Venerdì Santo – deposizione
Per introdurci
Caligaverunt oculi mei a flatu meo
quia elongatus est a me qui consolabatur me.
Videte omnes populi
si est dolor similis
sicut dolor meus.
O vos omnes qui transitis per viam
attendite et videte
si est dolor similis
sicut dolor meus.
Si offuscarono di pianto i miei occhi
perché è stato allontanato da me
chi mi confortava.
Guardate o popoli tutti,
se esiste un dolore simile al mio.
O voi tutti che passate per la via, guardate e prestate attenzione.
La Parola di questo giorno
I LETTURA Dn 3,1-24
Lettura del profeta Daniele
In quei giorni. Il re Nabucodònosor aveva fatto costruire una statua d’oro, alta sessanta cubiti e larga sei, e l’aveva fatta erigere nella pianura di Dura, nella provincia di Babilonia. Quindi il re Nabucodònosor aveva convocato i sàtrapi, i governatori, i prefetti, i consiglieri, i tesorieri, i giudici, i questori e tutte le alte autorità delle province, perché presenziassero all’inaugurazione della statua che il re Nabucodònosor aveva fatto erigere.
I sàtrapi, i governatori, i prefetti, i consiglieri, i tesorieri, i giudici, i questori e tutte le alte autorità delle province vennero all’inaugurazione della statua che aveva fatto erigere il re Nabucodònosor. Essi si disposero davanti alla statua fatta erigere da Nabucodònosor. Un banditore gridò ad alta voce: «Popoli, nazioni e lingue, a voi è rivolto questo proclama: Quando voi udrete il suono del corno, del flauto, della cetra, dell’arpa, del salterio, della zampogna e di ogni specie di strumenti musicali, vi prostrerete e adorerete la statua d’oro che il re Nabucodònosor ha fatto erigere. Chiunque non si prostrerà e non adorerà, in quel medesimo istante sarà gettato in mezzo a una fornace di fuoco ardente».
Perciò tutti i popoli, nazioni e lingue, non appena ebbero udito il suono del corno, del flauto, della cetra, dell’arpa, del salterio e di ogni specie di strumenti musicali, si prostrarono e adorarono la statua d’oro che il re Nabucodònosor aveva fatto erigere.
Però in quel momento alcuni Caldei si fecero avanti per accusare i Giudei e andarono a dire al re Nabucodònosor: «O re, vivi per sempre! Tu hai decretato, o re, che chiunque avrà udito il suono del corno, del flauto, della cetra, dell’arpa, del salterio, della zampogna e di ogni specie di strumenti musicali, deve prostrarsi e adorare la statua d’oro: chiunque non si prostrerà e non l’adorerà, sia gettato in mezzo a una fornace di fuoco ardente. Ora, ci sono alcuni Giudei, che hai fatto amministratori della provincia di Babilonia, cioè Sadrac, Mesac e Abdènego, che non ti obbediscono, o re: non servono i tuoi dèi e non adorano la statua d’oro che tu hai fatto erigere».
Allora Nabucodònosor, sdegnato e adirato, comandò che gli si conducessero Sadrac, Mesac e Abdènego, e questi comparvero alla presenza del re. Nabucodònosor disse loro: «È vero, Sadrac, Mesac e Abdènego, che voi non servite i miei dèi e non adorate la statua d’oro che io ho fatto erigere? Ora se voi, quando udrete il suono del corno, del flauto, della cetra, dell’arpa, del salterio, della zampogna e di ogni specie di strumenti musicali, sarete pronti a prostrarvi e adorare la statua che io ho fatto, bene; altrimenti, in quel medesimo istante, sarete gettati in mezzo a una fornace di fuoco ardente. Quale dio vi potrà liberare dalla mia mano?».
Ma Sadrac, Mesac e Abdènego risposero al re Nabucodònosor: «Noi non abbiamo bisogno di darti alcuna risposta in proposito; sappi però che il nostro Dio, che serviamo, può liberarci dalla fornace di fuoco ardente e dalla tua mano, o re. Ma anche se non ci liberasse, sappi, o re, che noi non serviremo mai i tuoi dèi e non adoreremo la statua d’oro che tu hai eretto».
Allora Nabucodònosor fu pieno d’ira e il suo aspetto si alterò nei confronti di Sadrac, Mesac e Abdènego, e ordinò che si aumentasse il fuoco della fornace sette volte più del solito. Poi, ad alcuni uomini fra i più forti del suo esercito, comandò di legare Sadrac, Mesac e Abdènego e gettarli nella fornace di fuoco ardente. Furono infatti legati, vestiti come erano, con i mantelli, i calzari, i copricapi e tutti i loro abiti, e gettati in mezzo alla fornace di fuoco ardente. Poiché l’ordine del re urgeva e la fornace era ben accesa, la fiamma del fuoco uccise coloro che vi avevano gettato Sadrac, Mesac e Abdènego. E questi tre, Sadrac, Mesac e Abdènego, caddero legati nella fornace di fuoco ardente. Essi passeggiavano in mezzo alle fiamme, lodavano Dio e benedicevano il Signore.
II LETTURA Dn 3,91-100
Continuazione del profeta Daniele
Allora il re Nabucodònosor rimase stupito e alzatosi in fretta si rivolse ai suoi ministri: «Non abbiamo noi gettato tre uomini legati in mezzo al fuoco?». «Certo, o re», risposero. Egli soggiunse: «Ecco, io vedo quattro uomini sciolti, i quali camminano in mezzo al fuoco, senza subirne alcun danno; anzi il quarto è simile nell’aspetto a un figlio di dèi». Allora Nabucodònosor si accostò alla bocca della fornace di fuoco ardente e prese a dire: «Sadrac, Mesac, Abdènego, servi del Dio altissimo, uscite, venite fuori». Allora Sadrac, Mesac e Abdènego uscirono dal fuoco. Quindi i sàtrapi, i governatori, i prefetti e i ministri del re si radunarono e, guardando quegli uomini, videro che sopra i loro corpi il fuoco non aveva avuto nessun potere, che neppure un capello del loro capo era stato bruciato e i loro mantelli non erano stati toccati e neppure l’odore del fuoco era penetrato in essi.
Nabucodònosor prese a dire: «Benedetto il Dio di Sadrac, Mesac e Abdènego, il quale ha mandato il suo angelo e ha liberato i servi che hanno confidato in lui; hanno trasgredito il comando del re e hanno esposto i loro corpi per non servire e per non adorare alcun altro dio all’infuori del loro Dio. Perciò io decreto che chiunque, a qualsiasi popolo, nazione o lingua appartenga, proferirà offesa contro il Dio di Sadrac, Mesac e Abdènego, sia fatto a pezzi e la sua casa sia ridotta a letamaio, poiché non c’è nessun altro dio che possa liberare allo stesso modo».
Da allora il re diede autorità a Sadrac, Mesac e Abdènego nella provincia di Babilonia.
Il re Nabucodònosor a tutti i popoli, nazioni e lingue, che abitano in tutta la terra: «Abbondi la vostra pace! Mi è parso opportuno rendervi noti i prodigi e le meraviglie che il Dio altissimo ha fatto per me. / Quanto sono grandi i suoi prodigi / e quanto potenti le sue meraviglie! / Il suo regno è un regno eterno / e il suo dominio di generazione in generazione».
PASSIONE DEL SIGNORE NOSTRO GESÙ CRISTO SECONDO MATTEO Mt 27,57-61
Continuazione del Vangelo secondo Matteo
Venuta la sera, giunse un uomo ricco, di Arimatea, chiamato Giuseppe; anche lui era diventato discepolo di Gesù. Questi si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. Pilato allora ordinò che gli fosse consegnato. Giuseppe prese il corpo, lo avvolse in un lenzuolo pulito e lo depose nel suo sepolcro nuovo, che si era fatto scavare nella roccia; rotolata poi una grande pietra all’entrata del sepolcro, se ne andò. Lì, sedute di fronte alla tomba, c’erano Maria di Màgdala e l’altra Maria.
Deposizione
È Maria che parla. È Maria colei alla quale si offuscano gli occhi perché le è stato sottratto Colui che era la sua consolazione. Noi, questa sera, dopo la Via Crucis, dopo la celebrazione della deposizione, dovremmo tutti sentirci così. Desolati. Gente a cui si offuscano gli occhi per il pianto.
Si offuscano per il pianto i miei occhi
Signore, i nostri occhi dovrebbero offuscarsi perché non ti cerchiamo abbastanza, perché non ti seguiamo abbastanza.
Signore, i nostri occhi dovrebbero offuscarsi perché anche in questo anno della preghiera non abbiamo pregato abbastanza, non abbiamo cercato Te, che sei la ragione di ogni cosa.
Signore, i nostri occhi dovrebbero offuscarsi perché anche nella nostra comunità procediamo per molti aspetti divisi e ancora in competizione l’uno con l’altro.
Signore, i nostri occhi dovrebbero offuscarsi perché non ti abbiamo cercato nei poveri e in coloro che hanno bisogno come avremmo potuto fare e come Tu ci hai raccomandato di fare.
Signore, i nostri occhi dovrebbero offuscarsi perché non siamo stati inclusivi e non abbiamo trovato capacità sufficienti per parlare a tutti del tuo amore.
Signore, i nostri occhi dovrebbero offuscarsi perché non siamo andati in cerca di quelle “pecore smarrite” e soprattutto dei giovani che non vediamo più presenti nella via della fede.
Signore, i nostri occhi dovrebbero offuscarsi perché non abbiamo difeso abbastanza la cultura della vita.
Signore, i nostri occhi dovrebbero offuscarsi perché ci siamo abituati alla guerra e alle notizie di guerra e non preghiamo per la pace tanto quanto dovremmo.
Signore, i nostri occhi dovrebbero offuscarsi perché pensiamo comunque a stare bene noi e non ci facciamo carico delle difficoltà e delle problematiche di tutto il paese.
Signore, i nostri occhi dovrebbero offuscarsi perché rimaniamo impietriti di fronte alle tragedie che entrano nelle nostre case e non sappiamo cosa fare per aiutare chi è davvero nelle difficoltà grandi dell’esistenza.
E’ stato allontanato da me Colui che mi confortava
Signore che conforti, dolce consolazione, non stare lontano da noi.
Signore che conforti, torna a noi nella potenza della tua Parola, alla quale chiediamo di illuminare e di guidare le nostre coscienze.
Signore che conforti, attrai i cuori a te con il calore e con la forza della Santa Eucarestia.
Signore che conforti, chiamaci a Te, nell’ora che Tu sai e che Tu custodisci.
Signore che conforti, donaci la consolazione di Tua Madre, perché possiamo tornare, come figli colpevoli, ma fiduciosi della Tua misericordia.
Signore che conforti, donaci la pace.
Signore che conforti, donaci la speranza.
Signore che conforti, rendici attenti ai bisogni degli altri.
Signore che conforti, donaci di riscoprire la bellezza e la forza della fraternità.
Signore, si offuscano i nostri occhi nel pianto, se tu stai lontano da noi.
Signore, Tu che conforti noi, donaci di attraversare queste ore di tenebra confidando sempre nella tua misericordia, nel tuo amore, nella tua presenza.
Amen.