Settimana della 1 domenica di quaresima – martedì
La paura di essere da meno
Tra le diverse paure che si possono provare, certamente vi è quella di essere da meno di qualcun altro.
La Parola di Dio per questo giorno
GENESI 3, 1-8
Lettura del libro della Genesi
In quei giorni. Il serpente era il più astuto di tutti gli animali selvatici che Dio aveva fatto e disse alla donna: «È vero che Dio ha detto: “Non dovete mangiare di alcun albero del giardino”?». Rispose la donna al serpente: «Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell’albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: “Non dovete mangiarne e non lo dovete toccare, altrimenti morirete”». Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che il giorno in cui voi ne mangiaste si aprirebbero i vostri occhi e sareste come Dio, conoscendo il bene e il male». Allora la donna vide che l’albero era buono da mangiare, gradevole agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch’egli ne mangiò. Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e conobbero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture. Poi udirono il rumore dei passi del Signore Dio che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno, e l’uomo, con sua moglie, si nascose dalla presenza del Signore Dio, in mezzo agli alberi del giardino.
SALMO Sal 118 (119), 1-8
Beato chi e fedele alla legge del Signore.
Beato chi è integro nella sua via
e cammina nella legge del Signore.
Beato chi custodisce i suoi insegnamenti
e lo cerca con tutto il cuore. R
Non commette certo ingiustizie
e cammina nelle sue vie.
Tu hai promulgato i tuoi precetti
perché siano osservati interamente. R
Siano stabili le mie vie
nel custodire i tuoi decreti.
Non dovrò allora vergognarmi,
se avrò considerato tutti i tuoi comandi. R
Ti loderò con cuore sincero,
quando avrò appreso i tuoi giusti giudizi.
Voglio osservare i tuoi decreti:
non abbandonarmi mai. R
PROVERBI 3, 1-10
Lettura del libro dei Proverbi
Figlio mio, non dimenticare il mio insegnamento e il tuo cuore custodisca i miei precetti, perché lunghi giorni e anni di vita e tanta pace ti apporteranno. Bontà e fedeltà non ti abbandonino: légale attorno al tuo collo, scrivile sulla tavola del tuo cuore, e otterrai favore e buon successo agli occhi di Dio e degli uomini. Confida nel Signore con tutto il tuo cuore e non affidarti alla tua intelligenza; riconoscilo in tutti i tuoi passi ed egli appianerà i tuoi sentieri. Non crederti saggio ai tuoi occhi, temi il Signore e sta’ lontano dal male: sarà tutta salute per il tuo corpo e refrigerio per le tue ossa. Onora il Signore con i tuoi averi e con le primizie di tutti i tuoi raccolti; i tuoi granai si riempiranno oltre misura e i tuoi tini traboccheranno di mosto.
VANGELO Mt 5, 13-16
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo
In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli».
Genesi
Con grande saggezza il racconto biblico della Genesi ci sta dicendo che, da che mondo è mondo, da “Adamo ed Eva”, è possibile che l’uomo si senta inferiore rispetto alla donna e viceversa. È per questo che i due si richiamano in causa l’un l’altro sia prima che dopo il “peccato originale”. Entrambi, poi, vivono la paura di essere “da meno” rispetto a Dio ed è proprio in base a questo sospetto che il tentatore si fa forza. Insinuando che si può uscire da questa paura “mangiando dell’albero della conoscenza del bene e del male”, si diventa come Dio. Come dire: quando un uomo, una donna, diventano da sé stessi arbitri di ciò che è bene e ciò che è male, quando ci si emancipa rispetto ad una presenza di Dio che diventa scomoda, quando si diventa finalmente adulti e si tralascia di osservare ciò che Dio rivela, si esce da quella paura di essere da meno di qualcuno, anche di Dio. La tentazione è sempre la stessa: se hai paura di essere da meno rispetto a qualcuno, cerca di emanciparti, cerca di crescere, cerca di diventare adulto, cerca di fare da te stesso. Prima o poi ci riuscirai e non avrai paura di nessuno. È il progetto sempre ingannevole del Tentatore.
Vangelo
A contrastare questa paura ecco, anche oggi, il discorso della montagna. Per uscire da questa paura non occorre “farsi come Dio”, “superare” gli altri a tutti i costi e con ogni mezzo. Piuttosto occorre cercare di essere esemplari. “Voi siete il sale della terra… voi siete la luce del mondo”. Si è “sale” quando si dà sapore alla propria vita e, così facendo, si dà sapore anche alla vita degli altri. Si è luce quando si cerca la Luce e, avendola trovata, la si riflette così che anche altri possano vedere sempre meglio i contorni delle cose, i contorni della vita. Essere sale ed essere luce è possibile solo ad una condizione: che si vivano quelle beatitudini che ieri abbiamo riletto, riscoperto come cuore della vita cristiana, come centro, come fulcro dello “stile di vita” dei credenti.
Noi e la paura di essere da meno
Chissà quante volte abbiamo provato questa paura! Forse per nostro conto, forse perché stimolati dalle parole, dalle incitazioni degli altri. Forse già da piccoli un po’ tutti veniamo “educati” ad essere sempre e comunque “un po’ meglio” di qualcun altro. A scuola, nello sport, e poi al lavoro, nell’accumulo di patrimonio… chissà perché bisogna sempre e comunque essere meglio di qualcun altro, altrimenti sembra proprio che la vita sia, per qualche aspetto, “da meno” rispetto a quella di qualcun altro. Il Vangelo di oggi ci sta dicendo che la vita di ciascuno è preziosa davanti a Dio per quello che è. Soprattutto è preziosa la vita di chi si libera da questa paura e vive, come meglio può, i talenti che il Signore ha dato a ciascuno.
Per uscire dalla paura
Come si esce dalla paura di “essere da meno” di qualcun altro? Solo cercando di essere di esempio. Nel proprio piccolo, nelle proprie cose, con le proprie risorse… Si esce dalla paura di essere da meno ogni volta che ci proponiamo di essere un po’ “sale del mondo e luce della terra”. Non per vantarci, non per “valere” o per “contare”, ma solo per mettere in campo quell’umiltà di chi sa di poter fare poco, ma quel poco che si può fare ci si dispone a farlo con gioia e con grinta, come quando si deve dare il meglio di sé. Si esce dalla paura di essere da meno degli altri, quando si incomincia a conoscere il proprio talento e ci si accontenta di quello. Potrebbe essere anche un solo talento, ma quando è custodito come cosa preziosa e, al tempo stesso, trafficato perché porti frutto, si è nella pace. Si esce dalla paura di essere da meno degli altri quando si abbandona la logica della lotta, del confronto, della rivalità, della contesa e si incomincia ad entrare nella logica della collaborazione, della condivisione, dell’aiuto reciproco. Si esce dalla paura quando si mette la luce che ciascuno è e il sale che ciascuno ha a disposizione degli altri. Se cominciassimo a crederci davvero, mettendoci a disposizione degli altri, cambieremmo noi stessi e, per questo, il mondo.
Esercizio quaresimale
- Quando provo la paura di “essere da meno” rispetto ad altri?
- Che posto trova in me la logica del confronto?
- Quale invidia genera, in me, questa logica?
- In che senso posso essere “sale e luce” per gli altri?
- Quale talento sono disposto a condividere con gli altri perché diventi, ancor di più, luce e sale della terra?
Proposito quaresimale
Mi impegno a non invidiare, a non desiderare oltre misura cose che, poi, mi faranno avere paura di essere da meno degli altri.