Settimana della terza domenica di Quaresima – venerdì
La spiritualità di questa settimana
In questa terza settimana abbiamo riflettuto sulla benedizione che Dio dona attraverso i segni che vengono donati alla vita di ciascun uomo. Cerchiamo ancora segni di questa benedizione nelle letture del venerdì a Vespero, come sappiamo traccia di una vera, profonda, autentica catechesi.
La Parola di questo giorno
I LETTURA
Le celebrazioni per la Pasqua e per i giorni della settimana degli Azzimi.
Lettura del libro dei Numeri
28, 1. 3a. 16-25
In quei giorni. Il Signore parlò a Mosè e disse: «Dirai loro: Il primo mese, il giorno quattordici del mese, sarà la Pasqua del Signore. Il giorno quindici di quel mese sarà giorno di festa. Per sette giorni si mangerà pane azzimo. Il primo giorno si terrà una riunione sacra; non farete alcun lavoro servile. Offrirete in sacrificio consumato dal fuoco un olocausto al Signore: due giovenchi, un ariete e sette agnelli dell’anno senza difetti. La loro oblazione sarà fior di farina impastata con olio: ne offrirete tre decimi per giovenco e due per l’ariete, ne offrirai un decimo per volta per ciascuno dei sette agnelli e offrirai un capro come sacrificio per il peccato, per compiere il rito espiatorio su di voi. Offrirete questi sacrifici oltre l’olocausto della mattina, che è un olocausto perenne. Li offrirete ogni giorno, per sette giorni; è un alimento consumato dal fuoco, un sacrificio di profumo gradito al Signore. Lo si offrirà oltre l’olocausto perenne con la sua libagione. Il settimo giorno terrete una riunione sacra; non farete alcun lavoro servile». PdD
SALMELLO
Cfr. Sal 67 (68), 8-9. 21. 29. 25-27a. 33b. 35a-b
Dio, quando uscivi davanti al tuo popolo,
quando camminavi per il deserto,
la terra tremò, stillarono i cieli davanti al Dio del Sinai,
davanti a Dio, il Dio d’Israele.
Il nostro Dio è un Dio che salva;
il Signore Dio libera dalla morte.
Dispiega, Dio, la tua potenza;
conferma, Dio, quanto hai fatto per noi.
VAppare il tuo corteo, Dio,
il corteo del mio Dio, del mio re, nel santuario.
Precedono i cantori, seguono ultimi i citaredi,
in mezzo le fanciulle che battono cembali.
Benedite Dio nelle vostre assemblee,
cantate inni al Signore,
riconoscete a Dio la sua potenza,
la sua maestà su Israele.
Dispiega, Dio, la tua potenza;
conferma, Dio, quanto hai fatto per noi.
ORAZIONE
Donaci, o Dio misericordioso, di accogliere questi santi giorni di quaresima con disponibilità di figli e di prepararci alla grazia pasquale con opere di amore. Per Cristo nostro Signore.
II LETTURA
La celebrazione pasquale dei reduci dall’esilio.
Lettura del libro di Esdra
6, 19-22
In quei giorni. I rimpatriati celebrarono la Pasqua il quattordici del primo mese. Infatti i sacerdoti e i leviti si erano purificati tutti insieme, come un sol uomo: tutti erano puri. Così immolarono la Pasqua per tutti i rimpatriati, per i loro fratelli sacerdoti e per se stessi. Ne mangiarono gli Israeliti che erano tornati dall’esilio e quanti si erano separati dalla contaminazione del popolo del paese, unendosi a loro per cercare il Signore, Dio d’Israele. Celebrarono con gioia la festa degli Azzimi per sette giorni, poiché il Signore li aveva colmati di gioia, avendo piegato a loro favore il cuore del re d’Assiria, per rafforzare le loro mani nel lavoro per il tempio di Dio, il Dio d’Israele. PdD
SALMELLO
Cfr. Sal 146 (147), 2-3. 11. 1. 7. 4-5
Il Signore ricostruisce Gerusalemme,
raduna i dispersi d’Israele.
Risana i cuori affranti e fascia le loro ferite.
Il Signore si compiace di chi lo teme,
di chi spera nella sua grazia.
È bello cantare al nostro Dio,
dolce è lodarlo come a lui conviene.
VCantate al Signore un canto di grazie,
intonate sulla cetra inni al nostro Dio.
Egli conta il numero delle stelle
e chiama ciascuna per nome.
Grande è il Signore onnipotente,
la sua sapienza non ha confini.
È bello cantare al nostro Dio,
dolce è lodarlo come a lui conviene.
ORAZIONE
La tua Chiesa, o Padre onnipotente, avvicinandosi le feste pasquali, ottenga da te la piena remissione delle colpe; e coloro che nel battesimo hanno avuto la sorte di diventare tuoi figli, fa’ che più non ritornino prigionieri della vecchia condizione di peccato. Per Cristo nostro Signore.
III LETTURA
La vittima perfetta.
Lettura del libro del Levitico
22, 17-21
In quei giorni. Il Signore parlò a Mosè e disse: «Parla ad Aronne, ai suoi figli, a tutti gli Israeliti dicendo loro: “Chiunque della casa d’Israele o dei forestieri dimoranti in Israele presenterà la sua offerta, per qualsiasi voto o dono spontaneo, da presentare come olocausto in onore del Signore, per essere gradito, dovrà offrire un maschio, senza difetto, di bovini, di pecore o di capre. Non offrirete nulla con qualche difetto, perché non sarebbe gradito. Se qualcuno presenterà al Signore, in sacrificio di comunione, un bovino o un ovino, sia per adempiere un voto sia come offerta spontanea, la vittima, perché sia gradita, dovrà essere perfetta e non avere alcun difetto”». PdD
SALMELLO
Cfr. Eb 9, 26b-c. 24
Una sola volta, Cristo, alla pienezza dei tempi,
è apparso per
annullare il peccato
mediante il sacrificio di se stesso.
VEgli infatti non è entrato in un santuario
fatto da mani d’uomo,
figura di quello vero,
ma nel cielo stesso,
per comparire al cospetto di Dio in nostro favore e
annullare il peccato
mediante il sacrificio di se stesso.
ORAZIONE
Al Cristo che ti ha obbedito fino alla morte hai dato, o Padre, il nome che è l’unica nostra speranza di salvezza; guarda alla eccelsa dignità del nostro Mediatore, perdona le nostre colpe e preparaci l’eredità eterna con lui, che vive e regna nei secoli dei secoli.
IV LETTURA
Il servo del Signore, destinato a portare la salvezza a tutta la terra.
Lettura del profeta Isaia
49, 1-7
Ascoltatemi, o isole, / udite attentamente, nazioni lontane; / il Signore dal seno materno mi ha chiamato, / fino dal grembo di mia madre ha pronunciato il mio nome. / Ha reso la mia bocca come spada affilata, / mi ha nascosto all’ombra della sua mano, / mi ha reso freccia appuntita, / mi ha riposto nella sua faretra. / Mi ha detto: «Mio servo tu sei, Israele, / sul quale manifesterò la mia gloria». / Io ho risposto: «Invano ho faticato, / per nulla e invano ho consumato le mie forze. / Ma, certo, il mio diritto è presso il Signore, / la mia ricompensa presso il mio Dio». / Ora ha parlato il Signore, / che mi ha plasmato suo servo dal seno materno / per ricondurre a lui Giacobbe / e a lui riunire Israele / – poiché ero stato onorato dal Signore / e Dio era stato la mia forza – / e ha detto: «È troppo poco che tu sia mio servo / per restaurare le tribù di Giacobbe / e ricondurre i superstiti d’Israele. / Io ti renderò luce delle nazioni, / perché porti la mia salvezza / fino all’estremità della terra». / Così dice il Signore, / il redentore d’Israele, il suo Santo, / a colui che è disprezzato, rifiutato dalle nazioni, / schiavo dei potenti: / «I re vedranno e si alzeranno in piedi, / i prìncipi si prostreranno, / a causa del Signore che è fedele, / del Santo d’Israele che ti ha scelto». PdD
SALMELLO
Cfr. Sal 21 (22), 23-24. 28-29. 31b. 32b-c
Annunzierò il tuo nome ai miei fratelli,
ti loderò in mezzo all’assemblea.
Lodate il Signore, voi che lo temete,
gli dia gloria la stirpe di Giacobbe,
lo tema tutta la stirpe d’Israele.
VRicorderanno e torneranno al Signore
tutti i confini della terra,
si prostreranno davanti a lui tutte le famiglie dei popoli.
Poiché il Regno è del Signore,
egli domina su tutte le nazioni.
Si parlerà del Signore alla generazione che viene,
al popolo che nascerà diranno:
«Ecco l’opera del Signore!»,
lo tema tutta la stirpe d’Israele.
ORAZIONE
O Gesù, misericordioso salvatore, che dal mistero eterno del Padre venisti in terra a cercare chi era perduto ed effondesti il tuo sangue prezioso per cancellare le nostre colpe, ti chiediamo con umile voce di chiamarci nell’ultimo giudizio a far parte dei tuoi eletti, vicino a te, che vivi e regni nei secoli dei secoli.
Il segno dell’Agnello
In questo terzo venerdì tutto ruota un po’ attorno al segno dell’agnello. Lo abbiamo sentito nella prima lettura, secondo quella prescrizione di Mosè che, di per sé, abbiamo anche già meditato nelle scorse settimane. Questa insistenza dei testi sacri sul tema della Pasqua ebraica ci aiuta a capire l’importanza della Pasqua nella struttura dell’anno liturgico ebraico, realtà che è validissima anche per noi. La Pasqua cristiana è il cuore, il centro di tutte le feste, e la celebrazione della Pasqua è davvero la madre di ogni festa della Chiesa. Sia per gli ebrei che per noi cristiani la Pasqua è un simbolo. Noi cristiani, poi, viviamo la domenica, ogni domenica dell’anno, come una piccola Pasqua. Una celebrazione unitaria di ciò che, nella Pasqua, celebriamo singolarmente nei tre grandi giorni del Triduo. Se l’agnello pasquale era il simbolo della Pasqua ebraica e segnava l’importanza di questa festa su tutte le altre feste, per noi cristiani ogni celebrazione ha origine nella Pasqua del Signore e ogni benedizione trae origine proprio da lì, da quel mistero di passione, morte, e risurrezione del Signore che sono il cuore della sua vita e del suo annuncio.
La Pasqua rinnovata
La seconda lettura ci ha mostrato come gli ebrei esuli tornati a Gerusalemme al tempo della riforma di Esdra e Neemia, videro quella celebrazione della Pasqua come un vero e proprio momento di esultanza. Per loro, il ritorno alla pratica di una Pasqua santa, come era prima dell’esilio, fu salutato come un segno di nuova benedizione. Un segno che Dio tornava a dare al suo popolo, dopo gli anni difficili della deportazione e della Pasqua celebrata senza solennità in terra straniera. Il ritorno alle norme dei padri fu visto come il segno di una particolare benedizione di Dio che radunava, di nuovo, tutto il popolo per una celebrazione fatta secondo gli insegnamenti di Mosè. Una lettura che ci invita a riflettere sul nostro modo di celebrare le feste.
La vittima perfetta
La terza lettura può sembrare molto arida e quasi avere poco o nulla da comunicare. Anzi, noi tutti potremmo chiederci perché questa insistenza sul tema della “vittima perfetta”? La risposta è chiarissima. Non si può offrire a Dio qualcosa di guasto, qualcosa di imperfetto, qualcosa di rovinato. Sarebbe come insultare Dio, sarebbe come negargli l’attenzione dovuta. Sarebbe un’offesa, per Dio, ricevere qualcosa di guasto. Ecco il perché di questa insistenza prolungata sulla perfezione della vittima. Non è propriamente solo qualcosa di formale, ma un’attenzione da avere se si vuole offrire a Dio ciò che Dio gradisce. La perfezione della vittima dice già la perfezione di come si vuole celebrare la festa. La scelta di una vittima perfetta dice già come deve essere visto e letto il richiamo ad una celebrazione modello.
Il profeta
La quarta lettura, come sappiamo, è sempre di stampo profetico. Il profeta oggi invita a riflettere sulla universalità della Pasqua o meglio sull’universalità della salvezza operata dal servo del Signore. Un modo per dire che nella Pasqua Dio salva tutti. Nella Pasqua perfetta che Dio realizza per il suo popolo, è compresa la salvezza di ogni uomo. Ecco perché il profeta chiedeva, con insistenza, di annunciare a tutti l’avvento del servo del Signore. Chiedeva di portare il suo annuncio alle isole più lontane, senza temere nulla. È una lettura che ricorda all’uomo di fede di portare sempre a tutti gli uomini l’annuncio di salvezza ricevuto. Chi celebra la Pasqua del Signore non vuole tenere per sé quanto viene celebrato, ma associa altri uomini alla propria gioia e alla propria esultanza.
L’importanza di una benedizione – invito alla riflessione
Le Scritture provocano anche noi in queste due direzioni. Da un lato c’è il primo tema, quello meno sentito oggi, quello meno studiato, quello meno “importante” secondo alcuni, ovvero il tema della liturgia. La liturgia ha le sue regole, ha le sue esigenze, ha i suoi parametri. Oggi pare che i cristiani siano poco interessati a tutta questa serie di questioni. Anzi, conoscono assai poco di tutte le norme, le prescrizioni che compongono la liturgia. Spesso riteniamo tutte queste cose solo dei formalismi. Le Scritture ci ricordano che non sono affatto dei formalismi e che occorre, anche in materia liturgica, una guida, un esempio a cui riferirci. Senza questo modello, senza questo esempio, si finisce per vivere una liturgia “secondo il proprio intento” che non è più la liturgia della Chiesa. In questi giorni la liturgia è molto sobria, quasi ridotta al minimo. Eppure, tra pochi giorni, la liturgia sarà il massimo dello splendore. Educhiamoci a seguire le prescrizioni che sono state date, educhiamoci ed educhiamo altri a vedere nello splendore della liturgia, non un formalismo, qualcosa a cui doversi doverosamente attenere, ma un richiamo ad un modello di celebrazioni che porta alla verità e alla pace. La liturgia serve a questo. Ecco perché suggerirei a tutti di collaborare per una liturgia sempre più bella, sempre più coinvolgente, sempre più sobria, libera da tutti quegli orpelli del passato che ingombrano.
Valorizziamo e facciamo imparare ad altri ad apprezzare e valorizzare la liturgia come forma di conversione.
L’altra provocazione chiede a noi tutti di saper essere testimoni. Testimoni sempre, dovunque, con tutti. Siamo noi che dobbiamo cercare di dire a tutti quanto è importante avere fede nel mondo di oggi. Anche noi dovremmo sentirci un po’ presi di forza dall’appello del profeta, ed annunciare a tutti, ai distratti, a chi pare abbia già scelto, a chi abbia già chiuso la partita, quanto è grande l’amore di Dio. Questa missione deve davvero coinvolgerci tutti, perchè chi ha fede non trattiene solo per sé la gioia dell’incontro con Cristo, ma intende annunciarlo a tutti gli altri uomini e donne del suo tempo. Con un annuncio gioioso, l’annuncio di chi invita a fare un’esperienza. Da questo punto di vista diventa sempre più importante l’idea che la Chiesa è una comunità, un insieme di uomini e di donne che si ritrova proprio per questo, per lodare il nome del Signore.
Chiediamo al Signore questa grazia di conversione in questo venerdì e cerchiamo di vivere bene la chiamata a costruire una liturgia perfetta e splendente che sappia proclamare a tutti l’amore che Dio riversa sull’uomo in Cristo Gesù.
Per noi e per il nostro cammino
- Come vivo la liturgia?
- Cosa posso fare io per renderla sempre più splendente?
- Come posso vivere un annuncio che sia realmente missionario?