Domenica 08 agosto

Settimana della 11 domenica dopo Pentecoste – Domenica

Per introdurci

  • Sei tu colui che manda in rovina Israele?

Quante volte abbiamo pensato che, in fondo, Dio c’entri qualcosa con il male che c’è nel mondo!

  • Dio ha forse abbandonato il suo popolo?

Quante volte abbiamo pensato che, in fondo, Dio non fa nulla e ci ha abbandonato!

  • Cosa farà a quegli uomini?

Quante volte abbiamo pensato che Dio dovrebbe venire in soccorso ai deboli e indifesi con un po’ di grinta e con un po’ di forza! Magari anche con un poco di vendetta!

Le scritture di oggi, bellissime, ci aiutano a trovare la risposta a queste domande.

1 Re

1Re 18, 16b-40a
Lettura del primo libro dei Re

In quei giorni. Acab si diresse verso Elia. Appena lo vide, Acab disse a Elia: «Sei tu colui che manda in rovina Israele? ». Egli rispose: «Non io mando in rovina Israele, ma piuttosto tu e la tua casa, perché avete abbandonato i comandi del Signore e tu hai seguito i Baal. Perciò fa’ radunare tutto Israele presso di me sul monte Carmelo, insieme con i quattrocentocinquanta profeti di Baal e con i quattrocento profeti di Asera, che mangiano alla tavola di Gezabele». Acab convocò tutti gli Israeliti e radunò i profeti sul monte Carmelo. Elia si accostò a tutto il popolo e disse: «Fino a quando salterete da una parte all’altra? Se il Signore è Dio, seguitelo! Se invece lo è Baal, seguite lui!». Il popolo non gli rispose nulla. Elia disse ancora al popolo: «Io sono rimasto solo, come profeta del Signore, mentre i profeti di Baal sono quattrocentocinquanta. Ci vengano dati due giovenchi; essi se ne scelgano uno, lo squartino e lo pongano sulla legna senza appiccarvi il fuoco. Io preparerò l’altro giovenco e lo porrò sulla legna senza appiccarvi il fuoco. Invocherete il nome del vostro dio e io invocherò il nome del Signore. Il dio che risponderà col fuoco è Dio!». Tutto il popolo rispose: «La proposta è buona!». Elia disse ai profeti di Baal: «Sceglietevi il giovenco e fate voi per primi, perché voi siete più numerosi. Invocate il nome del vostro dio, ma senza appiccare il fuoco». Quelli presero il giovenco che spettava loro, lo prepararono e invocarono il nome di Baal dal mattino fino a mezzogiorno, gridando: «Baal, rispondici!». Ma non vi fu voce, né chi rispondesse. Quelli continuavano a saltellare da una parte all’altra intorno all’altare che avevano eretto. Venuto mezzogiorno, Elia cominciò a beffarsi di loro dicendo: «Gridate a gran voce, perché è un dio! È occupato, è in affari o è in viaggio; forse dorme, ma si sveglierà». Gridarono a gran voce e si fecero incisioni, secondo il loro costume, con spade e lance, fino a bagnarsi tutti di sangue. Passato il mezzogiorno, quelli ancora agirono da profeti fino al momento dell’offerta del sacrificio, ma non vi fu né voce né risposta né un segno d’attenzione. Elia disse a tutto il popolo: «Avvicinatevi a me!». Tutto il popolo si avvicinò a lui e riparò l’altare del Signore che era stato demolito. Elia prese dodici pietre, secondo il numero delle tribù dei figli di Giacobbe, al quale era stata rivolta questa parola del Signore: «Israele sarà il tuo nome». Con le pietre eresse un altare nel nome del Signore; scavò intorno all’altare un canaletto, della capacità di circa due sea di seme. Dispose la legna, squartò il giovenco e lo pose sulla legna. Quindi disse: «Riempite quattro anfore d’acqua e versatele sull’olocausto e sulla legna!». Ed essi lo fecero. Egli disse: «Fatelo di nuovo!». Ed essi ripeterono il gesto. Disse ancora: «Fatelo per la terza volta!». Lo fecero per la terza volta. L’acqua scorreva intorno all’altare; anche il canaletto si riempì d’acqua. Al momento dell’offerta del sacrificio si avvicinò il profeta Elia e disse: «Signore, Dio di Abramo, di Isacco e d’Israele, oggi si sappia che tu sei Dio in Israele e che io sono tuo servo e che ho fatto tutte queste cose sulla tua parola. Rispondimi, Signore, rispondimi, e questo popolo sappia che tu, o Signore, sei Dio e che converti il loro cuore!». Cadde il fuoco del Signore e consumò l’olocausto, la legna, le pietre e la cenere, prosciugando l’acqua del canaletto. A tal vista, tutto il popolo cadde con la faccia a terra e disse: «Il Signore è Dio! Il Signore è Dio!». Elia disse loro: «Afferrate i profeti di Baal; non ne scappi neppure uno!».

Romani

Rm 11, 1-15
Lettera di san Paolo apostolo ai Romani

Fratelli, io domando: Dio ha forse ripudiato il suo popolo? Impossibile! Anch’io infatti sono Israelita, della discendenza di Abramo, della tribù di Beniamino. «Dio non ha ripudiato il suo popolo», che egli ha scelto fin da principio. Non sapete ciò che dice la Scrittura, nel passo in cui Elia ricorre a Dio contro Israele? Signore, «hanno ucciso i tuoi profeti, hanno rovesciato i tuoi altari, sono rimasto solo e ora vogliono la mia vita». Che cosa gli risponde però la voce divina? «Mi sono riservato settemila uomini, che non hanno piegato il ginocchio davanti a Baal». Così anche nel tempo presente vi è un resto, secondo una scelta fatta per grazia. E se lo è per grazia, non lo è per le opere; altrimenti la grazia non sarebbe più grazia. Che dire dunque? Israele non ha ottenuto quello che cercava; lo hanno ottenuto invece gli eletti. Gli altri invece sono stati resi ostinati, come sta scritto: «Dio ha dato loro uno spirito di torpore, occhi per non vedere e orecchi per non sentire, fino al giorno d’oggi». E Davide dice: «Diventi la loro mensa un laccio, un tranello, un inciampo e un giusto castigo! Siano accecati i loro occhi in modo che non vedano e fa’ loro curvare la schiena per sempre!». Ora io dico: forse inciamparono per cadere per sempre? Certamente no. Ma a causa della loro caduta la salvezza è giunta alle genti, per suscitare la loro gelosia. Se la loro caduta è stata ricchezza per il mondo e il loro fallimento ricchezza per le genti, quanto più la loro totalità! A voi, genti, ecco che cosa dico: come apostolo delle genti, io faccio onore al mio ministero, nella speranza di suscitare la gelosia di quelli del mio sangue e di salvarne alcuni. Se infatti il loro essere rifiutati è stata una riconciliazione del mondo, che cosa sarà la loro riammissione se non una vita dai morti?

Vangelo

Mt 21, 33-46
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo

In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo, che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano. Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo. Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero. Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?». Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo». E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture: “La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi”? Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti. Chi cadrà sopra questa pietra si sfracellerà; e colui sul quale essa cadrà, verrà stritolato». Udite queste parabole, i capi dei sacerdoti e i farisei capirono che parlava di loro. Cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla, perché lo considerava un profeta.

1 Re

Elia è un profeta fedele a Dio in un momento terribile: pare che tutti, anche i responsabili della fede, abbiano abbandonato Dio: veniva detto più volte che Elia era rimasto solo mentre i profeti passati a dire ciò che la regina vuole – ovvero ciò che il potere politico ordina – erano più di 450! Così si diffonde l’idea che se qualcosa non va nel popolo di Dio, è per colpa di Elia. Anzi, si cerca di ucciderlo, tanto che il profeta, prima di sfidare tutti i falsi profeti, come abbiamo sentito nella prima lettura, è costretto a fuggire. Elia esce dal suo nascondiglio proprio per rispondere a questa domanda, proprio per far vedere al popolo di Dio che egli, l’unico rimasto fedele a Dio, è l’unico capace di provocare ancora Dio alla commozione per il suo popolo che lo ha abbandonato. Elia sfida tutti in un luogo simbolico: sul monte dove è stato distrutto l’altare di Dio. Dove gli uomini hanno rinnegato empiamente il loro Dio, dove gli uomini non hanno più voluto saperne di Dio, dove gli uomini hanno addirittura cercato di togliere di mezzo i segni che parlavano ancora della sua presenza, Elia ottiene la vittoria sui falsi profeti. Lì dove aveva colpito l’infedeltà degli uomini, si mostra ancora presente il Dio vivente. Lì dove era stato impossibile per gli uomini rimanere fedeli, ecco che Dio rimane fedele e, attraverso il suo profeta, smaschera i falsi profeti di tutti quegli idoli che non possono portare alla salvezza l’anima dell’uomo.

Così la lettura risponde a chi pensa che i credenti siano, in fondo, solo dei bigotti d’altri tempi: chi è fedele a Dio non solo attira su sé stesso benedizione su benedizione, ma attira la benedizione di Dio anche su chi non lo segue, anche su chi non lo conosce, anche su chi non merita quella benedizione, eppure partecipa della medesima misericordia.

Romani

San Paolo, invece, risponde all’altra domanda: “Dio ha forse dimenticato il suo popolo?”. Domanda che attesta che già nella prima comunità cristiana c’era chi pensava così, c’era chi diceva che Dio, in fondo, non si interessa degli uomini e le cose vanno come vanno. Paolo è erede della tradizione spirituale del primo testamento. Conosce molto bene la storia di Elia e tutto il suo darsi da fare per un popolo ribelle e ostinato, per un popolo che turba continuamente la coscienza dei credenti insinuando il sospetto che Dio non si interessa né degli uomini né del creato. Anche l’apostolo vede presente, nel suo gregge, coloro che sono maestri del sospetto. Per sfidarli pone lui la domanda e, riprendendo la riposta di Elia, aiuta il credente a ragionare. Anche quando tutto sembra andare male, anche quando si pensa che la fede sia finita e che non ci siano più uomini e donne di Dio, Dio stesso suscita la fedeltà dell’uomo e si riserva uomini e donne che lo invocano, che lo temono, che lo rispettano e che divengono, per gli altri, segno della sua presenza. Per San Paolo, poi, la mancanza di fede di Israele che ha prodotto il mistero dell’Incarnazione e il sacrificio di Cristo, è andato a vantaggio di altri popoli. Quella salvezza che era ritenuta appannaggio di Israele, si mostra, ora, a tutti e tutti possono aderirvi.

Vangelo

Cosa fa Dio con i maestri del sospetto? In fondo in fondo anche noi pensiamo che la giustizia di Dio dovrà, prima o poi intervenire. E, quando interverrà, dovrà retribuire gli ingiusti con un giusto castigo. In realtà la parabola è mirabile nella sua risposta, perché mostra che Dio, anche di fronte a coloro che uccidono i suoi messaggeri, anche di fronte a coloro che rifiutano il figlio e lo uccidono, risponde sempre con la medesima opera e cioè rendendo la “pietra scartata dai costruttori una testata d’angolo”. Dio risponde al rifiuto, al sospetto, a chi tenta di uccidere in sé e negli altri la stessa idea di Dio, con l’opera della sua misericordia. Misericordia che coincide proprio con questa pietra che diviene testata d’angolo. La pietra è Gesù. Dio risponde all’infedeltà degli uomini con la fedeltà di Cristo. Dio risponde a chi pensa che Egli non si dia da fare per le cose del mondo, non con una parola, non con un’opera, ma con il Figlio che muore e risorge per tutti gli uomini. È questo il punto focale della storia con il quale tutti hanno il dovere di confrontarsi, di scontrarsi, perfino potranno negare questo amore di Dio. Ma quest’opera di fedeltà rimarrà integra e intatta per sempre. Dio, nella sua fedeltà risponde così alle infedeltà del suo popolo e della sua gente. Anzi, quando tutto sembra perduto, quando sembra che non ci sia più nulla da fare, quando sembra che tutto sia da abbandonare, Dio mostra, nel suo Figlio, la sua vicinanza, la sua condivisione, il suo unico e costante desiderio: salvare l’umanità.

Per noi

In fondo in fondo anche noi siamo tra coloro che pongono le domande del sospetto. Non solo vediamo tra noi coloro che lo sono anche più di noi, ma noi stessi pensiamo qualcosa di questo genere e portiamo avanti queste domande dentro di noi.

A chi dubita che Dio faccia qualcosa per gli uomini, a chi dubita che Dio prenda sul serio la condizione degli uomini, occorre rispondere che è solo avvicinandosi a Cristo che si comprende cosa fa Dio per l’uomo. Dio non fa quello che vogliamo noi, non risponde realizzando automaticamente tutti i desideri dell’uomo, molti dei quali non sono neppure concordi con ciò che la scrittura rivela.  Dio è però vicino a chi ha più bisogno di lui, a chi trova in Cristo quella pietra angolare sulla quale si edifica la coscienza di chi crede e sulla quale si infrange il desiderio di chi si allontana da Dio volendo però che Egli, comunque, esaudisca i suoi desideri. Però noi stessi che siamo qui a pregare attorno a questo altare che ci riporta la presenza di Cristo pietra angolare, dobbiamo chiederci:

  • crediamo veramente a questa rivelazione?
  • Ci affidiamo davvero a Cristo pietra angolare?

Così come pure dobbiamo ammettere che spesso siamo anche noi tra coloro che pensano che gli ingiusti, prima o poi dovranno pagare qualcosa. Invece di lasciare tutto al giusto giudizio di Dio, però, siamo noi a invocare qualche “giusta” punizione degli ingiusti, dimostrando così di non credere più di tanto né alla rivelazione della misericordia di Dio, né al giudizio ultimo del Padre.

  • Come ci regoliamo su questi argomenti? Cosa pensiamo del giudizio di Dio sulla vita dell’uomo?

Vorrei, infine, che anche noi ci calassimo nella parte di Elia, il quale è chiamato a intercedere per coloro che hanno abbandonato Dio e che hanno infranto non solo le sue parole, ma anche hanno profanato i suoi spazi sacri. Noi siamo in un’epoca che è così, siamo in mezzo a gente che pur essendo cresciuta nella fede ha rinnegato il nome di Dio e vediamo continuamente chi deride, oscura, non rispetta la Chiesa, strumento di salvezza a servizio dei popoli. Anche noi, spesso, ci lamentiamo di tutto questo con Dio, magari siamo incapaci di vedere che ci sono anche tra noi uomini e donne dello Spirito che rimangono fedeli a Dio e alla Chiesa o magari dubitando noi stessi che ci sia ancora quel popolo numeroso che vive rispettando Dio. Anche noi dobbiamo chiederci:

  • Vediamo il bene che c’è tra noi?
  • Scorgiamo la presenza di questi uomini dello Spirito che richiamano anche noi a quella fedeltà che non salva solo noi ma tutti quanti?

Ringraziamo il Signore per la misericordia che ci viene mostrata e cerchiamo di vivere sempre e bene in atteggiamento di rispetto la nostra fede e tutto ciò che da essa deriva. Solo così saremo anche noi, come Elia, segno di quella pietra angolare sulla quale può ancora costruire chi crede nella salvezza dell’anima.

2021-08-06T10:40:40+02:00