante, triste, se non, addirittura, insopportabile.

Per uscire dalla paura

Come si esce dalla paura di “essere soli”? Creando comunione. Promuovendo la concordia, suscitando quella famigliarità con l’altro che diventa capacità di abbattere le barriere, costruire ponti, creare occasioni di incontro, promuovere sinergie, cercare di superare qualsiasi divisione che la vita procura. Ogni cosa che è in grado di abbattere il muro della solitudine è, per ciò stesso, cosa buona. Come quell’uscire dalla solitudine di “Adamo” che riconosce in “Eva” l’aiuto simile a sé, l’aiuto buono per la vita. Si esce dalla paura della solitudine quando si coltivano relazioni, quando ci si offre per essere vicini l’uno all’altro. È solo nello stile della relazione che si rinnova, che si diventa capaci di essere principio di bene l’uno per l’altro.

Esercizio quaresimale

  • Quando provo la paura di “essere solo”?
  • Come tento di uscire da questa paura?
  • Vivo qualche contemplazione sul mistero della Trinità come mistero di comunione?
  • Come promuovo la comunione a partire dalla mia famiglia?
  • Che cosa potrei fare oggi per essere a scuola, a casa, al lavoro, un uomo, una donna che promuove relazioni sincere, significative, stabili, nobili, ricche, piene?

Proposito quaresimale

Mi impegno a non sottolineare nulla di ciò che, oggi, potrà dividermi dagli altri e a sottolineare con forza tutto ciò che promuove il bene, la vicinanza, la solidarietà, la bellezza di ogni relazione.

2022-04-14T08:12:53+02:00