Settimana della 2 domenica dopo la dedicazione – Venerdì
Vangelo
Gv 14, 2-7
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via». Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».
Anche oggi possiamo continuare e concludere questa settimana che tra la commemorazione dei fedeli defunti e la festa di San Carlo ci sta insegnando quella condivisione di vita e di benedizione di Dio con il suo popolo che diventa anche condivisione di esperienze di vita tra gli uomini che generano benedizione.
Gesù torna sull’argomento della vita eterna, ricordandoci che c’è già un posto preparato per noi, c’è già una “dimora” che ci attende. “Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore, se no vi avrei mai detto: vado a prepararvi un posto?”. Dunque è Gesù che, ancora una volta, ci insegna a pensare che la vita eterna sia un dono che viene dato a tutti coloro che cercano, in qualche modo, di corrispondere a quella grazia di Dio che chiama alla salvezza. Non solo. Sempre nella logica di quella sapienza che abbiamo già contemplato lunedì, il Signore Gesù ci dice: “io vado a preparavi un posto”, insegnandoci così che la vita eterna non è mai conquista o merito. La vita eterna è un dono preziosissimo di Dio, che viene dato gratuitamente a coloro che riconoscono l’opera di Dio e la rispettano.
Diventa allora sapienza per l’uomo seguire questa via di rivelazione che conduce alla vita eterna. Diventa sapienza degli uomini seguire Gesù “via, verità e vita”. Se la vita eterna è dono, se la vita eterna è risposta di amore a Dio che con Amore sommo si rivela, sapienza dell’uomo è cercare questa via di rivelazione che è Gesù Cristo e seguirlo in ogni istante della vita. Alla sapienza di Dio che si rivela, segue necessariamente la sapienza dell’uomo che accogliendo la rivelazione, si incammina sui sentieri dell’eternità.
Apocalisse
Ap 19, 17-20
Lettura del libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo
In quel giorno. Vidi un angelo, in piedi di fronte al sole, nell’alto del cielo, e gridava a gran voce a tutti gli uccelli che volano: «Venite, radunatevi al grande banchetto di Dio. Mangiate le carni dei re, le carni dei comandanti, le carni degli eroi, le carni dei cavalli e dei cavalieri e le carni di tutti gli uomini, liberi e schiavi, piccoli e grandi». Vidi allora la bestia e i re della terra con i loro eserciti, radunati per muovere guerra contro colui che era seduto sul cavallo e contro il suo esercito. Ma la bestia fu catturata e con essa il falso profeta, che alla sua presenza aveva operato i prodigi con i quali aveva sedotto quanti avevano ricevuto il marchio della bestia e ne avevano adorato la statua. Ambedue furono gettati vivi nello stagno di fuoco, ardente di zolfo.
Il libro della consolazione che è l’Apocalisse, ripete queste attestazioni di sapienza che vengono dal Vangelo. Anzitutto perché, come veniva detto, finalmente, alla fina dei tempi, apparirà chiaramente che l’unica realtà della vita che conta è costruire la propria esistenza sul fondamento di Dio e custodire la vita con intelligenza e forza. Poi perché nell’ultimo giorno apparirà con chiarezza quale inganno è stato proposto a chi si è consegnato al male. Mentre rimane in eterno il piccolo bene fatto dagli uomini nella storia, il male viene allontanato in eterno da Dio e chi lo ha compiuto sarà precipitato “nello stagno di fuoco ardente di zolfo”, immagine che richiama l’eternità della condanna, l’eternità di quello che siamo soliti chiamare “inferno”, cioè la massima lontananza da Dio possibile. Emerge così chiaramente la differenza con il Vangelo: mentre si salvano coloro che hanno seguito Gesù via, verità e vita, non trovano salvezza tutti coloro che non hanno fatto questa scelta. Mentre si salvano coloro che hanno seguito il Signore anche con le loro piccolezze o povertà, non si salvano coloro che non lo hanno mai seguito o, peggio, si sono dedicati a coltivare quelle forme di male che saranno, in quel giorno, la fonte della loro condanna.
Per noi
Al termine di questa settimana che abbiamo caratterizzato con questa ottava dei morti, chiediamoci:
- Guardo con serenità alla vita eterna rimettendo ogni mia speranza nelle mani di Dio?
- Riesco a vivere con fede i miei giorni?
L’apocalisse ci ha prospettato la possibilità seria di fallire quella santificazione della vita che sarà eternità e la possibilità di cadere nello stagno di fuoco e zolfo che è la dannazione.
- Prendo in seria considerazione questa possibilità?
- Come mi comporto rispetto a questa possibilità?
Mentre ci avviamo alla festa di Cristo re e mentre ci predisponiamo a vivere bene questa ultima settimana dell’anno liturgico prima che inizi un nuovo avvento, cerchiamo di rimettere nelle mani di Dio il nostro desiderio di salvezza e di eternità. Solo Lui, infatti, può compiere i desideri dell’uomo.