Lunedì 06 marzo

Settimana della 2 domenica di quaresima – lunedì

La spiritualità di quaresima per questo giorno

Iniziamo una nuova settimana di Quaresima. Torna il discorso della montagna, che abbiamo scelto come linea guida per le meditazioni di quest’anno. Soprattutto deve essere presente in noi quell’atteggiamento di fede che ci spinge a cercare itinerari di conversione seri, intensi, veri. Chiediamo questa grazia preliminare perché tutti i giorni di questa settimana possano essere guidati da questa luce e da questo desiderio.

La Parola di questo giorno

GENESI 12, 1-7
Lettura del libro della Genesi

In quei giorni. Il Signore disse ad Abram: «Vattene dalla tua terra, dalla tua parentela e dalla casa di tuo padre, verso la terra che io ti indicherò. Farò di te una grande nazione e ti benedirò, renderò grande il tuo nome e possa tu essere una benedizione. Benedirò coloro che ti benediranno e coloro che ti malediranno maledirò, e in te si diranno benedette tutte le famiglie della terra». Allora Abram partì, come gli aveva ordinato il Signore, e con lui partì Lot. Abram aveva settantacinque anni quando lasciò Carran. Abram prese la moglie Sarài e Lot, figlio di suo fratello, e tutti i beni che avevano acquistati in Carran e tutte le persone che lì si erano procurate e si incamminarono verso la terra di Canaan. Arrivarono nella terra di Canaan e Abram la attraversò fino alla località di Sichem, presso la Quercia di Morè. Nella terra si trovavano allora i Cananei. Il Signore apparve ad Abram e gli disse: «Alla tua discendenza io darò questa terra». Allora Abram costruì in quel luogo un altare al Signore che gli era apparso.

SALMO Sal 118 (119), 25-32

Beato chi cammina nella legge del Signore.

La mia vita è incollata alla polvere:
fammi vivere secondo la tua parola.
Ti ho manifestato le mie vie e tu mi hai risposto;
insegnami i tuoi decreti. R

Fammi conoscere la via dei tuoi precetti
e mediterò le tue meraviglie.
Io piango lacrime di tristezza;
fammi rialzare secondo la tua parola. R

Tieni lontana da me la via della menzogna,
donami la grazia della tua legge.
Ho scelto la via della fedeltà,
mi sono proposto i tuoi giudizi. R

Ho aderito ai tuoi insegnamenti:
Signore, che io non debba vergognarmi.
Corro sulla via dei tuoi comandi,
perché hai allargato il mio cuore. R

PROVERBI 4, 10-18
Lettura del libro dei Proverbi

Ascolta, figlio mio, e accogli le mie parole e si moltiplicheranno gli anni della tua vita. Ti indico la via della sapienza, ti guido per i sentieri della rettitudine. Quando camminerai non saranno intralciati i tuoi passi, e se correrai, non inciamperai. Attieniti alla disciplina, non lasciarla, custodiscila, perché essa è la tua vita. Non entrare nella strada degli empi e non procedere per la via dei malvagi. Evita quella strada, non passarvi, sta’ lontano e passa oltre. Essi non dormono, se non fanno del male, non si lasciano prendere dal sonno, se non fanno cadere qualcuno; mangiano il pane dell’empietà e bevono il vino della violenza. La strada dei giusti è come la luce dell’alba, che aumenta lo splendore fino al meriggio.

VANGELO Mt 5, 27-30
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo

In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Non commetterai adulterio”. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore. Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna».

Il discorso della montagna

Iniziano le antitesi matteane, cioè quella parte del discorso della montagna che inizia con “avete inteso che fu detto” e segue una citazione del Primo Testamento, seguita da un “ma io vi dico” con la proclamazione della nuova “legge” di Cristo.

Così in questa pagina: “avete inteso che fu detto non commetterai adulterio”. La citazione, ovviamente, è rispetto alla legge di Mosè e anche la nostra mente va subito al decalogo, ai dieci comandamenti. Una “legge” molto forte, che cercava di tutelare l’istituto del matrimonio e della famiglia, istituti sempre fragili perché, da sempre, il cuore dell’uomo fa fatica a vivere con fedeltà e con intensità i propri affetti e le proprie promesse a riguardo. Per questo il Signore aggiunge una parola difficile: “ma io vi dico chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore”. Parola che ci sembra non solo difficile ma perfino esagerata.

La parola chiave di questo intervento del Signore è la parola “desiderio”. È una parola complessa, con la quale il Signore chiede di riflettere su quali siano le nostre ispirazioni, i nostri pensieri, le nostre attese, i nostri proponimenti ma anche i nostri punti saldi a riguardo degli affetti, dell’amore, della relazione affettiva. Il punto chiave sul quale il Signore insiste è che c’è una vera e propria educazione degli affetti che passa dall’educazione degli sguardi, dall’educazione dei pensieri, dall’educazione dei gesti e che porta verso quel “dominio di sé” che dovrebbe essere uno dei punti saldi della Quaresima cristiana.

In realtà il tema del “dominio di sé” e dell’educazione dei sentimenti è del tutto inusuale per il nostro tempo. Noi tutti siamo figli di un tempo e di una cultura che esalta la spontaneità, per cui è lecito fare qualsiasi cosa che in questo momento è l’oggetto dei pensieri, purché non ci sia una mancanza di rispetto per un’altra persona. Potremmo dire che ciò che passa in questo momento è un’educazione “minimal”. Basta che ci sia rispetto per le persone, poi va tutto bene! Per il cristiano non è assolutamente così! Non ci basta questo minimo! Noi, come credenti, vogliamo mirare a ben oltre! Guardiamo ad una educazione del cuore e degli affetti che sia occasione per mettere ordine dentro noi stessi. Guardiamo ad una educazione degli sguardi che sappia di rispetto, che sappia di “pudore”, che sappia di attenzione alla vita propria e degli altri rispetto ad un tema che può comportare enormi sofferenze, sia per noi come singole persone, sia per altre persone. Quando affermiamo che “il dominio di sé stessi” è ancora un valore per noi, non abbiamo assolutamente in mente il rinnegare sensazioni, emozioni, sentimento, spontaneità. Piuttosto vogliamo dire che è possibile educare tutti questi multiformi aspetti dell’esperienza umana, per non lasciare che la spontaneità dei gesti di affetto e di amore diventi spontaneismo, ovvero incapacità di creare un percorso duraturo nel tempo lasciando che si sia sempre in balia di quello che si avverte al momento.

In sostanza il Signore ci chiede di curare ciò che noi mettiamo nel cuore perché la nostra capacità di amare, che è la capacità fondamentale di ogni persona, non risulti sminuita, mortificata, snaturata. Credo che su questo tema siano davvero molto belle le pagine di Amoris Laetitia, che insegna che amare è un percorso da compiere con gioia, un’educazione da portare avanti tutta la vita, una “scuola” alla quale attenersi per tutti i nostri giorni. La custodia del cuore, la custodia degli occhi, la custodia dei gesti non sono un tentativo di imbrigliare i sentimenti ma, al contrario, l’occasione per dare ad essi una direzione, così che non ci sia solo la mutevolezza a governare il cuore, ma il richiamo a quei valori che edificano la persona, donando le basi per la fedeltà, l’attenzione, la possibilità di costruire un futuro, la stabilità di una famiglia. La stabilità emotiva, la stabilità degli affetti non sono cose fuori moda. Sono realtà alle quali il cristiano sempre si appella, facendo attenzione a ciò che egli mette nel cuore, sapendo bene che occorre porre una custodia al cuore perché da esso fluisce la vita, come insegnano i salmi.

In questo senso io credo che occorra riscoprire la bellezza, la forza, la genuinità, il richiamo di quella che, normalmente, chiamiamo la “morale” cristiana, che non è assolutamente una serie di divieti volti a mortificare la persona, ma la chiara indicazione di una via per costruire qualcosa che duri nel tempo, custodendo affetti, sentimenti, emozioni che, altrimenti, lasciati a loro stessi, degenerano e diventano la causa dell’infelicità e del dolore degli uomini. Come, purtroppo, vediamo benissimo in moltissime storie che accompagnano il nostro tempo e diventano la norma per moltissimi. Questa pagina del discorso della montagna, unita anche alle prime righe di quella che ascolteremo domani, ci aiuta a dare un senso alla vita, una direzione precisa nella quale collocare una parte fondamentale del nostro vissuto che dovrebbe essere causa di gioia e non di dolore.

Il nostro cammino di fede

Il nostro cammino di fede deve portarci a comprendere l’importanza di questa educazione degli affetti che papa Francesco, con tanta delicatezza e forza allo stesso tempo, ci richiama e ci insegna. In qualsiasi età della vita ci troviamo, non perdiamo l’occasione che questa pagina del discorso della montagna dona a ciascuno di noi per prendere sul serio anche una seria revisione di vita che diventa occasione di conversione. Proviamo a domandarci:

  • Come custodisco i miei affetti?
  • Che cammino sto facendo personalmente?
  • Come mi lascio illuminare dalla mia fede?
  • Come sfrutto le occasioni che mi vengono offerte per dare testimonianza di un possibile cammino anche ad altri?

Intenzioni di preghiera

Oggi suggerirei di pregare il Signore perché ciascuno possa sentire molto forte la chiamata ad una seria revisione di vita su questi temi. Preghiamo perché non ci si polarizzi su questioni banali, né, tantomeno, si entri in un contesto di opposizione inconcludente con una mentalità che poco spazio lascia ai valori e che punta solamente su una ricerca di immediato soddisfacimento dei propri bisogni. Chiediamo al Signore di essere punto di riferimento, fonte di luce, sorgente di speranza per tutti coloro che, ancora, credono ad un amore eterno e grande!

2023-03-24T11:11:27+01:00