Giovedì 07 gennaio

Ferie dopo l’Epifania – Giovedì

Entriamo nella seconda parte della settimana, quella nella quale la Chiesa ci aiuta ad avvicinarci al compimento del tempo natalizio che è la festa del Battesimo del Signore e che celebreremo domenica. L’anno scorso ho commentato il Cantico dei Cantici, la lettura che ci farà compagnia in questi giorni, dal momento che è la voce della sposa, la Chiesa, che allieta lo sposo, Cristo Signore. Quest’anno mi soffermo maggiormente sulle pagine del Vangelo, che contengono tre inviti alla vigilanza.

Vangelo

Lc 12, 34-44
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai discepoli: «Dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore. Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito. Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro! Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo». Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?». Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi».

Questa parabola la dici per noi o per tutti?”. C’è una sapienza in questa domanda di San Pietro, perché è una domanda che aiuta tutti, anche noi, a comprendere che l’invito alla vigilanza deve sempre tenerci desti. Capita che, ogni tanto, si abbia l’impressione che alcune cose sono dette per gli altri e non per noi. È la stessa impressione di Pietro che, con sapienza, domanda al Signore se anche loro che lo stanno seguendo, anche loro che ascoltano quotidianamente la sua voce, devono essere attenti alla vigilanza, oppure possono essere dispensati in qualche modo dalla sua richiesta.

Il Signore risponde con precisione. No, anche loro sono compresi, anche loro sono richiamati dalla medesima parola che viene rivolta a tutti, anche loro devono essere sempre attenti a quella parola che viene donata perché anche al discepolo è chiesto di vigilare, anzi, maggiormente a lui! Il discepolo che ha ascoltato la voce di Dio che si rivela attraverso Cristo deve vivere tutta la vita come un momento di attenzione alla Parola che si rivela. Altrimenti rischia di perdere quello che ha, rischia di compromettere tutto il cammino perché non attende più quel “tempo debito” nel quale il Signore del mondo renderà a ciascuno il suo.

Cantico dei Cantici

Ct 1, 1; 3, 6-11
Lettura del Cantico dei Cantici

Cantico dei Cantici, di Salomone. Chi sta salendo dal deserto come una colonna di fumo, esalando profumo di mirra e d’incenso e d’ogni polvere di mercanti? Ecco, la lettiga di Salomone: sessanta uomini prodi le stanno intorno, tra i più valorosi d’Israele. Tutti sanno maneggiare la spada, esperti nella guerra; ognuno porta la spada al fianco contro il terrore della notte. Un baldacchino si è fatto il re Salomone con legno del Libano. Le sue colonne le ha fatte d’argento, d’oro la sua spalliera; il suo seggio è di porpora, il suo interno è un ricamo d’amore delle figlie di Gerusalemme. Uscite, figlie di Sion, guardate il re Salomone con la corona di cui lo cinse sua madre nel giorno delle sue nozze, giorno di letizia del suo cuore.

Per noi:

Questa provocazione di sapienza fa proprio per tutti noi. Come ho detto, talvolta ci sembra quasi che i richiami della fede siano per gli altri e non per noi. Per chi non frequenta, per chi è cristiano ma ha smesso la pratica della fede, o per chi non è cristiano, per chi è lontano da Dio. Capita a tutti, credo, di sentirsi già un poco dalla parte dei salvati, dalla parte di quelli che sanno le cose, dalla parte di quelli che si salvano! Ben venga il richiamo del Signore che ci dice che la vigilanza, il gusto per l’attesa del suo ritorno, il sapere che siamo incamminati verso la vita eterna in lui, non devono corrispondere solo ad una stagione della vita, ma valgono per sempre.

La sapienza insita in queste parole è quella di chi deve sempre considerare la vita come un dono e, per questo, rimane pronto a rendere la propria anima a Dio, sempre! Non sapendo né il giorno né l’ora, il cristiano dovrebbe essere sempre pronto a dire che, anche se il Signore venisse adesso, è pronto per entrare nella comunione con Lui.

In realtà io credo che non siamo proprio tutti così e che, pensando all’ultimo giorno della vita, chiediamo al Signore di portarlo il più in là possibile, magari giustificandoci con l’impegno per l’aiuto degli altri che abbiamo, oppure per l’inopportunità di una nostra prematura dipartita, o per un momento in cui ci sono già tante cose per i nostri parenti ed amici… Questa non è sapienza! Questa non è certo attenzione alla vigilanza!

Come non è sapienza – e anche qui credo che sia un po’ l’esperienza di tutti – vivere un cammino di Avvento con molta intensità per poi lasciar subito cadere la tensione, appena celebrata la festa del Santo Natale.

Le Scritture ci stanno richiamando e ci stanno ricordando che, senza la sapienza di chi attende sempre umilmente il Signore, non si va da nessuna parte.

Sia questa la sapienza da chiedere oggi, la sapienza di chi vigila sui propri giorni e sui propri passi, attendendo il ritorno glorioso del Signore Gesù di cui abbiamo celebrato la nascita.

2021-01-04T15:43:56+01:00