Giovedì 7 ottobre

Beata Vergine Maria del Rosario

Atti

At 1, 12-14
Lettura degli Atti degli Apostoli

Dopo che Gesù fu assunto in Cielo, gli apostoli ritornarono a Gerusalemme dal monte detto degli Ulivi, che è vicino a Gerusalemme quanto il cammino permesso in giorno di sabato. Entrati in città, salirono nella stanza al piano superiore, dove erano soliti riunirsi: vi erano Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo figlio di Alfeo, Simone lo Zelota e Giuda figlio di Giacomo. Tutti questi erano perseveranti e concordi nella preghiera, insieme ad alcune donne e a Maria, la madre di Gesù, e ai fratelli di lui.

Galati

Gal 4, 4-7
Lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati

Fratelli, quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge, per riscattare quelli che erano sotto la Legge, perché ricevessimo l’adozione a figli. E che voi siete figli lo prova il fatto che Dio mandò nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio, il quale grida: «Abbà! Padre!». Quindi non sei più schiavo, ma figlio e, se figlio, sei anche erede per grazia di Dio.

Vangelo

Lc 1, 26b-38a
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca

In quel tempo. L’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola».

La Madonna del Rosario

Fin dai miei anni giovanili questa preghiera ha avuto un posto importante nella mia vita spirituale. Me lo ha ricordato con forza il mio recente viaggio in Polonia, e soprattutto la visita al Santuario di Kalwaria. Il Rosario mi ha accompagnato nei momenti della gioia e in quelli della prova. Ad esso ho consegnato tante preoccupazioni, in esso ho trovato sempre conforto”. Così San Giovanni Paolo II ricordava il suo personale rapporto con la preghiera del Rosario. Queste stesse parole sono le parole con cui potremmo esprimerci anche noi. Moltissimi di noi trovano conforto e sostegno nella preghiera del Santo Rosario e ogni giorno recitano una o più corone, affidano alla Madre di tutti preghiere, intenzioni, sfogano dolori, cercano consolazione e conforto, esprimono la loro fede e la loro gioia. La preghiera del Santo Rosario è la preghiera che accompagna, per moltissimi, ogni stagione di vita e ogni occasione di preghiera. Ecco perché è la preghiera più popolare ma, al tempo stesso, una delle preghiere più ricche di fede. Il Rosario è una preghiera di conforto. Spiegava ancora il Santo Padre: “Si può dire che il Rosario è, in certo modo, un commento-preghiera dell’ultimo capitolo della Costituzione Lumen Gentium del Vaticano II, capitolo che tratta della mirabile presenza della Madre di Dio nel mistero di Cristo e della Chiesa. Difatti, sullo sfondo delle parole “Ave, Maria”, passano davanti agli occhi dell’anima i principali episodi della vita di Gesù Cristo. Essi si compongono nell’insieme dei misteri gaudiosi, luminosi, dolorosi e gloriosi, e ci mettono in comunione viva con Gesù attraverso – potremmo dire – il Cuore della sua Madre. Nello stesso tempo il nostro cuore può racchiudere in queste decine del Rosario tutti i fatti che compongono la vita dell’individuo, della famiglia, della nazione, della Chiesa e dell’umanità. Vicende personali e quelle del prossimo, e in modo particolare di coloro che ci sono più vicini, che ci stanno più a cuore. Così la semplice preghiera del Rosario batte il ritmo della vita umana”. Il Rosario “batte il tempo della vita umana”. Ecco perché è così diffuso e così popolare. Nel Rosario troviamo gioie, dolori, speranze, attese che sono le realtà che compongono la vita di ciascuno di noi. Credo davvero che sia molto utile, bello, efficace che noi tutti impariamo ad avere questa “devozione” che è assai più di una devozione! Ci sono momenti in cui preghiamo leggendo la Parola di Dio, ci sono momenti nei quali noi preghiamo partecipando ai sacramenti, ci sono momenti nei quali pellegriniamo in qualche luogo. Ma ci sono anche dei momenti nei quali ci viene assai difficile fare tutto questo. Riscopriamo allora il gusto della preghiera litanica, il gusto del Rosario. E affidiamo a Maria le diverse intenzioni che ci animano e ci animeranno perché sia lei a presentarle a Dio Padre e sia lei ad ottenere per noi quello che le nostre parole non riescono ad esprimere bene, a chiedere o ad affidare a Dio. Ecco la prima raccomandazione che mi sentirei di fare a ciascuno di voi. Tenete sempre in grande considerazione il Rosario della Vergine Maria.

Rosario e famiglia

In questa festa della Madonna del Rosario abbiamo voluto ed in vero stiamo continuando a pregare per la famiglia, secondo quello che papa Francesco ci ha chiesto. In verità il legame tra il Santo Rosario e la famiglia era già stato ampiamente enunciato da Giovanni Paolo II proprio all’interno della lettera enciclica “Rosarium Virginis Mariae”: “la famiglia che prega unita, resta unita. Il Santo Rosario, per antica tradizione, si presta particolarmente ad essere preghiera in cui la famiglia si ritrova. I singoli membri di essa, proprio gettando lo sguardo su Gesù, recuperano anche la capacità di guardarsi sempre nuovamente negli occhi, per comunicare, per solidarizzare, per perdonarsi scambievolmente, per ripartire con un patto di amore rinnovato dallo Spirito di Dio. Molti problemi delle famiglie contemporanee, specie nelle società economicamente evolute, dipendono dal fatto che diventa sempre più difficile comunicare. Non si riesce a stare insieme, e magari i rari momenti dello stare insieme sono assorbiti dalle immagini di un televisore. Riprendere a recitare il Rosario in famiglia significa immettere nella vita quotidiana ben altre immagini, quelle del mistero che salva: l’immagine del Redentore, l’immagine della sua Madre Santissima. La famiglia che recita insieme il Rosario riproduce un po’ il clima della casa di Nazareth: si pone Gesù al centro, si condividono con lui gioie e dolori, si mettono nelle sue mani bisogni e progetti, si attingono da lui la speranza e la forza per il cammino”. Noi tutti, credo, siamo in forte difficoltà dinnanzi a queste parole. Lo siamo perché crediamo poco alla forza della preghiera e sappiamo resistere poco alle risposte dei giovani che, normalmente, fanno molta fatica a recitare il Santo Rosario. Credo che dobbiamo chiedere a Maria stessa la forza di riscoprire la forza di questa preghiera e a lei dobbiamo chiedere di saper mettere nel cuore nostro e in quello di chi viene dopo di noi le immagini della vita di Cristo che il Rosario ci chiede di ricordare e di celebrare. È questo il modo migliore per vivere bene il confronto con la vita di tutti i giorni, nella quale noi vediamo ben altre immagini e nella quale siamo continuamente distolti da quel tenere fisso lo sguardo su Gesù che è “l’autore e il perfezionatore della nostra fede”. È una sfida. Forse noi stessi partiamo già un po’ prevenuti: come facciamo a proporre questa preghiera? Come facciamo a farla sentire anche una preghiera dei giovani, dal momento che essa sembra piuttosto essere una preghiera per i vecchi? Io credo che, se ragioniamo così, partiamo già male. Piuttosto affidiamo a Maria anche queste nostre perplessità e reticenze! Chiediamo a lei, che sa parlare al cuore dei giovani, anche questa grazia. Io lancio la proposta di recitare in ogni famiglia il Santo Rosario una volta alla settimana, tutti insieme. Provate! Credeteci! Abbiamo bisogno di questi segni! Trovate voi il tempo opportuno per la vostra famiglia! Ci vuole un quarto d’ora! Teneteci! Insistete! Io credo che la Madonna farà grandissime grazie a coloro che vorranno onorarla in questo modo. In questo tempo, per tanti versi di dispersione e di solitudine, aggravato dalla crisi che il virus ha portato nel mondo, questa possa essere una via di uscita e un rimedio potentissimo per cercare l’unità. Il Papa lo ha detto con chiarezza: “la famiglia che prega unita, resta unita”. Se, dunque, abbiamo a cuore di lasciare un’eredità spirituale a chi viene dopo di noi circa la famiglia, partiamo, con fiducia, da qui.

Le vocazioni

Nel pregare per la famiglia unita, credo che possiamo inserire anche l’intenzione che il nostro vescovo ci ha proposto: la preghiera per le vocazioni. In effetti la preghiera per i figli e i nipoti deve sempre essere una preghiera per la loro realizzazione e felicità. Poiché non esiste felicità lontano da Dio, poiché non esiste felicità se non nel raggiungimento e nella pienezza della propria vocazione, preghiamo perché i nostri figli, i nostri nipoti sappiano accostarsi a Dio animati dal desiderio di cercare prima e di realizzare poi continuamente quella vocazione con la quale Dio, da sempre, ha pensato alla loro vita.

Preghiamo per tutte le vocazioni, ma in particolare per la vocazione di speciale consacrazione al sacerdozio o nella vita religiosa. Torniamo a pregare perché l’ideale di vita di consacrazione a servizio del Vangelo possa risultare appetibile per i nostri giovani. Il destino e il futuro della Chiesa dipendono anche da questo. Chiediamo quindi, insieme, al Signore di non abbandonare la Chiesa e di continuare a farci avere quella presenza senza la quale si spegne la sua presenza sacramentale o senza la quale ritorneranno ad essere aridi tutti quei campi nei quali si esprime la forza, la vitalità, la missionarietà della Chiesa.

Concludiamo la nostra riflessione con la preghiera.

La preghiera

O Rosario benedetto di Maria, catena dolce che ci rannodi a Dio, vincolo di amore che ci unisci agli Angeli, torre di salvezza negli assalti dell’inferno, porto sicuro nel comune naufragio, noi non ti lasceremo mai più. Tu ci sarai conforto nell’ora dell’agonia. A te l’ultimo bacio della vita che si spegne. E l’ultimo accento delle nostre labbra sarà il nome tuo soave, o Regina del Rosario di Pompei, o Madre nostra cara, o Rifugio dei peccatori, o Sovrana consolatrice dei mesti. Sii ovunque benedetta, oggi e sempre, in terra e in cielo.

(San Giovanni Paolo II)

2021-10-05T08:29:55+02:00