Settimana della terza domenica di Quaresima – mercoledì
La spiritualità di questa settimana
Vi ricordo che siamo sempre nell’ottica dei segni che diventano una benedizione. In questo senso la lettura del libro della Genesi di oggi è davvero esemplare.
La Parola di questo giorno
GENESI 21, 7-21
Lettura del libro della Genesi
In quei giorni. Sara disse: «Chi avrebbe mai detto ad Abramo: “che Sara avrebbe allattato figli?”. Eppure gli ho partorito un figlio nella sua vecchiaia!». Il bambino crebbe e fu svezzato e Abramo fece un grande banchetto quando Isacco fu svezzato. Ma Sara vide che il figlio di Agar l’Egiziana, quello che lei aveva partorito ad Abramo, scherzava con il figlio Isacco. Disse allora ad Abramo: «Scaccia questa schiava e suo figlio, perché il figlio di questa schiava non deve essere erede con mio figlio Isacco». La cosa sembrò un gran male agli occhi di Abramo a motivo di suo figlio. Ma Dio disse ad Abramo: «Non sembri male ai tuoi occhi questo, riguardo al fanciullo e alla tua schiava: ascolta la voce di Sara in tutto quello che ti dice, perché attraverso Isacco da te prenderà nome una stirpe. Ma io farò diventare una nazione anche il figlio della schiava, perché è tua discendenza». Abramo si alzò di buon mattino, prese il pane e un otre d’acqua e li diede ad Agar, caricandoli sulle sue spalle; le consegnò il fanciullo e la mandò via. Ella se ne andò e si smarrì per il deserto di Bersabea. Tutta l’acqua dell’otre era venuta a mancare. Allora depose il fanciullo sotto un cespuglio e andò a sedersi di fronte, alla distanza di un tiro d’arco, perché diceva: «Non voglio veder morire il fanciullo!». Sedutasi di fronte, alzò la voce e pianse. Dio udì la voce del fanciullo e un angelo di Dio chiamò Agar dal cielo e le disse: «Che hai, Agar? Non temere, perché Dio ha udito la voce del fanciullo là dove si trova. Àlzati, prendi il fanciullo e tienilo per mano, perché io ne farò una grande nazione». Dio le aprì gli occhi ed ella vide un pozzo d’acqua. Allora andò a riempire l’otre e diede da bere al fanciullo. E Dio fu con il fanciullo, che crebbe e abitò nel deserto e divenne un tiratore d’arco. Egli abitò nel deserto di Paran e sua madre gli prese una moglie della terra d’Egitto.
SALMO Sal 118 (119), 73-80
Veri e giusti, Signore, sono i tuoi giudizi.
Le tue mani mi hanno fatto e plasmato:
fammi capire e imparerò i tuoi comandi.
Quelli che ti temono al vedermi avranno gioia,
perché spero nella tua parola. R
Signore, io so che i tuoi giudizi sono giusti
e con ragione mi hai umiliato.
Il tuo amore sia la mia consolazione,
secondo la promessa fatta al tuo servo. R
Venga a me la tua misericordia e io avrò vita,
perché la tua legge è la mia delizia.
Si vergognino gli orgogliosi
che mi opprimono con menzogne:
io mediterò i tuoi precetti. R
Si volgano a me quelli che ti temono
e che conoscono i tuoi insegnamenti.
Sia integro il mio cuore nei tuoi decreti,
perché non debba vergognarmi. R
PROVERBI 10, 28-32
Lettura del libro dei Proverbi
Figlio mio, l’attesa dei giusti è gioia, ma la speranza degli empi svanirà. La via del Signore è una fortezza per l’uomo integro, ma è una rovina per i malfattori. Il giusto non vacillerà mai, ma gli empi non dureranno sulla terra. La bocca del giusto espande sapienza, la lingua perversa sarà tagliata. Le labbra del giusto conoscono benevolenza, la bocca degli empi cose perverse.
VANGELO Mt 6, 19-24
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo
In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai suoi discepoli: «Non accumulate per voi tesori sulla terra, dove tarma e ruggine consumano e dove ladri scassìnano e rubano; accumulate invece per voi tesori in cielo, dove né tarma né ruggine consumano e dove ladri non scassìnano e non rubano. Perché, dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore. La lampada del corpo è l’occhio; perciò, se il tuo occhio è semplice, tutto il tuo corpo sarà luminoso; ma se il tuo occhio è cattivo, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra! Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza».
Nascita di Isacco
Il segno di benedizione per eccellenza, nella vita di Abramo, è la nascita di Isacco. È il segno atteso, quell’inizio della “discendenza” che Abramo aveva atteso fin dal primo giorno della sua vocazione, della sua chiamata. Segno di grandissima gioia sia per il patriarca che per Sara. In effetti è facile capire che la nascita di un bambino è sempre un evento gioioso. Quando poi la nascita avviene in tarda età e quando si sono perse ormai tutte le speranze, ecco che il segno diventa ancora più forte ed eloquente.
Eppure questo non è il solo segno della Scrittura. Ve ne sono altri due. Il primo è un segno che, di per sé, sembra negativo: la cacciata della schiava Agar e del figlio Ismaele. Il testo dice molto bene, anche se in modo molto succinto, che questa cacciata fu opera di Sara che, evidentemente, deve aver percepito non solo la presenza di Agar come un problema, ma la presenza di Ismaele come un pericolo. Ismaele è figlio di Abramo a tutti gli effetti, sarà uno che deve spartire l’eredità… meglio, dunque, liberarsi prima da presenze scomode! Abramo non vorrebbe, come abbiamo sentito, ma è la stessa voce di Dio ad intervenire. Modo con cui la narrazione ci ricorda che Dio è attento alle vicende di tutti e si fa carico delle vicende di ciascuno. È così che un segno apparentemente negativo si trasformerà in benedizione. Abramo accompagna la schiava e il fanciullo lontano dalle loro tende, prendendosi cura di loro con questo gesto della consegna di pane ed acqua. Anche questo è un segno di vicinanza, di cura, di benedizione, anche se a noi pare poca cosa rispetto alla cacciata dalla tribù.
Questo segno introduce al terzo segno, quello di maggiore importanza. Dio mostra di prendersi cura di questa donna quando offre ad essa, nel deserto, il conforto di acqua. Proprio quando tutto sembra perduto, ecco che l’intervento di Dio salva la vita di lei e del figlio. Proprio quando nasce la disperazione, ecco che c’è una svolta nella storia. Svolta voluta da Dio. Dio non fa mancare la sua benedizione ad Ismaele, come aveva promesso e fa sì che anche la sua vita sia tutta protetta. Egli è pure erede della promessa fatta ad Abramo. Così viene giustificata non solo la presenza ma anche la forza del popolo arabico, acerrimo nemico di Israele, eppure popolo fratello.
Tre segni, dunque, guidano il cammino degli amici di Dio oggi. Segni che dicono che nella vita occorre scoprire i segni forti, preziosi, con i quali il Signore ci sostiene, ma anche saper rimettere nelle mani di Dio quei segni che ci sembrano dire altro. Dio trae anche da questi segni apparentemente negativi occasioni di custodia, di guida, di vicinanza.
L’importanza di una benedizione – invito alla riflessione
Credo che anche noi siamo molto attenti a dire come la benedizione di Dio si posi su di noi attraverso dei segni. Quando ci capita qualcosa di bello, ecco ci sembra che Dio ci abbia ascoltato! Quando avviene la realtà che abbiamo in mente, ci pare proprio che Dio abbia lavorato per noi. Ci sono diversi segni della vita che ci lasciano sperare. Potremmo chiederci se, in questo periodo, abbiamo segni di questo genere e come li integriamo nel nostro cammino di fede.
Penso poi che oggi tutti siamo invitati a riflettere su come Dio si prenda sempre cura di tutti in modo singolare. Se Dio si è preso cura anche di una schiava e del suo figlio, in modo singolare, perché dovremmo dubitare che questa realtà possa esser presente anche ai nostri giorni? Di più. Il testo sacro ci dice che Dio benedice anche chi è nemico. Forse non abbiamo nemici nel senso stretto della parola, però io credo che tutti abbiamo fatto esperienza di vedere qualcuno con cui non eravamo tanto in sintonia, stare meglio di noi, avere più fortuna di noi. Occasione per ricordare che Dio benedice sempre tutti. In Quaresima il cuore dei credenti dovrebbe dilatarsi ad immagine di Dio e comprendere che anche noi siamo chiamati a benedire, cioè a dire bene anche delle persone che conosciamo poco o con le quali avvertiamo una certa distanza. Come la benedizione di Dio è universale, così anche la nostra attenzione lo dovrebbe essere.
Per noi e per il nostro cammino
- Vivo anche io qualcosa di questa benedizione universale?
- Che segni di benedizione vivo in questo momento?
- Sono capace di augurare il bene a tutti?